Florida: un rifugio sicuro per despoti

Alvaro Fernández – Progreso Semanal/ Weekly

La Florida si è convertita in una casa per i despoti. Non bisogna guardare molto lontano. Ne abbiamo uno che vive lussuosamente a Palm Beach, un ex presidente che ha cercato di rovesciare il proprio governo perché ha perso un’elezione che sostiene gli sia stata rubata (senza uno straccio di prova).

Se guidi lungo la strada I-95, in una comunità chiusa, ne troverai un altro seduto a casa sua. E’ fuggito dalla sua terra natale sudamericana sperando che i suoi seguaci facessero il lavoro sporco per lui. E in un’azione inquietantemente simile contro il governo di un nuovo presidente che lo aveva estromesso dall’incarico che aveva occupato e di cui ha abusato per quattro anni, quest’uomo ha incitato un gruppo di sostenitori a creare un momento tipo 6 gennaio, ma questa volta a Brasilia, in Brasile.

Non solo, dirigiti a nord-ovest verso Tallahassee, e lì troverai l’ultima versione USA di un leader neofascista i cui seguaci sperano di promuoverlo alla presidenza nel 2024.

Ci sono altri di questi “pazzi” (pazzi come volpi) che girano per la Florida insistendo sul fatto che gli omosessuali sono malati e possono convertirsi; la Guerra Civile è stata combattuta per i diritti degli stati e che le persone schiavizzate avrebbero dovuto essere mantenute in quel modo; i neri, i marroni e gli immigrati dovrebbero essere restituiti ai loro luoghi di origine; c’è un dio e una religione i cui favoriti sono i bianchi; e le armi e il Secondo Emendamento sono la soluzione ai nostri problemi: se non possiamo vincerli, sparagli.

Per quanto riguarda gli aspiranti despoti, non guardare oltre Miami, dove questi pazzi come volpi hanno trasformato la città nell’incubatrice che in seguito ha prodotto i Trump e i DeSantis di questo mondo in cui viviamo.

E cosa abbiamo guadagnato da questo?

Posso parlare per Miami, dove vivo. Una città USA che simboleggia tutto il bene e il male di questo paese. Un luogo in cui abbondano Rolls Royce da mezzo milione di dollari, le persone le guidano più per  status che per il trasporto, e a uomini e donne molesta un senzatetto che chiede un dollaro mentre si pavoneggiano imperiosamente verso un pranzo che gli costerà $ 1500, vestiti con i loro pantaloni da $ 500, camicia da $ 300 e scarpe così costose che hanno dovuto uccidere un  povero e raro animale indifeso per farle. Quella stessa persona più tardi torna a casa nel suo carissimo status symbol per fare un pisolino pomeridiano e lasciare che i suoi investimenti lavorino per loro in un mercato misterioso che non richiede molto lavoro, solo un sacco di soldi, e gli assicurerà ricchezze ancora maggiori.

“Lascia che mangino brioches”, sembra abbia detto Maria Antonietta mentre si sbarazzava dei fastidiosi contadini affamati durante la Rivoluzione francese. E tendo a ricordare che Maria Antonietta e suo marito, il re Luigi XVI, furono decapitati per tradimento contro il loro stesso popolo. Come ho detto di recente a un amico, la gente riceverà una bastonata finché non lo farà. E quando si ammalano e si stancano delle loro circostanze… attenzione!

Miami, il buono

Miami è una delle città più povere degli USA. Ha anche alcuni dei codici postali più ricchi ed è uno dei principali venditori al mondo di Rolls Royce, ad esempio. Ha anche un numero sproporzionato di persone che, anche guadagnando $ 10 l’ora, non riescono a sbarcare il lunario: i prezzi inflazionistici per cibo, alloggio e assistenza sanitaria distruggono quel poco che guadagnano facendo due e talvolta tre lavori.

Eppure, al di fuori di queste difficoltà, abbiamo persone che, attraverso il duro lavoro e la fede in ciò che è possibile, raggiungono il successo, e sottolineo che il successo non si misura in base a quanto si può trovare nel proprio conto in banca. Sono ciò che rende Miami speciale e bella, non le case e le auto da un milione di dollari, o le facce e le labbra iniettate di Botox.

È un luogo che dà speranza a tante persone di tutto il mondo, e soprattutto nel nostro emisfero. Un luogo dove molti credono che “la vita, la libertà e la ricerca della felicità” – pretese dubbie se sono riferite a quanto proclamato nella Dichiarazione di Indipendenza – sia ancora vista come una possibile conquista per molti che arrivano qui senza niente.

È la Miami che amo. Che ho visto crescere, nel bene e nel male. È dove ho cresciuto mia figlia e dove sono invecchiato.

Cubani che corrono verso ciò da cui fuggono

Poi ci sono i cubani a Miami. Quasi un milione di loro qui che sono fuggiti dalla loro terra natale per una miriade di ragioni, dalla mancanza di lavoro e dall’odio per il comunismo alla paura di un uomo forte che disprezzavano. Ma sbattete le palpebre due, tre, quattro volte e quegli stessi cubani che si lamentano di un caudillo, ad esempio, si appassionano nel seguire quello stesso tizio da cui dicono di fuggire, ora dalla parte del capitalismo selvaggio, nonostante la maggioranza non avrà mai l’opportunità di godere i benefici di ciò che produce il capitalismo selvaggio.

Non lo capirò mai. Ma sono membri della mia tribù qui a Miami…

Consentitemi di concludere da dove ho iniziato, la Florida come patria di despoti. Non è un caso che Donald Trump abbia scelto la Florida dopo la sua presidenza; New York non lo voleva. E il brasiliano Bolsonaro è sbarcato a Orlando perché lì si sente a casa. I floridiani hanno mostrato grande amore ed entusiasmo per il loro governatore, che spera diventare presidente, Ron DeSantis, che io chiamo il nostro DeSastre.

C’è un vecchio detto cubano che dice che “non si può coprire il sole con un dito”. Chiudi un occhio e copri il sole con il pollice e cerchi di fingere che non ci sia. Ma, in realtà, tutto è una sciocchezza. Il sole è enorme e continua a splendere, anche quando cerchi di nasconderlo. Questo detto della filosofia popolare mi ricorda spesso dove vivo e le persone che vivono qui.

Apriremo gli occhi sulla verità? Solo il futuro può rispondere… se sopravviviamo.


Florida: un refugio seguro para déspotas

By Álvaro Fernández

Florida se ha convertido en un hogar para los déspotas. No tienes que mirar muy lejos. Tenemos a uno que vive lujosamente en Palm Beach, un expresidente que intentó derrocar a su propio gobierno porque perdió una elección que afirma le fue robada  (sin un ápice de prueba).

Si conduces por la carretera I-95, en una comunidad cerrada, encontrarás a otro sentado en su casa. Éste huyó de su tierra natal sudamericana esperando que sus seguidores le hicieran el trabajo sucio. Y en una acción inquietantemente similar contra el gobierno de un nuevo presidente que lo había derrotado del cargo que ocupó y del que abusó durante cuatro años, este hombre incitó a un grupo de seguidores a crear un momento tipo 6 de enero, pero esta vez en Brasilia, Brasil. 

Más aún, dirígete hacia el noroeste hasta Tallahassee, y allí encontrarás la última versión estadounidense de un líder neofascista cuyos seguidores esperan impulsar a la presidencia en 2024.

Hay más de estos ‘locos’ (locos como zorros) corriendo por Florida e insistiendo en que los homosexuales están enfermos y pueden convertirse; la Guerra Civil se libró por los derechos de los estados y que las personas esclavizadas deberían haber sido mantenidas así; los negros, marrones e inmigrantes deberían ser devueltos a sus lugares de origen; hay un dios y una religión cuyos predilectos son los blancos; y las armas y la Segunda Enmienda son la solución a nuestros problemas: si no podemos vencerlos, dispararles.

En cuanto a los aspirantes a déspotas, no busque más allá de Miami, donde estos locos como zorros convirtieron la ciudad en la incubadora que más tarde produjo los Trump y los DeSantis de este mundo en el que vivimos.

¿Y qué hemos ganado con esto?

Puedo hablar por Miami, donde vivo. Una ciudad estadounidense que simboliza todo lo bueno y lo malo de este país. Un lugar donde abundan los Rolls Royces de medio millón de dólares, la gente los conduce más por estatus que por transporte, y a hombres y mujeres les molesta una persona sin hogar que pide un dólar mientras se pavonean imperiosamente hacia un almuerzo que les costará $1,500, vestidos con sus pantalones de $500, camisa de $300 y zapatos tan caros porque tuvieron que matar a un pobre y raro animal indefenso para hacerlos. Esa misma persona más tarde vuelve a casa en su carísimo símbolo de estatus para tomar una siesta por la tarde y permitir que sus inversiones trabajen para ellos en un mercado misterioso que no requiere mucho trabajo, solo mucho efectivo, y les asegurará de riquezas aún mayores.

“Déjenlos comer pastel”, supuestamente dijo María Antonieta mientras se quitaba de encima a los molestos campesinos hambrientos durante la Revolución Francesa. Y tiendo a recordar que María Antonieta y su marido, el rey Luis XVI, fueron decapitados por traición a su propio pueblo. Como le dije a un amigo recientemente, la gente recibirá una paliza hasta que no lo haga. Y cuando se enfermen y se cansen de sus circunstancias… ¡cuidado!

Miami, lo bueno

Miami es una de las ciudades más pobres de los Estados Unidos. También tiene algunos de los códigos postales más ricos y es uno de los líderes mundiales en la venta de Rolls Royces, por ejemplo. También tiene un número desproporcionado de personas que, incluso cobrando $ 10 por hora, no pueden llegar a fin de mes: los precios inflacionarios de los alimentos, la vivienda y la atención médica destruyen lo poco que ganan mientras trabajan en dos y, a veces, tres trabajos.

Y aún así, a partir de estas dificultades, tenemos personas que, a través del trabajo duro y la creencia en lo que es posible, logran éxitos, y enfatizo que el éxito no debe medirse por cuánto se puede encontrar en su cuenta bancaria. Ellos son los que hacen que Miami sea especial y hermoso, no las casas y los autos de millones de dólares, o las caras y los labios inyectados con Botox.

Es un lugar que da esperanza a muchas personas de todo el mundo, y especialmente de nuestro hemisferio. Un lugar donde muchos creen que “la vida, la libertad y la búsqueda de la felicidad” – dudosas pretensiones si están referidas a lo proclamado en la Declaración de Independencia– todavía se ve como un posible logro para muchos que llegan aquí sin nada.

Es el Miami que amo. Que he visto crecer, en buenas y malas maneras. Es donde he criado a mi hija y donde he envejecido.

Cubanos que corren hacia aquello de lo que huyen

Luego están los cubanos en Miami. Casi un millón de ellos aquí que huyeron de su tierra natal por innumerables razones, desde la falta de trabajo y el odio al comunismo hasta el miedo a un hombre fuerte al que despreciaban. Pero parpadee dos, tres, cuatro veces y esos mismos cubanos que se quejan de un caudillo, por ejemplo, se apasionan por seguir a ese mismo tipo del que dicen huir, ahora del lado del capitalismo salvaje, a pesar de que la mayoría nunca tendrá la oportunidad de disfrutar los beneficios de lo que produce el capitalismo salvaje.

Nunca entenderé esto. Pero son miembros de mi tribu aquí en Miami…

Permítanme terminar donde empecé, Florida como hogar de déspotas. No es casualidad que Donald Trump escogiera Florida después de su presidencia; Nueva York no lo quería. Y el brasileño Bolsonaro aterrizó en Orlando porque allí se siente como en casa. Los floridanos han mostrado un gran amor y entusiasmo por su gobernador que espera ser presidente, Ron DeSantis, a quien me refiero como nuestro DeSastre.

Hay un viejo dicho cubano que dice que “no se puede“tapar el sol con un dedo”. Cierras un ojo y tapas el sol con el pulgar e intentas fingir que no está ahí. Pero, de hecho, todo es una tontería. El sol es enorme y sigue brillando, incluso cuando pretendes taparlo. Este dicho de la filosofía popular me recuerda a menudo el lugar donde vivo y las personas que viven aquí.

¿Abriremos los ojos a la verdad? Solo el futuro puede responder eso… si sobrevivimos.

Progreso Semanal/Weekly

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.