Venezuela: Russia e Cina contro interventismo USA

Il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, ha definito «inaccettabili» le minacce belliche rivolte dal presidente statunitense Donald Trump contro il Venezuela. Secondo Lavrov, «la crisi deve essere risolta esclusivamente con mezzi pacifici», dunque «senza alcun intervento esterno».

«Siamo d’accordo sulla necessità di superare rapidamente le divergenze esistenti in questo paese [Venezuela] esclusivamente attraverso il dialogo pacifico, un dialogo nazionale senza alcuna pressione esterna», ha dichiarato Lavrov al termine di un incontro con il suo omologo boliviano Fernando Mamani Huanacuni, in quel di Mosca.

Il capo della diplomazia russa ha inoltre sottolineato che le minacce di Trump circa un’opzione militare contro il Venezuela sono state «duramente condannate dalla stragrande maggioranza degli Stati latinoamericani».

Compresi quei paesi che sono stati e sono tutt’ora molto attivi contro la Rivoluzione Bolivariana.

Con queste dichiarazioni di Lavrov la Russia torna a far sentire forte la sua voce sulla situazione venezuelana, dove continua con sempre maggiore intensità a interferire l’interventismo statunitense. Nonostante dopo l’installazione dell’Assemblea Nazionale Costituente si sia molto ‘raffreddata’ la temperatura nelle piazze di Caracas, infiammate dall’irresponsabilità dei dirigenti oppositori.

La Cina  si somma ai paesi che condannano apertamente la retorica bellicista degli Stati Uniti contro il Venezuela. Pechino ricorda a Washington il principio di non ingerenza negli affari degli altri paesi.

“Tutti i paesi devono condurre le loro relazioni bilaterali sulla base di uguaglianza, il reciproco rispetto e la non ingerenza negli affari interni degli altri paesi”, ha sottolineato questo lunedì la portavoce del Ministero delle Relazioni esterne della Cina, Hua Chunying, in una conferenza stampa. Questa la risposta della Portavoce alla richiesta di commento sulle dichiarazioni di Donald Trump che non scartava l’opzione militare contro il Venezuela.

A tal proposito, la posizione di Pechino è chiara: è fondamentale seguire “il principio di non interferenza negli affari interni degli altri paesi”.

Poco dopo le minacce di guerra contro il Venezuela del presidente statunitense, il Pentagono aveva assicurato che era “pronto” per sconfiggere Caracas con l’intento di aiutare Washington a proteggere i suoi interessi nazionali.

La minaccia bellicista dell’Amimnistrazione Trump contro Caracas ha fatto reagire in modo allarmato l’America Latina e varie autorità si sono espresse per condannare apertamente l’opzione militare in Venezuela.

Caracas denuncia che è in corso un complotto, orchestrato dall’esterno e, in particolare negli Stati Uniti, per eliminare il governo del Presidente Nicolas Maduro, la cui decisione di convocare una Costituente di fronte all’impossibilità manifesta di arrivare ad un dialogo con l’opposizione interna e esterna “Trump ha rifiutato la via del dialogo), è stata la ragione dell’intensificarsi delle proteste. Nonostante questo, oltre otto milioni di venezuelani si sono recati alle urne.

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

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