Come l’interferenza USA a Cuba crea un’immagine falsa della sua società

M.De Los Santos e Vijay Prashad, Globetrotter, 27 ottobre 2021 – Scoop

Il senatore statunitense Marco Rubio (R-FL) appare ossessionato da Cuba. Ogni giorno si rivolge ai social media o fa commenti alla stampa sul suo desiderio di rovesciare la rivoluzione cubana. Negli ultimi mesi, Rubio ha svolto un ruolo chiave nel sostenere le proteste antigovernative a Cuba.

Il 23 settembre 2021, ad esempio, Rubio twittò: “Il coraggioso popolo di Cuba ha perso la paura di protestare contro la dittatura che lo reprime. Holguín alza la voce contro la tirannia”. Rubio inser’ un articolo sulla città cubana di Holguín nel suo tweet, dove “un gruppo di cittadini cubani” pianifica una “marcia contro la violenza” il 20 novembre. Questo articolo apparve su Diario de Cuba, un sito di Miami, Florida, che riceve sostanziosi finanziamenti dal National Endowment for Democracy (NED) dal 2016, un’organizzazione no profit indipendente finanziata dal “Congresso degli Stati Uniti”. Un rapido studio del sito di Diario de Cuba rivela che pubblica regolarmente opinioni di Marco Rubio contro il governo cubano. Secondo l’articolo condiviso da Rubio il 20 novembre, l’iniziativa fu promossa da un gruppo chiamato Archipiélago che si propone di svolgere tali manifestazioni a Cuba. Rubio estese il suo sostegno alla marcia e il 29 settembre twitta una richiesta dei cittadini di Guantanamo che chiedevano il permesso per tenere una marcia simile il 20 novembre. Nel suo tweet, condivise un articolo dal sito CiberCuba, gestito da Florida e Spagna. Ce ne sono diversi altri siti su Cuba finanziati dal governo degli Stati Uniti e fondazioni come Open Society e NED, tra cui ADN Cuba, Cubanos por el Mundo, Cubita NOW, CubaNet, El Estornudo, Periodismo de Barrio, Tremenda Nota, El Toque e Yuca Byte.

La vasta gamma di tali siti finanziati dal governo degli Stati Uniti e politici come Rubio detta la propaganda a sostegno delle proteste a Cuba. Il 5 ottobre, anche l’amministrazione statunitense del presidente Joe Biden diede sostegno a tale agenda. L’assistente del segretario di Stato nordamericano per l’emisfero occidentale Brian Nichols twittò: “La lotta per la libertà di stampa e di espressione continua a Cuba”. Nel frattempo, durante l’evento ospitato dal Georgetown Americas Institute, Juan Gonzalez, direttore per l’emisfero occidentale del Consiglio di sicurezza nazionale, criticava il governo cubano per aver arrestato artisti e manifestanti. “[Quando] metti in prigione gli artisti per aver cantato e chiesto la libertà, c’è qualcosa che non va in te”, disse.

15 novembre
Il 9 ottobre, l’ambasciata USA all’Avana fece una dichiarazione in cui criticava la decisione del governo cubano di “tenere esercitazioni militari nel Paese il 18 e 19 novembre, terminando il 20 novembre con la Giornata della difesa nazionale”, definendola “palese tentativo di intimidire i cubani”. Il governo cubano tiene questo esercitazioni regolare per preparare i suoi 11 milioni di cittadini a molteplici scenari che vanno dalla possibile invasione statunitense ai disastri naturali. Di norma partecipano militari, forze della protezione civile e la popolazione in generale. Per contrastare l’annuncio, Archipiélago annunciò che la marcia sarebbe stata spostata al 15 novembre (dal 20 novembre), giorno in cui le autorità cubane dovranno aprire le frontiere al turismo. Nel frattempo, diversi funzionari del governo e altri funzionari statunitensi diedero il loro sostegno a quella che ora viene chiamata marcia 15N. La prima ondata di sostegno arrivava da funzionari eletti statunitensi, la maggior parte figli di esuli cubani impegnati pubblicamente a rovesciare la Rivoluzione cubana. Il 10 ottobre, la deputata della Florida María Elvira Salazar dava il suo sostegno alla marcia 15N. L’amministrazione Biden disse al conduttore di un programma televisivo di Miami, deve fornire ai manifestanti cubani accesso clandestino a Internet. Due giorni dopo, il 12 ottobre, il senatore Rubio criticò il governo cubano per aver censurato le notizie sulla marcia, mentre il 15 ottobre anche il membro del Congresso della Florida Carlos Giménez, figlio di proprietari terrieri cubani prima del 1959, twittò a sostegno della marcia. Giménez incluse un articolo di The Hill nel suo tweet che si riferiva al 15N come “protesta per le libertà civili”. L’altro senatore della Florida, Rick Scott, si unì a Rubio nel twittare che il governo degli Stati Uniti “non può stare in disparte durante questa lotta per la libertà a Cuba”. Scott presentò al Senato un disegno di legge per aumentare le sanzioni economiche contro Cuba. Nel frattempo, il governo cubano negò ad Archipiélago il permesso di tenere la marcia del 15 novembre.

Poco dopo, il 16 ottobre, il Dipartimento di Stato USApubblicò una dichiarazione che condannava la decisione del governo cubano di “negare il permesso a proteste pacifiche”. Il 16 ottobre il portavoce del dipartimento di Stato degli Stati Uniti Ned Price twittò sul sostegno degli Stati Uniti all’”assemblea pacifica” del popolo cubano, ritwittato dall’ambasciata degli Stati Uniti all’Avana lo stesso giorno. Il 17 ottobre, Nichols twittò la risposta negativa cubana alla protesta del 15N. Questo fu ritwittato dall’Ambasciata degli Stati Uniti all’Avana e da Bradley Freden, rappresentante permanente degli Stati Uniti ad interim presso l’Organizzazione degli Stati americani. Il 20 ottobre, Nichols condivise un rapporto di Human Rights Watch sulle proteste di luglio a Cuba per ancora criticare il governo che impedisce marce pacifiche. Due giorni dopo, il 22 ottobre, Gonzalez avvertiva che gli Stati Uniti dovrebbero agire se Cuba non permette la protesta del 15N. L’atmosfera è carica. Il governo degli Stati Uniti e i cubani di destra del Congresso degli Stati Uniti cercavano di definire il terreno degli eventi di metà novembre a Cuba. Aumenteranno le pressioni per rovesciare il governo.

Organizzare un incidente
Nell’aprile 2021, il National Security Archive declassificò i documenti top-secret della Central Intelligence Agency degli Stati Uniti su Cuba. Tali documenti mostrano che nel luglio 1960, il governo degli Stati Uniti pensò di assassinare Raúl Castro pagando un pilota della Cubana Airlines per far schiantare il suo aereo. I capi della CIA di che all’epoca facevano parte dell’agenzia (l’ex vicedirettore dei piani della CIA Tracy Barnes, l’ex-capo della divisione dell’emisfero occidentale della CIA JC King e un ex-agente della CIA a Cuba William J. Murray) lavorarono col pilota (José Raul Martínez) per garantirsi l’“incidente mortale” che avrebbe ucciso Raúl Castro. Il pilota, però, non ebbe mai “l’opportunità” di compiere tale incidente. L’attentato a Raúl Castro è uno dei tanti piani del governo degli Stati Uniti per rovesciare la Rivoluzione cubana, inclusi 638 tentativi di assassinare Fidel Castro e l’invasione della Baia dei Porci nel 1961. La lettura dei documenti della CIA dal 1960 in poi, la maggior parte disponibile nella sala lettura della CIA, mostra quanto siano stati cliché e tuttavia pericolosi, tentativi di rovesciare la Rivoluzione Cubana del governo degli Stati Uniti. L’accumularsi su 15N porta tutti i segnali di tale storia, una trama macabra architettata ed eseguita da Washington e Miami.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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