Come la vedo ora …

Yadira Escobar http://www.yadiraescobar.com

capitalismA chiunque, che senza obbligazione o alcun interesse, assume una posizione ideologica con onesta passione, mi inchino con rispetto perché almeno crede in qualcosa, ma per gli apatici simulatori che agiscono secondo come soffia il vento opportunista, il mio eterno disprezzo.

Che vuoto così profondo li perseguita! Quanto sbagliati quei calcoli materialistici! Rosso sembra, comunista non è. Il quadro continua a complicarsi per cui, in generale, condividerò la mia opinione attuale in un singolo articolo.

Anche se, nel 2015, più di 43000 cubani arrivarono negli USA, non possiamo dire che fuggivano dal socialismo cubano, poiché lo stesso, anche, hanno fatto i 71297 portoricani che hanno lasciato la capitalista Portorico a causa della disoccupazione, l’alto costo della vita e la violenza. Con una popolazione di quasi 3 milioni e mezzo di persone, l’isola caraibica ha proporzionalmente un maggior numero di persone in fuga dai loro problemi interni.

I media di Miami non parlano di queste cose, naturalmente, poiché indeboliscono l’argomento propagandistico utilizzato per promuovere un cambio di regime a Cuba. Solo pongono gli occhi sui cubani che emigrano negli USA. Portorico, che non soffre sanzioni economiche ha un modello in bancarotta, ed il suo grande debito continua a crescere a Wall Street, a meno che il governo federale lo riscatti e torni a rompere le regole del libero mercato. Cosa diranno gli pseudo-economisti che solo propongono il neoliberismo per Cuba in materia?

È normale che se Cuba resta a rimanere socialista, continui perdendo un gran numero di giovani e professionisti, che vogliono giocare il divertente, ma pericoloso, capitalismo USA. Questi due gruppi hanno un’istruzione superiore gratuita o un vigore giovanile che promuove illusioni individualiste. Allo stesso tempo, i cubano-americani già invecchiati, emarginati o che soffrono di qualche svantaggio o handicap potrebbero, in numero maggiore, iniziare a ritornare nel loro paese d’origine per vivere in un ambiente meno competitivo con l’illusione opposta; quella di trovare protezione e sicurezza. Questa tendenza sarebbe un pessimo affare che renderebbe più povera e invecchiata Cuba, se non scompare la Legge di Aggiustamento Cubano come strumento anti-nazionale e destabilizzante.

L’opposizione cubana, con assoluta imprudenza e mancanza di patriottismo, punta su un modello capitalista nell’isola con assoluto semplicismo e ripetono, come pappagalli, i dogmi del pensiero altrui senza fermarsi a pensare, in modo responsabile, quanto grave sarebbe per Cuba abbandonare quel poco che ha di ideale nazionalista.

Non è stato il nazionalismo che ha portato le difficoltà economiche a Cuba, ma le sanzioni economiche della parte vincente nella guerra fredda. Ora che si normalizzano le relazioni con il paese che sconfisse l’antico alleato di Cuba, questa opposizione, stupidamente ammiratrice degli antichi vincitori, ignora le nuove realtà e ignora che Cuba è stata in grado di resistere nei giorni peggiori e si è fatta rispettare, senza cambio di regime.

Mi piacerebbe vederli occupare uno spazio legale provando il rifiuto popolare ai loro progetti anti-nazionali. So che se il popolo entrasse in confusione e sostenesse le loro proposte, cadrebbe in bancarotta fino all’ultimo dei cubani senza il conforto dei sussidi e aiuti che Portorico sta ricevendo fin dai tempi della guerra fredda; probabilmente come parte dello sforzo USA per frenare l’influenza dell’Unione Sovietica in quel momento.

E’ vero che il blocco in corso a Cuba oggi è più corrosivo perché è accompagnato da un progresso di apparente normalità. I cubani più vulnerabili alla propaganda sono resi impazienti al vedere le celebrità fare selfie a l’Avana, le grandi produzioni cinematografiche relazionarsi strettamente con le istituzioni cubane, distribuendo l’elemosina e sfruttando la curiosità morbosa, mentre Cuba è di moda, il comico Panfilo fraternizzare in TV con Obama e poi accompagnando la marcia contro l’omofobia e la transfobia organizzata da Mariela Castro.

La parte più visibile di tutta questa vasta gamma di simbolica normalità, che come una cortina fumogena nasconde le sanzioni economiche crea, in molte persone, un certo disorientamento. Molti reclamano riforme più drastiche e maggior velocità nell’applicarle. Purtroppo non tutti capiscono che il cambiamento non è sinonimo di miglioramento.

Obama ha portato a Cuba un’offerta democratica che, nonostante la sua buona volontà, potrebbe lasciare la famiglia cubana senzatetto al cambiare, radicalmente, l’attuale regime. Tre delle caratteristiche più visibili di questo disturbo mentale che porterebbero alla catastrofe nazionale sono:

1- Un’enfasi d’emancipazione nelle minoranze non riconosciute, tradizionalmente, come rivoluzionarie che incoraggerebbe la creazione di nuove regole e istituzioni indebolendo la sovranità popolare.

2- Appoggio morale e finanziario ai lavoratori autonomi, con la speranza di fare, di loro, la classe sociale che contesti ai lavoratori senza mezzi e i loro rappresentanti.

3- La trasformazione della frammentata opposizione in un fronte civico unito e centrista che si allontani, in apparenza, dalla destra tradizionale e che anche imiti la sinistra cubana. Se i cubani vergognati dall’immobilismo si affrettassero alle riforme, cadranno in una trappola mortale proprio ora che l’opposizione mette da parte la destra tradizionale e si unisce in un’avanzata centrista.

Le riforme stimolano le speranze ma anche perturbano, in modo che solo le riforme più utili devono essere attuate, se non si vuole che il governo si discrediti in un ambiente troppo nuovo ed instabile. Anche se il cambio di regime a Cuba sarebbe poi così male per i cubani come quello di togliere il tetto a una famiglia nel bel mezzo di una tempesta, sarebbe una festa per alcuni oppositori che farebbero il ruolo di affittati -burattini per i grandi squali internazionali.

Questi pupazzi si mostrano oggi molto umile e con tratti di altruismo, ma pensano solo al bottino finale. Una famiglia con limitate risorse deve essere molto attenta con le riparazioni nella sua unica casa nel bel mezzo della tempesta. La nostra tempesta nazionale è causata, in gran parte, dalla combinazione di sanzioni e privilegi che la politica estera USA applica ai cubani e che influisce negativamente sulla coscienza nazionale, dividendo i cubani.

Molti cubani di buona volontà credono che Cuba deve aprirsi al mondo, e che dobbiamo cercare di piacere a tutti, ma dimenticano che “il mondo” è qualcosa di astratto, che in realtà spesso uno si apre al nemico, che dopo tutto è il primo che chiede, gridando, di aprire il cancello. Una volta aperta del tutto la porta i cubani vanno a comprendere perché Portorico, nonostante molti sussidi durante la Guerra Fredda, è ormai in bancarotta ma forse a quel punto è troppo tardi per chiudere la porta al lupo cattivo.

Como lo veo ahora…

Yadira Escobar

A todo aquel que sin obligación o interés alguno, asume una postura ideológica con honesta pasión, me inclino con respeto porque por lo menos cree en algo, pero para los apáticos simuladores que actúan según como sople el viento oportunista, mi eterno desprecio. ¡Que vació tan hondo les persigue! ¡Cuan erróneos esos cálculos materialistas! Rojo parece, Comunista no es. El panorama sigue complicándose así que por lo general les compartiré mi opinión del momento en un solo articulo.

Aunque en el 2015 más de 43,000 cubanos llegaron a EE.UU, no podemos decir que escapaban del socialismo cubano, pues también lo mismo hicieron en mayor cantidad los 71,297 puertorriqueños que salieron del capitalista Puerto Rico debido al desempleo, el alto costo de la vida y la violencia. Con una población de casi 3 millones y medio de personas, la isla caribeña tiene proporcionalmente un mayor numero de personas escapando de sus problemas internos.

Los medios en Miami no hablan de estas cosas por supuesto, porque debilitan el argumento propagandístico que se usa para promover un cambio de régimen en Cuba. Sólo ponen sus ojos en los cubanos que emigran a los Estados Unidos. Puerto Rico, que no sufre sanciones económicas tiene un modelo en bancarrota, y su gran deuda sigue creciendo en Wall Street, a no ser que el gobierno federal los rescate y vuelva a romper las reglas del libre mercado. ¿Que dirán los seudo-economistas que solo proponen el neo-liberalismo para Cuba sobre este asunto?

Es normal que si Cuba sigue siendo socialista, continué perdiendo grandes cantidades de jóvenes y profesionales, que quieren jugar al divertido pero peligroso, capitalismo estadounidense. Estos dos grupos cuentan con una educación superior gratuita o con un vigor juvenil que propicia ilusiones individualistas. Al mismo tiempo los cubano-americanos ya envejecidos, marginados o padeciendo de alguna desventaja o impedimento pudieran en mayores números comenzar a regresar a su país de origen para vivir en un entorno menos competitivo con la ilusión contraria; la de encontrar protección y seguridad. Esta tendencia sería un pésimo negocio que haría más pobre y envejecida a Cuba sino desaparece la Ley de Ajuste Cubano como herramienta anti-nacional y desestabilizadora.

La oposición cubana con total imprudencia y falta de patriotismo, apuesta por un modelo capitalista en la isla con total simplismo y repiten como cotorras los dogmas del pensamiento ajeno sin detenerse a pensar con responsabilidad en lo grave que sería para Cuba abandonar lo poco que tiene de ideal nacionalista.

No fue el nacionalismo quien trajo las dificultades económicas a Cuba, sino las sanciones económicas del bando ganador en la guerra fría. Ahora que se normalizan las relaciones con el país que derrotó a los antiguos aliados de Cuba, está oposición estúpidamente admiradora de los vencedores antiguos desconoce las nuevas realidades e ignora que Cuba logró resistir en los peores días y se dió a respetar sin cambiar de régimen.

Me gustaría verlos ocupando un espacio legal y comprobando el rechazo popular a sus proyectos anti-nacionales. Sé que si el pueblo entrara en confusión y apoyara sus propuestas, caeria en bancarrota hasta el último de los cubanos sin el consuelo de los subsidios y ayudas que Puerto Rico viene recibiendo desde los días de la guerra fría probablemente como parte del esfuerzo norteamericano por frenar las influencias de la Unión Soviética en esa época.

Es verdad que el bloqueo actual a Cuba hoy es más corrosivo porque viene acompañado de una avanzada de aparente normalidad. Los cubanos más vulnerables a la propaganda se impacientan al ver a las celebridades haciéndose selfies en la Habana, a las grandes producciones fílmicas relacionándose estrechamente con las instituciones cubanas, repartiendo limosnas y explotando el morbo mientras cuba está de moda, al cómico de Panfilo fraternizando en TV con Obama y luego acompañando la marcha Contra la Homofobia y la Transfobia organizada por Mariela Castro.

La parte más visible de todo este amplio espectro de simbólica normalidad que como cortina de humo esconde las sanciones económicas crea en muchas personas cierta desorientación. Muchos reclaman más drásticas reformas y mayor velocidad en aplicarlas. Lamentablemente no todos entienden que cambio no es sinónimo de mejoria.

Obama llevó a Cuba una oferta socialdemócrata que a pesar de su buena voluntad pudiera dejar sin techo a la familia cubana al cambiar radicalmente el régimen actual. Tres de los rasgos más visibles de esa perturbación mental que llevarían al desastre nacional son:

1-Un énfasis emancipatorio en minorías no reconocidas tradicionalmente como revolucionarias que propiciaría la creación de nuevas normas e instituciones debilitando la soberanía popular.

2-Apoyo moral y financiero a los cuentapropistas con la esperanza de hacer de ellos la clase social que dispute el poder a los trabajadores sin medios y a sus representantes.

3-La transformación de la fragmentada oposición en un frente cívico unido y centrista que se aleje en apariencia de la derecha tradicional y que incluso imite a la izquierda cubana. Si los cubanos avergonzados del inmovilismo se apresuran en las reformas, caerán en una trampa mortal precisamente ahora que la oposición deja a un lado la derecha clásica y se une en una avanzada centrista.

Las reformas estimulan las esperanzas pero tambien perturban, así que sólo las más útiles reformas deben ser aplicadas sino se quiere que el gobierno se desprestigie en un entorno demasiado novedoso e inestable. Aunque el cambio de régimen en Cuba sería tan malo para los cubanos como el quitarle el techo a una familia en medio de una tormenta, seria un festín para algunos opositores que harían el papel de alquiladas-marionetas para los grandes tiburones internacionales.

Esas marionetas se muestran hoy muy humildes y con rasgos de altruismo, pero sólo piensan en el botín final. Una familia con escasos recursos tiene que tener mucho cuidado con las reparaciones en su única casa en medio de la tormenta. Nuestra tormenta nacional es provocada en gran medida por la combinación de sanciones y privilegios que la política exterior de Estados Unidos aplica a los cubanos y que influye negativamente en la conciencia nacional dividiendo a los cubanos.

Muchos cubanos de buena voluntad creen que Cuba debe abrirse al mundo, y que hay que tratar de agradar a todos, pero olvidan que “el mundo” es algo abstracto, que de verdad muchas veces uno se abre al enemigo, que después de todo es el primero que pide a gritos que abran el portón. Una vez abierta la puerta del todo, los cubanos van a comprender porque Puerto Rico a pesar de tantos subsidios durante la guerra fría está hoy en Bancarrota, pero quizás para entonces sea demasiado tarde para cerrar la puerta al lobo feroz.

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