Rivoluzione cubana: un’immensa opera sociale

cuba libreI titoli della stampa di questo 10 febbraio 1962 annunciano che il Governo Rivoluzionario ha autorizzato l’utilizzo di più di 270 milioni di pesos del Bilancio Nazionale per investimenti da destinare al completamento di costruzioni che erano in corso dall’anno scorso; quindici milioni dei quali per la costruzione e l’adeguamento di scuole.


Altri fondi autorizzati in questo trimestre consistono in 29 milioni per l’acquisto di attrezzature e macchinari, 18 per ampliamenti industriali, quattro per la riforestazione e il resto ad altre attività produttive.

Inoltre, si informa che altre dieci centrali [dello zucchero] hanno cominciato a macinare lunedì scorso e così si raggiunge un totale di 95 “ingenios” inseriti fino a quella data nella seconda “Zafra del Pueblo”. Secondo quanto si è osservato nel periodo compreso tra il 1° e il 5 febbraio nel paese sono state macinate quasi 850.000 tonnellate di canne da zucchero, il 64% della norma nazionale. Si prevede che nei prossimi giorni, le province di Pinar del Río e Las Villas recuperino pienamente il loro tasso di produzione.

È stato anche annunciato che la JUCEI di Oriente ha deciso di lavorare nello svolgimento della seconda “Zafra del Pueblo” con la mobilitazione volontaria del suo popolo. Dei 10.000 “macheteros” (tagliatori di canna) che erano necessari per questa provincia orientale, ce ne sono già più di 5.000 mobilitati per il taglio e la raccolta delle canne.

Con lo stesso fervore ed entusiasmo registrati a La Habana, più di centomila santiagheri -insieme a vicini di Alto Songo, Palma Soriano, El Cobre, Caney e Guantánamo e altri paesi della zona orientale -, hanno votato questo sabato 10 febbraio con esemplare fermezza per la seconda Dichiarazione di La Habana.

Un vibrante discorso è stato pronunciato dal capitano Jorge Risquet facendo la sintesi della concentrazione popolare: “E che sappiano una volta di più, che potranno espellerci dall’OEA, ma non della geografia dell’America, che potranno rompere le relazioni diplomatiche con Cuba, ma non potranno rompere – e nemmeno diminuire – l’affetto e la speranza crescenti che Cuba risveglia nei popoli fratelli dell’America Latina”.

José Martí aveva detto: “Combattiamo a Cuba per assicurare, con la nostra, l’indipendenza ispano-americana”.

Traduzione: Redazione di El Moncada

http://www.radiorebelde.c

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