L’impeto di Carlos Manuel de Céspedes e la sua determinazione quel 10 ottobre 1868, quando dichiarò che “Cuba non può più appartenere a un potere”, sono ancora vivi.
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Céspedes e Agramonte
Il 10 ottobre 1868 iniziarono le guerre per l’indipendenza di Cuba e, nel suo zuccherificio di Demajagua, l’avvocato baiano Carlos Manuel de Céspedes proclamò l’indipendenza di Cuba dal colonialismo spagnolo e concesse la libertà agli schiavi.
A Las Clavellinas si rafforzò l’inizio della Guerra dei Dieci Anni
I patrioti di Camagüey si impegnarono nel movimento iniziato da Carlos Manuel de Céspedes in Oriente, ma all’insurrezione del 10 ottobre 1868, tra alcuni ricchi proprietari terrieri prevalevano ancora dubbi e indecisioni sulla data migliore per iniziare la Rivoluzione, in attesa di maggiori risorse militari e finanziarie, mentre altri dubitavano del successo della guerra ed erano propensi a percorrere la via riformista.
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Cuba celebra 155 anni dall’inizio delle lotte per la sua indipendenza
Cuba celebra oggi il 155° anniversario dell’inizio delle lotte per l’emancipazione dalla corona spagnola, evento che segnò i destini della nazione, nel 1868.
La mattina del 10 ottobre di quell’anno, l’avvocato ribelle Carlos Manuel de Céspedes pronunciò nell’oriente dell’isola la dichiarazione d’indipendenza conosciuta come Manifesto della Giunta Rivoluzionaria dell’Isola di Cuba, che comprendeva postulati universali ed avanzati per la epoca.
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L’esilio e la morte di Machado
Ignacio Agramonte y Loynaz, El Mayor
Quando si trovava al suo posto di combattimento per la libertà di Cuba, in un’azione di sorpresa delle truppe spagnole, nei pascoli di Jimaguayú, a Camagüey, l’11 maggio 1873, Ignacio Agramonte, l’insigne patriota camagüeiano cadde ferito a morte; aveva solo 32 anni.
Il Padre «che ha insegnato a vivere a tutti
Anche ora,quando gli interessi d’ingerenza si rovesciano sull’Isola con campagne di odio e di sradicamento, la risposta di Céspedes -più di un secolo e mezzo fa- a questo stesso nemico di sempre ci giunge come uno stendardo morale: «Il nostro lemma è sarà sempre indipendenza o morte. Cuba non solo dev’essere libera: non deve più ritornare ad essere schiava».
Mailenys Oliva Ferrales
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Céspedes, oltre il suo ultimo sparo
Céspedes immortale, dopo San Lorenzo
152 anni della prima proclamazione di Cuba contro la schiavitù
Poche settimane dopo lo scoppio rivoluzionario del 10 ottobre 1868, Carlos Manuel de Céspedes emanò il decreto sulle armi per la fine della schiavitù.
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Céspedes ispira le degne lotte di oggi
Il Padre della Patria ha ricevuto l’omaggio di una rappresentazione di santiagheri a nome di tutta Cuba, nel 146º anniversario della sua morte in combattimento.
Céspedes, padre di straordinarie dimensioni
Padrone dei nostri cuori da quel sublime atto di rinuncia delle sue ricchezze, liberando gli schiavi e invitandoli alla lotta indipendentista, convinto che ogni cubano avrebbe seguito la sua voce a La Demajagua, il patrizio ci inculcò anche la determinazione di morire prima di cadere nelle mani del nemico
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Il santo fuoco dell’amore patrio
Guáimaro e lo spirito costituzionale che perdura
Sei mesi esatti dopo il grido libertario di Carlos Manuel de Céspedes nello zuccherificio la Demajagua, i patrioti alzati in armi contro il colonialismo spagnolo diedero a Cuba e al mondo una nuova e rilevante lezione di unità e civismo.
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Cuba: il frutto che maturò? (I)
Haroldo Miguel Luis Castro – www.cubahora.cu
Il 18 maggio 1898, nella lettera inconclusa a Manuel Mercado, José Martí avvertì sulle intenzioni espansioniste USA su Cuba e la regione. Solo tre anni dopo, l’esercito USA conseguiva intervenire senza grandi complicazioni nel conflitto con la Spagna. Com’è stato possibile?