Washington distrugge lo scambio di petrolio per alimenti

tra il Venezuela e la società Libre Abordo

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Ieri in un comunicato stampa, la società messicana Libre Abordo ha annunciato il suo fallimento dopo aver registrato perdite per 90 milioni di $.

Insieme al suo partner Schlager Business Group, la società messicana Libre Abordo aveva raggiunto un accordo con il Governo del Venezuela, alla fine del 2019, per scambiare prodotti alimentari ed altri beni di base in cambio di petrolio venezuelano, un metodo che è già stato utilizzato da altri paesi sotto regime di diritto USA allo scopo di importare beni di base in cambio di risorse e materie prime.

Nel comunicato, la società Libre Abordo afferma di essere stata oggetto di pressione da parte del governo USA affinché sospendesse l’accordo con le autorità venezuelane. Indica che le “varie campagne di discredito attribuite a gruppi politici ed imprenditoriali con forte influenza e persino la pressione da parte del governo USA” hanno causato la chiusura delle sue operazioni.

“La pressione politica internazionale ha portato Libre Abordo e Schlager a smettere di accettare carichi di greggio venezuelano”, si legge nella lettera.

Settimane fa, la società messicana ha informato l’agenzia Reuters che “le compagnie di navigazione contrattate per realizzare i movimenti di idrocarburi di PDVSA sono soggette a sanzioni, primarie o secondarie, da parte del governo USA”.

Nel marzo di quest’anno, l’agenzia Reuters ha rivelato che il Federal Bureau of Investigation (FBI) USA stava indagando su tre società messicane, Libre Abordo, Schlager Business Group e Grupo Jomadi Logistics & Cargo, dopo aver sospettato che le restrizioni USA che limitano l’investimento petrolifero venezuelano verrebbero “violate”.

Queste pressioni sotterranee dell’FBI sull’accordo di scambio petrolio per alimenti e beni di base tra le società messicane ed il Venezuela, accompagnato dai portavoce ufficiali dell’amministrazione Trump, hanno provocato, infine, il fallimento di Libre Abordo e la sospensione dell’accordo di scambio con il Venezuela.

Il segretario di Stato Mike Pompeo e l’inviato speciale per il Venezuela, Elliott Abrams, hanno dichiarato alla fine di aprile “che il Dipartimento di Stato ed il Tesoro hanno indagato su società per violazione di quelle imposte a PDVSA” nell’ambito di “una campagna di Washington per estinguere le fonti di ingresso del presidente venezuelano Nicolás Maduro”, secondo il rapporto Reuters.

Nel contesto dell’arrivo in Venezuela delle petroliere cariche di benzina ed additivi con bandiera iraniana, tre giorni fa Eliott Abrams ha nuovamente insistito sull’obiettivo di sanzionare le società che compongono la rete di avviamento di PDVSA.

“Abbiamo avvisato la comunità marittima di tutto il mondo, i proprietari di container, i capitani di navi, gli assicuratori di container e abbiamo avvisato i porti sul percorso tra Iran e Venezuela, per assicurare che tutti riconoscano che aiutare sarebbe un affare molto pericoloso. Non credo che troveranno armatori, assicuratori, capitani ed equipaggi determinati a partecipare a queste transazioni in futuro”, ha riconosciuto Abrams in una nuova confessione su come le politiche USA perseguono il soffocamento e la rimozione dell’economia venezuelana”.

Giorni prima, il direttore della regione latinoamericana del Consiglio di Sicurezza Nazionale USA, Mauricio Claver-Carone, ha minacciato con ‘sanzioni devastanti’ la compagnia petrolifera spagnola Repsol, l’italiana ENI e la india Reliance a causa dei loro accordi di esplorazione e acquisto petrolifero con PDVSA di proprietà statale.

È evidente che il petrolio è il centro di gravità della campagna di “massima pressione” USA contro il Venezuela, poiché rappresenta il sangue dell’economia venezuelana in quanto è l’unica fonte di valuta estera su sui conta il paese caraibico per sostenersi economicamente, in mezzo di una crisi sanitaria globale derivata dalla pandemia di Covid-19 e nel quadro di una storica crisi dei prezzi nel mercato internazionale dell’energia.

In base a questo calcolo, le restrizioni USA si sono concentrate sull’ostacolare l’esportazione di petrolio venezuelano, sull’importazione di prodotti derivati ​​come la benzina e sull’uso degli idrocarburi come mezzo di scambio per importare beni di base, dato che il blocco ha generato l’isolamento del Venezuela dal sistema finanziario internazionale.

Secondo le informazioni fornite a Reuters, a marzo, Libre Abordo era impegnata a consegnare 210 tonnellate di mais dolce, un migliaio di camion cisterna d’acqua, tra altri prodotti di base, in cambio di petrolio venezuelano.

Questo accordo, che doveva alleviare la carenza di prodotti agricoli ed i problemi nella fornitura di acqua, si è rotto come prodotto della campagna di soffocamento del governo USA.

Le pressioni che hanno portato alla sospensione dell’accordo con Libre Abordo fanno crollare la tesi secondo cui le sanzioni non includono beni primari come alimenti e medicine, nel quadro delle presunte limitazioni umanitarie.

Nel comunicato, la società messicana afferma che: “La grande maggioranza di questi uffici sono sempre convinti dei nostri contributi di Aiuti Umanitari in alcun modo risultano punibili ai sensi degli Ordini Esecutivi 13850 e 13884, ed anche il Dipartimento del Tesoro USA avallava la nostra opera attraverso la Licenza Generale 4C”.

Dopo l’ufficializzazione dell’embargo totale all’economia venezuelana con l’Ordine Esecutivo 13884, del 5 agosto 2019, il Dipartimento del Tesoro ha pubblicato una guida che include le licenze per autorizzare le operazioni commerciali e finanziarie relative a beni umanitari, telecomunicazioni ed organizzazioni internazionali.

Nel giugno dello stesso anno, la sottosegretaria al Terrorismo e Intelligenge Finanziaria del Dipartimento del Tesoro, Sigal Mandelker, ha indicato che: “E’ imperativo che la comunità internazionale continui ad utilizzare appieno tutte le eccezioni per ragioni umanitarie per garantire che alimenti ed altre forniture arrivino ai venezuelani che soffrono a causa della crisi economica prodotta da Maduro”.

In una nuova guida pubblicata dal Dipartimento del Tesoro, l’istituzione affermava che: “L’Ufficio per il Controllo delle Attività Estere (OFAC) del Dipartimento del Tesoro normalmente consente il commercio, assistenza o l’attività legittima relazionata all’assistenza umanitaria in base a determinate leggi e regolamenti. Gli USA si impegnano a coinvolgersi nella continua assistenza umanitaria per raggiungere popolazioni a rischio attraverso canali legittimi e trasparenti, a misura che i paesi di tutto il mondo lottano contro la malattia di coronavirus del 2019″, riferendosi a paesi come Corea del Nord, Venezuela, Siria, tra altri.

Ma il caso di Libre Abordo dimostra che queste restrizioni, licenze e guide per autorizzare operazioni finanziarie e commerciali, rappresenta un meccanismo di controllo dei danni davanti all’opinione pubblica e nient’altro. In realtà, le restrizioni includono alimenti ed altri beni essenziali.

Gli USA hanno trasformato le restrizioni contro il Venezuela in una giurisdizione a lungo braccio, extraterritoriale ed illegale, cercando di rompere i rapporti commerciali stabiliti dalle autorità venezuelane e società straniere, con la premessa che le sue leggi siano applicabili a livello mondiale.


Washington destruye el intercambio de petróleo por alimentos entre Venezuela y la empresa Libre Abordo

 

El día de ayer en un comunicado de prensa, la empresa mexicana Libre Abordo anunció su bancarrota tras registrador pérdidas de 90 millones de dólares.

Junto con su socio Schlager Business Group, la empresa mexicana Libre Abordo había llegado a un acuerdo con el Gobierno de Venezuela a finales de 2019 para intercambiar productos alimentarios y otros bienes básicos a cambio de petróleo venezolano, un método que ya ha sido utilizado por otros países bajo régimen de derechos estadounidenses con el propósito de importar bienes básicos a cambio de recursos y materias primas.

En el comunicado , la empresa Libre Abordo afirma que fueron presionados por el Gobierno de Estados Unidos para suspender el acuerdo con las autoridades venezolanas. Indica que las “diversas campañas de representación atribuidas a grupos empresariales y políticos con fuerte influencia, y hasta la presión que ejercen el gobierno de los Estados Unidos” han provocado el cierre de sus operaciones.

“La presión política internacional ha llevado a Libre Abordo y Schlager a dejar de levantar cargas de crudo venezolano”, reza la misiva.

Hace semanas, la empresa mexicana le informó a la agencia Reuters que “las compañías navieras contratadas para realizar los movimientos del hidrocarburo de PDVSA son sujetos de sanción, primaria o secundaria, por parte del Gobierno de Estados Unidos”.

En marzo de este año, la agencia Reuters reveló que el Buró Federal de Investigaciones de Estados Unidos (FBI, por sus siglas en inglés) estaba investigando en tres compañías mexicanas, Libre Abordo, Schlager Business Group y Grupo Jomadi Logistics & Cargo, tras sospechar que, las restricciones estadounidenses que restringen la inversión de petróleo venezolano, estarían siendo “vulneradas”.

Estas presiones subterráneas del FBI para el acuerdo de intercambio petrolero por alimentos y bienes básicos entre las empresas mexicanas y Venezuela, acompañado por las vocerías oficiales de la Administración Trump, provocando en última instancia la quiebra de Libre Abordo y la suspensión del acuerdo de intercambio con Venezuela.

El secretario de Estado, Mike Pompeo, y el enviado especial para Venezuela, Elliott Abrams, afirmaron a finales de abril “el Departamento de Estado y el Tesoro investigaron empresas por violar las impuestas a PDVSA”, como parte de “una campaña de Washington para extinguir las fuentes de ingresos del presidente venezolano Nicolás Maduro ”, según indica el informe de Reuters.

En el contexto de la llegada a Venezuela de los tanqueros de gasolina y aditivos con bandera iraní, hace tres días Eliott Abrams insistió nuevamente en el objetivo de sancionar a las empresas que integran la red de aceleración de PDVSA.

“Hemos alertado a la comunidad naviera de todo el mundo, a los propietarios de buques, capitanes de buques, aseguradoras de buques, y hemos alertado a los puertos en el camino entre Irán y Venezuela” , para asegurarse de que todos reconozcan que ayudar sería una transacción muy peligrosa.

“No creo que encuentren propietarios de barcos, aseguradoras, capitanes y tripulaciones dispuestos a participar en estas transacciones en el futuro”, reconocieron Abrams en una nueva confesión sobre cómo las políticas estadounidenses persiguen la asfixia y el desplazamiento de la economía venezolana.

Días antes, el director para la región latinoamericana del Consejo de Seguridad Nacional de EE. UU. , Mauricio Claver-Carone, amenazó con “sanciones devastadoras” a la petrolera española Repsol, a la italiana ENI ya la india Reliance, debido a sus acuerdos de exploración y compras petrolera con la estatal PDVSA.

Es evidente que el petróleo es el centro de gravedad de la campaña de “máxima presión” de EEUU contra Venezuela, pues representa la sangre de la economía venezolana al ser la única fuente de divisas con la cuenta del país caribeño para sostenerse económicamente, en medio de una crisis sanitaria derivada global de la pandemia de Covid-19 y en el marco de una crisis histórica de precios en el mercado energético internacional.

Bajo este cálculo, las restricciones estadounidenses se han concentrado en obstaculizar la exportación de petróleo venezolano, la importación de productos derivados como la gasolina y el uso de los hidrocarburos como un medio de intercambio para importar bienes básicos, dado que el bloqueo ha generado el aislamiento de Venezuela del sistema financiero internacional.

Según las informaciones dadas a Reuters en marzo, Libre Abordo se había comprometido a la entrega de 210 mi tonelada de maíz blando, mil camiones cisterna de agua, entre otros productos básicos, un cambio de petróleo venezolano.

Este acuerdo que iba a permitir la escasez coyuntural de productos agrícolas y los problemas en el suministro de agua, se ha roto el producto de la campaña de asfixia del gobierno estadounidense.

Las presiones que desembocaron en la suspensión del acuerdo con Libre Abordo, derrumban la tesis de que las lesiones no incluyen bienes primarios como alimentos y medicinas, en el marco de las supuestas limitaciones humanitarias.

En el comunicado, la empresa mexicana afirma que

“La gran mayoría de estos despachos siempre están convencidos de nuestras aportaciones de Ayuda Humanitaria de ninguna manera específicamente sancionables bajo las Órdenes Ejecutivas 13850 y 13884, y también el Departamento del Tesoro de los Estados Unidos de América avalaba nuestra mano de obra a través de la licencia General 4C”.

Luego de la oficialización del embargo total a la economía venezolana con la Orden Ejecutiva 13884 del 5 de agosto de 2019, el Departamento del Tesoro emitió una guía que contempla las licencias para autorizar las operaciones comerciales y financieras relacionadas con bienes humanitarios, telecomunicaciones y organizaciones internacionales.

En junio de ese año, la subsecretaria de Terrorismo e Inteligencia Financiera del Departamento del Tesoro, Sigal Mandelker, indicó que

“Es imperativo que la comunidad internacional continúe utilizando completamente todas las excepciones por razones humanitarias para garantizar que los alimentos y otros suministros lleguen a los venezolanos que sufren como consecuencia de la crisis económica fabricada por Maduro” ”.

En una nueva guía publicada por el Departamento del Tesoro, la institución afirmaba que

“La Oficina de Control de Activos Extranjeros (OFAC) del Departamento del Tesoro normalmente permite el comercio, la asistencia o la actividad legítima relacionada con la asistencia humanitaria según las leyes y regulaciones determinadas. Estados Unidos se compromete a involucrarse en la asistencia humanitaria continua llegando a poblaciones de riesgo a través de canales legítimos y transparentes, a medida que los países de todo el mundo luchan contra la enfermedad del coronavirus del 2019”, refiriéndose a los países a veces como Corea del Norte, Venezuela, Siria, entre otros.

Pero el caso de Libre Abordo demuestra que estas restricciones, licencias y guías para autorizar operaciones financieras y comerciales, representa un mecanismo de control de daños ante la opinión pública y nada más. En realidad, las restricciones incluyen alimentos y otros bienes esenciales.

Estados Unidos ha transformado las restricciones contra Venezuela en una jurisdicción de brazo largo, extraterritorial e ilegal, intentando quebrar las relaciones comerciales establecidas por las autoridades venezolanas y empresas extranjeras, bajo la premisa de sus leyes son aplicables a nivel mundial.

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