MINREX: Cuba respinge il ritorno della Dottrina Monroe

Il Ministero delle Relazioni Estere avvisa sulla  gravità del messaggio di arroganza e disprezzo con cui il Segretario di Stato degli Stati Uniti ha iniziato un giro per paesi dell’America Latina e dei Caraibi.

In attesa del suo viaggio, giovedì 10 febbraio, il segretario di Stato Rex Tillerson, in una presenza nell’Università del Texas, ad Austin ha rilasciato dichiarazioni allarmanti  e d’ingerenza che istigano apertamente al crollo per qualsiasi via del governo legittimo del Venezuala e sono indirizzate anche a provocare la condanna unanime della regione alle misure di ritorno e indurimento del blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba, che hanno il proposito di danneggiare l’economia e il popolo cubano, cercando di far piegare il paese.

Le sue dichiarazioni si aggiustano chiaramente agli schemi di cambio del regime costati milioni di vittime innocenti in varie parti del mondo, che hanno promosso la violenza, la guerra, le crisi umanitarie e l’instabilità, dimostrando il loro fallimento.

Il Governo degli Stati Uniti disconosce che questa è una regione impegnata con la difesa della pace, così com’è consacrato nel Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, firmato dai Capi di Stato e di Governo a l’Avana nel gennaio del 2014, durante il II Vertice della CELAC.

Il segretario Tillerson ha detto che «Nella storia del Venezuela e di fatto nella storia di altri paesi  latinoamericani e sudamericani, frequentemente sono i militari che si occupano d questo, quando le cose si pongono così male che i leader militari si rendono conto che già non possono rispondere più ai cittadini che stanno  conducendo una transizione pacifica. Se questo è il caso o no, io non lo so».

Precedentemente  ha difeso i postulati della tristemente celebre dottrina, che aveva stabilito come politica che l’America è il cortile degli Stati Uniti, dichiarando che: «alcune volte dimentichiamo l’importanza della Dottrina Monroe e quello che significa per il nostro emisfero, per cui credo che oggi è tanto importante come quando è stata scritta».

Le sue parole sono chiaramente un’istigazione al cambio di regime.

Nelle sue istruzioni per la regione, Tillerson è andato così lontano da suggerire che il presidente Nicolás Maduro dovrebbe abbandonare il suo posto di Capo di Stato democraticamente eletto con un’indiscutibile maggioranza di voti.

Nel suo discorso torna anche con i falliti condizionamenti imposti a  Cuba e senza alcuna autorità morale s’intromette nei temi interni cubani, reclamando per il nostro prossimo processo elettorale, dei cambi che siano graditi agli Stati Uniti.

Con le sue dichiarazioni il funzionario del Governo degli Stati Uniti, aggiunge un nuovo atto a quello che è stato un elenco di successive  violazioni nella storia di dominio della nostra regione e ratifica un sostenuto disprezzo con cui il Governo del presidente Donald Trump si riferisce senza dubbio alle nazioni dell’America Latina e dei Caraibi, di cui squalifica i popoli ogni volta che ne ha l’opportunità.

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba condanna questa nuova aggressione contro Cuba e il Venezuela, che segue le recenti dichiarazioni senza rispetto del presidente Trump nel discorso sullo Stato dell’Unione.

Prima dipartire per il suo giro imperialista, il Segretario di Stato ha annunciato che il 2018 sarà l’anno delle Americhe e ha dichiarato che cercherà d’incentivare la divisione e la sottomissione tra i governi latinoamericani Facendolo inciamperà nel disprezzo che suscitano i suoi annunci e con la dignità dei popoli della regione che mantengono nella memoria le centinaia di migliaia di morti  e di scomparsi  per le dittature militari sostenute dagli Stati Uniti e che il   segretario Tillerson oggi incita a ricreare .

È indignante e inaccettabile che il Segretario di Stato degli Stati Uniti chiami apertamente a un colpo militare in Venezuela, stimolando l’instabilità, il crollo di governi democraticamente eletti, e la violenza.

È ovvio e penoso che né il Presidente degli Stati Uniti, né il loro segretario di Stato conoscono l’America Latina e i Caraibi.

Il nostro è stato un continente sottomesso al dominio umiliante degli USA, interessati solo ad estrarre le risorse in una relazione disuguale.

Ma Nuestra America si è risvegliata e non sarà tanto facile piegarla.

La Habana, 5 de febrero del 2018

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