Il santo fuoco dell’amore patrio

Viva Cuba libera! Viva l’indipendenza cubana! santo grido che ha dato forza alle nostre braccia ed ha infiammato i nostri cuori con il santo fuoco dell’amor patrio.

Q quel grido magico di libertà hanno risposto con frenesia tutti gli abitanti di questo dipartimento orientale e del centro, e noi che eravamo solo cinquecento, illusi o disperati, come propagandavano perfidamente i satelliti del despota Lersundi, abbiamo formato dieci giorni dopo la dichiarazione, un esercito di quindicimila uomini che aveva già liberato cento leghe di territorio con alcune città importanti e più di centomila anime, e aveva sconfitto senza armi e senza risorse tutte le truppe spagnole che erano venute ad attaccarci, procurando loro molti morti e feriti e facendo più di 300 prigionieri, tra i quali molti ufficiali dell’ esercito spagnolo.

Da allora la Rivoluzione ha visto un incremento e se oggi unissimo le armi e le munizioni potremmo fare fronte a qualsiasi esercito per numeroso e agguerrito che fosse; perché non esiste nessun potere, per numeroso e agguerrito che sia, che possa detenere le idee generose e feconde quando vogliono svilupparsi, né affogare le ispirazioni di un popolo che dopo una lunga e vergognosa sottomissione sia alza all’altezza dei sui diritti per conquistarli.

Noi abbiamo formato nell’eroica città di Bayamo un governo provvisorio essenzialmente repubblicano, organizzato nel migliore modo che ci è stato possibile, con tutti i rami dell’amministrazione pubblica.

Noi abbiamo proclamato ogni classe di libertà, riconoscendo tutti i diritti naturali e positivi dell’uomo; abbiamo ammesso nelle nostre fila tutti gli uomini di qualsiasi nazionalità, purché pensino come noi rispetto al destino della nostra Patria (…)

Fonte: Lettera al Presidente della Repubblica del Cile. Dicembre 1868,

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