Trincee di idee valgono più che trincee di pietre

Fabián Escalante Font  https://lapupilainsomne.wordpress.com

La forza rivoluzionaria.

Il lavoro politico ideologico fu la ragione d’essere per César Escalante Dellundé. Un uomo inesauribile nella sua attività rivoluzionaria. Nei suoi lontani anni all’Istituto dell’Avana, entrò nella Lega Giovanile Comunista. Durante la dittatura di Gerardo Machado, partecipò alla fondazione dei soviet contadini nella Cuba orientale, dirigendoli per impadronirsi dei realengos (concessioni terriere alla nobiltà) che si trovavano tra i latifondi.

Fu organizzatore della Lega Giovanile, in seguito dirigente dell’Unione Rivoluzionaria Comunista; in seguito, consigliere nel municipio capitolino, dove difese ferocemente, insieme ai suoi compagni del Partito Socialista Popolare (PSP), gli interessi del popolo.

Sempre propagandista inesauribile. Scriveva e partecipava a programmi radiofonici, interviste stampa ed atti sindacali e fraternali in cui, dalla voce degli oppressi, accusava i politicanti dell’epoca. Fino a quando non fu spogliato della sua carica dopo il colpo di stato del 10 marzo, con cui la dittatura di Fulgencio Batista infierì nuovamente sulla Nazione cubana. César Escalante andò a vivere in clandestinità, come segretario del PSP della capitale e membro della sua direzione Nazionale.

Prigioni, percosse, torture, caratterizzarono quelle tappe, senza mai intaccare le sue concezioni politiche, morali ed ideologiche. Nipote di un colonnello Mambí e figlio di un giovane capitano che combatté nella “Guerra necessaria”, mantenne per sempre le tradizioni dei suoi antenati e le arricchì quando, pure all’età di 16 anni, entrò nel movimento comunista cubano.

Totalmente identificato con le idee di Fidel, al trionfo della rivoluzione, si consegnò ad essa e assolse importanti responsabilità. Tra le altre, quella di organizzare, insieme al comandante Rogelio Acevedo, le Milizie Nazionali della Capitale, sempre dalla trincea del Partito provinciale di cui  continuava ad essere responsabile.

Con la creazione delle Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate, l’ORI, su nomina del Comandante in Capo, divenne responsabile della direzione della Commissione di Orientamento Rivoluzionario, antecedente del Dipartimento Ideologico del Comitato Centrale del PCC. La radio, la televisione, i media tutti furono testimoni dei suoi sforzi affinché le idee di Fidel si riflettessero in essi, in modo chiaro e immediato; anche nella lotta alla reazione ed alla destra che si aggrapparono ai loro strumenti mediatici fino a quando furono espropriati ed espulsi dalla Rivoluzione. Organizzatore dei multitudinari eventi politici nel paese, si occupava persino dei più piccoli dettagli, che sono ciò che fanno la differenza.

56 anni fa – precisamente un 18 aprile – l’abbiamo perso a causa del cancro. Fidel, il 19, ricordando la vittoria di Girón, espresse: “Oggi, proprio quando commemoriamo un altro anniversario della Battaglia di Girón, che è contemporaneamente la commemorazione di una Vittoria e anche il ricordo dei sacrifici che quella vittoria costò, abbiamo avuto tutti l’amaro dovere di dire addio ad un compagno dirigente della Rivoluzione che, senza dubbio, per le sue condizioni rivoluzionarie, la sua modestia, la sua fedeltà alla Rivoluzione, il suo spirito di sacrificio e di abnegazione, meritò la massima stima da tutti noi, il compagno CESAR ESCALANTE ……. “

E chiese un minuto di silenzio.

Il corteo funebre aveva lasciato la Plaza. Pioveva. La solennità dei volti bagnati accompagnò il rivoluzionario sino al cimitero di Colón. Lì, centinaia di persone osservarono ancora un minuto di silenzio, che fu rotto dalla voce trepidante del Presidente Osvaldo Dorticós. Ricordò nella cerimonia d’addio che Cesar lavorò dal suo letto di malato fino al suo ultimo respiro, a 49 anni di età. Questa fu la sua vita, di totale dedizione alla causa di Cuba, libera indipendente, sovrana e socialista. Un esempio di forza rivoluzionaria, affermò Dorticós.

Il valore delle idee

Nel rileggere oggi gli interventi, discorsi e conferenze di César Escalante durante i primi anni del trionfo, sulla propaganda rivoluzionaria e la coscienza politica, -temi di una attualità meridiana- abbiamo deciso di ricordare, per la loro validità le idee ed i concetti espressi allora, prestando attenzione al loro valore e attualità.

Certo, molte cose sono cambiate dal 1961. La televisione, la radio e la carta stampata erano i mezzi di informazione, diffusione, educazione, intrattenimento per eccellenza ed erano nelle nostre mani. Oggi, lo sviluppo scientifico tecnologico nelle comunicazioni ha introdotto una rivoluzione che si chiama Internet e  creato le reti sociali “alla portata di tutti”, controllati principalmente dalla tecnologia nelle mani del nemico, che censura, propaganda e manipola i suoi utenti, persino, realizza studi sulle particolarità degli internauti,  preferenze, ecc., ciò che consente di utilizzarli nelle aggressioni di sovversione politica e ideologica che la macchina imperiale mette in moto, attraverso i suoi ascari nativi.

Il nemico deve essere sconfitto su qualsiasi terreno, affermò più volte Fidel, e questo è oggi, forse, lo scenario principale. Ma vincerlo con idee, con concetti, senza dogmi, con freschezza, senza ripetizioni di vuoti slogan, che a volte dicono poco, mantenendone altri, che non perdono la loro validità, -come quella di Patria o Muerte, Venceremos-, che si ampliano al di là dell’arcipelago cubano.

In questo senso, una delle tante conferenze che César tenne -a quel tempo erano solo possibili faccia a faccia con i suoi attenti ascoltatori- fu quella dell’8 settembre 1961.

Le idee e concetti sulla propaganda rivoluzionaria, da lui lì espressi, sembrano così attuali e necessari, come esperienza ed arma utili da usare nell’attuale battaglia di idee di fronte a questa nuova offensiva di guerra psicologica nemica, in cui cercano di screditare la nostra cultura, la grandezza e statura dell’intellighenzia cubana, confondere e scoraggiare la popolazione, fabbricare “incidenti” interni che possano presentarsi come “violazioni dei diritti umani” a Cuba.

Le idee che si relazione rivelano il profondo pensiero di César, come  proiettava dalla sua responsabilità, il lavoro politico ideologico, cosa pensava dei giovani, delle organizzazioni di massa e sociali e dell’unità rivoluzionaria, che poi si sarebbe materializzata al proclamare, Fidel, l’unione di tutti i rivoluzionari cubani in un’organizzazione politica di tipo nuovo, il Partito Unito della Rivoluzione Socialista, che si proponeva la costruzione, nella nostra Patria, di una società senza sfruttati e sfruttatori, libera ed indipendente, sovrana e degna.

Mi vengono anche in mente, benché non possa citarle testualmente, le parole dell’allora capo del II Fronte Orientale, il Comandante Raúl Castro, in un’intervista alla stampa -alla fine del 1958- nel mezzo ai combattimenti di allora: La coscienza politica e la sua formazione, assomiglia a un’arma da guerra, le cui munizioni si esauriscono nella battaglia, e deve essere costantemente ricaricata, nella misura in cui si spara, poiché il non farlo implicherebbe la sconfitta. Quanta ragione! La coscienza politica che non solo è immersa nel combattimento quotidiano contro il nemico, le difficoltà, gli errori, le carenze e l’erosione dello scenario politico sociale in cui si opera, che causano logorio, invecchiamento delle idee ed è necessario il ricaricamento delle munizioni, di nuove conoscenze e concetti, vale a dire ricaricare i proiettili dell’arma, per proseguire il combattimento.

Quando parla un comunista

Per gli scopi già spiegati, ho scelto dei paragrafi essenziali dalle parole di Cesare, in quel discorso che considero fondamentale. Il resto delle idee ivi espresse possono essere ottenute nel documento originale: “Obra Revolucionaria”, n.34, 2/10/61.

“La propaganda rivoluzionaria è un compito costante, quotidiano e sistematico. Sarebbe utile, allo scopo  di stabilire alcuni concetti necessari, che dicessimo alcune parole introduttive che permettano apprezzare la natura, il carattere e le finalità specifiche della propaganda rivoluzionaria … Perché solo comprendendo il significato della Rivoluzione possiamo meglio scoprire i suoi nemici, possiamo superare difficoltà e ostacoli, possiamo superarli e possiamo realizzare i compiti proposti.

“La Rivoluzione ha fasi e ciascuna, compiti specifici … che nascono dallo sviluppo stesso dei bisogni della Rivoluzione … ma non basta questo, occorre verificare la sua giustezza e le possibilità della sua applicazione….

“Le forme di lotta dell’imperialismo e della controrivoluzione sono diverse, e per poter rispondere efficacemente a queste aggressioni -aperte o occulte, dirette o indirette- è evidente che dobbiamo sapere cos’è la Rivoluzione, quale strada prende la Rivoluzione. quali sono i fenomeni, le difficoltà e gli ostacoli che possono presentarsi nel processo rivoluzionario.

“La Rivoluzione e la Controrivoluzione non possono coesistere. È una legge, elevata a quella categoria dallo sviluppo di tutte le Rivoluzioni contemporanee … Lo scontro di entrambi i concetti si sviluppa in tutte le sfere della vita sociale, della cultura, della produzione, della società. Le idee sono in costante contrapposizione tra i concetti conservatori, retrogradi, controrivoluzionari, ereditati dal passato, spesso senza che le stesse persone che le inalberano se ne accorgano, ed i rivoluzionari che pretendono cambiare, modificare, modernizzare, adattare la società, la cultura e la produzione alla dinamica e concetti di un nuovo tipo che sviluppò rapidamente una Rivoluzione trionfante alla ricerca della giustizia sociale, dell’indipendenza e della sovranità nazionale.

“…. La propaganda rivoluzionaria ha una finalità, quello di esporre costantemente le idee rivoluzionarie, che hanno come scopo  quello di educare i lavoratori ed il popolo elevando la loro coscienza sociale; la propaganda rivoluzionaria mira a promuovere la mobilitazione di tutto il popolo per adempiere a ciascuno dei compiti fissati dalla Rivoluzione, la propaganda rivoluzionaria ha come scopo mobilitare tutte le forze rivoluzionarie e popolari, per la costruzione della società socialista,  per questo la propaganda rivoluzionaria deve occupare e occupa un ruolo preminente nel lavoro del Partito, nel lavoro delle organizzazioni sindacali, nel lavoro delle organizzazioni contadine, giovanili e femminili.

“Credo che non abbiamo scoperto il Mediterraneo, se affermiamo che proprio un esponente di spicco di questa opera di propaganda rivoluzionaria lo troviamo nello stesso capo della Rivoluzione, il compagno Fidel Castro ……. e credo che tutti i propagandisti rivoluzionari e tutte le organizzazioni si ispirino all’esempio del compagno Fidel … che nei suoi discorsi, il nucleo dei suoi messaggi è portare al nostro popolo la comprensione di cosa sia la nostra rivoluzione, in modo che comprendano il compito che, in quel momento, la rivoluzione si è posta.

“Non si tratta di frasi o detti insignificanti, il motore che promuove la spiegazione deve giungere alla coscienza dei lavoratori e del popolo, affinché comprendano, affinché intendano e in modo che intendendo e comprendendo l’importanza del compito, possano affrontarlo, possano portarlo a termine e, facendolo proprio, lottare con ardore, lottare con fermezza e coraggio per l’applicazione e l’adempimento del compito orientato.

“L’obiettivo è giungere alla coscienza delle masse, è cercare di sforzarsi affinché si comprenda l’idea, affinché si apprenda quali sono gli aspetti di ciascuno dei compiti ed, in questo modo, convertirsi in esecutori

“La propaganda rivoluzionaria è spiegazione e divulgazione di idee rivoluzionarie…. Ha una natura specifica, si propone un obiettivo concreto, e ha come scopo portare un’idea alla coscienza delle masse, affinché il popolo faccia propria quell’idea rivoluzionaria…. La propaganda rivoluzionaria va rivolta alle persone, al popolo, affinché venga spiegata la ragione delle cose, in modo che le capisca e che il popolo, i lavoratori s’impadroniscano dell’idea, per convertire quel lavoratore, in esecutore dell’idea che si cerca di promuovere nella sua coscienza.

“La propaganda rivoluzionaria è promozione di idee rivoluzionarie, è aprire la mente delle persone in modo che capiscano il perché di una cosa, affinché comprendano la ragione d’essere di qualcosa che si vuole spiegare e che, allo stesso tempo, comprendendo la ragione, di cosa si vuole spiegare…

“L’idea penetra in tutto, penetra in tutti i pori del nostro corpo; l’idea rivoluzionaria penetra nella produzione; nella difesa; nella cultura; l’idea rivoluzionaria penetra nell’informazione del giornale; penetra nell’editoriale del quotidiano; l’idea rivoluzionaria penetra nel romanzo che si trasmette; l’idea rivoluzionaria penetra nel notiziario; nell’informazione o in qualsiasi altra attività radiofonica, televisiva o di stampa; l’idea rivoluzionaria vive in ognuno di noi; l’idea rivoluzionaria deve essere portata al popolo, alle masse, con tutti i mezzi e vie possibili, ma come IDEA RIVOLUZIONARIA, come uno scopo finalizzato a realizzare i compiti diretti dalla Rivoluzione.

“…Quando la propaganda si ripete continuamente, meccanicamente, a volte inutilmente, la si ascoltata senza darle importanza, non muove nessun tipo di sentimento, non muove nessuna idea nella mente di colui a cui va rivolto il messaggio…

“Per fare propaganda rivoluzionaria bisogna studiare. Per promuovere le idee ed i concetti, è necessario conoscere e dominare tali idee e concetti. La pratica rivoluzionaria, il legame con il popolo, fa parte dello studio. La vita stessa è una grande educatrice. Non si studia solo sui libri ma bensì anche nella pratica rivoluzionaria, nella vita stessa.

“È necessario sapere cos’è il Socialismo e come si arriva ad esso. Fidel ha spiegato, il 26 luglio, che il Socialismo non si decreta, che non si stabilisce dall’oggi al domani, che è un intero periodo di lotta, di lavoro, di sforzi, per arrivare a costruire quella Società, la più giusta, la più alta, la più umana, in cui scompare definitivamente lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Ciò richiede creare una base produttiva, materiale, elevare la produzione, la produttività del lavoro, le ricchezze, il patrimonio del popolo e assicurare i suoi bisogni.

“… e se, come dicevamo prima, questo è lo scopo che ci anima tutti, se questo è il compito che ci spinge avanti, se questo è l’obiettivo che perseguiamo, se la meta per la quale lottiamo è la costruzione della società socialista, questo ci obbliga tutti, necessariamente, a realizzare la più intensa propaganda di spiegazione, di divulgazione, in modo che la mobilitazione permanente e sistematica di ciascuno degli uomini e delle donne del popolo non FALLISCA in alcun momento nel grande compito di dare il massimo all’obiettivo che ci siamo prefissati.

“Questo processo si svolge nel mezzo di una tremenda lotta contro le forze imperialiste, controrivoluzionarie che cercano di impedire la costruzione di questa società, che viene creata giorno dopo giorno in questo paese.

“Per affrontare le difficoltà più permanenti si richiede una maggiore convinzione, più coscienza rivoluzionaria.

“La coscienza rivoluzionaria ha proprio il grande vantaggio di sapere perché si lotta, di sapere qual è il cammino che deve scegliersi per quella lotta; di conoscere il risultato finale di quella lotta; perché, in passato, quando quel gruppetto diretto da Fidel, si addentrò nelle montagne, isolati, perseguitati, vessati giorno e notte, per mantenere ferma la causa che difendevano, il compagno Fidel, a capo di questo gruppo e di tutti coloro che lottavano contro la dittatura di Batista dovevano avere una fede incrollabile nella sicurezza della lotta, in cui alla fine avrebbero vinto tutte le difficoltà. Questo è il valore, il significato della coscienza rivoluzionaria. Perché la coscienza rivoluzionaria non permette il dubbio, né il pessimismo.

“Nella stessa misura in cui quella coscienza rivoluzionaria sia più elevata, nella misura in cui quella coscienza rivoluzionaria sia più salda, staremo lottando meglio, staremo realizzando il compito in condizioni migliori per il nostro popolo.

“Non basta solo che le idee che vengono promosse siano giuste, siano corrette, è necessario saperle esporre e utilizzare i mezzi appropriati.

“… oggi i media d’informazione, di diffusione, d’educazione e d’intrattenimento -la stampa, la radio, la televisione, il cinema- sono interamente nelle mani del popolo, dello Stato rivoluzionario, dei lavoratori, dell’intera nazione…

“Non basta solo l’entusiasmo, bensì è necessario che questo entusiasmo sia promosso da qualcosa di più inalterabile, da qualcosa di più definitivo, da qualcosa di più fermo, da qualcosa che in realtà deve essere il motore costante del rinnovamento di tale entusiasmo, che è il coscienza rivoluzionaria, che è capire la convenienza, la necessità che il compito sia adempiuto, al di là delle difficoltà, al di là di tutti gli ostacoli, affinché quando nell’adempimento di quel compito sorgesse l’imprevisto, ciò che non si calcolò, nessun compagno perda l’entusiasmo, ma al contrario, capisca che dalla sua incrollabile volontà dipende superare l’ostacolo transitorio … e solo nella misura in cui abbiamo questa comprensione rivoluzionaria, della necessità di superare l’ostacolo, di adempiere il compito, nella misura in cui  comprendiamo più profondamente la sostanza del compito, l’obiettivo che si persegue, nella stessa misura non ci sarà alcun ostacolo che possa paralizzare l’azione intrapresa. Questo è il grande valore, il valore straordinario, il valore illimitato della coscienza politica.

“La propaganda rivoluzionaria è compito di tutte le organizzazioni di massa … La propaganda non è la ripetizione meccanica e assurda di uno slogan o un’idea, bensì l’organizzazione scientifica, pianificata, adeguata di quelle idee che sono fondamentali; è studiare come nell’applicazione di esse sorgano nuovi problemi, è scoprire dove sbagliamo, qual è quella cosa che risulta più importante in un dato momento, dove si trova ciò che può confondere o che effettivamente confonde. Non si tratta semplicemente di agitare uno slogan, promuovere lo slogan e ripetere lo slogan come un disco rotto, bensì conoscere il risultato che otteniamo, dove è l’errore, le carenze nell’applicazione della misura e correggerle come si deve.

“Siamo impegnati in una tremenda lotta contro le forze della reazione. La lotta per elevare la coscienza rivoluzionaria è una lotta attuale, ma anche permanente, una lotta di tutti i giorni, una lotta di tutte le ore, affinché in questo modo ogni cubano, ognuno di noi stiamo sempre più compatti, più uniti attorno al governo Rivoluzionario, a Fidel, nella lotta per il socialismo, la pace ed il progresso…”


Trincheras de ideas valen más que trincheras de piedras

Por Fabián Escalante Font

La reciedumbre revolucionaria.

El trabajo político ideológico fue la razón de ser para César Escalante Dellundé. Un hombre inagotable en su actividad revolucionaria. En sus lejanos años del Instituto de La Habana ingresó en la Liga Juvenil Comunista. Durante la dictadura de Gerardo Machado participó en la fundación de los soviets de campesinos en el oriente cubano, liderándolos para apoderarse de los realengos que se encontraban entre los latifundios.

Fue organizador de la Liga Juvenil, más tarde dirigente de la Unión Revolucionaria Comunista; después, concejal en el ayuntamiento capitalino, donde con ferocidad defendía, junto a sus compañeros de Partido Socialista Popular (PSP), los intereses del pueblo.

Siempre propagandista interminable. Escribía y participaba en programas radiales, entrevistas de prensa y actos sindicales y fraternales, en los cuales desde la voz de los oprimidos acusaba a los politiqueros de entonces. Hasta que fue despojado de su cargo tras el golpe de Estado del 10 de marzo, con el que la dictadura de Fulgencio Batista se cebó nuevamente sobre la Nación cubana. César Escalante se fue a vivir a la clandestinidad, como secretario del PSP de la capital y miembro de su dirección Nacional.

Prisiones, golpes, torturas, caracterizaron aquellas etapas, sin hacer mella nunca en sus concepciones políticas, morales e ideológicas. Nieto de un coronel mambí e hijo de un joven capitán que combatió en la “Guerra necesaria”, a perpetuidad mantuvo las tradiciones de sus ancestros, y las enriqueció cuando, también con 16 años ingresó en el movimiento comunista cubano.

Identificado totalmente con las ideas de Fidel, al triunfo de la revolución, se entregó a ella y cumplió importantes responsabilidades. Entre otras la de organizar, junto al comandante Rogelio Acevedo, las Milicias Nacionales capitalinas, siempre desde la trinchera del Partido provincial del cual continuaba siendo responsable.

Con la creación de las Organizaciones Revolucionarias Integradas, ORI, por designación del Comandante en Jefe pasó a ocupar la responsabilidad de dirigir la Comisión de Orientación Revolucionaria, antecedente del Departamento Ideológico del Comité Central del PCC. La Radio, la Televisión, los medios de comunicación todos, fueron testigos de sus desvelos para que las ideas de Fidel se reflejaran en ellos, de forma clara e inmediata; también en el combate contra la reacción y la derecha que se aferraron a sus instrumentos mediáticos hasta que fueron expropiados y expulsados por la Revolución. Organizador de los multitudinarios actos políticos en el país, se ocupaba hasta de los detalles más pequeños, que son los que hacen la diferencia.

Hace 56 años -precisamente un 18 de abril- lo perdimos a causa del cáncer. Fidel, el día 19 recordando la victoria de Girón, expresó: “Hoy precisamente cuando conmemoramos un aniversario más de la Batalla de Girón, que es al mismo tiempo que la conmemoración de una Victoria y el recuerdo también de los sacrificios que aquella victoria costó, tuvimos todos el amargo deber de despedir a un compañero dirigente de la Revolución, que sin dudas, por sus condiciones revolucionarias, su modestia, su lealtad a la Revolución, su espíritu de sacrificio y abnegación, mereció la más alta estima de todos nosotros, el compañero CESAR ESCALANTE…….”

Y pidió un minuto de silencio.

El cortejo fúnebre había salido de la Plaza. Llovía. La solemnidad de los rostros mojados acompañó al revolucionario hasta el cementerio de Colón. Allí cientos de personas también hicieron un minuto de silencio, que rompió la voz trepidante del Presidente Osvaldo Dorticós. Recordó en la despedida de duelo que César trabajó desde su lecho de enfermo hasta el último suspiro a los 49 años de edad. Así fue su vida, de entrega total a la causa de Cuba, libre independiente, soberana y socialista. Un ejemplo de reciedumbre revolucionaria, afirmó Dorticós.

El valor de las ideas

Al releer hoy las intervenciones, charlas y conferencias de César Escalante durante los primeros años del triunfo, sobre la propaganda revolucionaria y la conciencia política, -temas de una actualidad meridiana- decidimos recordar, por su vigencia las ideas y conceptos entonces expresados, atendiendo a su valor y  actualidad.

Por supuesto, muchas cosas han cambiado desde 1961. La Televisión, la radio y la prensa impresa eran los medios de información, de difusión, de educación, de entretenimiento, por excelencia y estaban en nuestras manos. Hoy, el desarrollo científico tecnológico en las comunicaciones ha introducido una revolución que se llama internet y creado las redes sociales “al alcance de todos”, controlados mayormente por la tecnología en manos del enemigo, que censura, propagandiza y manipula a sus usuarios, incluso, realiza estudios sobre las particularidades de los internautas, preferencias etc., lo que le permite utilizarlos en las agresiones de subversión política e ideológica que, la maquinaria imperial, pone en marcha, a través de sus cipayos nativos.

Al enemigo hay que vencerlo en cualquier terreno, afirmó muchas veces Fidel y este es hoy, quizás, el principal escenario. Pero, vencerlo con ideas, con conceptos, sin dogmas, con frescura, sin repeticiones de consignas vacías, que poco dicen en ocasiones, manteniendo otras, que no pierden su vigencia, -como la de Patria o Muerte, Venceremos-, que se agrandan más allá del archipiélago cubano.

En este sentido, una de las tantas conferencias que dio César, -en ese entonces eran solo posible cara a cara con sus atentos escuchas- fue la del 8 de septiembre de 1961.

Las ideas y conceptos sobre la propaganda revolucionaria, que allí expresó parecen tan actuales y necesarias, como experiencia y arma útiles para emplear en la actual batalla de ideas ante esta nueva ofensiva de guerra sicológica enemiga, en la cual intentan desacreditar nuestra cultura, la grandeza y estatura de la intelectualidad cubana, confundir y desanimar a la población, fabricar “incidentes” internos, que puedan presentarse como “violaciones de los derechos humanos” en Cuba.

Las ideas que se relacionan, revelan el profundo pensamiento de César, cómo proyectaba desde su responsabilidad, el trabajo político ideológico, qué pensaba de los jóvenes, las organizaciones de masas y sociales y de la unidad revolucionaria, que más tarde se materializaría al proclamar Fidel la unión de todos los revolucionarios cubanos en una organización política de nuevo tipo, el Partido Unido de la Revolución Socialista, el cual se proponía la construcción en nuestra Patria, de una sociedad sin explotados y explotadores, libre e independiente, soberana y digna.

Vienen también a mi mente, aunque no pueda citarlas textualmente, las palabras del entonces Jefe del II Frente Oriental, Comandante Raúl Castro, en una entrevista de prensa –a finales de 1958- en medio de los combates de entonces: La conciencia política y su formación, se asemeja a un arma de guerra, cuyas municiones se agotan en la batalla, y debe ser recargada constantemente, en la medida en que se dispara, pues de no hacerlo implicaría la derrota. ¡Cuánta razón!, La conciencia política que no solo está inmersa en el combate cotidiano contra el enemigo, las dificultades, los errores, las deficiencias y la erosión del escenario político social en el cual se desenvuelve, que causan desgaste, envejecimiento de las ideas y es necesario el reamunicionamiento, de nuevos conocimientos y conceptos, es decir recargar los proyectiles del arma, para proseguir el combate.

Cuando habla un comunista

Para los fines ya expuestos, he seleccionado párrafos esenciales de las palabras de César, en aquella charla que considero fundamentales. El resto de las ideas vertidas allí pueden ser obtenidas en el documento original: “Obra Revolucionaria”, nro.34, 2/10/61.

“La propaganda revolucionaria es tarea constante, diaria y sistemática. Sería útil, al objeto de fijar algunos conceptos necesarios, que dijéramos algunas palabras de introducción que permitan apreciar la naturaleza, el carácter y los fines específicos de la propaganda revolucionaria….Porque solamente comprendiendo el significado de la Revolución, podemos descubrir mejor a sus enemigos, podemos superar las dificultades y los obstáculos, podemos vencerlos y podemos alcanzar las tareas propuestas.

“La Revolución tiene etapas y cada una, tareas concretas…que nacen del desarrollo mismo de las necesidades de la Revolución…. pero no basta con eso, hay que comprobar su justeza y posibilidades de su aplicación….

“Son diversas las formas de lucha del Imperialismo y la contrarrevolución, y para poder responder de forma efectiva a esas agresiones, -abiertas o encubiertas, directas o indirectas- es evidente que tenemos que saber qué cosa es la Revolución, qué camino toma la Revolución, cuáles son los fenómenos, las dificultades y los obstáculos que pueden presentarse en el proceso revolucionario.

“La Revolución y la Contrarrevolución no pueden coexistir. Es una ley, elevada a esa categoría por el desarrollo de todas las Revoluciones contemporáneas… El enfrentamiento de ambos conceptos se desarrolla en todas las esferas de la vida social, la cultura, la producción, la sociedad. Las ideas están en constante contraposición entre los conceptos conservadores, retrógrados, contrarrevolucionarios, heredados del pasado, muchas veces sin que las mismas personas que los enarbolan se percaten, y los revolucionarios que pretenden cambiar, modificar, modernizar, adecuar la sociedad, la cultura y la producción a la dinámica y conceptos de nuevo tipo que desarrolló velozmente una Revolución triunfante en pos de la justicia social, la independencia y la soberanía nacional.

“…. la propaganda revolucionaria tiene una finalidad, el exponer constantemente las ideas revolucionarias, que tienen como propósito educar a los trabajadores y al pueblo elevando su conciencia social; la propaganda revolucionaria tiene como fin promover la movilización de todo el pueblo para cumplir con cada una de las tareas que fija la Revolución, la propaganda revolucionaria tiene como propósito movilizar a todas las fuerzas revolucionarias y populares, para la construcción de la sociedad socialista, por eso la propaganda revolucionaria debe ocupar y ocupa un destacado papel en el trabajo del Partido, en la labor de las organizaciones sindicales, en la labor de las organizaciones campesinas, juveniles y femeninas.

“Creo que no descubrimos el Mediterráneo, si afirmamos que, precisamente un exponente destacado de esta labor de propaganda revolucionaria la encontramos en el mismo jefe de la Revolución, el compañero Fidel Castro…… y creo que todos los propagandistas revolucionarios y que todas las organizaciones se inspiren en el ejemplo del compañero Fidel…que en sus discursos, la médula de sus mensajes es llevar a nuestro pueblo la comprensión de lo que es nuestra revolución, para que entiendan la tarea que en ese momento se ha fijado la revolución.

“No se trata de frases ni de dichos intrascendentes, el motor que impulsa la explicación debe llegar a la conciencia de los trabajadores y del pueblo, para que comprendan, para que entiendan y para que entendiendo y comprendiendo la importancia de la tarea, puedan abordarla, puedan realizarla y, haciéndola suya, luchar con ardor, luchar con firmeza y con valor por la aplicación y cumplimiento de la tarea orientada.

“El Objetivo es llegar a la conciencia de las masas, es tratar de esforzarse para que se comprenda la idea, para que se aprenda cuáles son los aspecto de cada una de las tareas y de este modo convertirse en ejecutores

“La propaganda revolucionaria es explicación y divulgación de ideas revolucionarias…. Tiene una naturaleza específica, se propone un objetivo concreto, y tiene como fin llevar una idea a la conciencia de las masas, para que el pueblo haga suya esa idea revolucionaria…. La propaganda revolucionaria va dirigida a las personas, al pueblo, para que se explique la razón de las cosas, a que las comprenda y a que el pueblo, los trabajadores se apoderen de la idea, para convertir a ese trabajador, en ejecutor de la idea que se trata de promover en su conciencia.

“La propaganda revolucionaria es promoción de ideas revolucionarias, es abrir la mente de las personas para que entiendan el porqué de una cosa, para que comprendan la razón de ser de algo que se quiere explicar y que a la vez, comprendiendo la razón, de lo que se quiere explicar,…

“La idea penetra en todo, penetra en todos los poros de nuestro cuerpo; la idea revolucionaria penetra en la producción; en la defensa; en la cultura; la idea revolucionaria penetra en la información del periódico; penetra en el editorial del periódico; la idea revolucionaria penetra en la novela que se radia; la idea revolucionaria penetra en el noticiero; en la información o en cualquier otra actividad radial, televisada o de la prensa; la idea revolucionaria vive en cada uno de nosotros; la idea revolucionaria hay que llevarla al pueblo, a las masas, por todos los medios y vías posibles, pero como IDEA REVOLUCIONARIA, como un propósito dirigido a realizar las tareas orientadas por la Revolución.

“…Cuando la propaganda se repite continuamente, de manera mecánica, a veces innecesariamente, se escucha sin darle importancia, no mueve ningún tipo de sentimiento, no mueve ninguna idea en la mente de aquel a quien va dirigido el mensaje…..

“Para hacer propaganda revolucionaria hay que estudiar. Para promover las ideas y los conceptos hay que conocer y dominar tales ideas y conceptos. La práctica revolucionaria, la vinculación con el pueblo, forma parte del estudio. La vida misma es una gran educadora. No se estudia solo en libros sino también en la práctica revolucionaria, en la vida misma.

“Es preciso conocer qué es el Socialismo y cómo se llega a él. Fidel explicó el 26 de julio, que el Socialismo no se decreta, que no se establece de la noche a la mañana, que es todo un período de lucha de trabajo, de esfuerzos, para llegar a construir esa Sociedad, la más justa, la más alta, la más humana, en la cual desaparece definitivamente la explotación del hombre por el hombre. Eso requiere crear una base productiva, material, elevar la producción, la productividad del trabajo, las riquezas, el patrimonio del pueblo y asegurar sus necesidades.

“….y si como dijimos antes, ese es el propósito que nos anima a todos, si la tarea que nos impulsa hacia adelante es esta, si el objetivo que perseguimos es este, si la meta por la cual luchamos es la construcción de la sociedad socialista, esto nos obliga necesariamente a todos a realizar la más intensa propaganda de explicación, de divulgación, para que la movilización permanente y sistemática de cada uno de los hombres y mujeres del pueblo no DESFALLEZCA en ningún momento en la gran tarea de dar cima al objetivo que nos hemos señalado.

“Este proceso se lleva a cabo en medio de una lucha tremenda contra las fuerzas imperialistas, contrarrevolucionarias que pretenden impedir la construcción de esta sociedad, que día a día se crea en este país.

“Para enfrentar las dificultades más permanentes, se requiere mayor convicción, más conciencia revolucionaria.

“La conciencia revolucionaria tiene precisamente la gran ventaja de saber por qué se lucha, de saber cuál es el camino que debe escogerse para esa lucha; de saber el resultado final de esa lucha; porque en el pasado cuando ese grupo pequeño dirigido por Fidel, se adentró en las montañas, aislados, perseguidos, hostigados día y noche, para mantener firme la causa que defendían, el compañero Fidel, dirigiendo a este grupo y a todos los que luchaban contra la dictadura de Batista, había que tener una fe inquebrantable en la seguridad de la lucha, en que al fin y al cabo vencerían a todas las dificultades. Ese es el valor, la significación de la conciencia revolucionaria. Porque la conciencia revolucionaria no permite la duda, ni el pesimismo.

“En la misma medida en que esa conciencia revolucionaria sea más alta, en la medida en que esa conciencia revolucionaria sea más firme, estaremos luchando mejor, estaremos realizando la tarea en condiciones mejores para nuestro pueblo.

“No basta sólo con que las ideas que se promuevan sean justas, sean correctas, es necesario saber exponerlas, y utilizar los medios adecuados.

“…..hoy los medios de información, de difusión, de educación, de entretenimiento, -la prensa, la radio, la televisión, el cine- están enteramente en manos del pueblo, del Estado revolucionario, de los trabajadores, de toda la nación…..

“No basta solo el entusiasmo, sino es necesario que ese entusiasmo sea promovido por algo más inconmovible, por algo más definitivo, por algo más firme, por algo que en realidad debe ser el motor constante de la renovación de ese entusiasmo, que es la conciencia revolucionaria, que es comprender la conveniencia, la necesidad de que la tarea sea cumplida, por encima de todas las dificultades, por encima de todos los obstáculos, para que cuando en el cumplimiento de esa tarea, surja lo inesperado, lo que no se calculó, ningún compañero pierda el entusiasmo, sino por el contrario, comprenda que de su voluntad inquebrantable depende vencer el obstáculo transitorio…… y solo en la medida de que poseamos esta comprensión revolucionaria, de la necesidad de vencer el obstáculo, de cumplir la tarea, en la medida en que comprendamos más el fondo de la tarea, el objetivo que se persigue, en esa misma medida no habrá obstáculo que pueda paralizar la acción emprendida. Ese es el gran valor, el valor extraordinario, el valor sin límites de la conciencia política.

“La propaganda revolucionaria es tarea de todas las organizaciones de masas…La propaganda, no es la repetición mecánica y absurdo de una consigna o una idea, sino que es la organización científica, planificada, adecuada de aquellas ideas que son fundamentales; es estudiar cómo en la aplicación de ellas, surgen nuevo problemas, es descubrir dónde fallamos, cuál es aquella cosa que resulta más importante en un momento dado, dónde se encuentra aquello que puede confundir o que efectivamente confunde. No es simplemente agitar una consigna, promover la consigna, y repetir la consigna como un disco rayado, sino de saber el resultado que obtenemos, dónde está la falla, las deficiencias en la aplicación de la medida y rectificarlas como es debido.

“Estamos empeñados en una lucha tremenda contra las fuerzas de la reacción. La lucha por elevar la conciencia revolucionaria, es una lucha actual, pero también permanente, una lucha de todos los días, una lucha de todas las horas, para que de ese modo cada cubano, cada uno de nosotros estemos cada vez más juntos, más unidos en torno al gobierno Revolucionario, a Fidel, en la lucha por el socialismo, la paz y el progreso….”

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