Il carcere nella Base Navale di Guantanamo è una vergogna

Gli esperti dell’ONU per i Diritti Umani assicurano che questo centro penitenziario “avrebbe dovuto essere stato chiuso molto tempo fa”

Yisell Rodríguez Milan  www.granma.cu

Otto relatori speciali per i Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) hanno chiesto la chiusura del carcere della Base Navale di Guantánamo al governo di Joe Biden, che assumerà la presidenza il 20 gennaio.

“Guantánamo è un luogo di arbitrarietà ed abusi”, hanno detto i funzionari, che hanno anche chiesto un’indagine sugli abusi legali lì commessi, dove i detenuti -commentano nel loro comunicato- corrono il rischio di morire a causa del rapido deterioramento della salute dovuto alle condizioni crudeli ed inumane dell’incarceramento.

Come “una vergogna per gli USA” hanno qualificato questo centro penitenziario che, a loro giudizio, deve essere immediatamente chiuso, benché “avrebbe dovuto essere stato chiuso molto tempo fa”.

Gli esperti hanno segnalato che la prigione -situata in un territorio cubano illegalmente occupato dagli USA da più di 100 anni- è un luogo “di arbitrarietà e abusi, dove la tortura ed i maltrattamenti sono dilaganti e continuano ad essere istituzionalizzati, dove lo stato di diritto è de facto sospeso e dove si nega la giustizia”.

La pandemia di COVID-19 aggrava ulteriormente le vulnerabilità sanitarie della popolazione carceraria, aggiungono. Rimarcano inoltre che la detenzione prolungata ed indefinita di persone che non sono state condannate per alcun crimine da parte di un’autorità giudiziaria competente ed indipendente secondo un giusto processo legale è arbitraria e costituisce una forma di trattamento crudele, inumano e degradante o, addirittura, tortura.

I detenuti, sottoposti a torture o vittime di traumi comparabili, vivono in un limbo legale, fuori dalla portata del sistema giudiziario costituzionale USA, indicano nella loro dichiarazione, pubblicata sul sito web dell’ONU.

Per quanto riguarda le commissioni militari, hanno segnalato che violano i requisiti di imparzialità, indipendenza e non discriminazione. Non sono previsti processi a breve termine, il che porterebbe alla detenzione a tempo indefinito dei detenuti.

La prigione USA situata presso la Base Navale di Guantánamo è stata istituita l’11 gennaio 2002. Nel 2003 c’erano lì 700 prigionieri ed ora, nel 2021, rimangono 40 detenuti, ma solo nove sono stati accusati o condannati per qualche crimine.

Durante quei 19 anni di esistenza, i relatori ONU hanno chiesto sistematicamente la chiusura del carcere di Guantánamo. “Chiamiamo le autorità USA a processare le persone detenute a Guantánamo, nel pieno rispetto delle leggi sui diritti umani, o che le liberi o le rimpatri immediatamente, rispettando il principio di non devoluzione”, hanno puntualizzato.

“Con l’ingresso di un nuovo governo USA e mentre ci avviciniamo al ventesimo anniversario dell’11 settembre, Guantanamo deve essere chiusa per sempre”, hanno concluso.

I relatori speciali fanno parte di quello che si conosce come Procedimenti Speciali del Consiglio per i Diritti Umani, segnala l’ONU. Questi esperti lavorano su base volontaria; non sono personale ONU e non ricevono uno stipendio per il loro lavoro.


La cárcel en la Base Naval en Guantánamo es una vergüenza

Expertos de la ONU en Derechos Humanos aseguran que ese centro penitenciario «debería haberse cerrado hace mucho tiempo»

Autor: Yisell Rodríguez Milán

Ocho relatores especiales en Derechos Humanos de la Organización de Naciones Unidas (ONU) solicitaron el cierre de la cárcel de la Base Naval de Guantánamo al gobierno de Joe Biden, quien asumirá la presidencia el próximo 20 de enero.

«Guantánamo es un lugar de arbitrariedad y abusos», manifestaron los funcionarios, quienes también solicitaron la investigación de los abusos legales cometidos allí, donde los detenidos —comentan en su comunicado — corren el riesgo de morir por el rápido deterioro de la salud debido a las condiciones crueles e inhumanas de encarcelamiento.

Como «una vergüenza para Estados Unidos» calificaron este centro penitenciario que, en su criterio, debe ser cerrado de inmediato, aunque «debería haberse cerrado hace mucho tiempo».

Los expertos señalaron que la cárcel —ubicada en un territorio cubano ilegalmente ocupado por EE.UU. desde hace más de 100 años— es un lugar «de arbitrariedad y abusos, donde la tortura y los malos tratos son rampantes y continúan institucionalizados, donde el estado de derecho está suspendido de facto y donde se niega la justicia».

La pandemia de COVID-19 agrava aún más las vulnerabilidades de salud de la población carcelaria, agregan. Remarcan también que la detención prolongada e indefinida de personas que no han sido condenadas por ningún delito por una autoridad judicial competente e independiente bajo el debido proceso legal, es arbitraria y constituye una forma de trato cruel, inhumano y degradante o, incluso, tortura.

Los detenidos, sometidos a torturas o víctimas de traumas comparables, viven en un limbo legal, fuera del alcance del sistema judicial constitucional estadounidense, indican en su comunicado, publicado en la web de la ONU.

Acerca de las comisiones militares, señalaron que violan los requisitos de imparcialidad, independencia y no discriminación. No se esperan juicios a corto plazo, lo que acarrearía una detención indefinida de los reclusos.

La cárcel estadounidense localizada en la Base Naval de Guantánamo fue establecida el 11 de enero de 2002. En 2003, había allí 700 prisioneros, y ahora, en 2021, quedan 40 detenidos, pero sólo nueve han sido acusados ​​o condenados por algún delito.

Durante esos 19 años de existencia, los relatores de la ONU exigen sistemáticamente el cierre de la cárcel de Guantánamo. «Llamamos a las autoridades estadounidenses a que procesen a las personas detenidas en Guantánamo, en pleno cumplimiento de las leyes de derechos humanos, o a que se les libere o repatríe inmediatamente respetando el principio de no devolución», puntualizaron.

«Con la entrada de un nuevo gobierno en Estados Unidos y a medida que nos acercamos al vigésimo aniversario del 11 de septiembre, Guantánamo debe cerrarse para siempre», concluyeron.

Los relatores especiales forman parte de lo que se conoce como los Procedimientos Especiales del Consejo de Derechos Humanos, señala la ONU. Estos expertos trabajan de forma voluntaria; no son personal de Naciones Unidas y no reciben un salario por su trabajo.

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