Gli ultimi passi del Venezuela per la difesa della Guyana Esequiba

misionverdad.com

Dopo il referendum consultivo in cui la maggioranza della popolazione venezuelana si è pronunciata a favore della rivendicazione dei diritti storici della nazione sul territorio della Guyana Esequiba, il Venezuela ha continuato con fermezza nella sua determinazione di compiere i passi necessari per adempiere alla volontà popolare espressa nei risultati dell’evento.

Sebbene la disputa sia storica, negli ultimi anni il rapporto tra Guyana e Venezuela si è surriscaldato a causa dell’interesse delle compagnie petrolifere USA nel prendere possesso delle enormi riserve di petrolio situate nelle acque da delimitare. Per realizzare questo obiettivo, si sono incaricati di pagare gli avvocati che difendono la Guyana presso istanze internazionali e si sono avvalsi della loro influenza presso la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) al fine di ottenere una sentenza a loro favorevole.

Prima di addentrarci nel percorso che dobbiamo intraprendere per continuare nella difesa del nostro territorio, è necessario fare un resoconto del complesso giuridico attraverso cui siamo passati, così come dei fatti che ci hanno portato a questo punto. Di seguito, un breve riassunto che potrebbe servire come mappa:

*La controversia iniziò nel 1899 quando fu tracciata una nuova frontiera senza il coinvolgimento del Venezuela. Nel 1966 Venezuela, Gran Bretagna e la Guyana britannica firmarono, a Ginevra, un accordo che stabilì i meccanismi per riesaminare la controversia e cercare soluzioni soddisfacenti. Da allora, questo è stato l’unico quadro giuridico e politico per giungere a un accordo.

*Nel 2018 la Guyana ha richiesto alla CIG di avviare un processo contro il Venezuela che confermasse la validità giuridica e vincolante del Laudo di Parigi, che il Venezuela ha rifiutato con fermezza. Prima di cuiò, con l’aiuto della ExxonMobil, la Guyana aveva iniziato a fare pressioni per portare la controversia davanti alla CIG.

*Nel 2020 il tribunale si è dichiarato competente per considerare la richiesta della Guyana, sebbene senza giurisdizione per affrontare le rivendicazioni guyanesi relative all’Accordo di Ginevra.

*La Corte ha fissato l’8 marzo 2022 e l’8 marzo 2023 come scadenze per la presentazione di una memoria da parte della Guyana e di una contro-memoria da parte del Venezuela.

*Il 7 giugno 2022 il Venezuela ha sollevato eccezioni preliminari all’ammissibilità della richiesta della Guyana. La Corte ha fissato il 7 ottobre dello stesso anno come termine affinché Guyana esponga per iscritto le proprie osservazioni e argomentazioni su tali eccezioni preliminari.

*Dal 17 al 22 novembre 2022 si sono tenute udienze pubbliche sulle eccezioni preliminari interposte dal Venezuela.

*Il 6 aprile 2023 la Corte ha sentenziato che ha competenza per esaminare il caso e che può pronunciarsi sulle rivendicazioni della Guyana, per cui si starebbe concretizzando la trama orchestrata per privare il Venezuela del suo territorio.

*Nel dicembre 2023 il Venezuela ha svolto un referendum con cui avrebbe riaffermato la sua posizione di rivendicare il territorio dell’Esequibo come suo. Prima di questo referendum, tra il 14 e il 15 novembre, il tribunale ha tenuto udienze urgenti in cui la Guyana ha chiesto che il processo referendario fosse interrotto.

*Il tribunale non ha ordinato di fermare il referendum, ma ha richiesto che non fossero prese misure “che modificassero la situazione attualmente prevalente” nel territorio in disputa, amministrato e controllato dalla Guyana.

*Pochi giorni prima della consultazione, è stato approvato in prima discussione e con urgenza regolamentare il Progetto di Legge Organica per la Difesa del Territorio Esequibo.

*Successivamente, il 14 dicembre i capi di stato del Venezuela e Guyana si sono incontrati a San Vicente e Grenadine e hanno stabilito gli accordi di Argyle. Nel gennaio 2024 si è tenuta la prima riunione della commissione congiunta Guyana-Venezuela per mantenere un canale diretto di comunicazione bilaterale sulla controversia territoriale.

*Dar parte sua, la Guyana ha continuato nel suo piano di militarizzare il territorio con l’aiuto USA. Persino durante la promulgazione della Legge Organica per la Difesa della Guyana Esequiba, il presidente Nicolás Maduro ha denunciato l’installazione di basi militari segrete del Comando Sud e della CIA nel territorio in questione.

*Inoltre, la ExxonMobil continua con il suo Piano Aziendale fino al 2027, che include concessioni illegali da parte della Guyana, anche se riceve profitti minimi dall’estrazione di petrolio.

*Vale la pena segnalare la disputa tra ExxonMobil e Chevron per il controllo di quasi un terzo delle partecipazioni nel blocco Stabroek, situato nelle acque della Repubblica Cooperativa della Guyana e nelle acque, da delimitare, tra detto paese e il Venezuela.

*Il tribunale si è dichiarato competente, ma prendere una decisione finale sulla controversia potrebbe richiedere anni.

Fino all’8 aprile prossimo il Venezuela ha la possibilità di presentare la sua contro-memoria. Sebbene il paese non sia obbligato a rispettare ciò che decide la CIP, la sua ferma determinazione nella salvaguardia del territorio lo porta a difendere i suoi diritti storici davanti a qualsiasi istanza, dimostrando così anche la sua disponibilità al dialogo.

En questo contesto, il presidente Nicolás Maduro ha promulgato, il 3 aprile scorso, la Legge Organica per la Difesa della Guayana Esequiba, con la quale si ratifica la validità dell’Accordo di Ginevra del 1966, nonché la sovranità e l’integrità del territorio venezuelano. La legge comprende 39 articoli, cinque disposizioni transitorie e due disposizioni finali, tra cui spiccano gli articoli relativi alla fondazione dello stato della Guayana Esequiba.

Durante l’evento, il capo di stato ha denunciato che in tale territorio sono state installate basi segrete del Comando Sud e nuclei della CIA al fine di preparare aggressioni contro il paese, su ciò ha commentato: “Abbiamo informazioni confermate che, nel territorio della Guayana Esequiba, temporaneamente amministrato dalla Guyana, sono state installate basi militari segrete del Comando Sud, nuclei militari del Comando Sud e nuclei della CIA, per preparare aggressioni alla popolazione di Tumeremo e alla popolazione del sud e dell’est del Venezuela, e per prepararsi a una escalation contro il Venezuela”.

“Abbiamo gli strumenti necessari perché, nell’unione nazionale, con il massimo fervore nazionalista e patriottico, i venezuelani/e possiamo avanzare nel recupero integrale dei diritti storici sulla Guayana Esequiba”, ha aggiunto.

Arrivata la data della contro-memoria, il Venezuela manterrà la sua posizione di non ricorrere alla CIP nel contenzioso dell’Esequibo, dando priorità all’Accordo di Ginevra del 1966 come quadro per la ricerca di una soluzione pacifica e negoziata. A livello internazionale, sicuramente, si intensificherà l’azione diplomatica per ottenere una chiara comprensione della controversia a livello regionale, con i BRICS+ e che abbia implicazioni geopolitiche.

L’esercizio della sovranità venezuelana nella zona contesa si concretizza attraverso il dispiegamento delle Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) e l’assegnazione di concessioni e licitazioni per il gas e il petrolio.

La Guyana si troverà ad attendere un processo senza effetti concreti poiché il Venezuela non riconosce la giurisdizione della CIP. Le azioni del Venezuela mettono pressione sulla Guyana affinché comprenda che l’unico percorso verso una soluzione duratura è il negoziato e il consenso, come stabilito dall’Accordo di Ginevra del 1966.

Questa strategia combina la difesa della posizione storica venezuelana con una diplomazia attiva e l’esercizio effettivo della sovranità nel territorio dell’Esequibo. L’obiettivo finale è raggiungere una soluzione giusta e definitiva alla controversia di confine.


LOS ÚLTIMOS PASOS DE VENEZUELA POR LA DEFENSA DE LA GUAYANA ESEQUIBA

 

Luego del referéndum consultivo en el que la mayoría de la población venezolana se pronunció en favor de la reivindicación de los derechos históricos de la nación sobre el territorio de la Guayana Esequiba, Venezuela ha seguido firme en su determinación de concretar los pasos necesarios para cumplir con la voluntad popular expresada en los resultados del evento.

Si bien la disputa es histórica, en los últimos años se ha calentado la relación entre Guyana y Venezuela a causa del interés de las petroleras estadounidenses por apropiarse de las enormes reservas de crudo que se encuentran en aguas por delimitar. Para concretar este objetivo se han encargado de pagar los abogados que defienden a Guyana en instancias internacionales y se han valido de su influencia en la Corte Internacional de Justicia (CIJ) en aras de lograr un fallo que los favorezca.

Antes de ubicarnos en el camino que debemos recorrer para continuar en la defensa de nuestro territorio, es necesario hacer un recuento del entramado jurídico por el que hemos pasado, así como los hechos que nos han llevado hasta este punto. A continuación, un breve resumen que podría servir como mapa:

*La controversia empezó en 1899 cuando se trazó una nueva frontera sin la participación de Venezuela. En 1966 Venezuela, Gran Bretaña y la Guayana Británica firmaron en Ginebra un acuerdo que estableció los mecanismos para revisar la controversia y buscar soluciones satisfactorias. Desde entonces ese ha sido el único marco jurídico y político para llegar a un acuerdo.

*En 2018 Guyana solicitó a la Corte Internacional de Justicia iniciar un proceso contra Venezuela que confirmara la validez jurídica y vinculante del Laudo de París, lo que Venezuela rechazó con firmeza. Desde antes, con la ayuda de la ExxonMobil, Guyana había comenzado el cabildeo para llevar la controversia a la CIJ.

*En 2020 el tribunal se declaró competente para considerar la demanda de Guyana, aunque sin jurisdicción para atender los reclamos guyaneses referentes al Acuerdo de Ginebra.

*La Corte fijó el 8 de marzo de 2022 y el 8 de marzo de 2023 como plazos para la presentación de una memoria por parte de Guyana y una contramemoria por parte de Venezuela.

*El 7 de junio de 2022 Venezuela planteó excepciones preliminares a la admisibilidad de la solicitud de Guyana. La Corte fijó el 7 de octubre del mismo año como límite para que Guyana expusiera por escrito sus observaciones y argumentos sobre dichas excepciones preliminares.

*Del 17 al 22 de noviembre de 2022 se llevaron a cabo audiencias públicas sobre las excepciones preliminares interpuestas por Venezuela.

*El 6 de abril de 2023 la Corte sentenció que tiene competencia para examinar el caso y que puede pronunciarse sobre las reclamaciones de Guyana, por lo cual se estaría concretando la trama orquestada para despojar a Venezuela de su territorio.

*En diciembre de 2023 Venezuela desarrolló un referéndum con el cual reafirmaría su posición de reclamar el territorio Esequibo como suyo. Previo a esta consulta, entre 14 y 15 de noviembre, el tribunal celebró audiencias urgentes en las que Guyana pidió que se detuviera el proceso.

*El tribunal no ordenó detener el referéndum, pero solicitó que no se tomara ninguna medida “que modifique la situación que actualmente prevalece” en el territorio en disputa, administrado y controlado por Guyana.

*A pocos días de la consulta se aprobó en primera discusión y con urgencia reglamentaria el Proyecto de Ley Orgánica para la Defensa del Territorio Esequibo.

*Posteriormente, el 14 de diciembre los mandatarios de Venezuela y Guyana se reunieron en San Vicente y las Granadinas y establecieron los acuerdos de Argyle. En enero de 2024 se realizó la primera reunión de la comisión conjunta Guyana-Venezuela para mantener un canal directo de comunicación bilateral sobre la controversia territorial.

*Por su parte, Guyana ha seguido en su plan de militarizar el territorio con ayuda de Estados Unidos. Incluso durante la promulgación de la Ley Orgánica para la Defensa de la Guayana Esequiba, el presidente Nicolás Maduro denunció la instalación de bases militares secretas del Comando Sur y la CIA, en el territorio en cuestión.

*Asimismo, la ExxonMobil continúa con su Plan Corporativo hasta 2027, que incluye concesiones ilegales por parte de Guyana aun cuando reciba ganancias ínfimas por la extracción de petróleo.

*Vale la pena señalar la disputa que protagonizan ExxonMobil y Chevron por el control de casi un tercio de las participaciones en el bloque Stabroek, ubicado en aguas de la República Cooperativa de Guyana y en aguas por delimitar entre dicho país y Venezuela.

*El tribunal se declaró competente, pero tomar una decisión final sobre la controversia podría tardar años.

Hasta el próximo 8 de abril Venezuela tiene chance de presentar su contramemoria. Si bien el país no está obligado a acatar lo que decida la CIJ, su firme determinación en la salvaguarda del territorio lo lleva a defender sus derechos históricos ante cualquier instancia, con lo cual también estaría demostrando su disposición al diálogo.

En este sentido, el pasado 3 de abril el presidente Nicolás Maduro promulgó la Ley Orgánica para la Defensa de la Guayana Esequiba, con lo cual se ratifica la vigencia del Acuerdo de Ginebra del año 1966, así como la soberanía e integridad del territorio venezolano. La ley contiene 39 artículos, cinco disposiciones transitorias y dos disposiciones finales, entre los cuales resaltan los artículos referidos a la fundación del estado de la Guayana Esequiba.

Durante el acto, el mandatario denunció que en dicho territorio se han instalado bases secretas del Comando Sur y núcleos de la CIA con el fin de preparar agresiones contra el país, ante lo cual comentó: “Tenemos información comprobada de que, en territorio de la Guayana Esequiba, administrado temporalmente por Guyana, han instalado bases militares secretas del Comando Sur, núcleos militares del Comando Sur y núcleos de la CIA, para preparar agresiones a la población de Tumeremo y a la población del sur y del oriente de Venezuela, y para prepararse en una escalada ante Venezuela”.

“Tenemos los instrumentos necesarios para que, en unión nacional, con el mayor fervor nacionalista y patriótico, los venezolanos y las venezolanas avancemos en la recuperación integral de los derechos históricos sobre la Guayana Esequiba”, dijo.

Llegada la fecha de la contramemoria, Venezuela mantendrá su postura de no acudir a la CIJ en el diferendo del Esequibo, y dar prioridad al Acuerdo de Ginebra de 1966 como marco para la búsqueda de una solución pacífica y negociada. Seguramente, a escala internacional se intensificará la acción diplomática para lograr una comprensión clara de la controversia en el ámbito regional, con los Brics+ y que tenga alcance geopolítico.

El ejercicio de la soberanía venezolana en la zona en disputa se materializa a través del despliegue de la FANB y el otorgamiento de concesiones y licitaciones gasíferas y petrolíferas.

Guyana se verá abocada a esperar un juicio sin efectos concretos porque Venezuela no reconoce la jurisdicción de la CIJ. Las acciones de Venezuela presionan a Guyana para que comprenda que la única vía hacia una solución duradera es la negociación y el consenso, tal como lo establece el Acuerdo de Ginebra de 1966.

Esta estrategia combina la defensa de la posición histórica venezolana con una diplomacia activa y el ejercicio efectivo de la soberanía en el territorio Esequibo. El objetivo final es alcanzar una solución justa y definitiva a la controversia limítrofe.

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