Cuba ed il nuovo mattatore della Casa Bianca

Angel Bravo https://islamiacu.blogspot.it.

trump-cuba2506Dopo il successo di Donald Trump come nuovo amministratore dell’impero per quattro anni, i programmi nativi delle televisioni locali e dei canali internazionali continuano chiedendosi circa le ragioni della sconfitta di Clinton.

Tutti i sondaggisti, politologi, comunicatori, analisti ed astrologi -come Carlos Montaner e Andres Oppenheimer- avevano previsto una schiacciante sconfitta di Trump. Tutti avevano sistemato le loro fiches (leggasi le loro borse lavoro) con la democratica ed inveito contro il repubblicano, ma ora cercano di allineare i loro discorsi per continuare a vivere delle avventure imperiali.

In mezzo di tanta perplessità, ancora una volta il tema Cuba ritorna a d apparire alla ribalta mediatica, questo perché il nuovo mattatore della Casa Bianca aveva promesso ad un gruppo di ottuagenari batistiani -vincolati ai gruppi terroristici di Miami-, disfare tutti gli accordi che i governi degli USA e Cuba avevano raggiunto negli ultimi mesi.

La domanda che ripetono nei media -come la CNN- è ora che cosa accadrà con Cuba? E’ ovvio che coloro che così domandano, non è perché abbiano interesse a che prosegua la normalizzazione delle relazioni e termini il blocco, ma tutto il contrario. Ciò che c’è dietro la domanda è il desiderio affinché Trump approvi misure più crudeli (come se il blocco non lo fosse).

Le “preoccupazioni” dei dipendenti della CNN e dei suoi invitati -gli indovini Montaner e Oppenheimer- pubblicisti dell’establishment, non è altro che l’espressione di un atteggiamento pedestre e volgare; ieri coreavano il nome di Clinton e oggi sbavano sottomessi davanti ai capricci che intende fare il prepotente magnate.

Mentre i nemici della Rivoluzione cubana sono interessati alle escandescenze di Trump, gli amici di Cuba non nascondono la loro preoccupazione, temendo anche -alcuni-, che è venuta l’ultima ora del socialismo cubano. Ai propri e agli stranieri bisogna dire che, nell’isola, nessuno ha perso il sonno con l’elezione di Trump; questo non è e né sarà l’ultimo presidente USA che passerà dalla Casa Bianca vedendo le sue pretese frustrate. A 90 miglia c’è un popolo glorioso e dignitoso che ha resistito a tutti i tipi di prove ed aggressioni per più di 57 anni. Non sanno gli amici di Cuba di cosa è fatta la Rivoluzione socialista? sarà che solo la “conoscono” per ciò che dicono quei fantasiosi, camuffati da “analisti” in quei canali internazionali?

Chi ha ascoltato molto Fidel dicono che questi ha espresso in un’occasione (vari anni fa), che egli preferiva trattare con i repubblicani, perché erano più diretti rispetto ai democratici (tutti conosciamo la doppia morale verso Cuba dei due governi di Bill Clinton e Barack Obama).

Tra le questioni affrontate dal Comandante con Ignacio Ramonet in ‘Cento ore con Fidel’, il giornalista solleva il tema della necessità di difendersi; e Fidel gli dice: “Il nemico svolge anche una lotta psicologica. Se il nemico pensa che la si tollera, se il nemico crede che non si fa nulla, gli si scatena ciò che biologicamente potrebbe essere chiamato l’istinto di persecuzione…Non c’è nulla di peggio che dare le spalle al nemico, perché sviluppa tale istinto di persecuzione, che è delle fiere, ed un impero è molto più di una fiera, persino la psicologia di quelli che dirigono un impero e gestiscono le sue armi è quello delle bestie”.

Trump è un grande inesperto nella politica internazionale, invece Cuba non ha solo esperienza, ma difenderà la sua sovranità e mai rinuncerà ai suoi principi.

Si capisca che il nemico può essere molto potente, ma la morale, la dignità ed il coraggio del popolo cubano sono immensi. Così possono stare tranquilli gli amici di Cuba.

http://www.alainet.org/es/articulo/181706

Cuba y el nuevo matarife de la Casa Blanca

Ángel Bravo

A raíz del triunfo de Donald Trump como nuevo administrador del imperio por cuatro años, los programas nativos de las televisoras locales y los canales internacionales siguen preguntándose por las razones de la derrota de Clinton. Todas las encuestadoras, los politólogos, los comunicadores, los analistas, y los astrólogos -como Carlos Montaner y Andrés Oppenheimer- habían vaticinado una derrota contundente de Trump. Todos habían acomodado sus fichas (léase sus bolsas de trabajo) con la demócrata y despotricado contra el republicano, pero ahora buscan alinear sus discursos para seguir viviendo de las andanzas imperiales.

En medio de tanta perplejidad una vez más el tema de Cuba vuelve a salir a la palestra mediática, esto porque el nuevo matarife de la Casa Blanca había prometido a un grupo de octogenarios batistianos –vinculados a los grupos terroristas de Miami-, desandar todos los acuerdos que los gobiernos de los Estados Unidos y Cuba habían logrado en los últimos meses.

La pregunta que repiten en los medios -como CNN- es: ¿ahora qué va a suceder con Cuba? Es obvio que quienes así preguntan, no es porque tengan interés en que continúe la normalización de las relaciones y se acabe el bloqueo, sino todo lo contrario. Lo que está detrás de la pregunta es el deseo porque Trump apruebe medidas más crueles (como si el bloqueo no lo fuera).

Las “preocupaciones” de los empleados/as de CNN y sus invitados -los adivinos Montaner y Oppenheimer-, publicistas del establishment, no es sino la expresión de una actitud pedestre y ramplona; ayer coreaban el nombre de Clinton y hoy babean sumisos ante lo que se le antoje hacer al magnate matón.

Si bien los enemigos de la Revolución Cubana están interesados en los arrebatos de Trump, los amigos de Cuba no ocultan su preocupación, temiendo incluso -algunos-, que le ha llegado la hora final al socialismo cubano. A propios y a extraños hay que decirles que en la Isla nadie ha pedido el sueño con la elección de Trump; éste no es ni será el último presidente de los Estados Unidos que pasará por la Casa Blanca viendo sus pretensiones frustradas. A 90 millas hay un pueblo glorioso y digno que ha resistido todo tipo de pruebas y agresiones por más de 57 años. ¿No conocen los amigos de Cuba de lo que está hecha la Revolución Socialista?, ¿será que solo la “conocen” por lo que dicen esos fantasiosos, camuflados de “analistas”, en esos canales internacionales?

Quienes ha oído mucho a Fidel dicen que éste expresó en una ocasión (hace varios años), que él prefería tratar con los republicanos porque eran más directos que los demócratas (todos sabemos de los dobles raseros hacia Cuba de los dos gobiernos de Bill Clinton y de Barack Obama).

Entre los temas abordados por el Comandante con Ignacio Ramonet en Cien horas con Fidel, el periodista plantea el tema de la necesidad de defenderse; y Fidel le dice: “El enemigo también lleva a cabo una lucha psicológica. Si el enemigo cree que uno lo tolera, si el enemigo cree que uno no hace nada, se le desata lo que biológicamente se pudiera llamar el instinto de persecución… No hay nada peor que darle la espalda al enemigo, porque desarrolla ese instinto de persecución, eso es de las fieras, y un imperio es mucho más que una fiera, hasta la psicología de los que dirigen un imperio y manejan sus armas es la de las fieras”.

Trump es un gran inexperto en política internacional, en cambio Cuba no solo posee experiencia, sino que defenderá su soberanía y jamás renunciará a sus principios.

Entiéndase que el enemigo puede ser muy poderoso, pero la moral, la dignidad y el coraje del pueblo cubano son inmensos. Así que pueden estar tranquilos los amigos de Cuba.

http://www.alainet.org/es/articulo/181706

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