Cuba continua a salvare vite pur sopportando un crudele blocco

Il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, e il Primo Ministro, Manuel Marrero Cruz, hanno parlato con le più alte autorità delle province e del municipio speciale Isola della Gioventù.

«Cuba sta affrontando la pandemia del COVID-19, uno dei problemi più grandi  per l’umanità degli ultimi decenni, nel mezzo di un assedio, di un blocco, di una   persecuzione finanziaria,  di una campagna di discredito che l’imperialismo yankee non ha eliminato».

Il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, lo ha assicurato parlando nel pomeriggio di sabato 28 con le più alte autorità delle province e del del municipio speciale Isola della Gioventù del nuovo  Coronavirus e del Piano per la sua prevenzione e controllo.

Poi ha aggiunto: «I problemi finanziari del paese si aggravano, i problemi di disponibilità di divisa si aggravano e noi stiamo affrontando questa situazione con gli enormi limiti imposti dal blocco».

Nel mezzo di questo difficile contesto, il Capo di Stato ha reiterato che «stiamo lavorando per Cuba, per il benessere della nostra gente e lavoriamo anche per il mondo. Per questo, ha aggiunto, in maniera esemplare ci sono dodici brigate mediche con 580 membri in vari luoghi del mondo, sollecitate dai governi di questi paesi e ce ne sono altrettante che già lavoravano, con differenti accordi, in un gruppo di nazioni che si sono sommate per appoggiare lo scontro alla pandemia.

Questi sono tempi nei quali si devono esaltare  valori umani, sono tempi di solidarietà, di generosità, di dedizione, appoggio e responsabilità, e di molta disciplina ed esigenza. Sono tempi per rendere coscienti, ha considerato

Díaz-Canel,  in obbedienza con l’isolamento sociale preventivo al quale abbiamo convocato, come misura principale e modo d’attuazione.

Il mandatario, accompagnato dal Primo Ministro, Manuel Marrero Cruz, in dialogo diretto con i governi territoriali, ha parlato della situazione attuale dell’Isola.

«Ci siamo alzati oggi, sabato 28,  con altri 39 casi confermati  e la cifra si è elevata a 119, ossia è il giorno con più casi incontrati come conseguenza delle misure applicate, dell’isolamento delle persone sospette e i loro contatti. D’altra parte è il giorno in cui abbiamo fatto più controlli grazie a una maggiore quantità di kit di diagnosi.

Díaz-Canel ha lamentato la morte del primo cubano per il COVID-19 nel paese, “contagiato in Spagna e complicato con vari problemi personali di salute, e tutti gli sforzi fatti non hanno impedito il decesso in questo caso.

«Vedendo il comportamento di questa giornata, ha spiegato il Presidente della Repubblica, ci dobbiamo aspettare un maggior numero di casi nei prossimi giorni. Stiamo entrando nella curva verso la posizione più estrema.

Per questo dobbiamo osservare in modo dettagliato  l’evoluzione della malattia e con quali ragioni di cambio lo fa.

Ora dobbiamo seguire da vicino le capacità d’isolamento, vigilanza e trattamento, per continuare a creare secondi e terzi scalini che ci diano le riserve necessarie», ha indicato.

Il Capo di Stato si è riferito alla sicurezza che ci da il fatto che tutti i casi incontrati sono partiti da persone che erano isolate, sospettate d’aver avuto contatti e aver sottoposto queste persone a vigilanza e isolamento ci ha permesso di non avere conseguenze maggiori.

Questo ci da fiducia in quello che stiamo facendo, nel modo in cui stiamo lavorando e nell’importanza d’aver anticipato le misure per le prossime fasi.

Poi ha reiterato la priorità dell’isolamento sociale.

«Se nel fine settimana guadagniamo nell’isolamento sociale  tagliamo le catene di trasmissione c possiamo realizzare con la quantità di kit di diagnosi che abbiamo, molte investigazioni, molte prove e quindi scoprire casi e contatti.

Díaz-Canel ha parlato della necessità di ricoverare tutti i contatti, non nei luoghi d’assistenza medica, ma in quelli d’isolamento, con la vigilanza medica, che non sono centri di quarantena. E ha ricordato i tre scalini determinati in Cuba: centri di quarantena, centri d’isolamento con vigilanza medica e gli ospedali per i casi confermati.

«Dobbiamo curare in modo eccellente i malati e in particolare quelli che sono gravi e fare tutto il possibile per salvare le loro vite. In questi momenti, ha sottolineato,  abbiamo l’indice più complesso degli ultimi giorni in materia di gravi e critici, con sette casi. Stiamo lottando per salvare la vita di queste persone», ha assicurato.

Il mandatario ha insistito sul coordinamento e l’appoggio che devono esistere tra le strutture dei governi locali, le organizzazioni di massa e i lavoratori sociali. Dobbiamo affinare questi meccanismi che ci permettono di toccare più gente in maniera più coerente e specializzata. Con maggior impatto diamo più fiducia ed evitiamo che le persone escano di casa. A questo va incorporata la Polizia Nazionale Rivoluzionaria che dev’essere più esigente, perchè non si formino gruppi di persone  per le strade e ci sia un adeguato comportamento.

Ci saranno code perchè non possiamo risolvere tutti i problemi di rifornimento ma in queste si devono rispettare la distanza e l’ordine.
Il Presidente della Repubblica ha accentuato  l’attenzione verso gli anziani  e le persone più vulnerabili. Le situazioni familiari più difficili ha indicato si devono risolvere con il lavoratore sociale e i fattori del quartiere.

Le organizzazioni di massa, il governo locale e i lavoratori sociali devono centrare l’attenzione con gli anziani, aiutando nell’acquisto di alimenti e le persone più vulnerabili con la vigilanza e soprattutto controllando come si eseguono le misure indicate, tra le quali l’uso della mascherina, l’ordine nelle code e nelle vendite.

Questi sono i temi su cui si deve insistere, spiegando che dobbiamo realizzare tutto il lavoro di direzione per ottenere il successo applicando la più alta intenzionalità.

Le misure che ha indicato il Governo sono chiare e ora l’importanza è continuare ad agire puntualizzando e rettificando tutto quello che non ha dato buoni risultati, per avanzare di più in questo scontro.

Il Primo Ministro, Manuel Marrero Cruz, ha detto che sino ad oggi sono state applicate 200 misure nel paese per contenere l’espansione del nuovo coronavirus nel territorio nazionale, e che hanno avuto un appoggio di massa tra la popolazione.

Po ha chiesto a governatori e agi intendenti di non improvvisare, ma di ascoltare le inquietudini del popolo, essere presenti sempre dove ci sono più difficoltà, combattere gli opportunisti e i rivenditori, controllare il furto delle risorse, offrire molte informazioni ed essere sensibili di fronte ai problemi.

Come succede sempre in questi incontri di lavoro che sono già abituali ogni pomeriggio nel Palazzo della Rivoluzione, da dove sono state segnalate le allerte con il Covid- 19 , il ministro di Salute Pubblica, José Angel Portal Miranda, ha attualizzato la situazione della pandemia che è presente in  174 nazioni, e rappresenta  l’89.2 % dei paesi del mondo. Sono stati confermati  528.025 casi con 23.672 morti per una letalità del  4,48%.

Facendo un riassunto del contesto di Cuba, ha spiegato che del totale dei malati confermati 94 sono nazionali e 25 stranieri.

La maggior quantità di viaggiatori malati provengono dagli USA, Spagna e Messico. Sino alla riunione di sabato 28, sono state poste in quarantena 1660 persone, tra loro 30 bambini e 1630 adulti. Inoltre nelle comunità sono state investigate il 27 marzo,  6.223.320 persone, delle quali  927 056 anziani. Di questi anziani visitati, 224 059 vivono soli.

Sulla prima trasmissione locale del paese avvenuta nel  municipio di Matanzas, ha dettagliato che si tratta di cinque casi e 53 contatti, ora tutti in vigilanza epidemiologica.

José Angel Portal Miranda  ha sottolineato che si stanno applicando tutte le misure previste per questa specifica situazione nel Piano per la Prevenzione e il controllo del COVID–19, e che la provincia di Matanzas  sta realizzando un lavoro molto serio.

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