Tag Archives: OEA

Radiografia completa della crisi politica e sociale che scuote il Cile

http://misionverdad.com

All’inizio di ottobre, quello che è iniziato come un’evasione di massa nella metropolitana di Santiago del Cile come forma di protesta di fronte all’aumento del servizio, si è trasformata in un ciclo di proteste di 21 giorni che, nonostante la repressione, sospensione dell’aumento ed altre misure congiunturali da parte del governo di Sebastián Piñera non hanno potuto essere contenute.

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Perché sulla Bolivia è calato il silenzio

di Gennaro Carotenuto

Il golpe in Bolivia, con l’appoggio del sistema mediatico, ha abbattuto una dittatura che esisteva solo nelle fake news, ed è stato costruito per rappresentarsi come istituzionale e democratico, anche se “golpe democratico”, tanto più con i morti in strada e l’UNHCR che accoglie i rifugiati, è un ossimoro irricevibile.

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Il ruolo complice dei media nel golpe in Bolivia

Verónica Zapata www.infodiez.com

Il colpo di stato civile, militare, poliziesco e clericale che si è concretato lo scorso 10 novembre in Bolivia, ha un’altra componente importante che è il mediatico, che si configura nel ruolo di media nella preparazione del terreno che ha portato al golpe e che oggi lavora per rendere invisibili e legittimare la persecuzione di dirigenti, sequestri, torture, sparizioni di persone, massacri, la sistematica violazione dei diritti umani ed il genocidio nei confronti dei popoli originari. Ciò che converte la stampa in un pezzo chiave nella trama golpista con l’obiettivo di costruire una realtà per dirimere il golpe, come è accaduto nelle dittature militari della decade del ’70 in America Latina nel quadro del Piano Condor.

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OEA/OSA non risponde

Nel golpe che si è consumato in Bolivia un ruolo centrale è stato giocato dall’Organizzazione degli Stati Americani, la cui guida del Segretario Generale, l’uruguayano Luis Almagro, ripudiato finanche dal suo stesso partito Frente Amplio, ha incontrato molte stroncature. Da ultima quella del presidente eletto dell’Argentina Alberto Fernandez.

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Elezioni tra persecuzioni, il piano del golpe in Bolivia

Marco Teruggi  www.cubadebate.cu/opinion

Mi scrive una compagna che ha dovuto lasciare la Bolivia. E’ perseguita insieme al suo partner a cui, le hanno detto, lo stanno cercando per “liquidarlo”. Da prima che Evo Morales fosse costretto a dimettersi, è cominciata a circolare una lista di nomi; la sua applicazione si è accelerata a partire da quel momento.

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Sul golpe e sul nostro apprendistato

Sara Rosemberg (*); da: insurgente.org

La confusione mediatica è un’arma di guerra del nemico per spezzare, disorganizzare e distruggere le risposte rapide ed effettive contro la barbarie imposta dal fascismo.

Ma, anche, vi si aggiungono discorsi – e silenzi rumorosissimi – dei cosiddetti “progressisti” che rapidamente, e ogni volta che nella battaglia c’è un arretramento, tirano fuori inopportunamente l’arma filosofica della critica superficiale, a volte più distruttiva di quella dei media egemonici perché, di fronte ad un attacco bestiale come sta succedendo in Bolivia e Cile, è più necessario che mai serrare le file.

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Benvenuti nella dittatura

Marco Teruggi  www.cubadebate.cu

“Benvenuti nella dittatura”, ha detto una signora mentre correva dai lacrimogeni, moto, camionette con giovani detenuti, moto e blindati militari. La scena è avvenuta nel centro della città di La Paz, nel pomeriggio, dopo che avevano represso la presidentessa del Senato, Adriana Salvatierra, e l’autoproclamata presidentessa Jeanine Añez aveva nominato un nuovo comando militare.

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Evo e la Bolivia danno fastidio all’impero

Oscar Sánchez Serra, Granma http://aurorasito.altervista.org

Se qualcuno dubita della partecipazione del governo degli Stati Uniti e dell’Organizzazione, degli Stati degli Stati Uniti (OSA) al colpo di Stato in Bolivia, dia un’occhiata all’account twitter di Trump e legga questo commento: “Questi eventi inviano un segnale forte al regimi illegittimi in Venezuela e Nicaragua…”

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Bolivia: due rapporti indipendenti provano che non ci sono stati brogli

www.lantidiplomatico.it

Al contrario di quanto cerca di affermare la narrazione dominante, al solito fallace per non dire mendace, in Bolivia non vi è stato alcun broglio alle elezioni per favorire la vittoria di Evo Morales. Che, bisogna ricordare, ha ottenuto ben 600mila voti in più del suo avversario più vicino, Carlos Mesa di Unidad Ciudadana. Uno degli attori del golpe, insieme al fondamentalista religioso Camacho, una sorta di Bolsonaro in salsa boliviana.

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Il golpe che venne dall’estero: geopolitica e interferenze in Bolivia

Mision Verdad, http://aurorasito.altervista.org

È incontestabile che sia Luis Camacho e Carlos Mesa, sia violenze e repressione di polizia-militari che le accompagnavano nel rovesciamento di Evo Morales, coprivano l’intero programma informativo. Tuttavia, uno sguardo rigorosamente locale potrebbe impedirci di vedere le pressioni internazionali che influenzavano in modo decisivo il campo di battaglia boliviano.

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Il processo golpista in Bolivia

Mision Verdadhttp://aurorasito.altervista.org

La rinascita delle violenze criminali contro i seguaci del MAS e la richiesta di dimissioni dell’alto comando delle forze armate, furono i punti di rottura (e coercizione aperta) che cristallizzavano le dimissioni forzate del Presidente Evo Morales il 10 novembre.

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La fase armata del golpe in Bolivia: analisi dell’escalation

Mision Verdad

Già a questo punto, gli attori che guidano il golpe in corso in Bolivia hanno logorato l’approccio narrativo che è servito come scusa per iniziare un nuovo ciclo di proteste violente.

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Bolivia: assedio, lotta e resistenza nel tentativo di cambio di regime

http://misionverdad.com

In Bolivia si sviluppa, attualmente, una tabella di marcia d’assedio, mediante atti di sedizione interna che tentano uno sgretolamento delle strutture istituzionali, all’unisono con una criminalizzazione del governo di Evo Morales dal fronte esterno.

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Non sono fatti nuovi, ma sono esecrabili

Quelli che chiedono gridando un intervento straniero in Venezuela, hanno dimenticato – credo che l’hanno sempre fatto – la situazione dei loro rispettivi paesi.

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Almagro: affinché non lo lascino fuori

Elson Concepción Pérez

Luis Almagro si sa essere impigliato nella sua aspirazione di continuare come segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), proprio quando si avvicinano le elezioni in quella nefasta istituzione regionale. Spaventato è e, di conseguenza, affinché non lo lascino fuori, è tornato ad usare il tema del Venezuela quando, in una dose sorprendente di genuflessione, ha criticato gli attuali colloqui tra Governo ed opposizione e si è trascinato fino al suo padrone affermando che “il dialogo non servirà se gli USA non esercitano pressione».

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