Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez

Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, in occasione della chiusura del Secondo Periodo Ordinario di Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare nella sua X Legislatura, presso il Palazzo della Convenzione, il 22 dicembre 2023, “Anno 65 della Rivoluzione”.

Caro Generale Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione cubana;

Caro compagno Lazo, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare;

Cari deputati:

Quest’ultima sessione dell’Assemblea del 2023 può segnare l’inizio di una nuova tendenza nel comportamento dell’economia cubana. Correggere le profonde distorsioni e le deviazioni strutturali che ostacolano il rendimento economico è una parola d’ordine per superare la situazione estremamente complessa che stiamo affrontando oggi a causa dell’impatto combinato dell’assedio statunitense, della crisi delle relazioni economiche internazionali e dei nostri stessi errori. Ancora una volta, tutto dipenderà dalla nostra capacità di eseguire e attuare adeguatamente le misure qui descritte.

L’abbiamo chiamata economia di guerra, perché deve operare in uno scenario di politica di massima asfissia, progettata e applicata contro un piccolo Paese dal più potente impero della storia.

Siamo, inoltre, una nazione del Terzo Mondo impoverito, un territorio storicamente svantaggiato come eredità del colonialismo, dove la lunga e multiforme crisi mondiale, aggravata da conflitti, guerre e squilibri inerenti alla disuguaglianza generata dal capitalismo neoliberista e che ha approfondito la recente pandemia, sta avendo il massimo impatto.

Richiamo l’attenzione di coloro che preferiscono evitare il termine “blocco”. Se solo fosse così facile eliminarlo dalla nostra vita quotidiana e cancellare le sue minacce e i suoi effetti sulla società cubana. Farlo equivarrebbe a comportarsi come coloro che oggi fingono di negare il genocidio israeliano a Gaza, mentre le bombe sioniste cadono su quartieri, scuole e ospedali, con lo scopo criminale di sterminare il loro popolo.

Come ho detto al VII Plenum del Comitato Centrale del Partito, le misure di asfissia economica degli ultimi anni sono bombe che mirano ad abbattere le colonne che sostengono la resistenza cubana. È quindi importante trovare modi e mezzi per evitare che esplodano.

È improbabile che l’ostilità dell’impero confinante cambi nel 2024. Nella loro mai abbandonata determinazione a distruggere la Rivoluzione e a provocare un “cambio di regime”, gli Stati Uniti permettono e favoriscono azioni di destabilizzazione, di discredito e di guerra mediatica volte a incoraggiare le rivolte sociali.

Vengono persino riattivate minacce di atti terroristici, che le autorità fingono di non vedere o riconoscere. Come se fosse possibile ignorare il fatto che gli Stati Uniti facilitano e finanziano l’addestramento, con supporto logistico, di gruppi armati che diffondono messaggi di violenza con tutti i mezzi a loro disposizione.

Oggi vogliamo ribadire qui che la determinazione ad affrontarli è ferma e che le informazioni che abbiamo diffuso in questi giorni fanno parte dell’allarme.

La storia registra numerosi atti e crimini perpetrati da elementi legati all’estrema destra a Miami, nei quali non si può escludere la partecipazione di agenzie statunitensi.

L’incoraggiamento e la materializzazione di piani terroristici contro Cuba si basano sulla sensazione di impunità che prevale in questi settori. Ci sono i casi di Luis Posada Carriles e Orlando Bosch che, nonostante il riconoscimento pubblico dei loro crimini, registrato persino in documenti declassificati e in interviste rilasciate a importanti media statunitensi, hanno concluso la loro vita pacificamente a Miami, sotto la protezione delle autorità statunitensi.

Non c’è corrispondenza, ma piuttosto incoerenza nel discorso e nell’impegno sostenuto dagli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo e nell’azione permissiva che mantengono nei confronti di persone di origine cubana che, dal territorio statunitense, incoraggiano, pianificano, finanziano, organizzano e realizzano piani violenti contro Cuba e le sue sedi diplomatiche, compresa la nostra sede, situata molto vicino alla Casa Bianca.

Chiediamo che le autorità statunitensi indaghino e agiscano, che facciano giustizia contro gli elementi che professano il terrorismo e le azioni violente, che non hanno smesso di applicare questi metodi nel bel mezzo dell’inasprimento del blocco.

L’incoraggiamento di azioni violente contro Cuba da parte della politica statunitense non è assurdo; al contrario, è stato ricorrente nel contesto bilaterale ed è un modello di comportamento provato dalla storia.

Come disse Fidel nel 1998, in un commovente e indimenticabile atto di omaggio alle vittime dell’attentato a un aereo di linea cubano al largo delle Barbados: “Ciò che coloro che commettono grandi crimini contro i popoli nell’ebbrezza della loro impunità e della natura effimera del loro potere non possono mai immaginare è che la verità prima o poi fa sempre breccia”.

Tre anni di amministrazione democratica che ha agito in totale aderenza al suo predecessore repubblicano confermano che l’ostilità contro Cuba non è di partito, ma è una politica radicata nelle pretese egemoniche di un impero incapace di accettare la sovranità del suo piccolo vicino.

Se qualcuno avesse dei dubbi, basta leggere le disposizioni del Titolo II della Legge Helms-Burton che, tra gli altri aspetti, stabilisce la permanenza del blocco economico fino a quando il governo rivoluzionario non sarà rovesciato, il Partito Comunista di Cuba, le organizzazioni politiche e di massa scompariranno e le proprietà saranno restituite o sarà ricevuto un indennizzo da tutti coloro che hanno posseduto proprietà a Cuba.

Stabilisce inoltre che, durante il periodo che intercorre tra il rovesciamento del potere rivoluzionario e la restituzione delle proprietà, ci sarà a Cuba un governo di transizione scelto e imposto dal governo statunitense che certificherà se le disposizioni di questa legge perversa sono state rispettate.

Nonostante queste prove inconfutabili dell’assoluta arroganza imperiale, non mancano coloro che vogliono chiedere o suggerire a Cuba gesti o concessioni per “aiutare” il governo statunitense ad assumere un comportamento più benevolo e costruttivo.

Spesso non conoscono o semplicemente non vogliono sentire l’impatto del blocco. Alcuni non lo menzionano nemmeno come aspetto centrale del conflitto tra i due Paesi e degli impedimenti che esso impone al nostro sviluppo.

Per più di trenta volte consecutive la maggioranza dei governi del mondo ha approvato, con un voto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la risoluzione cubana contro il blocco.

L’arroganza imperialista disprezza questo sostegno globale, distoglie la faccia dalle richieste del mondo e mantiene la sua politica criminale, che giustifica con una costruzione discorsiva di due pesi e due misure, menzogne e calunnie, che, dietro una falsa preoccupazione e un impegno per i problemi del popolo cubano, nasconde le sue reali intenzioni di distruggere la Rivoluzione a qualsiasi costo.

Con la solidarietà e la comprensione di una parte significativa della comunità internazionale, Cuba sta affrontando gli effetti del blocco.

Oggi tocca a noi affrontare la concomitanza di questi problemi con le conseguenze della pandemia e della crisi globale. Lo faremo con determinazione e fermezza, con intelligenza e integrità, con ottimismo e fiducia, condividendo gli sforzi e i contributi di tutti noi, nel mezzo di un contesto avverso, ma sicuri che supereremo le sfide con il duro lavoro, il talento e la creatività, in altre parole, con una resistenza creativa.

Come il dinosauro di Monterroso, il blocco sarà ancora lì, ora mille volte più forte, a fermare i nostri sogni, a frapporre ostacoli, a impedire lo sviluppo e la prosperità che meritiamo, perché il governo degli Stati Uniti continua a essere appesantito dalla mancanza di volontà politica di muoversi verso una relazione con Cuba che sia rispettosa e in linea con la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Lo sforzo è quello di tagliare l’accesso ai capitali e ai finanziamenti, soffocare l’economia e quindi mutilare la capacità del governo di rispondere ai bisogni fondamentali della popolazione.

L’effetto di questa politica è visibile nella depressione di diversi servizi essenziali, tra cui l’elettricità, la sanità, l’istruzione, l’approvvigionamento idrico, i servizi comunali, i trasporti pubblici, la produzione di alimenti e medicinali, che richiedono l’importazione di attrezzature, parti, combustibili o materie prime, per i quali le scarse risorse finanziarie a nostra disposizione non sono sufficienti.

Anche se la gestione economica dello Stato fosse la più efficiente ed efficace del mondo, cosa di cui nessun governo può vantarsi, molti dei nostri problemi persisterebbero a causa del blocco, e si esprimono nella contrazione delle forniture per il consumo della popolazione, nel livello di inflazione e nell’insufficiente potere d’acquisto della maggioranza del popolo. Questo è l’obiettivo della guerra economica e i risultati si stanno chiaramente concretizzando, anche se sono inferiori all’obiettivo che l’imperialismo si è prefissato dopo il trionfo della Rivoluzione.

Insieme alle costanti azioni di sovversione e disinformazione contro Cuba, l’obiettivo è quello di spaccare il Paese, provocare la decomposizione sociale e generare ingovernabilità, un obiettivo in cui hanno fallito completamente.

Miei compatrioti:

Durante i dibattiti di questi giorni si è parlato in modo critico e autocritico degli errori commessi. Anche questi errori fanno parte della complessità del processo decisionale in un contesto di tensioni estreme.

In una sorta di tempesta perfetta, il desiderio di superare la situazione avversa, la correlazione tra le variabili economiche, l’impegno a preservare le conquiste sociali e la disponibilità di valuta estera, molto limitata e talvolta inesistente, si sono molto spesso uniti in una sorta di tempesta perfetta. Tutto ciò è stato terreno fertile per decisioni non integrali, che causano fraintendimenti logici e impatti negativi dovuti alla loro applicazione in condizioni sfavorevoli, che molti considerano la causa di tutti i problemi, senza essere in realtà gli unici o addirittura i più determinanti.

In questi giorni abbiamo parlato di sforzi che non si sono ancora tradotti in soluzioni, di misure che non hanno dato frutti, di previsioni che non si sono realizzate.

Così come abbiamo riconosciuto gli errori di progettazione e l’inadeguata attuazione della Task Force, abbiamo messo in discussione l’approvazione di nuovi attori economici senza precise regole di azione, che avrebbero potuto evitare numerose deviazioni.

È inoltre importante sottolineare che la mancanza di controllo e di difesa delle regole approvate e il funzionamento inadeguato degli enti statali responsabili della loro esecuzione hanno rafforzato gli errori. Ora è necessario fare progressi nella graduale rettifica.

La coincidenza di questi problemi e la loro accumulazione nel tempo hanno facilitato la presenza di fenomeni e manifestazioni negative nella società cubana che non vogliamo.

Ancora una volta è giunto il momento di rettificare. La rettifica è un processo inerente alla Rivoluzione.

Dall’ideologia e dalle azioni del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz e del Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz abbiamo imparato l’importanza di correggere tempestivamente qualsiasi situazione che possa compromettere il futuro della costruzione socialista.

Questo è un pensiero che si è consolidato per diversi anni. Nel 1986, il Comandante in capo aveva promosso un profondo processo di correzione degli errori e delle tendenze negative, che non poté essere completato a causa dell’inizio del Periodo Speciale, quando il Paese dovette concentrarsi sull’affrontare quella difficile fase per salvare le conquiste della Rivoluzione e del socialismo.

Nel 2000, Fidel stesso ci esortò a cambiare tutto ciò che doveva essere cambiato, con il senso del momento storico, e cinque anni dopo, nel 2005, dall’Università dell’Avana, avvertì che avremmo potuto distruggere noi stessi la Rivoluzione se non avessimo corretto gli errori e le deviazioni.

Da parte sua, anche il generale dell’esercito Raúl Castro Ruz ha richiamato l’attenzione su importanti distorsioni che si sono manifestate nel nostro processo. I suoi riferimenti alla lotta contro la corruzione, l’abusivismo e l’indisciplina sociale diventano assolutamente validi nelle circostanze attuali.

Compatrioti:

Siamo protagonisti e testimoni di decisioni cruciali. Qui sono state affrontate le questioni più importanti per il presente e il futuro della nazione.

I dibattiti di questa sessione dell’Assemblea nazionale sono entrati nel vivo dei problemi del Paese, prendendo in considerazione possibili vie d’uscita e soluzioni alla situazione attuale.

L’efficacia delle misure che dovremo attuare nel 2024 per accelerare la ripresa economica dipende da quanto faremo per generare più ricchezza, con incentivi al lavoro e una più adeguata distribuzione delle risorse. Il successo della sua attuazione dipenderà anche dai progressi nell’eliminazione delle principali distorsioni che oggi compromettono le possibilità di crescita economica e di sviluppo del Paese nel breve, medio e lungo periodo.

Nessuna misura risolve tutte le sfide, e anche tutte insieme possono, in un primo momento, aumentare alcuni problemi.

La sfida consiste nell’applicarle in modo organizzato, valutandone l’impatto, adattando il processo in modo sistematico e garantendo un trattamento differenziato per coloro che possono essere maggiormente colpiti, ossia individui e famiglie in situazioni di vulnerabilità, bambini, adolescenti e giovani, donne e anziani, oltre a pensionati e pensionandi.

Queste e altre decisioni che sicuramente deriveranno da quelle attuali, dovrebbero, a medio termine, mettere ordine negli indicatori macroeconomici e porre il Paese in una situazione più favorevole per poter andare avanti nel 2024, aprendo le porte alla speranza e alla prosperità che ci spettano.

Ho sentito e letto sui social network opinioni di ogni tipo su misure che sono state appena abbozzate. È comprensibile. Si tratta di decisioni complesse, così come è complesso il momento. Spiegazioni più ampie e dettagliate saranno fornite nei prossimi giorni sui nostri media e sulle nostre piattaforme. Ma affermo con forza che non si tratta di un pacchetto neoliberista contro il popolo, né di una crociata contro le micro e le piccole imprese, né dell’eliminazione del paniere alimentare di base, come la controrivoluzione sta già mettendo in giro sui social network.

Non mancano coloro che pensano che la fine dell’anno sia solo per le buone notizie. Niente ci renderebbe più felici che annunciare l’aumento dei salari e la disponibilità di valuta estera e di carburante sufficienti a porre fine al peso della penuria. Purtroppo, sappiamo tutti che questo non è possibile.

Questa Rivoluzione ha iniziato dicendo al popolo, nel momento di maggiore celebrazione e gioia, quanto segue: “La gioia è immensa. Eppure, c’è ancora molto da fare. Non illudiamoci di credere che in futuro tutto sarà facile; forse in futuro tutto sarà più difficile”.

Queste erano le parole di Fidel nelle prime ore del trionfo rivoluzionario del 1959. È così che abbiamo agito nei 65 anni trascorsi, ed è così che agiremo noi, i continuatori della Rivoluzione!

Siamo consapevoli della gravità della situazione economica e che per risolverla dobbiamo agire. Sarebbe una brutta, bruttissima notizia se rimanessimo paralizzati o se insistessimo nel seguire una strada che si è rivelata impraticabile perché insostenibile.

Félix Martínez ha giustamente ricordato un avvertimento del Generale dell’Esercito durante una sessione dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare nel dicembre 2010, quando disse: “Anche se abbiamo avuto l’eredità teorica marxista-leninista, dove la fattibilità del socialismo è scientificamente provata e l’esperienza pratica dei tentativi di costruirlo in altri Paesi, la costruzione della nuova società nell’ordine economico è, a mio modesto parere, Ogni passo deve quindi essere attentamente considerato e pianificato prima del successivo, dove gli errori vengono corretti tempestivamente e velocemente per non lasciare la soluzione al tempo, che li aumenterà e alla fine ci costerà ancora più caro.

I vertici del Partito e del Governo, dai Comuni alla Nazione, hanno affrontato la questione con sincerità, trasparenza e chiaro senso di responsabilità. Qui sentiamo il Primo Ministro esprimere insoddisfazione per il fatto che ciò che era stato pianificato non è stato realizzato e che le misure e le decisioni prese in precedenza non hanno dato risultati positivi.

Possiamo testimoniare la volontà espressa dal Governo di preservare il massimo grado possibile di giustizia sociale e il nostro impegno sempre e per sempre con il popolo cubano.

Indubbiamente, alcune cose potevano essere fatte prima. Ma in un sistema socialista, in un Paese come il nostro con un blocco intensificato, in un’economia pianificata e in una democrazia con la partecipazione del popolo, le decisioni richiedono un livello di consenso e di maturità per essere attuate.

Il Paese ha uno Stato con un alto livello di responsabilità a cui non si sottrae. Questo governo propone, informa, consulta e si aspetta che i suoi deputati e tutto il popolo lo sostengano nell’attuazione delle decisioni che possono condurci alla via d’uscita più rapida dalla complessa situazione attuale.

All’ideazione e alla progettazione di queste decisioni hanno partecipato dirigenti e funzionari del Partito e del governo, affiancati da studiosi, accademici, esperti, professori universitari, e si è tenuto conto anche dell’opinione popolare su tutto ciò che deve essere cambiato.

L’eliminazione graduale di alcuni sussidi e i cambiamenti nella politica fiscale, tra gli altri, mirano a correggere deviazioni e distorsioni insostenibili nelle attuali condizioni dell’economia. Si tratta di aggiustamenti che consentiranno un uso necessario e migliore delle scarse risorse finanziarie disponibili.

Membri del Parlamento:

Sulla base di uno sforzo personale e collettivo, guardando verso l’interno e sviluppandoci come risultato del lavoro, per l’anno 2024 si prevede una crescita dei livelli di attività decisiva per il Paese, anche se ancora insufficiente a coprire la domanda.

Sarà fondamentale richiedere l’adempimento delle funzioni delle istituzioni statali in tutti i settori e il lavoro organizzato delle comunità e dei comuni.

Occorre prestare particolare attenzione alla produzione alimentare, risolvere le esigenze territoriali di ogni località, recuperare il turismo, arrestare il declino dell’industria saccarifera, assumere il controllo della valuta estera e del mercato dei cambi da parte dello Stato e riorganizzare il sistema finanziario, garantendo livelli di autofinanziamento e gestione della valuta estera a chi la genera.

Per quanto riguarda l’impresa statale socialista, occorre procedere più rapidamente alle trasformazioni essenziali volte a modificare gradualmente i meccanismi di allocazione delle risorse e il quadro istituzionale in cui operano, con l’obiettivo di avanzare nella loro reale autonomia, recuperare i livelli di efficienza delle principali attività economiche e realizzare il loro sviluppo sostenibile, nonché il loro effettivo collegamento con il settore non statale.

Il sistema imprenditoriale deve essere disposto a fare tutto il possibile per stimolare la produzione di beni e servizi che consentano l’espansione dell’offerta, facendo un uso corretto dei poteri che gli sono stati concessi. La popolazione si aspetta che gli imprenditori cubani si impegnino al massimo per il loro Paese.

È inoltre importante sviluppare le PMI statali, concepite come strutture più flessibili e dinamiche con una maggiore capacità di adattamento alle sfide attuali.

Per quanto riguarda le forme di gestione non statali, vorrei ricordare che fanno parte del settore imprenditoriale del modello economico e sociale approvato nella Costituzione della Repubblica. In questo senso, devono essere incoraggiate per avere le condizioni per contribuire, nel modo previsto, allo sviluppo economico e sociale del Paese.

Ribadiamo ancora una volta che le politiche pubbliche dello Stato e del Governo devono essere rispettate da tutti i settori e che affronteremo con determinazione il tentativo del nemico di rompere l’unità e di mettere il settore non statale dell’economia contro la Rivoluzione.

Per affrontare con successo questi tentativi, sono necessarie regole chiare e coerenti, adeguate agli obiettivi di tutti gli attori economici, per evitare distorsioni e tendenze negative.

Non mi soffermerò ulteriormente su questi temi, poiché il Primo Ministro e il Ministro dell’Economia li hanno già ampiamente trattati. Ora spetta a noi creare le condizioni per l’attuazione delle decisioni, spiegando, argomentando e, soprattutto, facendo in modo che ognuna di esse serva allo scopo superiore di superare le difficoltà economiche del Paese.

Compagne e compagni:

Vorrei ora sottolineare i progressi nell’esercizio legislativo. A questo proposito, l’agenda di questa sessione dell’Assemblea è stata fruttuosa. Abbiamo approvato tre importanti leggi nel rispetto del calendario e per attuare il contenuto costituzionale.

Vorrei sottolineare in particolare la nuova Legge sulla Salute Pubblica, che ratifica il principio della Salute Unica e la responsabilità dello Stato nel garantire l’accesso ad essa, nonché la gratuità dei servizi di cura, protezione e recupero.

Questo provvedimento normativo aggiorna il funzionamento del Sistema Sanitario Cubano, sulla base dei progressi della scienza e dell’innovazione in questo settore sociale strategico.

La Legge sviluppa in modo esaustivo i contenuti dei diritti sanciti dalla Costituzione, riconoscendo la dignità umana come valore supremo, così come il diritto alla vita, all’integrità fisica e morale, alla libertà, alla giustizia, tra gli altri. Riconosce inoltre la responsabilità della società e delle famiglie nel godimento di questi diritti fondamentali.

È stata inoltre approvata, per la prima volta nel sistema giuridico cubano, la Legge del Sistema di Attenzione alle Denunce e alle Petizioni del Popolo. Questa normativa sviluppa anche i postulati costituzionali. Anche se da sola non risolverà i problemi e le insoddisfazioni della popolazione, senza dubbio snellisce, perfeziona e istituzionalizza questa attività con maggiori garanzie per i cittadini.

Per quanto riguarda la legge sulla Procura militare, essa completa quanto già stabilito nell’organizzazione della Procura generale della Repubblica, adegua l’organizzazione, la struttura e il funzionamento della Procura militare ai requisiti costituzionali e ne rafforza il ruolo nelle forze armate.

Questa legge completa un ciclo istituzionale del sistema giudiziario degli organi dello Stato, in particolare quelli legati alle indagini, al controllo e all’esercizio dell’azione penale.

In questa sessione è stato approvato anche il riadattamento del calendario legislativo per il 2024.

Nell’anno che si sta concludendo sono state approvate leggi importanti per la nazione, che ratificano la volontà dello Stato di continuare a sviluppare e perfezionare l’attività legislativa, in accordo con la Costituzione e il rafforzamento istituzionale del Paese.

Vale la pena sottolineare nell’agenda di questa Assemblea l’analisi dell’attuazione di due regolamenti approvati da questo Parlamento, il Codice di famiglia e la Legge di procedura penale.

Nell’analisi del Codice di famiglia, è stata rilevata l’opera di giustizia sociale che questo regolamento contiene, in una materia così rilevante come i diritti di tutte le persone e per tutti i tipi di famiglie.

Il lavoro svolto dalle istituzioni incaricate della sua applicazione è significativo; tuttavia, è necessario che continuino a prepararsi per renderlo più efficace e per contribuire a una maggiore conoscenza e comprensione nella società.

Nel caso della legge di procedura penale, le valutazioni effettuate indicano la necessità di continuare a studiarla per migliorarla in futuro, sulla base delle esperienze derivanti dalla sua applicazione.

Questa legge ha contribuito a fornire migliori garanzie al processo penale e ha obbligato i suoi operatori ad agire di conseguenza, il che richiede una preparazione permanente per la sua effettiva applicazione.

I miei compatrioti:

La presidenza del Gruppo dei 77 e della Cina, che Cuba ha assunto da gennaio, ha richiesto un grande sforzo alle nostre istituzioni e al Paese in generale. Riflette il nostro impegno a difendere le cause dei Paesi del Sud globale e la nostra volontà di mobilitare le nostre energie per garantire la più efficace rappresentanza degli interessi dei Paesi in via di sviluppo nell’arena internazionale.

Ha dimostrato l’autorità e la leadership della diplomazia cubana, la sua aderenza ai principi, la promozione del dialogo e della cooperazione e la capacità di costruire consenso e difendere l’unità dei Paesi in via di sviluppo nei numerosi eventi multilaterali dell’anno.

Continueremo a denunciare con fermezza il massacro commesso oggi da Israele, la potenza occupante, contro il popolo palestinese. Ribadisco oggi che Cuba non sarà mai tra gli indifferenti; difenderemo sempre il diritto all’autodeterminazione di questo eroico popolo e ad avere uno Stato indipendente e sovrano, con i confini precedenti al 1967 e con Gerusalemme Est come capitale.

Per questo, l’impunità che gli Stati Uniti garantiscono a Israele deve finire! Il genocidio deve finire! Per una Palestina libera, la voce di Cuba si alzerà sempre.

Il Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Gruppo dei 77 e della Cina, tenutosi qui all’Avana a settembre, ha rafforzato la voce del Gruppo come attore chiave nelle discussioni internazionali. L’incontro ha confermato la solidarietà, l’ammirazione e il rispetto per Cuba.

Il recente vertice dei leader del Gruppo dei 77 e della Cina nell’ambito della Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico COP28 a Dubai ha confermato questa leadership con i suoi eccellenti risultati.

Questo evento, senza precedenti nella storia del Gruppo, ha contribuito a rafforzare il ruolo del blocco nei negoziati sul clima.

In rappresentanza del Gruppo, Cuba ha partecipato ai massimi livelli al Vertice di Parigi per l’analisi dei problemi monetari e finanziari, al Vertice dei BRICS e a diverse riunioni nel contesto del Segmento di Alto Livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Questo attivismo costruttivo in politica estera si è riflesso anche nella nostra partecipazione al processo di pace tra il governo colombiano e l’Esercito di Liberazione Nazionale, il cui Tavolo di dialogo ha tenuto quest’anno uno dei suoi cicli nella capitale cubana.

Abbiamo continuato a rafforzare i legami di amicizia e cooperazione con i popoli e i governi di diverse latitudini.

Nonostante gli sforzi degli Stati Uniti per impedirlo, a cui si sono uniti diversi elementi anticubani in Europa e negli stessi Stati Uniti, Cuba è stata rieletta, con un ampio sostegno, nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.

Anche l’elezione di Cuba al Consiglio esecutivo dell’UNESCO, con un voto molto ampio, è stata molto soddisfacente.

La IV Conferenza della Nazione e dell’Emigrazione è stata molto fruttuosa. Ha ratificato l’impegno permanente a procedere verso un rapporto sempre più stretto, naturale e integrale con i cubani che vivono in altri Paesi.

Cari compatrioti:

Prima di concludere, chiedo un applauso di congratulazioni e di riconoscimento per gli educatori cubani nella loro giornata. Per coloro che sono qui, che non sono pochi, e per tutti coloro che hanno esercitato o esercitano la bella professione dell’insegnamento, consapevoli di avere tra le mani l’opera più trascendentale e importante della società: la formazione delle future generazioni.

Innanzitutto, congratulazioni per la Giornata dell’Educatore agli insegnanti di alfabetizzazione e, insieme a loro, un applauso riconoscente per coloro che hanno resistito alle difficoltà, alle carenze e persino all’insensibilità di chi dimentica che essere insegnante è essere creatore. Grazie di cuore a voi che, con il vostro lavoro e la vostra dedizione, sostenete uno dei pilastri fondamentali dell’opera della Rivoluzione.

Questa è la Rivoluzione! Quando pronunciamo questa frase, che riassume 65 anni di creazione eroica, pensiamo innanzitutto alla Salute e all’Educazione. Sono i due bracci dell’immensa opera fondamentale, basilare, sulla quale stiamo costruendo, contro ogni previsione, l’ideale di una nazione che ha l’essere umano al centro delle sue preoccupazioni e dei suoi affanni. E sarà sempre così, perché la Rivoluzione esisterà sempre, perché è stata fatta per questo!

Poiché la nazione ammira e riconosce il ruolo e il posto degli operatori della sanità e dell’istruzione per il suo presente e il suo futuro, essi saranno i primi a beneficiare di pagamenti aggiuntivi, come ha detto il Primo Ministro nel suo discorso.

Alla vigilia di una commemorazione trascendentale: la celebrazione del 65° anniversario del trionfo della Rivoluzione, Cuba saluterà l’anno con la gioia che nemmeno le peggiori tempeste della natura o dell’impero sono riuscite a toglierci.

Celebriamo la nostra volontà di cambiare ciò che deve essere cambiato per mantenere e superare le conquiste sociali che la Rivoluzione ha trasformato in diritti per il popolo!

Celebriamo la nostra indipendenza, la nostra sovranità e la nostra libertà!

Questa è la Rivoluzione di Fidel, di Raúl, di Ramiro, di Guillermo, di Machado, dell’eroica Generazione del Centenario della nascita dell’Apostolo, le cui idee continuano a ispirarci, ed è la Rivoluzione di tutti noi che siamo in questa sala per affermare la volontà dell’eroico, dignitoso e ribelle popolo che ci onoriamo di rappresentare!

Qualche giorno fa, rileggendo un discorso del Comandante in Capo agli studenti universitari, in occasione dell’avvicinarsi dell’anniversario della FEU, mi sono imbattuto in alcune parole che potrebbero spiegare il mistero di questa Rivoluzione che è sopravvissuta a 65 anni di assedio e minacce di ogni tipo, senza perdere i suoi sogni e le sue speranze per un mondo migliore.

Fidel disse il 20 dicembre 1982: “I rivoluzionari sono sempre stati accusati di volere cose impossibili, di volere cose utopiche. Una volta Martí fu accusato di essere un sognatore, e Martí rispose che i sogni di oggi saranno le leggi del futuro. In genere si è detto che questi compiti erano irraggiungibili, che erano impossibili; ma nella mia vita di rivoluzionario posso dire che ciò che si realizza è spesso più dei sogni.

Quindi, insieme, rendiamo possibile il sogno di sconfiggere la politica di persecuzione e di accerchiamento di Cuba e l’ideale di prosperità per il popolo, che ha mosso i rivoluzionari cubani in tutti i tempi. Rendiamo possibili i sogni e anche l’impossibile!

Grazie, Generale dell’Esercito, per essere con noi e per incoraggiarci sempre a conquistare il prossimo obiettivo. Lei, che 65 anni fa entrò nella Caserma Moncada e consegnò i suoi soldati senza sparare un solo colpo, con il morale imbattuto del nuovo Esercito Ribelle, ci ha insegnato tante volte che Sì, possiamo se avanziamo uniti! E così faremo!

Questa è la Rivoluzione, l’idea incrollabile che tutti i sogni sono realizzabili!

Questa è la Rivoluzione, la Rivoluzione del suo degno popolo cubano!

Allora la volontà di lavorare, l’ansia di avanzare, la volontà di migliorare e la profonda convinzione che vinceremo!

¡Patria o Muerte!

¡Venceremos!

Fonte: (Cubaminrex-Presidencia)

Traduzione: italiacuba.it


Discurso pronunciado por Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de la República, en la clausura del Segundo Periodo Ordinario de Sesiones de la Asamblea Nacional del Poder Popular en su X Legislatura, en el Palacio de Convenciones, el 22 de diciembre de 2023, “Año 65 de la Revolución”

Querido General de Ejército Raúl Castro Ruz, líder de la Revolución Cubana;

Querido compañero Lazo, Presidente de la Asamblea Nacional del Poder Popular;

Diputadas y diputados:

Esta última sesión de la Asamblea de 2023 puede marcar el inicio de una nueva tendencia en el comportamiento de la economía cubana.  Corregir profundas distorsiones y desviaciones estructurales que lastran el desempeño económico es palabra de orden para remontar la complejísima situación que enfrentamos hoy por los impactos combinados del cerco norteamericano, la crisis en las relaciones económicas internacionales y nuestros propios errores.  Una vez más, todo dependerá de la capacidad que tengamos de ejecutar e implementar adecuadamente las medidas aquí enunciadas.

Economía de guerra la hemos llamado, porque debe operar en un escenario de política de máxima asfixia, diseñada y aplicada contra un pequeño país por el más poderoso imperio de la historia.

Somos, además, una nación del esquilmado Tercer Mundo, territorio en desventaja histórica como herencia del colonialismo, donde más impacta una larga y multifacética crisis mundial que se agrava por conflictos, guerras y desajustes consustanciales a la desigualdad que genera el capitalismo neoliberal y que profundizó la reciente pandemia.

Llamo la atención de aquellos que prefieren que soslayemos el término bloqueo.  Ojalá fuera igual de fácil sacarlo de nuestra cotidianidad y borrar sus amenazas y sus efectos sobre la sociedad cubana.  Hacerlo equivaldría a actuar como aquellos que hoy pretenden negar el genocidio israelí en Gaza, mientras las bombas sionistas caen sobre barrios, escuelas y hospitales, con el criminal propósito de exterminar a su pueblo.

Como dije en el VII Pleno del Comité Central del Partido, las medidas de asfixia económica de los últimos años son bombas dirigidas a derribar las columnas que sostienen la resistencia cubana.  Importa entonces que encontremos las vías y los modos de impedir que exploten.

No parece que cambiará en 2024 la hostilidad del imperio vecino.  En su jamás abandonado empeño de destruir la Revolución y lograr el “cambio de régimen”, Estados Unidos permite y favorece acciones de desestabilización, descrédito y guerra mediática, que buscan alentar el estallido social.

Se reactivan, incluso, las amenazas de actos terroristas que las autoridades hacen como que no ven o no reconocen.  Como si fuera posible ignorar que desde territorio norteamericano se facilita y financia el entrenamiento, con apoyo logístico, a grupos armados que desbordan mensajes de violencia por todos los medios a su alcance.

Hoy queremos reiterar aquí que la determinación de enfrentarlos es firme y que la información que hemos divulgado en días recientes es parte de la alerta.

La historia recoge numerosos actos y crímenes perpetrados por elementos vinculados a la extrema derecha de Miami, en los que no se descarta la participación de agencias norteamericanas.

El aliento y materialización de planes terroristas contra Cuba tienen su base en el sentimiento de impunidad que prevalece en estos sectores.  Ahí están los casos de Luis Posada Carriles y de Orlando Bosch, quienes, a pesar del reconocimiento público de sus crímenes, lo que está registrado incluso en documentos desclasificados y en entrevistas concedidas a importantes medios de prensa norteamericanos, terminaron tranquilamente sus vidas en Miami, bajo la protección de las autoridades de ese país.

No hay correspondencia, sino incoherencia en el discurso y el compromiso que propugna Estados Unidos en su lucha contra el terrorismo, y la actuación permisiva que mantiene ante personas de origen cubano que desde territorio norteamericano alientan, planifican, financian, organizan y realizan planes violentos contra Cuba y sus dependencias diplomáticas, incluso en nuestra sede, ubicada muy cerca de la Casa Blanca.

Exigimos a las autoridades norteamericanas que investiguen y tomen medidas, que hagan justicia contra elementos que profesan el terrorismo y acciones violentas, que no han cesado de aplicar estos métodos en medio del reforzamiento del bloqueo.

El estímulo que representa la política de Estados Unidos para la comisión de acciones violentas contra Cuba no es ningún absurdo, por el contrario, ha sido recurrente en el contexto bilateral y es un patrón de conducta probado por la historia.

Como expresó Fidel en 1998, en conmovedor e inolvidable acto de homenaje a las víctimas del atentado a un avión de Cubana frente a las costas de Barbados: “Lo que nunca podrán imaginarse aquellos que cometen grandes crímenes contra los pueblos en la embriaguez de su impunidad y en el carácter efímero de su poder, es que la verdad siempre se abre paso más tarde o más temprano”.

Tres años de una administración demócrata que actúa con total apego a su antecesor republicano, confirman que la hostilidad contra Cuba no responde a un partido, sino que es una política afincada en la pretensión  hegemónica de un imperio incapaz de aceptar la soberanía de su pequeño vecino.

Si alguien tuviera dudas, basta con leer lo dispuesto en el Título II de la Ley Helms-Burton que, entre otros aspectos, plantea la permanencia del bloqueo económico hasta que sea derrocado el Gobierno revolucionario, desaparezcan el Partido Comunista de Cuba, las organizaciones políticas y de masas y sean devueltas las propiedades o haya recibido compensación todo el que alguna vez tuvo una propiedad en Cuba.

También establece que, durante el período que media entre el derrocamiento del poder revolucionario y la devolución de las propiedades, habrá en Cuba un gobierno de transición seleccionado e impuesto por el Gobierno de Estados Unidos que certificará si las disposiciones de esa perversa ley se han cumplido.

A pesar de esas irrefutables evidencias de absoluta prepotencia imperial, no faltan los dispuestos a reclamar o sugerir que Cuba ofrezca gestos o concesiones para “ayudar” al Gobierno estadounidense a asumir una conducta más benévola y constructiva.

Con frecuencia desconocen o simplemente no se quiere oír hablar sobre el impacto del bloqueo.  Algunos ni siquiera lo mencionan como el aspecto central del conflicto entre los dos países y los impedimentos que impone a nuestro desarrollo.

Más de treinta veces consecutivas la mayoría de los gobiernos del mundo han respaldado, mediante voto ante la Asamblea General de las Naciones Unidas, la Resolución cubana contra el bloqueo.

La prepotencia imperial desprecia este apoyo global, vira la cara ante el reclamo mundial y mantiene su criminal política, la cual justifica desde una construcción discursiva de doble rasero, mentirosa y calumniosa que, tras una falsa preocupación y compromiso con los problemas del pueblo cubano, esconde sus reales propósitos de destruir la Revolución a cualquier costo.

Con la solidaridad y la comprensión de una parte significativa de la comunidad internacional, Cuba enfrenta los impactos del bloqueo.

Hoy nos corresponde enfrentar la concurrencia de estas problemáticas con las secuelas de la pandemia y la crisis global. Lo haremos con decisión y firmeza, con inteligencia e integralidad, con optimismo y confianza, compartiendo esfuerzos y aportes entre todos, en medio de un contexto adverso, pero seguros de que vamos a superar los desafíos con trabajo, con talento y creatividad, o sea, con resistencia creativa (Aplausos).

Como el dinosaurio de Monterroso, el bloqueo seguirá ahí, ahora mil veces recrudecido, deteniendo nuestros sueños, poniendo obstáculos, impidiendo el desarrollo y la prosperidad merecida, debido a que el Gobierno de los Estados Unidos continúa lastrado por la falta de voluntad política para avanzar hacia una relación con Cuba que sea respetuosa y apegada a la Carta de las Naciones Unidas y al Derecho Internacional.  El empeño es cortar el acceso a capital y a financiamientos, asfixiar la economía y mutilar así la capacidad del Gobierno para dar respuesta a las necesidades fundamentales de la población.

El efecto de esa política es visible en la depresión de varios servicios esenciales, entre ellos la electricidad, la salud, la educación, el abasto de agua, los servicios comunales, el transporte público, la producción de alimentos y de medicamentos, todos los cuales requieren de la importación de equipos, piezas, partes, combustibles o materias primas, para los que no alcanzan los escasos recursos financieros con los que podemos contar.

Incluso, si la gestión económica del Estado fuera la más eficiente y efectiva del mundo, cosa de la que no puede presumir ningún gobierno, muchos de nuestros problemas persistirían por la causa del bloqueo, como se expresa en la contracción de los abastecimientos para el consumo de la población, el nivel de inflación y el insuficiente poder adquisitivo de la mayoría del pueblo.  Ese es el objetivo de la guerra económica, y los resultados se materializan con claridad, aunque no alcanzan a cumplir con la meta que se trazó el imperialismo desde el triunfo de la Revolución.

Junto a las acciones constantes de subversión y desinformación contra Cuba, la meta es quebrar al país, provocar la descomposición social y generar la ingobernabilidad, un propósito en el que han fracasado rotundamente.

Compatriotas:

Durante los debates de estos días se ha hablado crítica y autocríticamente de los errores cometidos.  Esos errores forman parte también de la complejidad en la toma de decisiones en un contexto de tensiones extremas.

En una suerte de tormenta perfecta, confluyen con mucha frecuencia, el deseo de superar la situación adversa, la correlación entre las variables económicas, el compromiso por preservar las conquistas sociales y la muy poca y a veces nula disponibilidad de divisas.  Todo ello ha sido caldo de cultivo para la toma de decisiones no integrales, que provocan lógicas incomprensiones e impactos negativos por su aplicación en condiciones desfavorables, lo que muchos consideran causa de todos los problemas, sin ser realmente las únicas y ni siquiera las más determinantes.

Durante estos días hemos hablado de esfuerzos que todavía no se traducen en soluciones, de medidas que no fructificaron, de pronósticos que no se cumplieron.

Así como reconocemos errores en el diseño de la Tarea Ordenamiento y su inadecuada implementación, hemos cuestionado la aprobación de nuevos actores económicos sin la precisión de las reglas de actuación, que podían haber evitado numerosas desviaciones.

Es importante señalar también que la falta de control y de defensa de las normas que se aprueban y el inadecuado funcionamiento de entidades estatales responsables de ejecutarlas han afianzado los errores.  Corresponde ahora avanzar en la rectificación paulatina.

La coincidencia de estas problemáticas y su acumulación en el tiempo han facilitado la presencia de fenómenos y manifestaciones negativas en la sociedad cubana que no deseamos.

Otra vez es tiempo de rectificar.  La rectificación es un proceso inherente a la Revolución.

Del ideario y las acciones del Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz y del General de Ejército Raúl Castro Ruz aprendimos la importancia de la corrección oportuna ante cualquier situación que pudiese comprometer el futuro de la construcción socialista.

Se trata de un pensamiento consolidado desde varios años atrás.  En 1986 el Comandante en Jefe había impulsado un profundo proceso de rectificación de errores y tendencias negativas, que no pudo concluir por el inicio del Período Especial, cuando el país debió enfocarse en encarar esa difícil etapa para salvar las conquistas de la Revolución y el socialismo.

En el año 2000 el propio Fidel nos exhortó a cambiar todo lo que debiera ser cambiado, con sentido del momento histórico, y cinco años después, en 2005, desde la Universidad de La Habana, advertía que la Revolución la podíamos destruir nosotros mismos si no corregíamos los errores y las desviaciones.

Por su parte, el General de Ejército Raúl Castro Ruz también ha hecho importantes llamados de atención sobre distorsiones que se han manifestado en nuestro proceso.  Sus referencias al combate a la corrupción, la chapucería y las indisciplinas sociales adquieren absoluta vigencia en las circunstancias actuales.

Compatriotas:

Estamos siendo protagonistas y testigos de decisiones cruciales.  Aquí se han abordado los temas de mayor relevancia para el presente y el futuro de la nación.

Los debates de esta sesión de la Asamblea Nacional se han sumergido en lo más profundo de los problemas del país, considerando las posibles salidas y soluciones a la situación actual.

La efectividad de las medidas que en el año 2024 debemos implementar para avanzar con mayor celeridad en la recuperación económica, depende de cuánto hagamos para generar más riquezas, con incentivos al trabajo y una más adecuada distribución de los recursos.  Del éxito de su implementación dependerá también el avance en la eliminación de las principales distorsiones que hoy comprometen las posibilidades de crecimiento económico y desarrollo del país en el corto, mediano y largo plazo.

Ninguna medida resuelve por sí sola todos los desafíos, incluso todas en su conjunto pueden, en un primer momento, acrecentar determinadas problemáticas.

El reto es aplicarlas organizadamente, evaluando sus impactos, ajustando el proceso sistemáticamente y ocupándonos del tratamiento diferenciado para los que puedan resultar más afectados, o sea, las personas y las familias en situación de vulnerabilidad, los niños, los adolescentes y los jóvenes, las mujeres y las personas de la tercera edad, junto a los pensionados y jubilados.

Esas y otras decisiones que seguramente se derivarán de las actuales, deben ir ordenando, en el mediano plazo, los indicadores macroeconómicos y situar al país en una situación más favorable para que avancemos en el año 2024 abriendo puertas a la esperanza y a la prosperidad que nos debemos.

He escuchado y leído en redes sociales opiniones de todo tipo acerca de medidas que apenas se han esbozado. Es comprensible.  Se trata de decisiones complejas, como complejo es el momento.  En los próximos días se darán explicaciones más amplias y detalladas al respecto en nuestros medios y plataformas.  Pero afirmo enfáticamente que para nada existe un paquete neoliberal contra el pueblo ni una cruzada contra las mipymes ni la eliminación de la canasta básica, como ya la contrarrevolución está poniendo las matrices en las redes sociales (Aplausos).

No faltan los que piensan que el Fin de Año es solo para buenas noticias. Nada nos haría más felices que anunciarles que se suben los salarios y que tendremos divisas y combustibles suficientes para terminar con el agobio que provocan las carencias.  Lamentablemente, todos sabemos que no es posible.

Esta Revolución comenzó por decirle al pueblo, en la hora de mayor celebración y alegría, lo siguiente: “La alegría es inmensa. Y sin embargo, queda mucho por hacer todavía.  No nos engañamos creyendo que en lo adelante todo será fácil; quizás en lo adelante todo sea más difícil.”

Esas son palabras de Fidel en las primeras horas del triunfo revolucionario en 1959. Así se ha actuado en los 65 años transcurridos.  ¡Y así actuaremos los continuadores de la Revolución! (Aplausos)

Estamos conscientes de la gravedad de la situación económica y de que para resolverla es preciso actuar.  Mala, muy mala noticia sería quedarnos paralizados o insistir en seguir una ruta que ha demostrado ser impracticable por insostenible.

Hizo bien Félix Martínez al recordar aquí una advertencia del General de Ejército en una sesión de la Asamblea Nacional del Poder Popular en diciembre de 2010 cuando expresó: “Si bien hemos contado con el legado teórico marxista-leninista, donde científicamente está demostrada la factibilidad del socialismo y la experiencia práctica de los intentos de su construcción en otros países, la edificación de la nueva sociedad en el orden económico es, en mi modesta opinión, también un trayecto hacia lo ignoto –hacia lo desconocido–, por lo cual cada paso debe meditarse profundamente y ser planificado antes del próximo, donde los errores se corrijan oportuna y rápidamente para no dejarle la solución al tiempo, que los acrecentará y al final nos pasará la factura aún más costosa”.

La dirigencia del Partido y el Gobierno, desde los municipios hasta la nación, han abordado el tema con sinceridad, transparencia y un claro sentido de la responsabilidad que a cada uno compete.  Aquí escuchamos al Primer Ministro expresando insatisfacción porque no se logró lo planificado y no han dado resultados positivos medidas y decisiones que se tomaron antes.

Podemos dar fe de la voluntad expresa del Gobierno de preservar el mayor grado de justicia social posible y nuestro compromiso desde siempre y para siempre con el pueblo cubano (Aplausos).

Sin dudas, algunas cosas pudieron hacerse antes.  Pero en un sistema socialista, en un país como el nuestro con bloqueo recrudecido, en una economía planificada y en una democracia con participación del pueblo, las decisiones exigen un nivel de consenso y madurez para ser implementadas.

El país tiene un Estado con una alta responsabilidad de la que no reniega.  Este Gobierno propone, informa, consulta y espera de sus diputados y de todo el pueblo que lo apoye en la implementación de las decisiones que puedan llevarnos a las más rápidas salidas de la compleja situación actual.

En la concepción y diseño de esas decisiones han participado directivos y funcionarios del Partido y el Gobierno, apoyados por estudiosos, académicos, expertos, profesores universitarios y también se ha tomado en cuenta la opinión popular respecto a todo lo que debe ser cambiado.

La eliminación paulatina de algunos subsidios y los cambios en la política fiscal, entre otros, van orientados a corregir desviaciones y distorsiones insostenibles en las condiciones actuales de la economía. Son ajustes que permitirán un necesario y mejor aprovechamiento de los magros recursos financieros disponibles.

Diputadas y diputados:

A partir del esfuerzo personal y colectivo, mirando hacia adentro y desarrollándonos como resultado del trabajo, se proyectan para el año 2024 crecimientos en niveles de actividad que son decisivos para el país, aunque aún insuficientes para cubrir la demanda.

Será imprescindible la exigencia para dar cumplimiento a las funciones de las instituciones estatales en todos los ámbitos y el trabajo organizado desde las comunidades y los municipios.

Especial atención requiere la producción de alimentos, para resolver territorialmente las necesidades de cada localidad, recuperar el turismo, detener la caída en la industria azucarera, tomar el control de las divisas y del mercado cambiario por el Estado y reordenar el sistema financiero, garantizando niveles de autofinanciamiento y gestión de las divisas a quienes las generan.

En cuanto a la empresa estatal socialista, deberá avanzarse con mayor celeridad en transformaciones esenciales encaminadas a modificar gradualmente los mecanismos de asignación de recursos y el esquema institucional en que operan, con el objetivo de avanzar en su autonomía real, recuperar los niveles de eficiencia de las principales actividades económicas y lograr su desarrollo sostenible, así como su efectivo encadenamiento con el sector no estatal.

El sistema empresarial debe estar dispuesto a hacer todo lo posible para estimular la producción de bienes y servicios que permitan ampliar la oferta, aprovechando adecuadamente las facultades que le han sido otorgadas.  El pueblo espera que los empresarios cubanos apuesten con todo por su país.

Es importante también el desarrollo de las mipymes estatales, concebidas como estructuras más flexibles y dinámicas con mayor capacidad de adaptación a los actuales desafíos.

Con relación a las formas de gestión no estatal, quiero recordar que forman parte del sector empresarial del modelo económico y social refrendado en la Constitución de la República.  En este sentido, se debe propiciar que cuenten con las condiciones para contribuir, de la manera prevista, al desarrollo económico y social del país.

Ratificamos una vez más que las políticas públicas de Estado y de Gobierno son de obligatorio cumplimiento para todos los sectores, y que enfrentaremos decididamente la pretensión enemiga de fracturar la unidad y poner al sector no estatal de la economía en contra de la Revolución.

Para enfrentar con éxito esas pretensiones se precisan reglas claras, coherentes y ajustadas a los objetivos de todos los actores económicos, para evitar deformaciones y tendencias negativas.

No voy a extenderme más en estos temas, porque ya lo desarrollaron ampliamente el Primer Ministro y el Ministro de Economía.  Nos corresponde ahora crear las condiciones para la puesta en práctica de las decisiones, explicando, argumentando y sobre todo cuidando que cada una sirva al propósito superior de vencer las dificultades económicas del país.

Compañeras y compañeros:

Quiero apuntar ahora al avance en el ejercicio legislativo.  En ese sentido, la agenda de esta Sesión de la Asamblea ha sido fructífera.  Hemos aprobado tres importantes leyes en cumplimiento del cronograma y para implementar contenidos constitucionales.

Destaco especialmente la nueva Ley de Salud Pública, que ratifica el principio de Una Salud, y la responsabilidad del Estado de garantizar su acceso, así como la gratuidad de los servicios de atención, protección y recuperación que se prestan.

Esta disposición normativa actualiza el funcionamiento del Sistema de Salud cubano, sustentado en los avances de la ciencia y la innovación en ese estratégico sector social.

La Ley desarrolla de forma amplia contenidos de los derechos previstos en el texto constitucional, al reconocer la dignidad humana como valor supremo, así como el derecho a la vida, a la integridad física y moral, a la libertad, a la justicia, entre otras. Reconoce, a la vez, la responsabilidad de la sociedad y las familias en el disfrute de esos derechos fundamentales.

Ha sido aprobada además, y por primera vez en el ordenamiento jurídico cubano, la Ley del Sistema de Atención a las Quejas y Peticiones de las Personas.  Esta normativa también desarrolla postulados constitucionales.  Y aunque por sí sola no va a resolver los problemas e insatisfacciones de la población, indiscutiblemente agiliza, perfecciona e institucionaliza esta actividad con mejores garantías para los ciudadanos.

En cuanto a la Ley de la Fiscalía Militar, viene a complementar lo ya estatuido en la organización de la Fiscalía General de la República, atempera la organización, estructura y funcionamiento de la Fiscalía Militar a los requerimientos constitucionales y fortalece su papel en las instituciones armadas.

Con esa Ley se completa un ciclo institucional del sistema de justicia de los órganos del Estado, en particular los vinculados a la investigación, control y ejercicio de la acción penal.

También en esta Sesión se aprobó el reajuste del Cronograma Legislativo para 2024.

En el año que culmina se han aprobado trascendentes leyes para la nación, lo que ratifica la voluntad del Estado de continuar desarrollando y perfeccionando la actividad legislativa, en correspondencia con la Constitución y el fortalecimiento institucional del país.

Es meritorio destacar en el orden del día de esta Asamblea el análisis de la implementación de dos normas aprobadas por este Parlamento, el Código de las Familias y la Ley del Proceso Penal.

En el análisis del Código de las Familias se constató la obra de justicia social que esta normativa encierra, en una materia tan relevante como los derechos de todas las personas y para todo tipo de familias.

Es significativo el trabajo desarrollado por las instituciones encargadas de su aplicación; no obstante, es necesario que estas continúen preparándose en pos de su mayor efectividad y que contribuyan al mayor conocimiento y comprensión del mismo en la sociedad.

En el caso de la Ley del Proceso Penal, las valoraciones realizadas indican la necesidad de continuar su estudio en aras de un futuro perfeccionamiento, a partir de las experiencias derivadas en su aplicación.

Esta norma ha contribuido a aportar mejores garantías al proceso penal y ha obligado a sus operadores a actuar en consecuencia, lo que exige de estos una preparación permanente para su efectiva materialización.

Compatriotas:

La presidencia del Grupo de los 77 y China, que Cuba asumió desde el mes de enero, ha demandado un gran esfuerzo de nuestras instituciones y del país en general.  Refleja nuestro compromiso en defensa de las causas de los países del Sur Global y la disposición a movilizar las energías en el empeño de garantizar la más efectiva representación de los intereses de las naciones en desarrollo en el concierto internacional.

Ha demostrado la autoridad y el liderazgo de la diplomacia cubana, su apego a principios, a la promoción del diálogo y la cooperación y su capacidad para construir consensos y defender la unidad de los países en desarrollo en los múltiples eventos multilaterales ocurridos en el año.

Seguiremos denunciando con mucha firmeza la masacre que hoy comete Israel, la potencia ocupante, contra el pueblo palestino (Aplausos).  Reitero hoy que Cuba jamás estará entre los indiferentes, defenderemos siempre el derecho a la autodeterminación de ese heroico pueblo y a contar con un Estado independiente y soberano, con las fronteras anteriores a 1967 y con Jerusalén Oriental como su capital.

Para ello, ¡debe cesar la impunidad que Estados Unidos garantiza a Israel! ¡Debe cesar el genocidio!  Por Palestina libre, siempre se alzará la voz de Cuba (Aplausos).

La Cumbre de Jefes de Estado y de Gobierno del Grupo de los 77 y China celebrada aquí en La Habana, en el mes de septiembre, reforzó la voz del Grupo como actor clave en las discusiones internacionales.  La cita confirmó la solidaridad, admiración y respeto hacia Cuba.

La recién celebrada Cumbre de Líderes del Grupo de los 77 y China en el marco de la Conferencia de las Partes COP28 sobre el Cambio Climático, en Dubái, confirmó ese liderazgo con sus excelentes resultados.

Este evento, inédito en la trayectoria del Grupo, contribuyó a potenciar el papel del bloque de cara a las negociaciones climáticas.

En representación del Grupo, Cuba asistió al máximo nivel a la reunión Cumbre celebrada en París para analizar los problemas monetario-financieros, a la Cumbre de los BRICS, y a diversas citas celebradas en el contexto del Segmento de Alto Nivel de la Asamblea General de las Naciones Unidas.

Ese activismo constructivo en la política exterior se reflejó también con la participación en el proceso de paz entre el Gobierno de Colombia y el Ejército de Liberación Nacional, cuya Mesa de Diálogos celebró este año en la capital cubana uno de sus ciclos.

Hemos continuado fortaleciendo los lazos de amistad y cooperación con los pueblos y gobiernos de diferentes latitudes.

A pesar del esfuerzo de Estados Unidos por impedirlo, al que se sumaron varios de los elementos anticubanos de Europa y  del propio Estados Unidos, Cuba resultó reelecta, con amplio respaldo, para integrar el Consejo de Derechos Humanos de la Organización de las Naciones Unidas.

Resultó también de una gran satisfacción la elección de Cuba, con amplísima votación, al Consejo Ejecutivo de la UNESCO.

La IV Conferencia de la Nación y la Emigración resultó muy provechosa.  Ratificó el compromiso permanente de avanzar hacia una relación cada vez más estrecha, natural e integral con los cubanos que residen en otros países.

Queridos compatriotas:

Antes de concluir, pido un fuerte aplauso de felicitación y reconocimiento a los educadores cubanos en su día (Aplausos prolongados).  Para los que están aquí, que no son pocos, y para todos los que ejercieron o ejercen el hermoso oficio de enseñar, conscientes de que tienen en sus manos la obra más trascendental e importante de la sociedad: la formación de las generaciones del futuro (Aplausos).

En primer lugar, que llegue esa felicitación por el Día del Educador a los alfabetizadores (Aplausos), y junto con ellos, el aplauso agradecido para quienes han resistido, a pie firme, las dificultades, carencias y hasta las insensibilidades de quienes olvidan que ser maestro es ser creador.  ¡Muchas gracias a ustedes que sostienen con su labor y entrega una de las columnas fundamentales de la obra de la Revolución! (Aplausos.)

¡Esta es la Revolución! Cuando decimos esa frase, en la que se resumen 65 años de creación heroica, pensamos, en primer lugar, en la Salud y en la Educación.  Esos son dos brazos de la obra inmensa, fundamental, básica, sobre la que levantamos contra viento y marea, el ideal de una nación que tiene en el centro de sus preocupaciones y desvelos al ser humano.  ¡Y lo tendrá siempre, porque siempre existirá la Revolución, que para eso se hizo! (Aplausos.)

Porque la nación admira y reconoce el papel y lugar de los trabajadores de la Salud y los de la Educación para su presente y su futuro, ellos serán los primeros beneficiados con pagos adicionales, algo que adelantó en su intervención el Primer Ministro (Aplausos).

A las puertas de una conmemoración trascendente: la celebración del 65 aniversario del triunfo de la Revolución, Cuba despedirá el año con la alegría que ni los peores vendavales de la naturaleza o el imperio han podido arrebatarnos.

¡Vamos a celebrar nuestra voluntad de cambiar lo que debe ser cambiado para mantener y superar las conquistas sociales que la Revolución convirtió en derechos del pueblo! (Aplausos.)

¡Vamos a celebrar nuestra independencia, nuestra soberanía y nuestra libertad! (Aplausos.)

¡Esta es la Revolución de Fidel, de Raúl, de Ramiro, de Guillermo, de Machado, de la heroica Generación del Centenario del natalicio del Apóstol, cuyas ideas nos siguen inspirando, y es la Revolución de todos los que estamos en esta sala para hacer valer la voluntad del pueblo heroico, digno y rebelde que nos honra representar! (Aplausos prolongados.)

Hace unos días, releyendo un discurso del Comandante en Jefe con los universitarios, a propósito de la cercanía del aniversario de la FEU, encontré unas palabras que podrían explicar el misterio de esta Revolución que ha sobrevivido 65 años a cercos y amenazas de todo tipo, sin perder los sueños y las esperanzas en un mundo mejor posible.

Dijo Fidel el 20 de diciembre de 1982: “A los revolucionarios se les ha acusado siempre de querer cosas imposibles, de querer cosas utópicas.  A Martí lo acusaron una vez de soñador, y Martí respondió que los sueños de hoy serán las leyes del futuro.  Se ha planteado por lo general que esas tareas eran irrealizables, eran imposibles; pero yo en mi vida de revolucionario puedo decir que lo que se alcanza está muchas veces por encima de los sueños”.

Entonces, juntos hagamos posible el sueño de derrotar la política de persecución y cerco a Cuba, y el ideal de prosperidad para el pueblo, que ha movido a los revolucionarios cubanos de todas las épocas.  ¡Hagamos posible los sueños y hasta los imposibles! (Aplausos.)

Gracias, General de Ejército, por estar y por animarnos siempre a conquistar la próxima meta.  Usted, que hace 65 años entró al cuartel Moncada y rindió a sus militares sin un solo disparo, con la moral invicta del nuevo Ejército Rebelde, nos ha enseñado muchas veces que ¡Sí se puede si avanzamos unidos! ¡Y así lo haremos!  (Aplausos prolongados.)

¡Esta es la Revolución, la idea inderrotable de que todos los sueños son realizables!

¡Esta es la Revolución, la de su digno pueblo cubano!

¡Entonces se imponen la voluntad de trabajar, el afán de avanzar, la disposición de perfeccionar y la convicción profunda de que vamos a vencer!

¡Patria o Muerte!

¡Venceremos!  

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