Il 20 maggio 1902, Cuba indossò la sua migliore guayabera e issò la sua bandiera con l’illusione di un popolo convinto di aver conquistato la sua libertà. Finalmente la repubblica! Dopo anni di machete e coraggio nella Guerra d’Indipendenza del 1895, i cubani pensavano che il giogo spagnolo fosse ormai un ricordo del passato.
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La base yankee di Guantánamo è frutto del servilismo di 120 anni fa
Il 16 febbraio 1903, il Governo di Estrada Palma cedette, per la Base Navale di Guantánamo, un’area di 117,6 chilometri quadrati di territorio nazionale, che da allora rimane occupata, contro la volontà del popolo cubano.
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Figli leali nel sacrificio per la Patria
La data sacra che indica il nuovo inizio della lotta indipendentista convocata da José Martí, è sempre motivo d’orgoglio e rimembranza.
I protagonisti erano uomini decisi a dare la propria vita prima di permettere l’affronto al cielo che li aveva visti nascere, e il sollevamento simultaneo del 24 febbraio risuona oggi con identica forza in un popolo erede e difensore della libertà conquistata.
Chi è Henry Reeve?
La Patria, come diceva Martí, non appartiene a nessuno, e se appartiene a qualcuno, apparterrà a coloro che la amano
altruisticamente e sono disposti a fare tutti i sacrifici per essa.”
Fidel Castro Ruz, 1955
di Pedro Urra Medina – www.cuba-si.ch/it
Solo poche ore dopo, il Comandante in Capo, Fidel, decise di chiamare “Henry Reeve” la Brigata Medica che era stata istituita per aiutare le vittime lasciate dall’uragano Katrina nel sud degli Stati Uniti e, più tardi, al Contingente Medico che avrebbe offerto il suo aiuto ovunque fosse necessario, a Cuba o in qualsiasi parte del mondo.
Guáimaro e lo spirito costituzionale che perdura
Sei mesi esatti dopo il grido libertario di Carlos Manuel de Céspedes nello zuccherificio la Demajagua, i patrioti alzati in armi contro il colonialismo spagnolo diedero a Cuba e al mondo una nuova e rilevante lezione di unità e civismo.
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Coloro che hanno aperto la strada
Ronald Suárez Rivas http://www.granma.cu
Carlos Manuel de Céspedes, «il padre della Patria»
Si dice che davanti alla domanda di alcuni patrioti, su come ottenere le armi per la lotta, Carlos Manuel de Céspedes rispose fulminante “le armi le hanno loro”, cioè, i soldati spagnoli, in un appello a strapparle al nemico.
Ed in effetti, quella sarebbe stata la strategia che le forze cubane avrebbero ripetutamente assunto nella lotta che stava per iniziare, e in quelle che sarebbero giunte posteriormente.
Un messaggio per le generazioni di tutti i tempi
Quando si compiranno 150 anni dall’inizio delle lotte per l’indipendenza di questa terra, si leggerà il messaggio per le future generazioni che fu posto più di vent’anni fa nel complesso monumentale El Cacahual, proprio quando morì Juan Fajardo Vega, l’ultimo mambí.
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Le Costituzioni mambì
Il 10 ottobre del 1868 marcò l’inizio dell’indipendenza di Cuba. In quella emblematica data, Carlos Manuel de Céspedes, Padre della Patria, dal suo zuccherificio, la Demajagua, chiamò tutti i cubani alla lotta e promosse per la prima volta la liberazione degli schiavi, incitando i suoi a sommarsi all’insurrezione.
L’eco della vera rivoluzione
Quando il 25 maggio del 1893 José Martí scrisse al maggiore generale Antonio Maceo «precisamente ora ho davanti agli occhi la Protesta di Baraguá che è uno dei fatti più gloriosi della nostra storia», realizzava una delle prime e più certe valutazioni sul fatto che senza dubbio fu una pietra miliare nella Storia di Cuba.
Creato un museo dedicato a Isabel Rubio
Pinar del Rio – Nella grande casa dove viveva e che nel suo momento divenne il centro di cospirazione più importante dell’occidente cubano, è stato creato un museo dedicato all’eroica capitana della sanità dell’Esercito Liberatore, Isabel Rubio, come parte dl attività in Vueltabajo per onorare la memoria della insigne patriota, a 120 anni dalla sua scomparsa.
Il massacro del 1912
105 anni fa, tra maggio e giugno del 1912, avvenne uno dei fatti più vergognosi della Repubblica neocoloniale: il massacro di circa 3.000 negri e meticci. L’esercito del governo ebbe solo 12 feriti.
La protesta armata avvenne perchè la maggioranza dei militanti del Partito Indipendente di Colore – PIC – lo aveva deciso, nonostante la posizione del suo leader, Evaristo Estenoz, imbevuti dalla mentalità che i sollevamenti erano la via per realizzare obiettivi.
Non c’è futuro senza passato
Obama in Baraguá
Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
Questo testo l’ho pubblicato il 7 gennaio 2015, dal titolo “Cuba: Una domanda pertinente” in seguito alla polemica innescata da una delle provocazioni ordite da quelli che Barack Obama -nel suo messaggio per la visita prevista a Cuba questo mese- ha considerato “uomini e donne coraggiosi che danno voce alle aspirazioni del popolo cubano”.





