Dopo l’Assemblea Nazionale

anppDopo cinque intensi giorni di dibattiti e di analisi è passato il fine settimana.

Un sabato e una domenica normali.

La gente è andata a fare compere e ha tirato qui e lì sui prezzi e tornando a casa, nel mezzo del miglior pranzo della settimana, l’Assemblea  Nazionale continuava una sorta di sessione permamente.


In là quelli che pensano che questa e una società senza critiche, senza capacità di pensare, di dibattere e di proporre. In là quelli che hanno pensato di nuovo e ovviamente ad ingannarsi, che un secondo periodo speciale distruggerà la Rivoluzione cubana. Ancora una volta resteranno con le voglie ; conoscono poco i cubani.

Quando Raúl  ha detto venerdì 8  che siamo meglio preparato e in migliori condizioni  che nel decennio dei ’90 del secolo scorso, per superare l’attuale congiuntura di restrizioni finanziarie esterne, motivate dalle minori entrate dalle esportazioni, unite ai limiti che affrontano i nostri principali soci  commerciali per via della caduta del prezzo del petrolio, sosteneva non solo fiducia e ottimismo, ma anche che l’arma principale della Rivoluzione è l’unità del suo popolo.

È questo lo scudo che ci rende invincibili, che dobbiamo blindare di fronte ad ogni minaccia, soprattutto quelle che provengono dall’interno dei nostri processi sociali ed economici,  vestite con l’abito dell’inefficienza.

Durante i dibattiti nella Commissione dei Temi  Economici del Parlamento, Esteban Lazo Hernández, presidente dell’organo supremo del potere dello Stato, ha fatto una riflessione profonda che ha indicato le infinite riserve che abbiamo per affrontare congiunture di questo tipo ed ha centrato la massima responsabilità nei quadri di direzione. E non mancano ragioni al membro del Burò Politico.

Se i capi non si preparano, se non sono esempi, se non guidano ogni processo nelle situazioni dalla produzione  e il controllo di ogni risorsa, si lasciano sfuggire le monete forti che oggi domandiamo.

Ogni volta che questo avviene, ogni volta che manca una previsione nell’organizzazione e l’ordine dalle entità, siano amministrative, commerciali o d’impresa, i reati vanno dallo Stato alla società.

Quante volte ci lamentiamo di disonesti rivenditori, quando nei negozi manca questo o quell’articolo e all’angolo di fronte a questi centri commerciali li offrono a un prezzo più alto! Chi agisce così non ha flusso produttivo nè magazzino, né risorse assegnate, ma ha rubato dalle stesse strutture statali.

Nel nostro socialismo ogni inefficienza o perdita è associata a procedimenti di questa indole e alla mancanza totale o alla negligenza d’agire di alcuni quadri che dovrebbero vegliare sui beni del popolo.

Nel 7º  Congresso del Partito, Raúl ha citato Martí: “Governare è prevedere”, ed ha commentato: “Che parole semplici! Sono solo tre!”
“Com’è possibile che per alcuni dei nostri funzionari è così difficile apprendere queste tre parole dell’insegnamento martiano? Ossia, governare è prevedere. Dobbiamo imparare e a prevedere per evitare abbastanza problemi”.

È stata quest’arte di prevedere, accompagnata dall’organizzazione  e il controllo, che ha reso possibile che nel mezzo della complessa situazione di restrizioni si prendessero le decisioni d’incrementare la capacità d’acquisto del peso cubano, tra le quali il calo dei prezzi di un gruppo di prodotti e di articoli di grande richiesta da parte della popolazione. Inoltre la decisione d’incrementare una miglior  riserva e distribuzione di prodotti agricoli, che ha apportato un leggero calo dei prezzi di vendita.

Se affrontiamo questo momento economicamente avverso senza danneggiare la popolazione nei principali servizi, includendo quello dell’energia, è perche è stato calcolato,  è stato previsto, e questa è la ragione che spiega perchè oggi è tanto importante il dibattito dei documenti del 7º Congresso del Partito sul Concetto del Modello economico e sociale cubano e il Piano Nazionale di Sviluppo sino al 2030.

Non è una pazzia che in momenti di scarsezza estrema si discutano temi di così lunga portata.

Precisamente i due testi ci dicono dove andiamo. Nei due c’è un modo di prevedere, di anticipare, di sapere che cosa vogliamo per conoscere quello che necessitiamo.

La responsabilità di dirigere a qualsiasi livello  in una società socialista come la nostra  comprende un impegno con il popolo, con il suo sviluppo e il suo benessere. Chi non può e non risponde a questo, deve avere la dignità e il decoro di non compromettere il futuro.

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