«Operazione Gedeón», l’invasione frustrata

Salgono alla luce pubblica sempre più elementi della partecipazione degli Stati Uniti al fallito operativo contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Durante la notte del 3 maggio, militari venezuelani hanno individuato due imbarcazioni sulla costa nord, esattamente nella zona di Macuto, stato di La Guaira, a 20 minuti da Caracas, nelle quali si trasferivano presunti mercenari.

L’operativo contro lo sbarco –la cui materializzazione avrebbe attivato un grande piano d’interventi militari, come quello organizzato quando avvenne l’invasione mercenaria a Cuba, in Playa Girón, nel 1961– ha lasciato otto morti e sono stati catturati 13 terroristi tra i quali due statunitensi di nome  Luke Alexander Denman e Airan Berry.

Telesur ha riferito che uno dei due precedentemente lavorava nel gruppo di sicurezza di Donald Trump.

«Sapevamo tutto: di cosa parlavano, cosa mangiavano, cosa non mangiavano, chi li finanziava», ha assicurato il presidente venezuelano, Nicolás Maduro.

Il mandatario ha affermato che «Il Governo degli USA ha delegato alla DEA la preparazione di questa azione e ha delegato anche un’impresa privata, la Silvercorp, con tutta la sua pianificazione operativa».

«La DEA ha cercato i capi e i cartelli  dell’ Alta Guajira colombiana», ha assicurato il Capo di Stato, che ha anche accusato di complicità il governo del presidente della Colombia, Iván Duque.

In relazione alla dichiarazione del magnate-presidente degli USA, Maduro ha chiarito che «Trump riceve rapporti sul Venezuela ogni mattina, e sembra impossibile che non sapesse dell’attentato»,  e ha rivelato che il Governo USA stava negoziando con l’impresa di mercenari Blackwater, per invadere il Venezuela con 5000 uomini per un costo di 40 – 50 milioni di dollari.

 

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