La cultura come spazio di impegno per la patria

“Il cammino verso il X Congresso dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba (UNEAC) ci porterà ad approfondire i nostri dibattiti, ad aggiornare il modo in cui affrontiamo i problemi irrisolti e ad anticipare e proporre soluzioni che rafforzeranno i nostri principi e la nostra essenza”. Lo ha dichiarato Luis Morlote Rivas, presidente dell’organizzazione, leggendo l’appello per il prossimo conclave dell’organizzazione, che si terrà nel giugno 2024.

Dalla Casa de las Américas e dopo intense giornate di dibattiti in seno al Consiglio nazionale, che si sono concluse martedì, Morlote Rivas ha sottolineato che per quella data si concluderà un quinquennio di sforzi ardui e fruttuosi, dedicati alla realizzazione degli accordi e all’attuazione delle proposte scaturite dalla precedente riunione. Tutto questo in circostanze avverse e difficili.

Ha inoltre sottolineato che da questo momento in poi, all’interno delle associazioni, dei loro rami e sezioni, dei comitati provinciali e comunali, affronteremo un’agenda che deve portarci a nuove prospettive per sostenere e ampliare gli affluenti per la creazione e la promozione del lavoro artistico e letterario.

L’appello sottolinea che “una delle maggiori sfide di oggi e di domani è quella di continuare a stimolare il dialogo e la partecipazione dei nostri soci alla vita culturale e sociale del Paese”. È così che l’organizzazione culturale si avvia verso il suo 10° congresso, affinché “la cultura sia, ancora di più, uno spazio di libertà, responsabilità e impegno per la Rivoluzione e la patria”.

Fonte: Juventud Rebelde

Traduzione: italiacuba.it


La preoccupazione culturale a Cuba di fronte all’ondata di colonizzazione globale

La musica e le canzoni spazzatura invadono ormai l’universo sonoro mondiale e anche quello di Cuba, non estranea a tali mali e grattacapi, secondo gli intellettuali dell’isola caraibica.

Questioni come la colonizzazione culturale e la promozione del cattivo gusto sono state al centro dei dibattiti della recente riunione del Consiglio Nazionale dell’Unione degli Scrittori e degli Artisti di Cuba (UNEAC), tenutasi questa settimana presso la Casa de las Américas della capitale.

I partecipanti hanno condiviso le loro opinioni sulla relazione dell’incontro, “La cultura come energia trasformatrice di fronte all’onda colonizzatrice globale”, di fronte alla realtà dell’egemonia mediatica e culturale che i centri di potere esercitano su milioni di persone.

L’allarme viene lanciato da diversi anni in occasione di ogni incontro tra l’UNEAC e le sue controparti nelle istituzioni governative cubane, soprattutto per quanto riguarda la diffusione di prodotti di bassa qualità dell’industria globale dell’intrattenimento alla radio, alla televisione e sulle reti sociali.

“Mi sembra incredibile che non si riesca ad articolare una politica per recuperare la sovranità nazionale sul consumo musicale nel nostro Paese”, ha dichiarato il cantautore Israel Rojas, leader del gruppo Buena Fe.

La preoccupazione riguarda anche ciò che sta accadendo in molte strutture turistiche del Paese, non poche delle quali sono citate come punto di riferimento per ciò che non si dovrebbe fare in termini di promozione del meglio del talento artistico cubano e internazionale.

Per Rogelio Polanco, membro della Segreteria del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, presente all’incontro, la decolonizzazione culturale è una battaglia che riguarda tutta la società e le istituzioni, con i nostri intellettuali, artisti e creatori in prima linea.

Nella sessione plenaria, il critico e saggista Víctor Fowler ha parlato della conservazione dell’identità culturale, dell’appropriazione delle nuove tecnologie e della modernizzazione permanente del pensiero critico nella lotta contro questo flagello, di cui siamo tutti parte.

Secondo Rojas, “non sarà facile combattere questa battaglia con le nostre risorse contro la macchina culturale industriale globalizzata, con la nostra strategia e le nostre risorse digitali, con le nostre disposizioni legali e l’organizzazione di un’unica piattaforma gerarchica, con la nostra egemonia”.

L’artista ha criticato il modo in cui vengono gestite le priorità nell’ambiente musicale cubano. Non c’è ordine, né regolamentazione, né alcuno strumento legale che regoli la circolazione della musica, nel già ovvio e innegabile mercato musicale cubano, ha affermato.

Per quanto riguarda la scarsità di risorse, l’artista ha chiesto di utilizzare maggiormente il sistema radiotelevisivo nelle mani della Rivoluzione cubana, così come le aziende e le istituzioni dedicate alla promozione delle arti.

Ha anche fatto riferimento alla necessità di stabilire una piattaforma digitale vigorosa per recuperare la sovranità nazionale nel consumo di musica a Cuba.

Per quanto riguarda la crescente importanza dell’universo digitale e il valore della sua conoscenza, i partecipanti all’incontro hanno proposto una campagna di alfabetizzazione informatica affinché la popolazione conosca e padroneggi le tecnologie che sono alla loro portata.

Fonte: Prensa Latina

Traduzione: italiacuba.it

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