Venezuela: operazioni di destabilizzazione

P. Guerreiro, Partito Comunista Portoghese – avante.pt Traduzione di Marx21.it

venezuela_bambino_chavezTutte le grandi operazioni di destabilizzazione realizzate dall’imperialismo sono state anticipate e accompagnate da campagne di disinformazione e manipolazione, con le quali si cerca di occultare i loro reali obiettivi e azioni, e anche di screditare e isolare la loro vittima, allo scopo di neutralizzare la naturale espressione di rifiuto (e solidarietà) di fronte all’inaccettabile ingerenza esterna contro uno Stato sovrano e il suo popolo – la Repubblica Bolivariana del Venezuela non è un’eccezione.


Il processo bolivariano, iniziato nel 1998/99 con l’elezione di Hugo Chavez a presidente del Venezuela, non ha avuto un momento di tregua. Le grandi trasformazioni democratiche che hanno  fatto si che milioni di venezuelani avessero accesso alla sanità, all’educazione, all’acqua potabile, all’energia elettrica, all’abitazione, alla cultura, il loro profondo e ampio progetto sovrano ed emancipatore, strettamente legato all’emancipazione dell’America Latina e dei Caraibi e alla loro cooperazione sovrana e solidale – di cui ALBA-TCP è la conquista maggiore -, si sono trovati costretti ad essere costantemente difesi dal popolo venezuelano, davanti alla permanente azione destabilizzatrice, violenta e golpista degli Stati Uniti e dell’oligarchia interna.

Questa azione ha registrato una recrudescenza di fronte all’elezione del presidente Nicolas Maduro, nel 2013, e in seguito agli effetti della crisi del capitalismo che ha colpito l’economia venezuelana – in particolare, con la significativa riduzione del prezzo del petrolio, di cui questo paese è esportatore, dal momento che possiede le più importanti riserve a livello mondiale.

Un’azione di ingerenza e destabilizzazione di cui sono manifestazione recente: lo sconfitto tentativo golpista del 2014, che ha provocato decine di morti e centinaia di feriti e i cui responsabili sono stati giustamente arrestati; il decreto di Obama, nel 2015, che dichiara il Venezuela una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti; la strumentalizzazione del Parlamento, dopo le elezioni del 2015, allo scopo di destituire il presidente Nicolas Maduro, paralizzare l’azione del suo governo, scontrarsi con la Costituzione venezuelana e attaccare il processo bolivariano e le sue realizzazioni; l’incitamento alla violenza da parte di gruppi criminali, di fronte alla osa-ciaferma difesa della legalità costituzionale e democratica da parte delle rimanenti istituzioni venezuelane; il tentativo degli Stati Uniti di utilizzare l’OSA come strumento di pressione e isolamento del Venezuela; il boicottaggio dell’economia; l’accaparramento e la speculazione sui prezzi, per ostacolare un regolare e adeguato accesso a beni essenziali; lo sfruttamento delle difficoltà momentaneamente sofferte dalla popolazione; la promozione di un clima artificioso di caos, sfiducia, paura e insicurezza, della proclamazione di una situazione di “crisi umanitaria”; l’appello rivolto agli Stati Uniti dall’ex presidente della Colombia, legato al narcotraffico e ai paramilitari, Alvaro Uribe, per un intervento militare in Venezuela; l’orchestrata e sistematica campagna di falsificazione e manipolazione dell’informazione; sono tra gli esempi della guerra economica, mediatica, politica, diplomatica mossa contro il Venezuela e che si inserisce nella controffensiva sferrata dagli Stati Uniti contro i processi di affermazione sovrana, di significato progressista e di cooperazione in America Latina.

Comprendere ciò che è in causa in Venezuela, smontare l’attuale campagna mediatica contro questo paese, è un elemento centrale della solidarietà con le forze rivoluzionarie e progressiste, i lavoratori e il popolo venezuelani che – affrontando enormi sfide e compiti per risolvere i problemi e superare le difficoltà e le insufficienze – resistono e lottano in difesa e per l’approfondimento della rivoluzione bolivariana e contro l’azione dell’imperialismo e dell’oligarchia.

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