Fin dalle prime letture, in aule piene di bambini irrequieti, abbiamo imparato ad amare la bandiera cubana, il tricolore che con le sue tre strisce blu, due strisce bianche, un triangolo rosso e la stella d’argento, ha conquistato i nostri cuori.
Da quando è iniziato il calendario elettorale venezuelano in vista delle elezioni presidenziali fissate per il 28 luglio, non c’è stato consenso nell’opposizione nello scegliere una figura che li rappresenti. Questa realtà, per dirlo in modo gentile, la stiamo osservando fin dal momento stesso in cui sono state proposte le primarie, accentuata dal momento in cui il Consiglio Nazionale Elettorale ha comunicato al paese la data di tale giornata.
Cento processioni e il sermone della persecuzione religiosa a Cuba
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
“Cuba si unisce al Nicaragua nella persecuzione della Settimana Santa” (1), “Regime di Cuba vieta processioni della Settimana Santa a L’Avana” (2). Leggendo questi e altri titoli simili, si potrebbe concludere che, a Cuba, nonostante l’esistenza di tremila templi e culti di ogni genere, impera la “persecuzione religiosa” (3). O, almeno, quella della fede cattolica.
Abbiamo, come in ogni processo rivoluzionario, uccelli che si posano sullo stesso polo del revisionismo e del riformismo, quasi, quasi neoliberista.
Si comportano in maniera subdolamente contraria a quasi tutto ciò che diciamo e facciamo oggi, in questa fase di profondi squilibri e di crisi multicausale e multifattoriale ma con un denominatore comune: la feroce guerra economica e la sua estensione a tutte le altre dimensioni della vita del nostro Paese sta portando a una guerra non convenzionale dell’imperialismo yankee contro il nostro popolo.
L’incrocio di 23 e 12, nel Vedado de L’Avana ha accolto la cerimonia per il 63º anniversario della proclamazione del carattere socialista della Rivoluzione Cubana.
«Girón, per i veri rivoluzionari cubani è presente ogni giorno. Difenderemo questa bandiera sino all’ultimo respiro», ha assicurato con convinzione il combattente internazionalista e capitano della riserva Pastor Cantero Echazabal, tra le strade 23 e 12, del Vedado de L’Avana, dove risuona ancora l’eco delle parole del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, di 63 anni fa.
Il 16 aprile si è svolta una nuova serie di colloqui migratori tra Cuba e gli USA
A Washington DC, come da prassi per l’alternanza delle sedi, hanno avuto luogo, questa volta, i colloqui migratori tra Cuba e gli USA, con delegazioni presiedute dal viceministro Carlos Fernández de Cossío Domínguez, per la parte cubana, e dal Sottosegretario di Stato Aggiunto del Bureau degli Affari dell’Emisfero Occidentale, Eric Jacobstein, per quella USA.
Intervento del presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nel Vertice Straordinario dei Capi di Stato e di Governo dellaCELAC, per esaminare l’irruzione nella Missione Diplomatica del Messico, in Ecuador.
Cuba è nella lista degli Stati sponsor del terrorismo dal 1982, con una pausa tra il 2015 e il 2021, il che è ironico se si considera che dal 1960 è un Paese che ha sofferto molto per gli attacchi terroristici. Naturalmente, cosa ci si può aspettare da una lista stilata dallo stesso governo che ha sponsorizzato e protetto i terroristi che attaccano Cuba?
Le recenti iniziative del Nicaragua nello scenario internazionale hanno scosso potenti e impotenti dal torpore dell’ovvio. La difesa coerente del Diritto Internazionale ha previsto, insieme all’atto d’accusa contro i suoi violatori, azioni di risposta che, dignitosamente, non hanno tenuto conto di dimensioni, peso, incidenza e alleanze, bensì tra ciò che è giusto e ciò che non lo è.
La Brigata Medica Cubana operante nella regione italiana della Calabria ha ricevuto questo sabato una targa di riconoscimento dall’Amministrazione Comunale di Rovito, Cosenza, per il lavoro svolto per migliorare l’assistenza medica alla popolazione calabrese.
Gestire la protesta: lezioni da Cuba per il mondo?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
A marzo, un migrante marocchino è morto a Madrid durante uno sciopero della fame, protestando contro la paralisi nel sistema spagnolo di asilo e rifugio (1).
Ma su media come Telemadrid, lo “sciopero della fame” è scomparso dai titoli: “Muore un immigrato ospitato in un ostello di San Fernando de Henares per un infarto”, leggevamo (2). Ora immaginate che succeda a Cuba dove qualcuno che reclami qualcosa alle sue autorità metta in atto uno sciopero della fame e muoia. Conosciamo benissimo l’informazione che ne scaturirebbe (3) (4).
Cuba ha allertato sui pericoli che apporta l’impunitá con la qual agisce Israele contro i paesi del Medio Oriente, con la complicitá e l’appoggio del Governo degli Stati Uniti.
L’illegale attacco al Consolato della Repubblica Islamica dell’Iran a Damasco, in franca violazione del Diritto Internazionale e della Convenzione di Vienna del 1961,ha posto in pericolo la pace e la sicurezza internazionale propiziando la possibile regionalizzazione del conflitto con conseguenze imprevedibili per la pace mondiale.
I resti mortali di19 combattenti sono tornati alla Sierra Maestra, per continuare la permanente vigilanza, con il loro capo, il Comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosque, e di altri 73 compagni.
Santiago di Cuba – I passi marziali hanno rotto il silenzio della montagna santiaghera all’alba di mercoledì 10 aprile.
La cima della collina La Esperanza è divenuta un’altra volta uno spazio che accoglie e abbraccia 19 combattenti i cui resti mortali sono ritornati in queste indomite montagne per restare in permanente vigilanza con il loro eterno capo, il Comandante della Rivoluzione Juan Almeida Bosque, e altri 73 compagni.
Il Presidente cubano ha ricordato che l’Ambasciata di Cuba fu aggredita dalla destra fascista.
Caracas, Venezuela.–«Turiamo, 13 aprile 2002. A lle 14:45. Al popolo venezuelano… (e a chi possa interessare)»…
Mentre un governo di fatto cambia il nome della Repubblica Bolivariana del Venezuela e cancella con una riga la democrazia stabilita, una lettera del presidente costituzionale, Hugo Chávez, viaggia – di nascosto – con l’identità del primo sergente della Guardia Nazionale, Juan Bautista Rodríguez.