Perchè Cuba ha vinto tutte le battaglie

A L’Avana, nella splendida piazza de Armas, tra palazzi antichi e mercatini permanenti di libri contornati da  giardini e palme spicca al centro la statua di Carlos Manuel De Cespedes che nella storia di Cuba è chiamato “Il padre della Patria”.


Perché fu lui, agiato proprietario terriero ma fervente indipendentista, a compiere un gesto d’estrema audacia il 10 ottobre del 1868 nella sua piantagione La Demajagua. Liberò tutti gli schiavi e dichiarò la Prima guerra d’indipendenza contro la Spagna padrona di Cuba dalla “scoperta” dell’isola fatta da Cristoforo Colombo.

La Spagna schierò un poderoso esercito, ma  la guerra durò ben 10 anni con le file dei rivoltosi che aumentavano  costantemente. Il fuoco dell’indipendenza arse nell’Oriente e Centro di Cuba e dalla città oggi chiamata Camaguey si unì alla lotta un’altro giovane insorto, avvocato e di nobile famiglia, quelI’Ignacio Agramonte che perì in battaglia nel 1873.

Ma dopo aver creato la leggendaria “caballeria mambìsa” che attaccava gli spagnoli armata dei soli ma temibili machete. (Si narra di essi in un film del nuovo cinema cubano del 1967, “La primera carga al machete”, e nella grandiosa celebrazione del cinquantenario delle Forze Armate Rivoluzionarie il 2 dicembre del 2006 in Piazza della Rivoluzione Josè Martì all’Avana, sfilarono anche 200 cavalleggeri con bandiere e machete, i mambìses, appunto, con gli ufficiali su cavalli bianchi e i soldati su quelli marroni ).

Josè Martì, intramontabile grande mito storico, a Cuba è chiamato “il Maestro” e “l’Apostolo”. Imprigionato dagli spagnoli sin da ragazzo, fu presto esiliato in Europa e visse poi anche a New York ma non smise mai di pensare alla sua patria e fondò all’estero il Partito Rivoluzionario Cubano. Josè Martì è autore di originali e acutissime opere di letteratura, filosofia e poesia.

Quando nel 1895 ebbe inizio la Seconda Guerra d’Indipendenza cubana contro la Spagna, Martì sbarcò a Cuba ma fu ucciso a Dos Rios ( nella provincia d’Oriente) in uno dei primi combattimenti.

Fu con la presenza di queste grandi  personalità morali, politiche e culturali che la lunga lotta per l’indipendenza di Cuba attraversò l’Ottocento  grazie anche alle grandi doti di astuzia e coraggio di comandanti come i generali Maximo Gòmez  (originario di Santo Domingo) e Antonio Macèo dell’orientale Santiago de Cuba dove fu soprannominato “el titàn de bronce”. E grazie, naturalmente, alla crescente capacità di lotta della popolazione cubana. I patrioti cubani andarono vicinissimi alla decisiva vittoria contro la Spagna ormai ex  grande potenza imperiale.che nel 1895 aveva conservato solo due isole : Cuba e Portorico. A guardare la scena e bramosa d’intervenire c’era la crescente potenza degli Stati Uniti che stavano per sferrare il grande fendente.

Il 15 febbraio del 1898 subirono un gravissimo ma “misterioso” attentato con l’affondamento nel porto dell’Avana di un loro incrociatore in visita alla città: il “Maine”.Morirono un centinaio di marinai e la tensione salì alle stelle.

Come oggi ben si sa, questo tipo di strani incidenti è ricorrente nella storia statunitense, anche recente. Così ecco che gli USA accusano gli spagnoli dell’affondamento del Maine, dichiarano guerra, arriva una flotta moderna e potente, sbarcano i marines e gli States si impossessano dell’isola di Cuba, un loro sogno politico e strategico mai nascosto: Cuba allora era chiamata “la chiave del golfo” per la sua posizione tra la Florida e il Messico.

Cuba  divenne una Repubblica, ma con regole costituzionali (Monroe, Platt ecc. ), dove gli USA la facevano da padroni sul piano politico, economico e militare. È del 1903 l’apertura della base navale statunitense di Guantànamo, la tuttora illegale occupazione di territorio cubano denunciata da 115 anni!

E la Storia cubana come procede nel Novecento? Con grandi sofferenze e ancora sotto il tallone imperiale straniero. Ma la resistenza prosegue sottotraccia e il Paese deve subire anche governi durissimi come quello di Gerardo Machado prima e di Fulgencio Batista poi. Tutto sempre sotto controllo e approvazione statunitense. Ma lo spirito dell’indipendentismo dell’Isola rimane vitale, anche se grandi uomini vengano assassinati come Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario universitario, Antonio Guiteras, Jesus Menèndez e altri.

La seconda parte cruciale e decisiva della Storia cubana esplode nel secondo dopoguerra.  Cresce l’insofferenza studentesca, la popolazione contadina soffre condizioni durissime: non ci sono scuole o medicine, la mortalità infantile è molto alta, il lavoro -il poco che c’è- duro e sottopagato. Per capire queste condizioni si devono vedere i rari filmati e gli impressionanti documentari clandestini girati nelle zone rurali. Nelle città forti  tensioni, proteste, scioperi, violenze, polizia segreta, spionaggio, torture. Chi ha avuto la possibilità di vedere il film “Soy Cuba” (1961-63) girato nell’isola dal maestro del cinema russo Mikail Kalatozov ha potuto osservare, nella creativa eccellenza filmica ispirata al magistero stilistico di  Eisenstein, quali tensioni percorrevano Cuba all’inizio degli anni ’50. Appaiono sulla scena della realtà con nuove figure, nuovi uomini, nuovi combattenti espressi dal popolo: intellettuali, studenti, operai o contadini che fossero. Il filo rivoluzionario intessuto sin dal secolo precedente riappare resistente. Ci vuole una nuova e terza guerra d’indipendenza cubana.

A distanza di quasi un secolo dalla prima! Che riappare alla superficie con nuovi uomini e donne espressi dalla battaglia rivoluzionaria, con temerario coraggio, per completare un’opera rimasta per  troppo tempo sospesa.

La vera e reale Indipendenza e Sovranità nazionale: ci vogliono otto anni per giungere a questo fondamentale e storico risultato. La fase finale di questo lungo percorso inizia nel marzo del 1952 in vista delle elezioni politiche. Un giovane avvocato di 26 anni è candidato nel partito Ortodoxo di Eduardo Chibàs, ma l’11 marzo il presidente Batista scatena un golpe militare e tutto il paese si blocca. Il giovane avvocato si chiama  Fidel Castro Ruz, secondogenito di Don Angel Castro patriarca che possiede una piantagione di canne da zucchero nella provincia d’Oriente. La storia più recente oggi la si conosce.

Data l’assoluta evidenza che l’unica  via per l’indipendenza e la giustizia sociale può essere solo quella armata, è Fidel a ideare e realizzare l’assalto alla caserma Moncada di Santiago de Cuba del 26 luglio 1953 creando il gruppo storico della Rivoluzione.

La lotta è durissima. Molti dei cento uomini dell’azione sono uccisi, i superstiti saranno processati e incarcerati alla Isla de Pinos. Fidel pronuncia la famosa arringa “La storia mi assolverà”, 19 mesi dopo vengono esiliati in Messico e da là ,tra molte e forti difficoltà, il grande progetto, il sogno riprenderà forza.

Verranno Il Granma e il viaggio per mare degli 82 guerriglieri, lo sbarco a Las Coloradas, le dure battaglie verso la Sierra Maestra con perdite, due anni di guerriglia, fatica, sofferenze.

Ma sempre con un formidabile spirito di fiducia, idealismo, di lotta e di resistenza.

La guerriglia alla fine vince sulle montagne nel 1957 e poi anche nelle pianure nell’autunno del 1958. Batista, il presidente socio dei mafiosi di New York di Lucky Luciano, è costretto a fuggire la notte di Capodanno 1958 (vedere l’appassionante film ” Havana ” con Robert Redford ,regia di Sidney Pollack).

I guerriglieri di Che Guevara, Camilo Cienfuegos, Ramiro Valdès, Juan Almeida, di Raùl e Fidel Castro sfilano a L’Avana in un oceano di folla. La popolazione cubana esplode di felicità (foto, documentari dell’Icaic di Santiago Alvarez).

La Terza Guerra d’Indipendenza cubana è vinta e inizia la fase nuova della Rivoluzione. Verranno subito la riforma agraria, l’alfabetizzazione su tutto il territorio, la costruzione di scuole e ospedali. E arrivano altre crisi, altri attacchi.  L’invasione militare poi fallita  ( aprile 1961) a Playa Giròn di 1500 mercenari armati dalla CIA, la conseguente crisi dei missili (ottobre 1962).

Poi la crescita e lo sviluppo della Rivoluzione. Cuba cresce, la popolazione negli anni ’60 e ’70 si raddoppia fino a 10 milioni di abitanti. Cuba s’impegna militarmente per la difesa e l’indipendenza dell’Angola minacciata dalla invasione del Sud Africa dell’apartheid. Non è finita, altre dure prove, e un’incredibile capacità di resistenza e fede nello Stato sociale, dove istruzione e medicina sono gratuite e per tutti.

Crolla la URSS con l’Europa socialista dell’Est, Cuba perde nel solo 1993 il 35% del PIL e gran parte dei commerci!  Ma risorge, incredibilmente, con le sue proprie forze e la solidarietà di oltre mezzo mondo.

Nel 2000 il turismo raddoppia e si quadruplica. Solo un popolo come quello cubano poteva resistere per tanto tempo e vincere contro tante difficoltà, problemi, minacce. Nonostante il più lungo e terribile blocco economico, commerciale e finanziario della Storia e le tante minacce, Cuba continua a combattere e a vincere tutte le battaglie.

Come quella contro il terrorismo provocato contro l’isola negli anni Novanta dal criminale Posada Carriles agente CIA, come nel caso del bambino conteso Eliàn Gonzales (2000), nella ingiusta detenzione per anni dei Cinque patrioti cubani incarcerati negli Usa, nella sconfitta dei piccoli manipoli di dissidenti- mercenari  pagati in dollari.

Tutte sfide vinte dalla”  Battaglia delle idee”  contro chi tenta d’elevare e mantenere muri. Dovremmo fare qui tanti nomi di cubani tenaci e coraggiosi che hanno lottato per il proprio Paese nel corso del tempo.

Facciamo un nome solo che li raggruppa tutti insieme. Quello del leader e Comandante in Capo della Rivoluzione cubana Fidel Castro, scomparso a 90 anni alla fine di novembre del 2016.

Cuba è risultata la vincitrice definitiva il 17 dicembre del 2015, quando il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva dato l’annuncio storico che fece il giro del mondo in pochi secondi : «

L’embargo ( blocco) contro Cuba è stato lungo, crudele e inutile. Non ha avuto alcun successo, ha fatto danno solo alle persone, alla gente e va abolito.»  Ecco, con queste storie, con questi fatti, con queste persone, Cuba tra tante fatiche e sofferenze e con tanta resistenza, alla fine ha vinto tutte le battaglie.

 

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