La teoria, una forza rivoluzionaria necessaria ai popoli

Articolare i nuclei di resistenza in un fronte culturale e comunicazionale comune, contro-egemonico, per guadagnare nella battaglia per i sensi è essenziale per le forze progressiste del mondo, perché la vita dei popoli è in gioco.

Articolare i nuclei di resistenza in un fronte culturale e comunicazionale comune, contro-egemonico, per guadagnare nella battaglia per i sensi è essenziale per le forze progressiste del mondo, perché la vita dei popoli è in gioco.

Questo è stato reiterato nella prima giornata del secondo Incontro Internazionale delle Pubblicazioni Teoriche dei Partiti e dei Movimenti di Sinistra, realizzato a L’Avana, al quale hanno partecipato 92 delegati di 35 paesi, 47 delegazioni e 37 media della stampa e di pubblicazioni, convocati dalla rivista Cuba Socialista, organo teorico e politico del Partito Comunista di Cuba.

Rogelio Polanco Fuentes, membro della Segreteria del Comitato Centrale e capo del suo Dipartimento Ideologico, ha detto che «la battaglia delle idee è più improrogabile che mai, davanti all’onnipresenza schiacciante del capitale».

Ed ha insistito –di fronte a un auditorio nel quale s’incontravano, tra tanti altri dirigenti e personalità, Bruno Rodríguez Parrilla, membro del Burò Politico e ministro delle Relazioni Estere, Emilio Lozada García, capo del Dipartimento delle Relazioni Internazionali del Comitato Centrale– sulla difesa di qualsiasi progetto nazionale» che rompa un anello della catena del capitale».

Nella giornata, e come parte di un dibattito sull’unità della sinistra, la dottoressa Isabel Monal, premio nazionale delle Scienze Sociali e Umanistiche, ha commentato che dobbiamo come meta  fondamentale, proporci un mondo senza oppressione e senza oppressi e che solo con una «gigantesca unità» si possono attendere le urgenze del presente.

Poi ha segnalato che la teoria è una forza rivoluzionaria, soprattutto quando sa arricchirsi e intende che si deve agire.

«Se non vediamo la lotta di classe, ci sbagliamo. Le classi opprimenti, adesso, sono peggiori di prima», ha riferito, un aspetto sul quale l’intellettuale  Jorge Hernández ha suggerito che oggi si perde di vista il carattere classista di molti conflitti.

È stato sottolineato che il marxismo-leninismo è vivo in qualsiasi circostanza, e che non è fattibile trattare la teoria rivoluzionaria come un dogma.

Questo  bagaglio non va abbandonato, ma va fatto assumere dal popolo, soprattutto dai giovani.

Il pensiero di Fidel è stato citato in numerose occasioni durante la riflessione collettiva ed è trasceso che il genocidio non comprende solo le bombe, ma anche il blocco e le guerre culturali che cercano di frenare il pensiero.

La denuncia, nelle parole di Polanco Fuentes, è stata veemente: «La sorda superbia del sionismo la cui impunità non sarebbe possibile senza l’appoggio imperialista».

Il giovane medico palestinese, Watam Jamil Alabed, ha sottolineato che oggi la lotta del suo popolo è quella del bene contro il male e di fronte a lei non si può restare indifferenti.

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