Perché le licenze USA sono considerate strumenti colonialisti?

Franco Vielma  (misionverdad.com)

Il governo USA ha pubblicato la Licenza 44-A. Questo documento, emanato dal Dipartimento del Tesoro USA, mette fine alla Licenza Generale 44 ed è una misura per rafforzare il quadro coercitivo contro il Venezuela.

La Licenza 44-A stabilisce nuove condizioni per liquidare, entro 45 giorni, le operazioni commerciali internazionali con la società statale Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA). Questa nuova licenza limita anche la relazione con entità venezuelane come la Banca Centrale del Venezuela (BCV) e la Banca del Venezuela (BDV), che funzionano come bracci fondamentali per le relazioni finanziarie del paese petrolifero.

Tuttavia, la Licenza 44-A stabilisce termini per le imprese che abbiano investito in Venezuela sotto la Licenza Generale 44, affinché facciano richiesta al Dipartimento del Tesoro affinché questo decida se possono continuare o meno ad operare in Venezuela.

Questo nuovo strumento cambia l’approccio e il modello di gestione delle licenze per il Venezuela, poiché sostituisce il suo orientamento generale con un modello di licenze individualizzate, che implicano l’azione discrezionale degli USA per determinare il destino degli investimenti delle società petrolifere e gas straniere in Venezuela, così come la stessa relazione di PDVSA con i suoi alleati.

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, ha qualificato le licenze come strumenti coloniali e neocoloniali. Secondo le sue parole, questi meccanismi pretendono “condizionare” e “tutelare” il rapporto energetico del Venezuela.

“È una licenza colonialista (…) perché gli USA pretendono monitorare, controllare, tutelare l’industria petrolifera del Venezuela”, ha reclamato il presidente. “Noi abbiamo intrapreso il nostro proprio percorso di lavoro, il nostro proprio modello economico, con minacce, con sanzioni abbiamo imparato a riprenderci”, ha affermato il Capo di Stato.

Considerando che in Venezuela le attività petrolifere sono gestite dallo Stato, si capisce che le sanzioni e le licenze sono meccanismi coercitivi basati sul “castigo” e sull’ipotetico “incentivo” al fine di condizionare lo sviluppo della politica venezuelana, ma anche per regolare in modo concreto la relazione del Venezuela con altri paesi, il che, secondo il presidente venezuelano, rende tali misure strumenti per violare la sovranità del paese sull’uso delle sue risorse naturali.

La revoca della Licenza Generale 44 e la pubblicazione di un nuovo strumento coercitivo, secondo il presidente venezuelano, è stata una misura richiesta da alcuni settori dell’opposizione venezuelana come Leopoldo López, Julio Borgues e María Corina Machado.

CARATTERE COLONIALE O NEO-COLONIALE DELLA LICENZA 44-A:

 

Il neocolonialismo come concetto fa riferimento al controllo residuo che diverse potenze geopolitiche esercitano su Stati meno sviluppati, secondo Carlota García in un’analisi per il sito web El Orden Mundial.

Mentre il colonialismo fu una forma di occupazione territoriale e politica che permise il dominio economico, il neocolonialismo si caratterizza per il controllo indiretto attraverso lo sfruttamento e il commercio delle risorse naturali e dell’influenza culturale. Questo fenomeno assicura il dominio gli antichi colonizzatori, rallentando, al contempo, lo sviluppo delle ex colonie, cita l’autrice.

Il termine “neocolonialismo” sorse negli anni ’60 con la decolonizzazione dell’Africa. Fu coniato da figure come il filosofo francese Jean-Paul Sartre o il dirigente indipendentista del Ghana, Kwame Nkrumah.

Con l’uso del termine, essi criticavano il fatto che l’economia degli Stati appena indipendenti fossero controllate dall’estero, poiché le nuove nazioni si incorporarono in un mondo già industrializzato e dominato dalle antiche potenze occidentali, secondo quanto riferito da García.

Il termine ha evoluto nel suo utilizzo negli ultimi decenni e si riferisce a pratiche di sottomissione dei paesi alle grandi potenze, mediante azioni di pressione, lobbying e intimidazione per cambiare le loro decisioni o ridurre il margine di manovra dei governi nella loro politica interna o estera.

Queste pressioni avvengono tramite l’uso strumentale di misure di natura politica, economica e militare. Pertanto, in molti casi, le sanzioni e anche le licenze devono essere considerate come esercizi di pressione economica.

Nel caso venezuelano, la struttura delle sanzioni e delle licenze ha obiettivi concreti, il primo dei quali è quello di provocare un cambio di regime in Venezuela. Tuttavia, perseguono altri obiettivi secondari, come lo sviluppo di meccanismi di ingerenza nella politica venezuelana cercando di condizionare il funzionamento delle istituzioni nazionali al fine di favorire un settore specifico della politica interna: l’opposizione venezuelana.

Gli assi politici delle licenze verso il Venezuela, come quello delle “elezioni libere” e la condizione di “abilitare” figure specifiche impedite di partecipare alle elezioni – come nel caso di María Corina Machado – costituirebbero, per le stesse autorità venezuelane, una franca violazione alla stessa Costituzione Nazionale.

Oltre ad essere inabilitata, Machado non soddisfa le condizioni politiche previste dalle leggi nazionali, come la Legge Organica sui Processi Elettorali, che stabilisce che coloro che aspirano a cariche pubbliche devono avere dimostrato un atteggiamento di rispetto alla Costituzione. Machado viola palesemente l’Articolo 130 della Costituzione venezuelana per non “salvaguardare e proteggere la sovranità, la nazionalità, l’integrità territoriale, l’autodeterminazione e gli interessi della Nazione”, attraverso molteplici dimostrazioni pubbliche, note e comunicative.

Questo è un aspetto importante della Licenza 44-A. Basandosi sulla discrezionalità politica del governo USA al fine di favorire i gruppi politici affini in Venezuela, impiegano questi settori dirigenti dell’opposizione nel paese per legittimare e sostenere pubblicamente le pressioni, costruendo così un’opinione pubblica di “supporto” a questo tipo di misure coercitive. In altre parole, le pratiche e intenzioni neocoloniali sono possibili grazie al supporto di accoliti locali delle potenze straniere.

Inoltre, il carattere selettivo per ragioni geopolitiche delle licenze USA implementate in Venezuela è estremamente evidente. Si concentrano nel favorire il beneficio degli USA e dei loro alleati occidentali, in generale, mentre tengono al margine paesi come Cina e Russia, alleati petroliferi del Venezuela, che sono sottoposti a pressioni da parte di Washington per le relazioni con PDVSA.

Gli USA cercano il beneficio esclusivo delle loro aziende e alleati, ma pretendono limitare l’accesso del Venezuela al mercato internazionale del petrolio e gas, in condizioni favorevoli.

VENEZUELA, TRA LICENZE ED ELUSIONE DEL BLOCCO:

 

D’altro canto, il Venezuela, in modo molto pragmatico, ha sfruttato le condizioni di flessibilità del blocco rappresentate dalle licenze, principalmente per riprendere accordi con società che stavano già nel paese da prima delle misure coercitive imposte dall’amministrazione Trump nell’agosto 2017.

Ciò spiega perché imprese come Chevron, USA, Repsol, Spagna, ENI, Italia, e Maurel & Prom, Francia, abbiano rinnovato i legami con PDVSA per riprendere le attività nei campi petroliferi e del gas che avevano abbandonato negli ultimi anni.

Nel frattempo, il periodo di flessibilità di sei mesi che si è concluso con la fine della Licenza Generale 44, non ha comportato un cambio nella proprietà delle joint venture tra PDVSA e queste imprese. Queste associazioni, sotto il regime venezuelano delle Imprese Miste, sono rimaste invariate con percentuali a favore della PDVSA.

Inoltre, nessun’altra società USA è riuscita, in quel periodo, a ottenere un accordo a condizioni vantaggiose o di maggioranza nei giacimenti petroliferi e di gas venezuelani.

Il Venezuela ha applicato una politica di sfruttamento massimo delle condizioni di flessibilità delle licenze, senza tuttavia degradare le condizioni predominanti di PDVSA per lo sfruttamento delle risorse.

Contemporaneamente alle licenze, il paese ha mantenuto il suo schema di relazioni commerciali energetiche per eludere il blocco, fornendo idrocarburi sul mercato internazionale alternativo dove convergono altri grandi fornitori sotto sanzioni, come Russia e Iran, al fine di ridurre la dipendenza e vulnerabilità del paese al quadro imposto dagli USA mediante le licenze.


¿POR QUÉ LAS LICENCIAS ESTADOUNIDENSES SON CONSIDERADAS INSTRUMENTOS COLONIALISTAS?

Franco Vielma

El gobierno de los Estados Unidos ha publicado la Licencia 44-A. Este documento, emanado del Departamento del Tesoro estadounidense, pone fin a la Licencia General 44 y consiste en una medida de afianzamiento del marco coercitivo contra Venezuela.

La Licencia 44-A establece nuevos términos para, en un lapso de 45 días, crear condiciones a fin de liquidar operaciones comerciales internacionales con la estatal Petróleos de Venezuela S.A. (PDVSA). La nueva Licencia también limita la relación con las entidades venezolanas, Banco Central de Venezuela (BCV) y Banco de Venezuela (BDV), que funcionan como brazos del relacionamiento financiero del país petrolero.

Sin embargo, la Licencia 44-A establece términos para que las empresas que hayan invertido en Venezuela en el marco de la Licencia General 44, realicen gestiones ante el Departamento del Tesoro para que este decida si pueden continuar o no operando en Venezuela.

El nuevo instrumento cambia el enfoque y modelo de gestión de las licencias para Venezuela, ya que sustituye su orientación general, por un modelo de licencias individualizadas, que implican la acción discrecional de Estados Unidos para determinar el destino de las agendas de inversión tanto de las empresas petroleras y gasíferas extranjeras que están en Venezuela, como de la propia relación de PDVSA con sus aliados.

El Presidente de Venezuela, Nicolás Maduro Moros, ha calificado a las licencias como instrumentos coloniales y neo-coloniales. Según sus palabras, estos mecanismos pretenden “condicionar” y “tutelar” el relacionamiento energético de Venezuela.

“Es una licencia colonialista (…) porque Estados Unidos pretende monitorear, controlar, tutelar la industria petrolera de Venezuela”, reclamó el Presidente. “Nosotros hemos tomado nuestro propio curso de trabajo, nuestro propio modelo económico, con amenazas, con sanciones hemos aprendido a recuperarnos”, afirmó el mandatario.

Considerando que en Venezuela las actividades de hidrocarburos están bajo gestión del Estado, se entiende que las sanciones y licencias son mecanismos coercitivos basados en el “castigo” y en el supuesto “incentivo” para condicionar el desarrollo de la política venezolana, pero además, para regular de manera concreta la relación de Venezuela frente a otros países, lo que a juicio del mandatario venezolano hacen de este tipo de medidas, aparatos para vulnerar la soberanía del país sobre el uso de sus recursos naturales.

La derogación de la Licencia General 44 y la publicación de un nuevo instrumento coercitivo, según el mandatario venezolano, es una medida hecha a solicitud de algunos factores de la oposición venezolana como Leopoldo López, Julio Borgues y María Corina Machado.

CARÁCTER COLONIAL O NEO-COLONIAL DE LA LICENCIA 44-A:

El neo-colonialismo como concepto, hace referencia al control remanente que distintas potencias geopolíticas ejercen sobre Estados menos desarrollados, según Carlota García en un análisis para el sitio web El Orden Mundial.

Mientras que el colonialismo fue una forma de ocupación territorial y política que permitió el dominio económico, el neocolonialismo se caracteriza por el control indirecto a través de la explotación y el comercio de los recursos naturales y de la influencia cultural. Este fenómeno asegura el dominio de los antiguos colonizadores, mientras que ralentiza el desarrollo de antiguas colonias, refiere la autora.

El término “neocolonialismo” surgió en los años sesenta con la descolonización de África. Lo acuñaron figuras como el filósofo francés Jean-Paul Sartre o el líder independentista de Ghana, Kwame Nkrumah.

Con el uso del término, criticaban que la economía de los Estados recién independizados se controlaba desde el extranjero, pues las nuevas naciones se incorporaron a un mundo ya industrializado y dominado por antiguas potencias occidentales, refiere García.

El término ha evolucionado en su uso en las últimas décadas y refiere prácticas de sujeción de los países frente a grandes potencias, mediante acciones de presión, cabildeo e intimidación para cambiar sus decisiones o reducir el margen de maniobra de los gobiernos en su política interna o en su política exterior.

Estas presiones se realizan mediante la instrumentalización de medidas de orden político, económico y militar. Por lo tanto, en muchos casos las sanciones y también las licencias, deben considerarse como ejercicios de presión económica.

En el caso venezolano, la estructura de sanciones y licencias tienen objetivos concretos, el primero de ellos es efectuar en Venezuela un cambio de régimen. Pero persiguen otros objetivos segundarios como el de desarrollar mecanismos de injerencia en la política venezolana al intentar condicionar el desenvolvimiento de las instituciones nacionales con el fin de favorecer a un sector específico de la política interna; la oposición venezolana.

Los ejes políticos de las licencias hacia Venezuela, como el de “elecciones libres” y la condición de “habilitar” a figuras específicas impedidas de participar en elecciones, -como es el caso de María Corina Machado- supondría para las propias autoridades venezolanas, una franca violación a la propia Constitución Nacional.

Además de estar inhabilitada, Machado no cuenta con las condiciones políticas previstas en leyes nacionales, como la Ley Orgánica de Procesos Electorales, pues esta establece que quienes aspiren a cargos públicos deben tener una actitud demostrada de respeto a la Constitución. Machado es una flagrante violadora del Artículo 130 de la Constitución venezolana, por no “resguardar y proteger la soberanía, la nacionalidad, la integridad territorial, la autodeterminación y los intereses de la Nación”, mediante múltiples demostraciones públicas, notorias y comunicacionales.

Y este es un aspecto importante sobre la Licencia 44-A. Al basarse en la discrecionalidad política del gobierno estadounidense por favorecer a grupos políticos afines en Venezuela, emplean a esos sectores dirigentes opositores en el país para legitimar y apoyar públicamente las presiones, y así construir una opinión pública de “respaldo” a ese tipo de medidas coercitivas. En otras palabras, las practicas e intenciones neo-coloniales son posibles gracias al apoyo de acólitos locales de las potencias extranjeras.

Adicionalmente, el carácter selectivo por razones geopolíticas de las licencias estadounidenses instrumentadas en Venezuela es sumamente evidente. Se centran en favorecer el beneficio de Estados Unidos y sus aliados del Occidente colectivo, mientras que mantienen al margen a países como China y Rusia, aliados petroleros de Venezuela, quienes cuentan con presiones por parte de Washington por relacionarse con PDVSA.

Estados Unidos busca el beneficio único de sus empresas y aliados, pero pretende restringir el acceso de Venezuela al mercado internacional de crudo y gas, en condiciones favorables.

VENEZUELA, ENTRE LICENCIAS Y EVASIÓN DEL BLOQUEO:

Por su parte Venezuela, de manera muy pragmática, ha aprovechado las condiciones de flexibilización al bloqueo que han significado las licencias, fundamentalmente, para retomar acuerdos con empresas que ya estaban en el país desde antes de las medidas coercitivas publicadas por la Administración Trump en agosto de 2017.

Esto explica que empresas como la estadounidense Chevron, la española Repsol, la italiana ENI y la francesa Maurel & Prom, hayan relanzado vínculos con PDVSA para retomar actividades en campos petroleros y gasíferos que habían abandonado en los últimos años.

Entretanto, el periodo de flexibilización de seis meses que culminó con el fin de la Licencia General 44, no significó un cambio en la relación de propiedad de los desarrollos conjuntos entre PDVSA y estas empresas. Estas asociaciones, bajo el régimen venezolano de Empresas Mixtas, se mantuvieron invariables con porcentajes a favor de PDVSA.

Adicionalmente, ninguna otra empresa estadounidense logró en ese periodo un acuerdo con condiciones ventajosas o mayoritarias en los yacimientos petrolíferos y gasíferos venezolanos.

Venezuela ha aplicado una política de aprovechamiento máximo de las condiciones de flexibilidad de las licencias, pero sin degradar las condiciones predominantes de PDVSA para la explotación de los recursos.

Simultáneamente a las licencias, el país ha mantenido su esquema de relaciones comerciales energéticas a modo evasivo al bloqueo, suministrando hidrocarburos en el marcado alterno internacional donde convergen otros grandes proveedores bajo sanciones, como es el caso de Rusia e Irán, a fin de reducir la dependencia y vulnerabilidad del país al marco impuesto por Estados Unidos mediante las licencias.

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