Recentemente il Consiglio Editoriale (CE) dei libelli El Nuevo Herald e El Miami Herald, noti strumenti sovversivi al servizio della mafia terrorista anticubana per condurre la guerra mediatica contro la Rivoluzione cubana, hanno pubblicato un articolo in cui, spudoratamente e cinicamente, spalleggiano i terroristi inclusi nella lista che Cuba ha appena pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, che entrambi gli opuscoli di Miami qualificano come “attivisti cubani, personalità dei media e persone influenti che criticano il regime”, omettendo le vere azioni di taglio terroristico che realizzano.
Allo stesso modo, intendono demonizzare Cuba pubblicando informazioni riguardanti il diplomatico del Dipartimento di Stato yankee, che ha lavorato per 40 anni per l’intelligence cubana senza essere scoperto dall’FBI, cosa che ha messo in ridicolo il sistema yankee, come se i Servizi d’intelligence di quel paese fossero piccoli angeli immacolati che non hanno mai reclutato alcun funzionario del governo cubano.
Cattiva memoria o stanno cercando di coprire il sole con un dito?
Dal 1959, la CIA ha iniziato una corsa sfrenata per reclutare chiunque potesse contribuire a fornirle informazioni, per ostacolare il processo rivoluzionario. Gli esempi sono tanti e quasi tutte queste spie sono state individuate e condannate. Altri erano, in realtà, agenti della nascente Sicurezza di Stato, che erano riusciti ad ingannare gli esperti ufficiali e capi della CIA, mettendo in dubbio la professionalità di quell’organismo di intelligence yankee.
Nel 1976, lo stesso Fidel Castro ha denunciato una delle sue più favorite e stimate “spie”, in realtà agente di Cuba, che aveva ricevuto una moderna attrezzatura da collocare, segretamente, sul tavolo di lavoro di Osmany Cienfuegos nel Consiglio di Stato. Una simile rivelazione è stata fatta nel 1987 dalla TV cubana, riguardo a 27 agenti cubani che, per anni, avevano ingannato la CIA con false informazioni sull’economia cubana, cosa che l’ufficiale della CIA Ronald Kessler ha esposto nel suo libro “Incide The CIA”, riconoscendo:
“Uno dei problemi più seri che deve affrontare la CIA è la possibilità che i suoi agenti siano doppi agenti, cioè lavorino per l’altra parte. Ciò è accaduto a Cuba, dove la maggior parte degli agenti reclutati dalla CIA, nei primi anni ’60, erano agenti decisi che ricevevano istruzioni dal Capo Superiore cubano Fidel Castro”. “Praticamente l’intero gruppo dell’agenzia che a quel tempo lavorava per la CIA erano agenti doppi”.
Riguardo a questo successo della sicurezza cubana, l’ufficiale della CIA Ishmael Jones ha caratterizzato la storia dei doppi agenti cubani come un esempio di pessima professionalità da parte dell’intelligence yankee, situazione che sembra persistere. In questo senso, Jones afferma nel libro “The Human Factor: Inside the CIA’S Dysfunctional Intelligence Culture”: “La quantità di false informazioni introdotte da questi agenti cubani nei database della CIA è stata così estesa che non è stato possibile estrarla”.
Perché entrambe i libelli non fanno riferimento al lavoro della CIA contro Cuba e ai suoi molteplici fallimenti? Questo agire costante e permanente dell’intelligence yankee, insieme alle attività terroristiche progettate e realizzate dagli USA, ha costretto la Rivoluzione cubana a difendersi e cercare di scoprirle, per prevenire ed evitare centinaia di piani di assassinio contro Fidel Castro e altri dirigenti, sabotaggio dei centri economici, commerciali e perfino contro le missioni diplomatiche e commerciali cubane all’estero.
Gli attuali terroristi inclusi nella lista di Cuba, in conformità alla Risoluzione 1373 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, relativa alla prevenzione e alla lotta del terrorismo e del suo finanziamento, sono sostenuti, con totale sfacciataggine, dal suddetto CE di El Nuevo Herald e El Miami Herald, affermando che “questi esiliati a Miami hanno motivi di essere orgogliosi”. “Essere definito terrorista dalla dittatura cubana non è nulla di cui vergognarsi. Piuttosto, è un distintivo d’onore”. “… Devono essere elogiati per far fronte a Cuba e alle sue vessazioni. Benché il governo cubano cerchi di presentare questi esiliati come pericolosi radicali, la realtà è che lottano per una Cuba libera”.
Orgogliosi di provocare la morte e di incitare all’assassinio di poliziotti e membri del Partito Comunista, creare disordini per le strade dell’Isola e di aver richiesto un’invasione dell’esercito USA che lascerebbe migliaia di morti innocenti tra la popolazione cubana, come hanno fatto in Iraq, Afghanistan, Siria e Libia? Collocare una bomba su un aereo civile cubano e causare la morte di 73 persone è un onore e non un atto terroristico?
Introdurre agenti patogeni per ammalare e uccidere bambini è motivo di orgoglio ed essere lodato?
Nei loro scritti dicono: “Come un bimbo petulante, Cuba ha pubblicato la propria lista”. A quanto pare, il governo yankee non permette di raccontare bene la storia di quel bimbo, che dimostra di avere tutto il diritto di difendere le sue conquiste.
Evidentemente i membri del suddetto CdR hanno una cattiva memoria perché, il 5 settembre 2023, hanno pubblicato che il giudice USA Timothy Kelly, ha emesso una sentenza contro Enrique Tarrio, capo dei Proud Boys, sanzionandolo a 22 anni di carcere. , per il reato di aver orchestrato, con il suo gruppo di estrema destra, l’attacco al Campidoglio USA.
Enrique Tarrio è di origine cubana e risiede a Miami. La sua sanzione si basava sul fatto che da Miami ha organizzato, diretto e incoraggiato l’assalto al Campidoglio, scrivendo nelle reti sociali: “Fai quello che deve essere fatto”, la stessa cosa che fanno quelli che figurano nell’attuale lista cubana e che, secondo il CE, “hanno motivo di essere orgogliosi ed è un distintivo d’onore”.
I membri di questo Consiglio dovrebbero leggere alcuni documenti declassificati dell’FBI, in cui qualificano come Gruppi Terroristici varie organizzazioni e persone del cosiddetto “esilio cubano”.
Questi documenti ufficiali dell’FBI affermano, ad esempio, che il Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU) è un’organizzazione terroristica di facciata anticastrista.
Molto interessante è il documento dell’FBI che afferma: “Il Fronte di Liberazione Nazionale Cubano è un’organizzazione terroristica cubana in esilio… Il FLNC ha rivendicato circa 25 atti di terrorismo.
Altri rapporti segnalano: “Il sostegno finanziario per gli esiliati cubani è diventato un problema. Ciò è sorto da una preoccupazione della comunità cubana in esilio che contribuire ai gruppi terroristici li assocerebbe automaticamente al terrorismo agli occhi delle forze dell’ordine”.
Esistono centinaia di documenti declassificati che menzionano nomi, azioni e piani del cosiddetto “esilio”, tra cui persone che figurano nell’attuale lista cubana pubblicata nella Gazzetta Ufficiale e tutti sono classificati come terroristi dall’FBI.
Triste ruolo quello dei giornali di Miami che si vedono costretti a difendere famigerati terroristi e assassini, qualcosa di veramente spregevole per il ruolo che deve svolgere la stampa.
José Martí non aveva torto quando ha affermato: “Deve essere penoso ispirare disprezzo”.
Libelo de Miami se quitó la máscara
Por Arthur González
Recientemente la Junta Editorial de los libelos El Nuevo Herald y El Miami Herald, conocidos instrumentos subversivos al servicio de la mafia terrorista anticubana para ejecutar la guerra mediática contra la Revolución cubana, publicaron un artículo donde, sin pudor y con cinismo, dan un espaldarazo a los terroristas incluidos en la lista que Cuba acaba de publicar en la Gaceta Oficial, a los que ambos panfletos miamenses califican de “activistas cubanos, personalidades de los medios y personas influyentes que critican al régimen”, omitiendo las verdaderas acciones de corte terrorista que realizan.
Asimismo, pretenden satanizar a Cuba con la publicación de informaciones referente al diplomático del Departamento de Estado yanqui, quien trabajó durante 40 años para la inteligencia cubana sin ser detectado por el FBI, situación que ha puesto en ridículo al sistema yanqui, como si los Servicios de Inteligencia de ese país fueran angelitos inmaculados que jamás hayan reclutado a ningún funcionario del gobierno cubano.
¿Mala memoria o pretenden tapar el sol con un dedo?
Desde el mismo año 1959 la CIA inició una carrera desenfrenada para reclutar a todo el que podía ayudar a ofrecerle información, para entorpecer el proceso revolucionario. Los ejemplos son muchos y la casi totalidad de esos espías fueron detectados y condenados. Otros en realidad eran agentes de la naciente Seguridad del Estado, que lograron engañar a los experimentados oficiales y jefes de la CIA, poniendo en entredicho la profesionalidad de ese órgano de inteligencia yanqui.
El propio Fidel Castro denunció en 1976, a uno de su más favorecido y estimado “espía”, realmente agente de Cuba, quien recibió un moderno equipo para ser colocado, secretamente, en la mesa de trabajo de Osmany Cienfuegos en el Consejo de Estado. Similar revelación se hizo en 1987 por la TV cubana, sobre 27 agentes cubanos que durante años engañaron a la CIA con informaciones falsas sobre la economía cubana, algo que el oficial CIA Ronald Kessler expuso en su libro “Incide The CIA”, al reconocer:
“Uno de los problemas más graves que enfrenta la CIA es la posibilidad de que sus agentes sean dobles agentes, o sea que trabajen para el otro bando. Esto sucedió en Cuba donde la mayoría de los agentes reclutados por la CIA en los primeros años de la década del 60, eran agentes plantados que recibían instrucciones del Jefe Superior cubano Fidel Castro.” “Prácticamente todo el complemento de la agencia que en aquel momento trabajaba para la CIA eran dobles agentes”.
Sobre ese éxito de la seguridad cubana, el oficial CIA Ishmael Jones, caracterizó la historia de los agentes dobles cubanos, como una muestra de mala profesionalidad de la inteligencia yanqui, situación que parece mantenerse. En ese sentido, Jones afirmó en el libro “The Human factor: Inside the CIA’S Dysfunctional Intelligence Culture”: “El volumen de información falsa introducida por esos agentes cubanos en las bases de datos de la CIA fue tan amplio, que no pudo ser extraída”.
¿Por qué ambos libelos no hacen referencia al trabajo de la CIA contra Cuba y sus múltiples fracasos? Ese accionar constante y permanente de la inteligencia yanqui, unido a las actividades terroristas diseñadas y ejecutadas desde Estados Unidos, ha obligado a la Revolución cubana a defenderse e intentar descubrirlas, para prevenir y evitar los centenares de planes de asesinato contra Fidel Castro y otros dirigentes, sabotajes a los centros económicos, comerciales e incluso contra las misiones diplomáticas y comerciales cubanas en el exterior.
Los actuales terroristas incluidos en la lista de Cuba, en cumplimiento con la Resolución 1373 del Consejo de Seguridad de la Organización de Naciones Unidas, relativa a la prevención y enfrentamiento al terrorismo y su financiamiento, son respaldados con total desfachatez por la mencionada Junta Editorial de El Nuevo Herald y El Miami Herald, al asegurar que “estos exiliados en Miami tienen motivos para estar orgullosos”. “Ser llamado terrorista por la dictadura cubana, no es nada de lo que avergonzarse. Más bien, es una insignia de honor”. “…Deben ser elogiados por hacer frente a Cuba y su acoso. Aunque el gobierno cubano trata de presentar a estos exiliados como radicales peligrosos, la realidad es que luchan por una Cuba libre”.
¿Orgullosos de provocar la muerte e incitar el asesinato de policías y miembros del Partido Comunista, crear disturbios en las calles de la Isla y solicitar una invasión del ejército estadounidense que dejaría miles de muertos inocentes en la población cubana, como hicieron en Irak, Afganistán, Siria y Libia? ¿Colocar una bomba en un avión civil cubano y causar la muerte de 73 personas, es un honor y no un acto terrorista?
¿Introducir gérmenes patógenos para enfermar y matar a niños es motivo de orgullo y de ser elogiados?
En su escrito dicen: “Como un niño petulante, Cuba publicó su propia lista”. Al parecer, el gobierno yanqui no les permite contar bien la historia de ese niño, que demuestra tener todo el derecho a defender sus conquistas.
Evidentemente los miembros de la ponderada Junta Editorial tienen mala memoria, porque el 5 de septiembre del 2023, publicaron que el juez estadounidense Timothy Kelly, dictó sentencia contra Enrique Tarrio, líder de Proud Boys, sancionándolo a 22 años de prisión, por el delito de orquestar con su grupo de extrema derecha, el ataque al Capitolio de Estados Unidos.
Enrique Tarrio es de origen cubano y residente en Miami. Su sanción estuvo basada en que desde Miami, organizó, dirigió y animó el asalto al Capitolio, al escribir en las redes sociales: “Hagan lo que haya que hacer”, lo mismo que hacen los incluidos en la actual lista de Cuba y que, según la Junta Editorial, “tienen motivos para estar orgullosos y es una insignia de honor”.
Los miembros de esa Junta deberían leerse algunos documentos desclasificados del FBI, donde califican de Grupos Terroristas a varias organizaciones y personas del llamado “exilio cubano”.
Esos documentos oficiales del FBI afirman, por ejemplo, que la Coordinación de Organizaciones Revolucionarias Unidas (CORU) es una organización terrorista de pantalla anti Castro.
Muy interesante es el documento del FBI que asegura: “El Frente de Liberación Nacional Cubano es una organización terrorista cubana del exilio…El FLNC ha reclamado el crédito por alrededor de 25 actos de terrorismo.
Otros informes señalan: “El apoyo financiero para los exiliados cubanos se ha vuelto un problema. Esto ha surgido por una preocupación entre la comunidad exiliada cubana, que contribuir con grupos terroristas automáticamente los asociará con el terrorismo a los ojos de las agencias policiales”.
Centenares son los documentos desclasificados que mencionan nombres, acciones y planes del llamado “exilio”, incluso a personas que aparecen en la actual lista cubana publicada en la Gaceta Oficial y todos están calificados de terroristas por el FBI.
Triste papel el de esos diarios miamenses que se ven obligados a defender a terroristas y asesinos connotados, algo realmente despreciable para el papel que debe jugar la prensa.
No se equivocó José Martí, cuando expresó; “Debe ser penoso inspirar desprecio”