L’eterno ritorno al colpo di stato di  Antonio Ledezma (e Corina Machado)

misionverdad.com

Il latitante ed ex sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, ha rilasciato dichiarazioni al programma Factores de Poder, della giornalista Patricia Poleo, che rafforzano la posizione delle autorità elettorali venezuelane di inabilitare politicamente María Corina Machado. Quest’ultima ha cambiato strategia politica ed è passata dall’insurrezione e le vie antipolitiche alla partecipazione alle primarie della Piattaforma Unitaria Democratica (PUD) per definire un unico candidato che si presenti alle prossime elezioni presidenziali.

Nel suo intervento, Ledezma ha elencato una serie di azioni irregolari che sono state realizzate insieme a María Corina Machado per cercare di prendere il potere con la forza. Ognuna di esse rappresenta una minaccia per la stabilità politica e sociale del Paese.

“María Corina ha esaurito tutte le procedure. Quando è stato necessario invocare il TIAR, lo abbiamo fatto insieme. Quando si è dovuto invocare il concetto di R2P all’ONU, lo abbiamo fatto. Quando abbiamo iniziato a girare dal 2018, promuovendo l’investigazione nella CPI, lo abbiamo fatto, continuiamo a farlo e non abbandoneremo questa strada. Quando è stato necessario promuovere ‘La Salida’, anche lo abbiamo fatto, il 2 febbraio 2014″, ha affermato.

L’elenco comprende diversi punti importanti nel curriculum di aggressioni, ma è necessario evidenziarne uno che non è stato menzionato: sia lui che Machado hanno sostenuto la strategia di “massima pressione” del governo di Donald Trump contro il Venezuela, che ha portato a centinaia di misure coercitive unilaterale, nonché una delle rivoluzioni colorate (“La Salida”) che ha preceduto e giustificato lo scenario delle sanzioni.

In una parte del programma, il politico da per scontato che Machado abbia un vantaggio rispetto agli altri candidati alle primarie. Assicura che la comunità internazionale ne è consapevole e che i sondaggi dimostrano che lei rappresenta un “fenomeno politico-sociale”. Usa questo come base per affermare che qualsiasi misura che garantisca la sua ascesa al potere nel governo venezuelano, attraverso elezioni o meno, è giustificata.

Ed è che, oltre a presentare una serie di argomenti che dimostrano che la candidatura della dirigente dell’opposizione rappresenta un rischio, Ledezma ha anche riconosciuto che, sebbene la campagna pubblica sia conforme alla legge, ci sono una serie di eventi dietro le quinte che a tutta evidenza sono considerati un complotto. Ledezma fornisce dettagli al riguardo, li divulga con una certa tranquillità e convinzione che non si tratti di attività cospirative di per sé.

Quando Poleo menziona che “esiste un piano” e che “l’obiettivo è la ribellione civile accompagnata da una ribellione militare”, Ledezma risponde subito che l’unico modo per realizzare la candidatura di Machado è attraverso la “ribellione civile”, tenendo conto che lei è politicamente inabilitata.

“Si sta parlando con militari, e questo è normale, non si sta promuovendo alcuna cospirazione. Non è una cospirazione. Ci sono persone che chiamano e parliamo, e ci chiedono di non dire i loro nomi e chiedono l’anonimato. Questo è naturale”, ha detto il latitante dalla giustizia venezuelana.

Ai suoi occhi, è “naturale” che il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR) e la dottrina della Responsabilità di Proteggere (R2P) vengano invocati con l’obiettivo di chiedere alla “comunità internazionale” di sostenere un intervento militare. Aver ricorso a queste risorse, in passato, è stato oggetto di controversie e critiche a causa della sua selettività e politicizzazione dei concetti, nonché della perdita di migliaia di vite civili a causa della storia di interventi militari stranieri. Esempi di ciò sono la Repubblica Dominicana, nel 1965, nel caso della TIAR, e la Libia, nel 2011, nel caso del R2P.

Inoltre, è “naturale” fabbricare falsi casi di violazione dei diritti umani per chiedere ad un organiamo di ignorare la sovranità di uno Stato al fine di applicare giustizia per i presunti crimini.

Ed è anche “naturale” che la via della violenza di strada, disturbi e disordini dell’ordine pubblico si impongano come meccanismo di pressione per ottenere ciò che non si ottiene attraverso le elezioni, e che durante questo decorso vengano sacrificate le vite di decine, centinaia, migliaia di persone se necessario.

L’opposizione estremista in Venezuela ha una tendenza “naturale” a promuovere colpi di Stato e attentati contro la stabilità del paese, poiché ha convertito queste pratiche un qualcosa di uso corrente. Di fronte a ciò, il suo discorso sembra denotare un vero e proprio sconcerto e indignazione per le azioni di giustizia che derivano dalle loro azioni.

La cosa straordinaria di questa vicenda, legata alle dichiarazioni di Ledezma, sta nel fatto che in un breve periodo di tempo lui, che si definisce alleato di María Corina Machado, è riuscito a  sintetizzare in modo impeccabile le schiaccianti ragioni per cui la pre-postulante alla Presidenza è stata privata dei suoi diritti politici in Venezuela.


EL ETERNO RETORNO AL GOLPE DE ESTADO DE ANTONIO LEDEZMA

El prófugo de la justicia y exalcalde de Caracas, Antonio Ledezma, ha dado declaraciones en el programa Factores de Poder, de la periodista Patricia Poleo, que refuerzan la postura de las autoridades electorales en Venezuela para inhabilitar políticamente a María Corina Machado. Esta última ha cambiado su estrategia política y ha pasado de la insurrección y las vías antipolíticas a la participación en las primarias de la Plataforma Unitaria Democrática (PUD) para definir un candidato único que se presente en los próximos comicios presidenciales.

En su intervención, Ledezma ha enumerado una serie de acciones irregulares que se han llevado a cabo junto a María Corina Machado para intentar tomar el poder por la fuerza. Cada una de ellas representa una amenaza para la estabilidad política y social del país.

“María Corina ha ido agotando todas las diligencias. Cuando hubo que invocar el TIAR, lo hicimos en conjunto. Cuando hubo que invocar en la ONU el concepto de R2P, lo hemos hecho. Cuando comenzamos a girar desde el 2018, promoviendo la investigación en la CPI, lo hicimos, lo seguimos haciendo y no abandonaremos esa ruta. Cuando hubo que promover ‘La Salida’, también lo hicimos, el 2 de febrero de 2014”, dijo.

La lista incluye varios puntos importantes en el historial de agresiones, pero es necesario destacar uno que no fue mencionado: tanto él como Machado apoyaron la estrategia de “máxima presión” del gobierno de Donald Trump contra Venezuela, lo que resultó en cientos de medidas coercitivas unilaterales, así como una de las revoluciones de color (“La Salida”) que precedió y justificó el escenario de sanciones.

En una parte del programa, el político da por sentado que Machado tiene una ventaja sobre otros candidatos en las primarias. Asegura que la comunidad internacional está al tanto de esto y que las encuestas muestran que ella representa un “fenómeno político-social”. Utiliza esto como base para afirmar que cualquier medida que garantice su ascenso al poder en el gobierno venezolano, ya sea a través de elecciones o no, está justificada.

Y es que, además de presentar una serie de argumentos que demuestran que la candidatura de la dirigente opositora representa un riesgo, Ledezma también reconoció que, aunque la campaña pública cumple con la legalidad, hay una serie de eventos detrás de escena que en toda regla entran en la consideración de conspiración. Ledezma proporciona detalles al respecto, los divulga con cierta tranquilidad y convicción de que no son actividades conspirativas en sí mismas.

Cuando Poleo menciona que “hay un plan” y que “el objetivo es la rebelión civil acompañada de la rebelión militar”, Ledezma responde rápidamente que la única forma de llevar adelante la candidatura de Machado es mediante la “rebelión civil”, teniendo en cuenta que ella está políticamente inhabilitada.

“Se está hablando con militares, y eso es normal, no es promover ninguna conspiración. No es conspiración. Hay gente que llama y hablamos, y piden que no digamos sus nombres y piden ir disfrazados. Eso es natural”, resaltó el prófugo de la justicia venezolana.

A sus ojos, es “natural” que se invoque el Tratado Interamericano de Asistencia Recíproca (TIAR) y la doctrina de la Responsabilidad para Proteger (R2P) con el objetivo de pedirle a la “comunidad internacional” que apoyen una intervención militar. Haber acudido a estos recursos en el pasado ha sido objeto de controversia y críticas debido a su selectividad y a la politización de los conceptos, así como la pérdida de miles de vidas civiles tras el historial de intervenciones militares extranjeras. Ejemplos de ello son República Dominicana en 1965 en el caso del TIAR, y Libia en 2011 en el caso de R2P.

Además, es “natural” fabricar casos falsos de violaciones a los derechos humanos para solicitar a un organismo que ignore la soberanía de un Estado con vistas a aplicar la justicia ante los supuestos crímenes.

Y también es “natural” que la vía de la violencia callejera, disturbios y alteraciones del orden público se impongan como mecanismo de presión para lograr lo que por medio de las elecciones no se consigue, y que durante ese transcurso se sacrifique la vida de decenas, cientos, miles de personas si es necesario.

La oposición extremista en Venezuela tiene una tendencia “natural” a promover golpes de Estado y atentados contra la estabilidad del país, ya que han convertido estas prácticas en algo de uso corriente. Ante esto, su discurso pareciera denotar un auténtico desconcierto e indignación debido a las acciones de justicia que se derivan de sus acciones.

Lo destacable de este asunto, vinculado a las afirmaciones de Ledezma, radica en que en un breve lapso él, quien se autodefine como aliado de María Corina Machado, ha logra do sintetizar de manera impecable las contundentes razones por las cuales la prepostulante a la Presidencia ha sido privada de sus derechos políticos en Venezuela.

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