Bandiera che si ammainò nel’61 torna a Washington

bandiera24 luglio – Durante l’omaggio offerto dalla catena alberghiera Starwood alla delegazione cubana giunta a Washington per la cerimonia d’apertura dell’ambasciata cubana, lo storiografo della capitale cubana, Eusebio Leal, ha raccontato alla stampa i dettagli d’una storia singolare : il ritorno nella capitale degli Stata Uniti della bandiera che fu ammainata quando il governo di Dwight Eisenhower ruppe le relazioni con l’Isola.

Quello che segue è un frammento della conversazione che Eusebio ha offerto nell’Hotel Washington – lo stesso albergo in cui alloggiò Gabriele García Marquez, per compiere un incarico datogli da Fidel, nel 1998 – ai giornalisti cubani:

“La bandiera appartiene al Museo Provinciale di Las Tunas. È la stessa bandiera che quel 3 gennaio del 1961 si ammainò dalla missione di Cuba che restò in mani estranee, ma la bandiera no…”

La bandiera restò nelle mani di colui che s’incaricò di ammainarla, nientemeno che un anziano che vive in Florida, Héctor García Soto, bisnipote del Maggiore General Vicente García e di Donna Brígida Zaldívar, sua moglie.

Héctor García ha lottato per molti anni per Cuba nell’Alleanza Martiana, con Max Lesnick e altri patrioti cubani. Lui ha conservato la bandiera.

Héctor quando andò a Cuba la penultima volta, portò la bandiera e altri oggetti storici al Museo di Las Tunas. Lui ha raccontato poeticamente, direi, come ha conservato questa bandiera ed ha usato le parole sentimento patriottico e senso della nazione per descrivere quello che valeva per lui lo stendardo.

So che sara una grande soddisfazione per lui, per la sua famiglia e per Las Tunas che questa bandiera che starà non sull’asta, perchè non oso come uomo di musei e di patrimonio, proporre che ondeggi e si sciupi questa bandiera nell’aria, ma che starà nel salone principale al primo piano della bella sede dell’ambasciata di Cuba.

Sventola già la bandiera cubana a Washington

21 luglio – Per la prima volta in più di mezzo secolo si sono sentite in questa capitale le note dell’Inno di Bayamo ed è stata alzata la bandiera con la stella solitaria, per inaugurare nuovamente e ufficialmente l’ambasciata di Cuba negli Stati Uniti.

I due paesi distanziati dal 3 gennaio del 1961, contano oggi con due ambasciate nelle rispettive capitali dal primo secondo del 20 luglio, compiendo l’accordo tra i due presidenti Barack Obama y Raúl Castro.

Più di cinquanta persone riprese da decine di televisioni e giornalisti accreditati, erano presenti nella sede diplomatica situata in Calle 16 a Washington, per partecipare ad un evento definito storico, e che hanno atteso per ascoltare l’intervento del ministro cubano degli Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla, che è divenuto il primo cancelliere dell’Isola che ha effettuato una visita ufficiale negli Stati Uniti.

Rodríguez Parrilla è stato poi ricevuto dal segretario di Stato, John Kerry, dopo la cerimonia. Quindi hanno offerto una conferenza stampa.

Nella casa con il numero 2630 di calle 16 è stata alzata la mattina del 20 luglio, la bandiera di Cuba, e questo ha dato un tocco speciale allo status dell’installazione.

Una trentina di personalità della politica, la cultura, la gioventù, le scienze e le organizzazioni di massa e dello sport dell’Isola, sono giunte in questa capitale per unirsi ai cinquecento amici e alle personalità della politica nordamericana invitati alla cerimonia.

La segretaria assistente per i Temi dell’Emisfero Occidentale del Dipartimento di Stato, Roberta Jacobson, ha partecipato, dopo le tre tornate di conversazioni e altri incontri specifici per ripulire i dettagli dei ristabilimento delle relazioni e l’apertura delle ambasciate.

La decisione di fare questo passo era stata annunciata da Obama e da Raúl il 17 dicembre 2014 e il 1º luglio di quest’anno, quando si sono scambiati due lettere per fissare la data ufficiale il 20 luglio.

La data della cerimonia di ri-apertura dell’Ambasciata USA a L’Avana non è ancora stata prevista ufficialmente: avverrà quando il segretario John Kerry andrà a L’Avana ha informato il Dipartimento di Stato, ma la CNN ha annunciato che sarà il 14 agosto.

Questo è il nostro ultimo messaggio inviato come Sezione d’Interesse. Amici grazie per essere parte di questo cambio con noi. Ci vediamo. Domani saremo ambasciata, è stato il messaggio pubblicato nella notte tra il 19 e il 20 nella pagina ufficiale della sede diplomatica nordamericana in Facebook.

A Washington, in una cerimonia molto simbolica oltre alla fiammante bandiera alzata nel giardino, al secondo piano dell edificio, all’interno del salone, è stata esposta la bandiera che fu ammainata il 3 gennaio del 1961, quando la Casa Bianca tagliò i suoi vincoli con L’Avana.

Lo storiografo Eusebio Leal ha raccontato alla stampa che la bandiera fu riscattata da colui che l’ammainò, oggi un uomo anziano, Héctor García Soto, bisnipote del Maggiore Generale Vicente García y de Brígida Zaldívar, e da sua moglie”.

García Soto conservò la bandiera, e in un viaggio a Cuba, la penultima volta, la portò per donarla con altri oggetti al Museo di Las Tunas in quella terra che significava tanto per la sua famiglia Secondo i leaders dei due paesi, d’ora in avanti si apre una tappa più lunga e complessa nella quale Cuba e gli Stati Uniti cercheranno d’avanzare nella normalità dei loro vincoli.

Il principale ostacolo in questo cammino è il blocco economico, ma ci sono altri temi da trattare, come la restituzione del territorio illegalmente occupato dalla Base Navale a Guantánamo, il termine delle trasmissioni radiofoniche e televisive che promuovono la sovversione e la destabilizzazione interne e il compenso al popolo cubano per i danni umani ed economici provocati dalle politiche degli USA.

Per la parte statunitense è un importante punto d’interesse il tema del compenso per la nazionalizzazione delle proprietà all’inizio della Rivoluzione.

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