Verità che si vogliono nascondere

Gli USA cercano di minimizzare la loro guerra economica, commerciale e finanziaria instaurata contro Cuba dal 1959, e con la loro potente macchina propagandistica di far credere al mondo, e soprattutto al popolo cubano, che il sistema socialista è l’unico responsabile delle difficoltà e dei disagi che soffre, nascondendo l’accozzaglia di leggi e sanzioni che applicano contro la Rivoluzione.

Non si possono negare gli errori commessi negli ultimi 60 anni nella gestione dell’economia cubana, molti dei quali forse indotti, anche se se le leggi yankee approvate dai presidenti e dal Congresso non fossero dannose, sarebbero già state abrogate, ma in realtà vengono rafforzate con il malsano intento di logorare e irritare la popolazione e di stimolare rivolte di piazza che facciano fallire il processo rivoluzionario.

Cuba chiama questo processo disumano blocco, ma in realtà le sue azioni costituiscono una vera e propria guerra, data la portata, l’ampiezza e gli obiettivi da raggiungere. Le leggi approvate lo ribadiscono e una mancanza è stata quella di non includere nel sistema educativo cubano lo studio di queste leggi e delle sanzioni applicate, in modo che tutti i cubani possano conoscere la vera dimensione della crudele e spietata politica statunitense.

Pochi giorni dopo il 3 gennaio 1961, quando il presidente Dwight D. Eisenhower ruppe le relazioni diplomatiche con Cuba, sospese anche gli scambi commerciali applicando il Trading with the Enemy Act (TWEA), approvato nel 1917 per imporre sanzioni economiche contro le nazioni straniere vietando, limitando o regolando le transazioni commerciali e finanziarie con Paesi ostili in tempo di guerra.

Dal 1978, tutti i presidenti yankee hanno emesso memorandum o determinazioni presidenziali che estendono la TWEA per un anno, considerando Cuba una situazione di “emergenza nazionale” e qualificandola come “interesse degli Stati Uniti”, essendo l’unico Paese al mondo a cui si applica questa legge.

Nella sua malsana ossessione di rovesciare la Rivoluzione cubana, nel 1961 il Congresso USA approvò la Legge sulla cooperazione internazionale, sezione 620.A, che proibisce ogni aiuto a qualsiasi Paese comunista, inclusa Cuba, e a qualsiasi altro Paese che fornisca aiuti all’isola. La legge autorizza il Presidente a stabilire e mantenere un “embargo” totale su tutti gli scambi commerciali tra gli USA e Cuba.

Il 3 febbraio 1962, in base all’autorità conferitagli dall’International Cooperation Act, il Presidente John F. Kennedy ha sospeso tutti gli scambi commerciali con Cuba e, attraverso il Proclama Presidenziale 3447, ha imposto un “embargo” che proibisce l’importazione negli USA di tutte le merci di origine cubana e di quelle importate da o attraverso Cuba e tutte le esportazioni USA verso l’isola.

Questo proclama non stabilisce limiti di tempo o condizioni per la sua revoca e da quella data il cosiddetto “embargo” è diventato legge ed è stato esteso con ulteriori regolamenti e nuove leggi.

Contemporaneamente, nel gennaio 1962, il Presidente Kennedy organizzò la Task Force del Consiglio di Sicurezza Nazionale allargato, che progettò la ben nota Operazione Mangusta, contenente una serie di azioni politiche, diplomatiche, economiche, psicologiche, di propaganda, di spionaggio, di atti terroristici e di incoraggiamento e sostegno logistico di bande armate controrivoluzionarie.

Questa operazione aveva lo scopo di provocare una ribellione del popolo cubano, che avrebbe fornito la giustificazione per un intervento militare diretto delle forze armate USA.

Contiene 32 compiti, di cui 13 economici, e afferma: “L’azione politica sarà sostenuta da una guerra economica che indurrà il regime comunista a fallire nei suoi sforzi per soddisfare le necessità del Paese…”.

La sua extraterritorialità si manifesta affermando che:

“La collaborazione con altre nazioni dell’OEA, in particolare con il Canada e il Messico, sarà esplorata dal Dipartimento di Stato. Il Dipartimento di Stato, con il Dipartimento del Commercio e altri soggetti coinvolti, compilerà una lista positiva di articoli provenienti dall’America Latina che saranno soggetti alle stesse procedure di licenza applicate altrove nel mondo libero a tali spedizioni. Il Dipartimento di Stato riferirà sullo stato dei piani per ottenere la cooperazione degli alleati della NATO (bilateralmente o nel forum della NATO, a seconda dei casi), con l’obiettivo di convincere queste nazioni ad adottare misure per isolare Cuba dall’Occidente.

“Il Dipartimento di Stato lavorerà sullo stato delle azioni intraprese con il Giappone, che ha un commercio relativamente significativo con Cuba, che sono simili a quelle intraprese con le nazioni della NATO”.

È possibile nascondere il vero obiettivo e far credere al mondo che le privazioni subite dai cubani siano il risultato di un sistema fallito?

Nel 1963, il governo statunitense ha emanato il Regulaciones al Control de los Activos Cubanos (CACR) in base alla sezione 5.b del Trading with the Enemy Act del 1917.

Lo scopo esplicito delle sanzioni previste da questi regolamenti è: “isolare economicamente il governo cubano e privarlo di dollari statunitensi”.

Tali sanzioni congelano tutti i beni cubani negli USA e il Dipartimento del Tesoro è stato incaricato di regolamentare tutte le transazioni commerciali con Cuba, compresi i viaggi autorizzati a Cuba da parte di cittadini USA.

Il CACR vieta l’esportazione diretta o indiretta di beni, servizi e tecnologie statunitensi a Cuba. L’Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro era incaricato di interpretare e applicare le disposizioni dell’embargo attraverso una serie di regolamenti.

Per coloro che violano le sanzioni, possono essere comminate sanzioni penali che vanno dai 10 anni di carcere, multe aziendali fino a 1 milione di dollari, multe individuali fino a 250.000 dollari e sanzioni civili fino a 55.000 dollari.

Dopo la disintegrazione dell’URSS e per aggravare ulteriormente la situazione economica interna cubana, il presidente George H. Bush, sognando di ottenere “una transizione pacifica verso la democrazia”, ha approvato il Cuban Democracy Act (Legge Torricelli), che proibisce alle filiali delle aziende statunitensi di stabilire relazioni commerciali con Cuba; proibisce ai cittadini statunitensi di viaggiare a Cuba e proibisce l’invio di rimesse al Paese.

La legge Torricelli “incoraggia i governi di altri Paesi che intrattengono relazioni commerciali con Cuba a limitare le loro attività commerciali e creditizie e impone sanzioni a qualsiasi Paese che fornisca aiuti a Cuba, ponendo fine agli aiuti statunitensi a tali Paesi e dichiarandoli non idonei a beneficiare di qualsiasi programma di riduzione o condono del debito che mantengono con gli Stati Uniti”.

Di fronte alla stoica resistenza del popolo cubano, nel marzo 1996, il Congresso degli Stati Uniti approvò una nuova legislazione volta a rafforzare l’applicazione dell’”embargo” contro Cuba, denominata Cuban Liberty and Democratic Solidarity Act, meglio nota come Helms-Burton Act.

Il Presidente Bill Clinton l’ha firmata e le sanzioni contro Cuba sono state rafforzate. Questa legge mira a “rafforzare le sanzioni internazionali contro il governo di Castro e a pianificare il sostegno a un governo di transizione eletto per guidare un governo democratico sull’isola”. Con essa, la guerra economica, commerciale e finanziaria contro Cuba ha assunto una dimensione maggiore e può essere revocata solo con l’approvazione del Congresso.

Si può ingannare l’opinione pubblica che l’”embargo” non sia il fattore fondamentale dei problemi economici di Cuba?

È fondamentale che queste leggi vengano studiate nelle scuole cubane a tutti i livelli, perché purtroppo molti, compresi i più giovani, non ne conoscono il contenuto e si lasciano trasportare dalle campagne fabbricate dagli USA.

Con l’arrivo del presidente Donald Trump alla Casa Bianca, sono state aggiunte 243 nuove sanzioni che mirano ad asfissiare i cubani, e Cuba è stata nuovamente inserita nella lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo, aumentando le misure coercitive contro le banche e le imprese internazionali che effettuano transazioni e scambi commerciali con l’isola, una situazione che ha drasticamente peggiorato la crisi economica e ha portato a un volume di emigranti senza precedenti.

Esistono errori e anche politiche non conformi alla realtà, ma la brutale guerra economica condotta dagli yankee per 64 anni non può essere negata, e solo l’ignoranza e la mancanza di una diffusione sistematica degli ostacoli che devono essere superati per concretizzare il commercio cubano permettono alla macchina della disinformazione degli Stati Uniti, attraverso le reti sociali, di conquistare uno spazio che non le appartiene.

Ha ragione José Martí quando afferma: “Per apprezzare fruttuosamente, è necessario conoscere a fondo”

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

 

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