L’ora della convivenza civile

cuba.usaIl ristabilimento delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti che oggi hanno alzato la bandiera nella loro ambasciata, a L’Avana, è stato l’inizio di una nuova tappa dei vincoli tra i due paesi che hanno trascorso mezzo secolo di ostilità.

Giungere fino qui non è stato un cammino facile, soprattutto per Cuba che è stata vittima e non aggressore, ma il risultato della ferma resistenza a una politica ostile e genocida.

Il tempo ha dimostrato chi si sbagliava e chi aveva i principi più chiari e fermi.

Adesso Cuba e gli USA si guardano alla pari per la prima volta da più di un secolo, perchè le relazioni tra i due paesi non sono mai state normali e da Washington ci guardavano, nel migliore dei casi, con la puzza al naso.

Oggi non siamo amici e nemmeno alleati, ma dalle differenze pretendiamo d’essere vicini rispettosi.

I TEMI DA RISOLVERE

Washington ora deve risolvere molti temi per avere una relazione normale con l’Avana.

Giungere a questo punto, alla normalità, dipende in buona misura dal governo e dal Congresso nordamericano, perchè non è Cuba che blocca gli Stati Uniti o ha una base militare a Miami, nè invia trasmissioni sovversive, alludendo solo ad alcune delle misure di franca ostilità che vanno eliminate.

Per questo resta un lungo cammino da percorrere e prenderà anni questo transito per far sì che si divenga due vicini che dal rispetto riconoscono le loro differenze.

Innalzare la bandiera a stelle e strisce a L’Avana è anche legittimare quel governo cubano che volevano satanizzare e annuncia l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni tra l’Isola e gli USA, annunciando l’ora della convivenza.

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