Venezuela. Intervista a Diosdado Cabello

“È ora che i popoli d’Europa comincino a svegliarsi”

Geraldina Colotti

Nella conferenza stampa settimanale del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv) e della sua organizzazione giovanile (la Jpsuv), il vicepresidente, Diosdado Cabello ha messo sul tavolo i principali eventi della settimana, a livello nazionale e internazionale.

Al centro, la lotta alla corruzione che sta dinamitando i vertici di alcune strutture portanti della società venezuelana, e che ha portato in luce l’esistenza di alcune catene di corruttela, formate da funzionari pubblici, impresari e giudici: “Mano dura contro i corrotti, dovunque si annidino”, ha detto il presidente Maduro, ricevendo il sostegno di tutti i poteri della nazione. Cabello ha ribadito il pieno appoggio del partito, che è arrivato subito dopo i primi arresti, annunciati dal Pubblico Ministero, Tarek William Saab, e che hanno portato alla dimissione del vicepresidente esecutivo, nonché ministro del Petrolio, Tareck El Aissami.

“La corruzione è parte del modello capitalista, del suo processo di accumulazione, del suo modello predatore”, ha detto Cabello, citando le parole di Bolivar e Chávez contro quello che mostra di essere “un cancro che s’incista nella società e che può minare i processi di transizione al socialismo”. Tuttavia – ha precisato il capitano – “non ci sentiamo sulla difensiva, per noi la lotta contro la corruzione è una delle linee fondamentali di tutte le rivoluzioni. Il popolo è saggio e, anche con la propria rabbia e la propria indignazione, saprà indicarci il cammino”.

Durante la conferenza stampa, abbiamo rivolto a Diosdado tre domande su temi internazionali.

In Europa, si avvertono gli effetti del nuovo terremoto finanziario che ha portato al collasso della Silicon Valley Bank, la mecca del capitalismo tecnologico. E continuano scioperi e manifestazioni: in Germania contro il carovita e per l’aumento del salario, in Francia contro la riforma delle pensioni, che è già passata in forme ancora peggiori in Italia al tempo dei “governi tecnici” che hanno fatto il lavoro sporco per conto delle grandi istituzioni internazionali. Che visione ha il Psuv di questa Europa che calpesta i diritti basici però si esprime con arroganza sul socialismo bolivariano?

Data la dipendenza dell’Europa dagli Stati uniti, gli effetti delle scelte nordamericane si fanno sentire sulla popolazione europea. Gli Usa imprimono più di 300.000 milioni di dollari in un sol colpo, senza sostegno e solidità. E, infatti, già alcuni paesi dicono: non voglio questi biglietti verdi che sono carta straccia perché non stanno generando alcun valore. Se questo accadesse in Venezuela, potremmo dire: siamo in un’economia bloccata dalle “sanzioni”, ma sta accadendo in quei paesi che bloccati non sono, e che anzi attaccano il Venezuela. La caduta delle principali banche degli stati… uniti d’Europa, ha un impatto sulla popolazione, che infatti protesta, e non solo in Europa, anche in Israele, dov’è scoppiata una crisi interna. Mi sembra, però, di vedere uno strano film. Da una parte, la gente che protesta, dall’altra la classe politica, lontana dalla vita delle persone. Da una parte, i poveri che fanno vita grama, dall’altra i politici che mangiano nei ristoranti di lusso, i ricchi che continuano a fare la bella vita, perché hanno lucrato sulla crisi. Non si rendono conto che il mondo del capitalismo gli sta cadendo addosso. È ora che i popoli d’Europa comincino a svegliarsi, a chiedere i conti a chi di dovere. Tutto questo succede perché la Nato ha deciso di fare la guerra alla Russia, per lo spirito bellicista e interventista dell’Unione europea, e per il suo servilismo nei confronti degli Usa.

L’adozione della criptomoneta Petro è stata una importante contromisura per far fronte alla guerra economica. Gli arresti di alcuni alti funzionari che dirigevano il centro di gestione delle criptomonete, la Sunacrip, fin dalla nascita dell’organismo, può bloccare o danneggiare la politica economica del governo a livello internazionale?

Sunacrip è la Sovrintendenza nazionale di Criptomonete, e questa struttura è stata usata per appropriarsi indebitamente delle risorse del paese. Per questo, abbiamo detto fin dall’inizio che si tratta del delitto di “tradimento alla Patria”, che dev’essere sanzionato duramente, in base alla legge e alla costituzione. Non si può giudicare altrimenti l’appropriazione indebita delle risorse di un paese bloccato, perseguito, sanzionato che, al contrario, dovrebbe spingere tutti i funzionari pubblici a un chiaro atteggiamento etico e morale che li tenga lontani dalle tentazioni e dalla corruzione. Il Venezuela ha usato le criptomonete e continuerà a farlo finché sarà possibile, ma certo non possiamo permettere che quel posto di controllo si converta in un centro di corruzione.

Il diplomatico Alex Saab è stato sequestrato dagli Stati Uniti, ma purtroppo questa pratica non è nuova. Gli Usa sequestrano chi vogliono e contano sulla complicità di altri Stati. Non gli importa. Accusano senza prove. Nei nostri confronti, hanno lanciato le più pesanti e assurde accuse. Per questo, ci risulta assai contraddittorio il loro atteggiamento in questa circostanza. Forse si preparano a dare riparo ai corrotti. Non è certo nuova la protezione che riservano, negli Stati Uniti, a terroristi, corrotti e ladroni, che vivono nel lusso, lì o in Europa. Il colmo è che questi personaggi, che sono fuggiti dal Venezuela perché hanno rubato, denunciati dalla stessa opposizione, che oggi però li riaccoglie a braccia aperte, si affannano adesso a dichiarare sulla “corruzione del chavismo”. Ma, tempo al tempo, e si vedrà come andrà a finire. C’è di buono che gli Stati Uniti hanno salutato l’iniziativa “del presidente Maduro”, in questo riconoscendo il nostro sistema giuridico e il presidente. Magari, per questo, licenzieranno il portavoce della Casa Bianca, chissà. In ogni modo, dubitiamo che gli Usa cambino il loro modo di essere, perché sono molto arroganti, e l’arroganza non gli permette di vedere quando sbagliano e tantomeno di correggere gli errori.  La cosa triste è che a pagare per i loro errori sono esseri umani. Se sequestrano qualcuno e lo lasciano morire – e dio non voglia che questo succeda al nostro diplomatico – quella morte sarà sempre “per cause naturali”. Mai, si assumeranno le loro responsabilità. Così hanno tenuto in carcere per oltre trent’anni  Oscar Rivera, isolandolo per 12 anni solo per aver gridato: Porto Rico libero! E questo caso non è certo l’unico. Possiamo chiedere agli Usa di cambiare atteggiamento, ma ho i miei dubbi che lo facciano, perché andrebbero contro la loro natura e contro i loro interessi. Non importa chi sia il presidente, lì governano le grandi corporazioni: quelle delle armi, della finanza, le corporazioni farmaceutiche, quelle petrolifere e tecnologiche. E i presidenti devono adeguarsi.

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