È come dire “terrorismo fatto in casa”, fatto, quasi sempre, per l’esportazione, solo che, questa volta, l’amara bevanda è stata servita nei corridoi del Congresso USA.
Julio César Sánchez Guerra www.granma.cu
Julio César Sánchez Guerra www.granma.cu
A cavallo e a piedi c’era il generale maggiore Calixto Garcia. Di lui, Martí, che non ha mai lodato per compiacere chi è avido di gloria, ha detto: “… non ha bisogno di lode: porta la sua storia sulla sua fronte ferita. Chi sa disprezzare la vita saprà sempre come onorarla.
“Ho vissuto nel mostro e conosco le sue viscere”
JOSÉ MARTÍ
José Martí nel suo rivoluzionario girovagare per la Nostra America, arrivò negli Stati Uniti nel 1880 e vi rimase fino al gennaio 1895, con alcuni intervalli di viaggi all’estero.
Ha osservato la società e ha analizzato il funzionamento del sistema politico americano, assistendo alle elezioni parziali e generali, soprattutto negli anni Ottanta, come corrispondente per i giornali dell’America Latina e di New York.
Cuba non cederà alle aggressioni della potenza che da quando fu fondata come nazione pianificò impossessarsi di essa, e fece un passo cruciale, nel 1898, l’anno dal quale impiantò qui una realtà che, nel 1959, la Rivoluzione ribaltò con la decisione di sradicarla per sempre
Luis Toledo Sande www.granma.cu
Ho Chi Minh, come José Martí, ha fondato un giornale per unire il suo popolo di varie etnie in favore della libertà contro il colonialismo francese, e creò un Partito per unire i vicini dell’Indocina francese, come se si dicesse nel nostro spazio geografico per unire Nuestra America
Marta Rojas Rodríguez
Alessandra Riccio – https://nostramerica.wordpress.com
José Martí (La Habana 1853 – Dos Ríos 1895) è una delle figura più rilevanti della storia e della cultura antillane e latinoamericane; poeta, giornalista, saggista, ha fondato il Partito Rivoluzionario di Cuba, ha organizzato e partecipato all’insurrezione contro la Spagna ed è morto in combattimento per l’indipendenza e la libertà dell’ultima colonia spagnola.
In un contesto in cui la superbia imperialista rinnova la minacciosa arroganza sull’America Latina e un preludio detonatore di guerre neocolonizzatirici, la data di questo 18 maggio agita sui suoi altari le eredità trascendentali e coincidenti di un fatto e di una figura.
Dilbert Reyes Rodríguez www.granma.cu
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Sembrerebbe che il mese di aprile sia destinato, dall’imperialismo e dai nemici della nostra Rivoluzione, all’accanimento storico contro il più puro e radicale del nostro pensiero antimperialista
René González Barrios www.granma.cu
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Miguel Díaz-Canel Bermúdez www.presidencia.gob.cu
Ho letto con piacere decine di messaggi scritti sul sito della Presidenza, a riguardo della convocazione, di gennaio, per rendere giusto omaggio al più universale dei cubani. Alcuni sono così belli che danno voglia di riprodurli come graffiti.
Ogni 24 febbraio Juan Gualberto Gómez, figlio e nipote di schiavi, alzava la bandiera cubana a Villa Manuela, la sua residenza nel quartiere Mantilla, a L’Avana, dopo la fine del colonialismo spagnolo. La stella solitaria in questa data così significativa sembrava il suo modo di dire che la sovranità di Cuba era un desiderio che non stato dimenticato.
Rosa Miriam Elizalde www.cubadebate.cu
L’Avana albeggiò il primo giorno dell’anno con diverse sculture di José Martí macchiate di sangue di maiale. Pagati dall’affare “anti-castrista” che si nutre dei programmi federali di “cambio di regime a Cuba”, due delinquenti di bassa caratura si ripartirono il lavoro di profanare i busti dell’Eroe Nazionale di Cuba e filmare le scene per caricarle sulle reti sociali. Le prove di come l’operazione si gestì e finanziò dagli USA sono schiaccianti.
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A proposito dei vandalismi realizzati alcuni giorni fa contro i busti di José Martí, non è stata la prima volta che il nostro Apostolo è stato vilipeso.
È stato reiterato molte volte -e non smetteremo mai di farlo– quello che accadde l’11 marzo 1940, quando un marine yankee nel Parco Centrale si arrampicò sulla statua dell’Apostolo, si sedette a cavalcioni sulle sue spalle e le orinò sopra. La risposta del popolo fu immediata. Gli studenti ai quali si unì una massa di popolo infuriato, arrivarono al monumento e lì, in una manifestazione improvvisata, condannarono quel gesto disprezzabile.
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Chi desidera capire a fondo la nozione dell’essere cubano, sarà inevitabilmente obbligato ad addentrarsi nelle profondità del pensiero di Josè Martì (1853-1895), figura che oggi continua a distinguere con la sua impronta i cammini della nostra identità nazionale.
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