Colombia: 2020, annus horribilis

Francesco Cecchini www.ancorafischiailvento.org

La Colombia è sempre stata un paese scosso dalla violenza, ma il 2020 è stato un anno particolarmente pieno di dolore e grondante sangue. Anche il 2021 è iniziato come aveva finito il 2020, con l’ assassinio di una ex guerrigliera delle FARC-EP, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo, Yolanda Zabala Mazo, di 22 años, nome di battaglia Liliana Estrada.

Il partito FARC, Forza Alternativa Rivoluzionaria de Comune, in una dichiarazione pubblica del 31 dicembre ha assicurato che continuerà a impegnarsi per la pace in modo irreversibile nonostante la lunga lista di omicidi di ex guerriglieri e delle loro famiglie. Una lista di cui purtroppo ormai fanno parte Yolanda e la sorella minore. Qualche ora prima, era stato compiuto l’omicidio del difensore dei diritti umani ed etno-educatore, Gerardo León, avvenuto nella riserva El Tigre a Puerto Gaitán, dipartimento di Meta, diventando il primo leader sociale assassinato nel 2021. Il secondo è stato assassinato lo scorso sabato, 2 gennaio. La Federación Colombiana de Trabajadores de la Educación (Fecode) ha denunciato e condannato l’ assassinio dell’ educatore e leader sociale Diego Betancourt Higuera, avvenuto nel municipio di Yopal, departamento di Casanare.

CORONAVIRUS.

L’ultimo rapporto del Ministero della Salute e della Protezione Sociale, consegnato giovedì 31 dicembre, ha confermato 16314 nuovi casi, 304 morti in più per un totale di 43213. Il numero di casi attivi è 86777. I primi giorni di gennaio i numeri dei contagiati e dei morti sono in aumento crescente tanto che a Bogotá e nelle principali città è stato stabilito uno stato di confinamento stretto dalla sera alla mattina. L’emergenza per la pandemia ha messo in luce i problemi socio-economici che affliggono il paese, le tante sacche di emarginazione, discriminazione e violenza. Milioni di persone hanno perso il lavoro ed è aumentata la povertà. drammatica situazione di migranti e rifugiati, soprattutto venezuelani. La pandemia ha messo in luce un sistema sanitario pubblico carente, se non addirittura nullo.

MASSACRI, ASSASSINII DI LEADER SOCIALI, DI EX GUERRIGLIERI E FEMMINICIDI.

2020: l’ anno più sanguinoso dopo la firma dell’Accordo di Pace. Un bagno di sangue.

Secondo l’ ONG Indepaz, Instituto de estudios para el desarrollo y la paz, il 2020 ha provocato 90 massacri con 375 vittime; oltre a 310 leader sociali e 64 ex combattenti assassinati nel paese.

L’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet ha condannato l’ aumento della violenza contro i contadini, gli indigeni e gli afro-discendenti ed ex guerriglieri Bachelet ha invitato le autorità del paese a intraprendere azioni concrete per prendersi cura della popolazione.

Inoltre vi sono i femminicidi. Tra gennaio e novembre 2020, in Colombia sono stati denunciati almeno 569 crimini di omicidio contro le donne. L’Osservatorio della Rete Femminista Antimilitarista ha segnalato nel suo ultimo rapporto un aumento dei crimini contro le donne e della violenza di genere. L Osservatorio ha rivelato un aumento del 9,4% dei femminicidi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, situazione peggiorata a causa del confinamento sociale dovuto alla pandemia di Covid-19. Secondo il rapporto, questa situazione ha lasciato orfani almeno 198 minori e al momento del crimine 12 delle donne erano incinte.

PARAMILITARI.

Il 14 novembre scorso la deputata colombiana Sandra Ramírez ha contestato l’atteggiamento del presidente, Iván Duque, di fronte all’aumento dei massacri e alla presenza di gruppi paramilitari nelle zone rurali. Mentre Duque nega la presenza del paramilitarismo in Colombia, questi stessi gruppi armati continuano a massacrare ha sottolineato su Twitter il membro del partito politico Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común. L’ex guerrigliero ha citato il violento omicidio registrato il giorno prima nel comune di Tierralta del dipartimento di Córdoba, dove sono morte tre persone della stessa famiglia Chi ha dato l’ordine? Chi risponde ?, ha interrogato Ramírez sul social network. Gli autori dell’incidente sono i paramilitari che operano nell’area. Sandra Ramírez ha condannato il massacro e ha invitato il presidente Duque a smantellare questi gruppi irregolari e le loro reti di sostegno.

Nonostante quello che afferma, in malafede, Iván Duque i paramilitari circolano e colpiscono in Colombia. Ve ne sono anche di nuovi, gli Urabeños, per esempio. Gli Urabeños sono emersi dalle ceneri del movimento paramilitare colombiano per diventare la forza criminale dominante in Colombia, con portata nazionale. Gli Urabeños si dedicano principalmente al traffico di droga transnazionale. I membri del gruppo leader sono trafficanti internazionali che gestiscono le proprie rotte, ma la rete nel suo insieme è meno di un cartello e più di un fornitore di servizi per trafficanti di droga indipendenti. Controllano i territori e regolano o dirigono il mercato della base di coca scortando le spedizioni lungo i corridoi del traffico internazionale, garantendo l’accesso o la protezione dei laboratori di lavorazione e fornendo servizi di stoccaggio e spedizione nelle regioni costiere e di confine. Il modello di rete Los Urabeños richiede che le cellule locali siano finanziariamente auto-efficienti. Di conseguenza, questi gruppi si sono espansi nell’estrazione illegale, estorsione, micro-traffico e dirigono o rilevano una percentuale di altre attività criminali che si svolgono nei territori. Gli Urabeños hanno stabilito un modello di rete mista, in cui circa un terzo delle cellule locali è direttamente comandato dalla leadership di Urabá, mentre le altre sono organizzazioni criminali locali che usano il nome Los Urabeños e dovrebbero fornire servizi o seguire gli ordini strategici quando richiesto. La rete è coordinata da un comando nazionale situato nella sua fortezza a Urabá, composto da guerriglieri dell’EPL divenuti paramilitari guidati da Otoniel. Tuttavia, questo nodo è stato devastato dalle recenti operazioni delle forze armate, lasciando Otoniel una figura sempre più isolata, in gran parte concentrata sulla sua sopravvivenza. Il franchise di Los Urabeños è presente in almeno 17 dipartimenti in Colombia, oltre a una presenza internazionale. La sua base e fortezza è centrata attorno al Golfo di Urabá nei dipartimenti di Antioquia e Chocó e si estende fino a Córdoba. Hanno una vasta presenza nel resto di questi dipartimenti, così come lungo la costa caraibica, nella città di Medellín e in dipartimenti come La Guajira, Santander, Valle del Cauca e Norte de Santander.

ELN, Ejército de Liberación Nacional.

L’ ELN ha circa 1500 combattenti e un’estesa rete di supporto, anche urbana. I rapporti tra ELN e il presidente Iván Duque, uomo di Uribe, sono significativi della situazione critica della pace in Colombia.

Iván Duque ha interrotto i colloqui di pace all’Avana e si è sempre rifiutato di riprenderli, nonostante l’ ELN non si sia mai alzata dal tavolo del dialogo. L’ELN, di fronte alla drammatica situazione della pandemia da coronavirus, con un comunicato emesso lo scorso 7 luglio ha proposto al governo di Iván Duque un cessate il fuoco bilaterale per tre mesi, rispondendo alla richiesta del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterresdelle Nazioni Unite di ridurre la violenza nei conflitti mondiali, data l’entità dell’emergenza scatenata dal coronavirus. L’ELN ha sottolineato: La nostra delegazione per dialoghi di pace che si trova all’Avana è autorizzata a elaborare tutti i dettagli operativi. La tregua creerebbe un clima di distensione umanitaria, favorevole a riavviare i dialoghi di pace. Il presidente Iván Duque, uomo di Uribe, nemico numero uno della pace in Colombia, attraverso il suo account Twitter, ha rifiutato la proposta dell’ELN e ha affermato che il suo governo non mancherà mai di adempiere al dovere costituzionale di affrontare la criminalità in tutto il territorio.

L’ ELN ha annunciato che non si fida del governo di Iván Duque, che non estenderà il cessate il fuoco unilaterale e che riprenderà le sue operazioni in Colombia a maggio 2020.

FARC-EP, NUEVA MARQUETALIA

Anche la vicenda di FARC-EP NUEVA MARQUETALIA, fondata il 29 agosto 2019, è significativa della profonda crisi che sta vivendo il processo di pace. Guerriglieri delle FARC-EP hanno ripreso in mano le armi perché la pace veniva tradita.

Ivan Márquez, ex numero due della guerriglia e negoziatori nei colloqui dell’ Avana, con al suo fianco Santrich, rimesso in libertà dopo più di un anno di carcere, ha dichiarato: “Nostro obiettivo strategico è la pace della Colombia con giustizia sociale, democrazia, sovranità e dignità. Questa è la nostra bandiera, la bandiera del diritto alla pace che garantisce la vita”,

Alcuni partiti comunisti del Sud America hanno da subito espresso sostegno alla decisione della nuova guerriglia delle FARC-EP, tra cui il Partito Comunista del Messico che ha salutato l importante notizia per il popolo colombiano e per il movimento rivoluzionario dell’America Latina.

Anche nella lettera aperta al popolo colombiano per il 2021 dopo aver duramente criticato il governo di Iván Duque, definito un burattino uribista, FARC-EP NUEVA MARQUETALIA ha ribadito l’ importanza di una pace stabile e duratura, che può essere ottenuta solamente con la sconfitta dell’ attuale regime oligarchico dominante,

COLOMBIA NELLA NATO E MILITARI AMERICANI NEL SUO TERRITORIO.

Dal 31 maggio 2018 la Colombia è la prima nazione dell’America Latina ad essere membro della NATO.

Il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, si è incontrato il 31 maggio a Bruxelles con il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, per completare il processo di adesione della Colombia come parte dell’alleanza militare. Nella serata di venerdì 25 maggio, durante un discorso trasmesso dall’emittente televisiva di Stato, Santos ha annunciato che il suo Paese si unirà formalmente all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), diventando così a tutti gli effetti un partner globale. Santos ha dichiarato: Saremo l’unico paese dell’America Latina con questo privilegio. Colombia beneficia molto dal fatto di giocare un ruolo attivo in seno alla comunità internazionale: molti dei problemi a cui facciamo fronte sono sempre più presenti a livello globale, e per trovare soluzioni necessitano del sostegno e della collaborazione degli altri Paesi. Formalizzeremo a Bruxelles la prossima settimana, e l ingresso della Colombia nella Nato, nella categoria di partner globale, è molto importante. Inoltre, il capo di Stato ha colto l’occasione per annunciare che, poche ore prima del suo intervento televisivo, la Colombia è stata accettata come Paese membro anche in seno all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). A tal proposito, il presidente ha affermato: Dopo sette anni di lavoro giudizioso e dedicato, oggi siamo stati accettati a pieno titolo come membri dell’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Far parte dell’OCSE e della NATO migliora l’immagine della Colombia e ci rende un attore più importante sulla scena internazionale.

Stando a quanto annunciato dalla NATO tramite il proprio portale web, il partenariato globale con la Colombia si tradurrà, a livello pratico, in una stretta cooperazione in materia di sicurezza globale, marittima e informatica, e in materia di terrorismo e legami con il crimine organizzato. L’alleanza militare, creata il 4 aprile 1949, riunisce attualmente 29 Paesi membri, 30 con l aggiunta di Bogotá. L’accordo sull’adesione colombiana alla NATO era stato raggiunto a maggio 2017, in seguito al raggiungimento dell’accordo di pace definitivo tra il governo di Santos e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito Popolare (FARC-EP), . Nel 2016, Santos era stato insignito del Premio Nobel per la Pace proprio per il suo ruolo di mediatore negli accordi con i guerriglieri colombiani. Il presidente lascerà l’incarico quest’anno. Oltre alla Colombia, sono partner globali della NATO anche Afghanistan, Australia, Iraq, Giappone, Corea del Sud, Mongolia, Nuova Zelanda e Pakistan.

Il 27 maggio 2020, l’ambasciata USA a Bogotá e il ministero della Difesa nazionale colombiano hanno reso noto che una brigata di assistenza delle forze di sicurezza USA (SFAB) sarebbe arrivata nel territorio colombiano per contribuire al « lotta al traffico di droga ». La nota rilasciata dal quartier generale diplomatico nordamericano affermava inoltre che la missione militare sarebbe iniziata all’inizio di giugno e sarebbe durata diversi mesi. Il capo del comando meridionale, ammiraglio Craig Faller, riferendosi agli scopi di questo nuovo schieramento, ha dichiarato: La missione SFAB in Colombia è un’opportunità per dimostrare il nostro impegno reciproco contro il traffico di stupefacenti e il sostegno alla pace regionale, rispetto per sovranità e la promessa duratura di sostenere ideali e valori condivisi . Oltre a questa dolorosa retorica di Faller, che è stato uno degli architetti dell’ostilità contro Caracas, il comunicato dell’Ambasciata nordamericana ha sottolineato che queste truppe sosterrebbero l’Operazione Antidrug di maggiori sforzi approvata da Trump l1 aprile e orientato contro quella nazione sudamericana. Pertanto, questo movimento delle forze statunitensi sta avvenendo in un contesto di forte escalation contro il governo venezuelano caratterizzato da un uso più intenso di strumenti militari. In questo senso, ci sono due domande fondamentali: che cosa sono gli SFAB? Come potrebbero essere utilizzati nei piani degli Stati Uniti contro il Venezuela? L’SFAB è composto da brigate altamente specializzate dell’esercito USA che sono progettate per addestrare, consigliare e accompagnare le nazioni che si considerano alleate nelle operazioni militari. I suoi membri sono scelti tra le diverse unità regolari dell’esercito e prima di completare le loro missioni ricevono numerosi corsi di preparazione presso la Military Advisors Training Academy di Fort Benning, in Georgia. Per coincidenza, la sede della famosa Scuola delle Americhe era situata in quest’ultima. In sostanza, e senza pretendere di sopravvalutare le capacità di questo tipo di unità, comporta l’invio in Colombia di personale militare americano con esperienza di combattimento e con la capacità di trasferire le proprie conoscenze in diverse specialità dell arte della guerra che vanno dalla preparazione negli esplosivi fino all’allenamento da cecchino. È evidente che con questo dispiegamento hanno come scopo fondamentale quello di essere più efficaci e raggiungere risultati che fino ad ora non sono stati possibili da raggiungere e, apparentemente, non sono esclusivamente legati alla lotta contro il traffico di droga, ma al clamoroso fallimento del loro politica di cambio di regime contro il Venezuela. Il primo giugno, il primo gruppo di militari statunitensi composto da circa 50 truppe arrivò a Bogotà dagli Stati Uniti in un aereo C-17 Globmaster. In una fase iniziale, sono rimasti in quarantena come parte dei protocolli per affrontare COVID-19, ma dopo pochi giorni sono stati distribuiti a quattro gruppi in diversi luoghi chiave del paese. Secondo alcuni media colombiani, uno dei gruppi svolgerà missioni nella regione di Catatumbo che confina con il Venezuela, che è un elemento significativo e prevedibile. In termini di contesto in cui viene presa questa decisione dal governo degli Stati Uniti, spiccano i seguenti aspetti: il clamoroso fallimento dell’incursione marittima o dell’avventura militare all’inizio di maggio, il crescente discredito della figura di Juan Guaidó, l’incapacità del l’opposizione politica a destabilizzare il processo bolivariano, il rafforzamento della leadership di Nicolás Maduro e il solido sostegno dimostrato dalle forze armate nazionali bolivariane. Tutti questi elementi avrebbero potuto avere un impatto sul fatto che i settori statunitensi che favoriscono il corso più conflittuale contro il Venezuela hanno concluso che è tempo di concentrarsi con priorità sullo sviluppo di azioni che garantiscano progressi in risultati concreti. In tal senso, i consulenti militari statunitensi devono svolgere un ruolo decisivo in questi sforzi di fronte al fallimento del resto delle opzioni. Tenendo conto di quanto sopra, lo SFAB, sulla base della preparazione delle sue truppe, avrebbe partecipato all’addestramento di paramilitari e mercenari che avrebbero svolto missioni specifiche per cercare di destabilizzare la nazione bolivariana. In particolare, avrebbero un ruolo attivo nella progettazione di diverse varianti di operazioni che potrebbero includere quanto segue:

Incursioni paramilitari nelle aree di confine finalizzate allo svolgimento di provocazioni contro i membri delle Forze armate nazionali bolivariane al fine di proiettare situazioni di instabilità e tensione.

Eseguire il sabotaggio, con maggiore intento ed efficacia, volto a danneggiare le infrastrutture critiche in aree e regioni strategiche.
Addestramento di ex personale militare traditore delle forze armate nazionali bolivariane per eseguire azioni specifiche contro obiettivi militari venezuelani vulnerabili.

Assassini selettivi contro leader del processo bolivariano a diversi livelli.

In sostanza, tutte queste forme di aggressione, in un modo o nell’altro, sono state applicate contro il Venezuela promosse e sostenute dagli USAi. Nelle attuali circostanze, la differenza sarebbe che i consiglieri militari USA sarebbero coinvolti in ogni dettaglio delle operazioni che vanno dalla sua ideazione, selezione delle persone e addestramento, garantirebbero i mezzi e le attrezzature necessarie, oltre a monitorare lo sviluppo e l implementazione. di azioni. Pertanto, è molto probabile che l’assalto di Washington contro Caracas entri in una nuova fase.

È con grande soddisfazione che, a pochi giorni dalla fine del suo mandato, il presidente colombiano Juan Manuel Santos — disonorando ancor di più il Nobel per la Pace di cui è stato insignito — ha ufficializzato a Bruxelles, giovedì scorso, l’ingresso della Colombia nella NATO come «partner globale». «Saremo l’unico paese dell’America Latina con questo privilegio», aveva dichiarato alla vigilia del primo turno delle presidenziali, senza peraltro riuscire a scongiurare la pesante sconfitta del candidato da lui sostenuto, German Vargas Lleras, giunto solo quarto con un misero 7%.

COLOMBIA NEMICA DEL VENEZUELA BOLIVARIANO.

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha detto l’ 8 dicembre scorso che avevano in programma di assassinarlo domenica scorsa, quando il paese ha tenuto le elezioni legislative, e ha accusato il presidente colombiano, Iván Duque, di essere dietro questo presunto piano .

“Da una fonte di intelligence colombiana altamente affidabile (abbiamo appreso) che stavano preparando un attacco per assassinarmi il giorno delle elezioni”, ha detto il presidente in una conferenza stampa a Caracas.

Ha assicurato che queste informazioni, che le autorità del suo governo stavano “confermando”, indicano che il piano è stato tessuto dalla sede dell’esecutivo colombiano.

“Dalla Casa di Nariño, Iván Duque ha partecipato per cercare di assassinarmi il giorno delle elezioni”, ha continuato. Il leader venezuelano ha spiegato questo presunto piano quando gli è stato chiesto i motivi per cambiare il suo centro di voto lo stesso giorno del concorso.

“Ho preso le mie precauzioni legali con il Consiglio elettorale nazionale (CNE), ho preso le mie precauzioni di sicurezza e l’intera questione è in una fase avanzata di indagine”, ha aggiunto.

Maduro ha denunciato più di 40 piani di omicidio da quando ha assunto il potere nel 2013 e in quasi tutti indica come presunti responsabili i governanti e leader politici di Stati Uniti e Colombia.
Alla domanda sulla presunta presenza di dissidenti della guerriglia colombiana FARC, ha risposto che la posizione del suo governo rimane la stessa: “non accetteremo né accetteremo alcun gruppo armato dalla Colombia sul suolo venezuelano”.

Il presidente ha sottolineato che da anni è in atto una campagna antigovernativa per denunciare la presenza di questi gruppi nel territorio nazionale ma, ha insistito, “le armi della Repubblica possono essere utilizzate solo dalle Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB)”.

“Il messaggio per loro (paramilitari) è sempre stato molto chiaro, non toccate il suolo venezuelano (…) nessun gruppo verrà catturato e verrà applicato tutto il peso della legge”, ha sottolineato. Maduro ha ricordato che Venezuela e Colombia condividono un confine di oltre 2.000 chilometri, attraverso il quale “si muovono” narcotrafficanti e contrabbandieri, situazione che, ha detto, è contenuta dalle autorità locali.

SABOTAGGIO DELLA PACE.

Lo scorso novembre sono trascorsi 4 anni dalla firma dell’accordo di pace tra il governo colombianoe lo Stato colombiano. Questa firma si è avuta nell’auditorium del Teatro Colón a Bogotá dopo 3 mesi di trattativa con i leader del NO al plebiscito per la pace, guidati dall’ex presidente Álvaro Uribe, che aveva prevalso nel referendum con un 50.21%. E’ opportuno precisare che il Consiglio di Lo Stato concluse che c’era “INGANNO GENERALIZZATO” nella campagna referendaria.

Ora l’ INGANNO GENERALIZZATO gestito allora dall’ ex presidente Álvaro Uribe è gestito direttamente dall’ attuale presidente Iván Duque.

Iván Duque è stato “vittorioso” nel processo elettorale del 2018 grazie alla frode e all’acquisto di voti con i soldi del traffico di droga, che la stampa ha chiamato “la ñeñe -politica” e rimane in carica illegalmente grazie all’impunità fornito dal Procuratore Francisco Barbosa e dal corrotto Consiglio Elettorale Nazionale.

La Jurisdicción Especial para la Paz (JEP) è il frutto dellAccordo Definitivo di pace firmato dall’allora governo di Juan Manuel Santos con le FARC-EP, nel novembre 2016. Iván Duque burattino di Álvaro Uribe Duque, tuttavia, ha presentato lo scorso marzo 2020 sei obiezioni, che snaturavano il contenuto della JEP. Le obiezioni riguardavano la riparazione economica delle vittime, la sospensione dei procedimenti di estradizione, la selezione di coloro che potevano sottomettersi a questa giustizia speciale e il ruolo della giustizia ordinaria davanti ai tribunali del JEP. La Corte costituzionale della Colombia ha respinto a fine maggio le obiezioni che Iván Duque aveva presentato. Una sconfitta per Duque e Uribe, che però non demordono a sabotare la pace.

Un’ altro esempio La JEP, è stata in origine creata per il riconoscimento e il risarcimento restaurazione delle vittime del conflitto, ora però stanno irrompendo di fronte questa corte molti militari dell’ esercito che pretendono di essere riconosciuti come vittime del confronto armato.

Ed è che insolitamente, all’indignazione dei milioni di vittime del conflitto in Colombia, in modo sorprendente, l’Esercito nazionale sbarca nella Giurisdizione Speciale di Pace con il riassunto dei grossi volumi che contengono il registro dei cinquantaquattro anni di confronto con le Farc, sulla base di quel ricordo di vittime, perdite, feriti e dispersi in combattimento, affermano che la principale vittima del conflitto armato interno che la Colombia ha vissuto è l’istituzione militare. E che questo dovrebbe essere riconosciuto e lei e le famiglie delle persone colpite ripristinate. Insolito è una parola insufficiente per descrivere la stravaganza di tale affermazione.

2021, ALTERNATIVA A DUQUE E A URIBE?

Addio a Uribe e addio a Duque

Secondo documenti che stanno circolando ora, l’ex presidente colombiano Álvaro Uribe ha ricevuto finanziamenti dal cartello di Pablo Escobar per le sue campagne elettorali al Senato. Si tratta di documenti declassificati del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, secondo cui il trafficante di droga colombiano Pablo Escobar, a Medellín , avrebbe finanziato le campagne elettorali di Uribe, come confermato sabato dai media della Colombia. I documenti declassificati rivelano che l’ex presidente di estrema destra ha ricevuto denaro da Ochoa Vásquez, un membro del cartello di Medellín per fare una campagna per il Senato colombiano. Inoltre, le informazioni spiegano che il rapporto di Uribe con il gruppo di Escobar risale al 1993. Secondo la pubblicazione, Escobar ha chiesto a Uribe di aiutarlo a comunicare con l’allora presidente César Gaviria (1990-1994) in cambio del favore del finanziamento della sua campagna elettorale. Questa polemica sull’ex presidente colombiano non è una novità, l’archivio della US National Security Agency (NSA) ha declassificato nel 2004 un rapporto dell’intelligence militare che includeva Uribe tra le figure principali del traffico di droga in Colombia, insieme a Escobar e al capo dei narco-paramilitari, Fidel Castaño. Uribe si è dimesso dal Senato, dopo aver ricevuto la detenzione domiciliare preventiva il 4 agosto, per indagini su presunte frodi procedurali e manomissioni di testimoni. Le dimissioni di Uribe da legislatore hanno permesso al suo caso di passare dalla Corte Suprema di Giustizia alla giurisdizione comune per ottenere la libertà che, come previsto, ha ottenuto l’11 ottobre. Questi scandali stanno condizionato il governo dell’attuale presidente della Colombia, Iván Duque, anch’egli indagato per presunti crimini di corruzione e frode procedurale.

Una possibilità di alternativa a Iván Duque e a Álvaro Uribe: l’alleanza strategica elettorale Colombia Humana – Unión Patriótica (UP) schiera la sua azione politica in tutto il Paese per difendere e promuovere la candidatura di Gustavo Francisco Petro Urrego alla Presidenza della Repubblica.
Nella Valle del Cauca e del suo capoluogo, la Convergenza Umana (Colombia Humana – Unión Patriótica) prepara le municipali in prospettiva delle elezioni del 2022 con la formazione di un ampio comitato di promozione con organizzazioni sociali, politiche e comunitarie della regione con attenzione anche al referendum nazionale Chao Duque. Colombia Humana e UP sono orientate, quindi, verso le elezioni presidenziali e congressuali del 2022 e la formazione del comitato per promuovere il referendum Chao Duque, che significa anche Chao Uribe.

Un’ opinione che circola in Colombia vede altri partiti uniti a Colombia Humana e UP, quali FARC e Polo Democrático Alternativo del senatore Iván Cepeda, la cui presa di posizione ha portato lo scorso agosto la Corte Suprema di giustizia a decidere gli arresti dimiciliari dell ex presidente e attuale senatore Álvaro Uribe. Oltre naturalmente i sindacati, Central Unitaria de Trabajadores (CUT),Confederación de Trabajadores de Colombia (CTC), Confederación de Pensionados de Colombia (CPC), Confederación General del Trabajo (CGT) e FECODE. Non c’ è da perdere tempo per costruire questo schieramento politico e sociale, che nel 2022 può vincere i nemici della pace.

IL CASO MARIO PACIOLLA

Mario Paciolla è stato assassinato il 5 luglio 2020 nella sua casa di San Vicente del Caguán, dipartimento del Caquetá, Colombia meridionale .
San Vicente del Caguán è stata una delle roccaforti delle FARC-EP; qui tra il 1999 e il 2002 si è svolto un tentativo di dialogo, naufragato, tra il Governo colombiano e la guerriglia delle FARC-EP e sempre qui, nel 2016, si è tenuto il referendum interno alla guerriglia sull’accettazione del definitivo accordo di pace.

Mario Paciolla stava indagando su una operazione dell’ esercito avvenuta 29 agosto 2019 nel villaggio Aguas Claras del Comune di San Vicente del Caguán, contro un’ accampamento delle FARC-EP Nueva Marquetalia in cui morirono. Con tutta probabilità questa indagine avrebbe convinto i responsabili militari dell’ uccisioni di bambini della necessità di eliminarlo, mascherando l’ assassinio da suicidio.

Mario Paciolla richiede verità e giustizia, che ancora non è stata pienamente raggiunta. L’ evento drammatico andrebbe ancora discusso a fondo nel Parlamento italiano, la giornalista colombiana Claudia Julieta Duque, pubblicata anche in Italia, ha raccontato con ricchezza di dettagli la vicenda, e il governo italiano dovrebbe intervenire presso quello colombiano.

 

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