Andamento generale dell’economia venezuelana nel 2023

BILANCIO DI UN ANNO DISTINTIVO

misionverdad.com

Il bilancio dell’economia venezuelana nel 2023 presenta caratteristiche distintive molto importanti rispetto agli anni precedenti.

Gli ultimi periodi sono stati segnati principalmente dal blocco economico contro lo Stato venezuelano e, per estensione, contro buona parte dell’economia nazionale.

Ma nonostante tale condizione oggettiva, nel 2023 l’economia venezuelana ha mostrato luci ed ombre, dimostrando che il Governo Bolivariano è riuscito ad ottenere vittorie economiche e continua con i compiti da realizzare per il futuro.

  1. CRESCITA DEL PRODOTTO INTERNO LORDO

Nel corso di una presentazione davanti al Parlamento nazionale, nel quadro della consegna del Piano di Bilancio annuale dell’Esecutivo nazionale, la vicepresidentessa esecutiva Delcy Rodríguez ha annunciato che l’economia ha accumulato “nove trimestri di crescita economica”, benché non abbia divulgato cifre in dettaglio sull’andamento del Prodotto Interno Lordo (PIL).

Alla fine del 2023, l’economia raggiungerà 10 trimestri ininterrotti di crescita, ha affermato la Vicepresidentessa.

In effetti, la Banca Centrale del Venezuela (BCV) ha segnalato dall’ultimo trimestre del 2021 che l’economia venezuelana è ritornata in territorio positivo dopo una dura e prolungata recessione. Da allora, e alla fine di quest’anno, si sarebbe generata una crescita delle attività economiche in 10 trimestri.

Parlando di cifre, secondo le stime della Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), l’attività economica del Venezuela è cresciuta del 12% nel 2022, il che avrebbe reso questo paese quello con la maggior crescita in America Latina nell’anno passato.

Nel maggio di quest’anno, il presidente della Repubblica, Nicolás Maduro Moros, stimava una crescita del PIL di almeno del 5%.

Queste stime, e in assenza di informazioni dettagliate offerte dalla BCV, indicano che l’economia venezuelana, pur essendo cresciuta nel 2023, ha rallentato rispetto al 2022, situazione del tutto ragionevole data la continuità del blocco sulle principali attività economiche durante quasi tutto l’anno.

  1. CRESCITA DELL’ATTIVITÀ PETROLIFERA

Nel corso del 2023, e nonostante il contesto avverso imposto dal blocco, l’impresa statale Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA) è riuscita a stabilizzare la propria produzione di petrolio greggio e a consolidare un aumento medio da 716mila barili al giorno alla fine del 2022 sino a 801mila barili al giorno entro la fine di novembre 2023, secondo i dati dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEP) ) attraverso comunicazione diretta.

Questa cifra rappresenta un aumento globale del 10,7% nella produzione di greggio nel 2023.

Sebbene l’aumento generale della produzione sia significativo, ma modesto, è più importante considerare che i livelli non hanno subito forti alti e bassi, come si era visto nel 2021 e nel 2022, quando PDVSA si stava adattando alle condizioni più avverse generate dal blocco alle su principali attività.

Un elemento da sottolineare è che, a partire da ottobre, il governo USA ha pubblicato una serie di licenze che implicano un allentamento limitato e parziale delle misure coercitive contro PDVSA, cosa che ha dato un nuovo impulso all’attività.

Dall’avvento del blocco, la PDVSA è riuscita a mantenere esportazioni di petrolio molto limitate, anche se a bassi livelli di produzione e attraverso pratiche di elusione del blocco, che hanno comportato la vendita di greggio con sconti molto significativi favorevoli ai suoi alleati commerciali. Pertanto, l’attività petrolifera ha avuto a che fare con introiti molto bassi.

La pubblicazione delle licenze da parte del governo USA rappresenta un ritorno formale del Venezuela sul mercato internazionale del petrolio, e almeno una parte significativa della sua produzione sarà collocata a prezzi di mercato, il che implica nuove entrate.

Secondo il discorso della vicepresidentessa Rodríguez davanti all’Assemblea Nazionale, il bilancio aumenterà del 39% per il 2024 rispetto alle spese del 2023. Il media venezuelano in materia di finanza, Banca y Negocios, ha divulgato che il Governo Bolivariano prevede un aumento delle sue entrate del 27%. apportato dalla PDVSA nel corso del prossimo anno, il che rende apprezzabile il legame diretto tra produzione petrolifera, valore del barile alla vendita e bilancio dello Stato.

Come elemento distintivo della ripresa della produzione di greggio e in prospettiva al 2024, il governo nazionale stima che la sua spesa complessiva per il prossimo anno sarà equivalente a 20,5 miliardi di $. Questo bilancio sarà finanziato per il 38% dalle entrate ordinarie, il che lascia supporre che l’attività petrolifera, in fase di ripresa, apporterà una parte importante del nuovo bilancio.

  1. DIMINUIZIONE DELL’INFLAZIONE

Nel corso del 2023 il Venezuela ha continuato a degradare i propri livelli di inflazione. Sebbene le cifre siano ancora elevate rispetto ad altri paesi, è più importante riconoscere i contesti.

Nel 2018, anno in cui si è amplificato l’impatto delle misure di blocco economico, il Venezuela ha vissuto un’iperinflazione da gennaio a dicembre stimata a oltre il 130000%.

Secondo gli ultimi dati diffusi dalla BCV, per novembre 2023 il Venezuela ha registrato un’inflazione cumulata (gennaio-novembre) del 182,9%.

L’istituzione finanziaria ha anche pubblicato un’immagine comparativa che allude all’inflazione per quel mese. “La variazione dell’INPC per il mese di novembre di quest’anno 2023 è la più bassa osservata per un mese di novembre dal 2012”, ha osservato nel suo resoconto ufficiale sulla piattaforma X.

Il terzo trimestre del 2023 è stato anche il meno inflazionistico degli ultimi anni. Secondo i dati diffusi da Yosmer Arellan, membro del Consiglio di Amministrazione della BCV: “La variazione cumulata del terzo trimestre del 2023 è stata la più bassa dal 2014”.

Il terzo trimestre del 2018 ha mostrato un’inflazione cumulata del 285,1%, mentre nel 2023 ha raggiunto il 22,3%, che funge da importante riferimento comparativo.

Nel 2022, l’inflazione accumulata (gennaio-dicembre) è stata del 234,08% ed è molto probabile che il Venezuela non raggiunga i 200 punti alla fine dell’anno.

  1. EFFETTIVA STABILIZZAZIONE DEL TASSO DI CAMBIO

Nel 2023, il tasso di cambio ufficiale di riferimento, pubblicato dalla BCV, si è consolidato come il principale indicatore dei sistemi di prezzi nell’economia venezuelana. Questa frase era quasi impossibile pronunciarla negli anni anteriori e questo è il segno di un indiscusso risultato.

Nel corso di quest’anno, il tasso di cambio ufficiale e non ufficiale hanno mantenuto una tendenza al rialzo, ma con un comportamento molto più stabile rispetto agli anni precedenti.

Per il 31 dicembre 2022 il tasso di cambio di riferimento del BCV si è posizionato a 17,4 bolivares/dollaro. Al 15 dicembre 2023, questo stesso tasso di riferimento era pari a 38,4 bolivares/dollaro.

Il Venezuela ha continuato ad allontanarsi dagli schemi di elevata volatilità, aumento sproporzionato del tasso di cambio e caos del sistema monetario degli anni precedenti.

Nel mese di ottobre è stata registrata la variazione mensile del tasso di cambio più bassa registrata dal 2014. Yosmer Arellán ha indicato che la variazione del valore della valuta nazionale rispetto al dollaro USA è stata di solo dell’1,9%. Il funzionario ha affermato che nell’ottobre 2012 e 2013, anni senza misure coercitive contro il Venezuela, questa variazione è stata, rispettivamente, del 17,3 e del 34,5%.

Il dato allude al fatto che ci sono condizioni di stabilità che non si registravano da molto tempo, ma c’è anche una governance monetaria che aiuta a stabilizzare l’economia e i sistemi dei prezzi in generale.

Ciò è dovuto, fondamentalmente, alla politica cambiaria applicata dal governo venezuelano, attraverso il suo finanziamento tramite la vendita di valuta estera nel sistema cambiario.

Secondo la società di consulenza Mercados y Acciones, da gennaio a metà dicembre l’esecutivo nazionale ha collocato 4479 milioni di $ nel sistema cambiario, ottenendo bolivar dal mercato cambiario per finanziare le proprie attività, prescindendo dall’emissione monetaria come meccanismo di finanziarizzazione. delle attività governative e dal deficit fiscale.

Le politiche sono state accompagnate da importanti restrizioni della liquidità, comprese limitazioni al credito su carte di credito e altri strumenti.

  1. APPROVVIGIONAMENTO COMPLETO

Anche quest’anno il Venezuela ha raggiunto il pieno approvvigionamento alimentare, superando la situazione degli scaffali vuoti e delle file per il cibo.

La vicepresidentessa Delcy Rodríguez ha sottolineato che attualmente è stata superata la situazione creatasi nel paese, dal 2015: “Oggi abbiamo praticamente il 97% dell’approvvigionamento di prodotti e beni nelle reti di distribuzione. È una variabile che si distingue come aspetto più positivo”. Ha inoltre sottolineato e evidenziato l’importanza dei CLAP affinché tutto ciò sia stato possibile.

  1. CADUTA SALARI PUBBLICI

Nel corso del 2023 la questione delle buste paga pubbliche ha continuato a rappresentare il tallone d’Achille dell’economia nazionale, ma sono stati raggiunti risultati significativi.

L’anno scorso, il salario minimo applicato al settore pubblico era di 30 $ al mese per il mese di marzo, ma durante tutto l’anno non sono stati apportati aggiustamenti omologati alla variazione del tasso di cambio e gli stipendi hanno finito per scendere a livelli minimi.

Nel 2023, il governo nazionale è riuscito ad aumentare i redditi nominale dei suoi dipendenti pubblici. I redditi minimi per lavoratore nel settore pubblico hanno raggiunto l’equivalente di 75 $ al mese, attraverso la combinazione di bonus e stipendio base.

Nel corso di quest’anno, l’Esecutivo nazionale è riuscito a mantenere una standardizzazione del valore dei bonus in base alla variazione del valore del dollaro attraverso una politica indicizzata, consentendo così che il valore nominale degli stipendi si mantenesse fino alla fine dell’anno.

Tuttavia, il sistema salariale del settore pubblico continua a presentare importanti debolezze: si basa in gran parte sulle entrate statali, che rimangono molto limitate a causa del blocco economico. Inoltre, gli aggiustamenti sono stati possibili solo attraverso i bonus e questi non hanno alcun impatto su altre richieste, come ferie o profitti, che fanno parte dei contratti collettivi del settore pubblico.

L’Esecutivo è impegnato in una politica salariale più vantaggiosa per il settore pubblico, poiché è inteso che con ciò si sostiene il consumo di ampi segmenti della popolazione e si traduce in un rilancio delle attività economiche (PIL). Ma i limiti di bilancio continuano ad essere reali.

Serve come riferimento che il bilancio pubblico, previsto per il 2024, che sarà di 20,5 miliardi di $, è estremamente inferiore, ad esempio, rispetto al bilancio del 2012, che era di circa 138 miliardi di $.

Più precisamente, il bilancio pubblico del 2024 equivarrà appena al 14,8% del bilancio del 2012. E questo è un importante elemento illustrativo dell’impatto che il blocco ha sull’economia venezuelana e sui salari pubblici.

  1. AUMENTO NELLA RISCOSSIONE DELLE IMPOSTE

Secondo i dati preliminari recentemente diffusi dalla vicepresidentessa Delcy Rodríguez, il 2023 è stato un anno di aumento della raccolta fiscale.

Un altro progresso significativo dell’economia nazionale è nel settore della riscossione, che ha raggiunto il 28% in più rispetto al 2022: “È un punto che permette di superare il rentismo (ingressi che non derivano da attività produttiva come la rendita petrolifera ndt) e dove va consolidata la cultura del pagamento delle imposte e tributi”.

Un elemento molto importante di questo punto è che la costituzione di un bilancio forte, sostenuto da tasse sulle attività economiche interne, riduce i livelli di vulnerabilità del paese e del funzionamento dello Stato di fronte al quadro coercitivo esterno.

Nel 2023, il Venezuela ha continuato a sviluppare una rigorosa politica fiscale che gli ha permesso di recuperare parzialmente la base di risorse del Governo Bolivariano per far fronte alle sue obbligazioni.


BALANCE DE UN AÑO DISTINTIVO

DESEMPEÑO GENERAL DE LA ECONOMÍA VENEZOLANA EN 2023

El balance de la economía venezolana en 2023 tiene rasgos distintivos muy importantes si se compara con los años precedentes.

Los últimos periodos han estado signados primeramente por el bloqueo económico contra el Estado venezolano y, por extensión, contra buena parte de la economía nacional.

Pero pese a tal condición objetiva, en 2023 la economía venezolana ha mostrado luces y sombras, demostrando que el Gobierno Bolivariano ha logrado obtener victorias económicas y sigue con tareas por lograr a futuro.

  1. CRECIMIENTO DEL PRODUCTO INTERNO BRUTO

Durante una presentación frente al parlamento nacional en el marco de la entrega del Plan de Presupuesto anual del Ejecutivo nacional, la vicepresidenta ejecutiva Delcy Rodríguez anunció que la economía ha acumulado “nueve trimestres en crecimiento económico”, aunque no divulgó cifras a detalle sobre el comportamiento del Producto Interno Bruto (PIB).

Al cierre de 2023 la economía alcanzaría los 10 trimestres ininterrumpidos de crecimiento, afirmó la Vicepresidenta.

En efecto, el Banco Central de Venezuela (BCV) reflejó desde el último trimestre de 2021 que la economía venezolana volvió a terreno positivo luego de una dura y prolongada recesión. Desde entonces, y al cierre de este año, se habría generado un crecimiento de las actividades económicas mediante 10 trimestres.

Hablando de cifras, de acuerdo con las estimaciones de la Comisión Económica para América Latina y el Caribe (Cepal), la actividad económica de Venezuela creció un 12% en 2022, lo que habría hecho de este país el de mayor crecimiento en Latinoamérica el año pasado.

En mayo de este año el presidente de la República Nicolás Maduro Moros estimó el crecimiento del PIB en al menos 5%.

Estas estimaciones, y a falta de información a detalle ofrecida por el BCV, refieren que la economía venezolana, aunque creció en 2023, se ha desacelerado si se le compara con el año 2022, situación que es perfectamente razonable dada la continuidad de bloqueo sobre las principales actividades económicas durante casi todo el año.

  1. CRECIMIENTO DE LA ACTIVIDAD PETROLERA

Durante 2023, y pese al contexto adverso impuesto por el bloqueo, la estatal Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA) logró estabilizar su producción de crudo y consolidó un aumento promedio desde 716 mil barriles por día al cierre de 2022 hasta los 801 mil barriles por día para el cierre del mes de noviembre de 2023, de acuerdo con datos de la Organización de Países Exportadores de Petróleo (OPEP) mediante comunicación directa.

Esta cifra representa un aumento global de 10,7% de la producción de crudo durante 2023.

Aunque el aumento general de la producción es significativo, pero modesto, es más importante considerar que los niveles no sufrieron duros altibajos, tal como se había apreciado en los años 2021 y 2022, cuando PDVSA se adaptaba a las condiciones más adversas generadas por el bloqueo a sus actividades medulares.

Un elemento a destacar es que, desde el mes de octubre, el gobierno estadounidense publicó una serie de licencias que implican una flexibilización limitada y parcial de las medidas coercitivas contra PDVSA, lo que ha dado un nuevo impulso a la actividad.

Desde el advenimiento del bloqueo, PDVSA ha logrado mantener unas muy limitadas exportaciones petroleras, eso sí, a bajos niveles de producción y mediante prácticas evasivas al bloqueo, lo cual ha implicado la venta de crudo con importantísimos descuentos favorables a sus aliados comerciales. Por lo tanto, la actividad petrolera ha estado lidiando con ingresos muy bajos.

La publicación de las licencias por parte del gobierno estadounidense supone un regreso formal de Venezuela al mercado internacional petrolero, y al menos una cuota significativa de su producción será colocada a precios de mercado, lo cual implica nuevos ingresos.

De acuerdo con la alocución de la vicepresidenta Rodríguez ante la Asamblea Nacional, el presupuesto aumentará para 2024 un 39% con respecto al gasto de 2023. El medio venezolano en materia de finanzas, Banca y Negocios, divulgó que el Gobierno Bolivariano prevé un aumento de 27% en sus ingresos aportado por PDVSA durante el próximo año, lo cual hace apreciable el vínculo directo entre la producción de petróleo, el valor del barril a la venta y el presupuesto del Estado.

Como elemento distintivo de la recuperación de la producción de crudo y como perspectiva para 2024, el gobierno nacional estima que su gasto total el próximo año será equivalente a 20 mil 500 millones de dólares. Este presupuesto será financiado por ingresos ordinarios en un 38%, lo cual permite suponer que la actividad petrolera, en vías de recuperación, aportará una parte importante del nuevo presupuesto.

  1. DISMINUCIÓN DE LA INFLACIÓN

Durante 2023 Venezuela siguió degradando sus niveles de inflación. Aunque las cifras siguen siendo altas comparativamente hablando con otros países, es más importante reconocer los contextos.

En 2018, año en que se amplificó el impacto de las medidas de bloqueo económico, Venezuela experimentó una hiperinflación de enero a diciembre calculada en más de 130.000%.

Según los últimos datos divulgados por el BCV, para noviembre de 2023 Venezuela registró una inflación acumulada (enero-noviembre) de 182,9%.

La instancia financiera también publicó una imagen comparativa alusiva a la inflación de ese mes. “La variación del INPC del mes de noviembre del presente año 2023 es la más baja observada para un mes de Noviembre desde el año 2012”, señaló en su cuenta oficial en la plataforma X.

El tercer trimestre de 2023 ha sido también el menos inflacionario en los últimos años. De acuerdo con datos divulgados por Yosmer Arellan, integrante de la Junta Directiva del BCV: “La variación acumulada del tercer trimestre de 2023 ha sido la más baja desde el 2014”.

El tercer trimestre de 2018 arrojó una inflación acumulada de 285,1%, mientras que en 2023 esta alcanzó un 22,3%, lo cual sirve de importante referencia comparativa.

En 2022, la inflación acumulada (enero-diciembre) fue de 234,08% y es muy probable que Venezuela no alcance los 200 puntos al cierre del año.

  1. EFECTIVA ESTABILIZACIÓN DEL TIPO DE CAMBIO

En 2023, el tipo de cambio oficial de referencia publicado por el BCV se consolidó como el principal marcador de los sistemas de precios en la economía venezolana. Esta frase era imposible apenas pronunciarla durante años anteriores y ello es rasgo de un indiscutido logro.

Durante este año, el tipo de cambio oficial y el no oficial mantuvieron un comportamiento al alza, pero en comportamientos mucho más estables si se comparan con años anteriores.

Para el 31 de diciembre de 2022, el tipo de cambio de referencia del BCV se posicionó en los 17,4 bolívares/dólar. Al 15 de diciembre de 2023, esta misma tasa de referencia se posicionó en los 38,4 bolívares/dólar.

Venezuela siguió alejándose de los cuadros de alta volatilidad, aumento desproporcionado del tipo de cambio y caotización del sistema monetario de años anteriores.

En octubre se registró la variación mensual más baja del tipo de cambio registrada desde 2014. Yosmer Arellán indicó que la variación del valor de la moneda nacional frente al dólar estadounidense fue de solo 1,9%. El funcionario refirió que en octubre de 2012 y de 2013, años sin medidas coercitivas contra Venezuela, esta variación fue de 17,3 y 34,5% respectivamente.

El dato alude a que hay condiciones de estabilidad que no se registraban en mucho tiempo, pero además existe una gobernanza monetaria que ayuda a estabilizar la economía y los sistemas de precios en general.

Esto obedece fundamentalmente a la política cambiaria aplicada por el gobierno venezolano, mediante su financiamiento por la venta de divisas en el sistema cambiario.

Según la consultora Mercados y Acciones, desde enero y hasta mediados de diciembre el ejecutivo nacional había colocado 4 mil 479 millones de dólares en el sistema cambiario, obteniendo bolívares del mercado cambiario para financiar sus actividades, prescindiendo de la emisión monetaria como mecanismo de financiarización de las actividades del gobierno y del déficit fiscal.

Las políticas han estado acompañadas de importantes restricciones de la liquidez, incluyendo limitaciones al crédito en tarjetas de crédito y otros instrumentos.

  1. ABASTECIMIENTO PLENO

Nuevamente, en este año, Venezuela logró un abastecimiento pleno de alimentos, superando el cuadro de anaqueles vacíos y colas por alimentos.

La vicepresidenta Delcy Rodríguez enfatizó que actualmente se ha vencido la situación que se generó en el país desde 2015: “Hoy tenemos prácticamente el 97% de abastecimiento de productos y bienes en las redes de distribución. Es una variable que se resalta como aspecto más positivo”. Asimismo recalcó y destacó la importancia de los CLAP para que esto fuera posible.

  1. DECAÍDOS SALARIOS PÚBLICOS

Durante 2023 el tema de la nómina publica ha seguido siendo el talón de Aquiles de la economía nacional, pero se lograron alcances significativos.

El año pasado el salario mínimo aplicado para el sector público era de 30 dólares mensuales para el mes de marzo, pero a lo largo del año no se hicieron ajustes homologados a la variación del tipo de cambio y los sueldos terminaron degradándose a niveles mínimos.

En 2023 el gobierno nacional logró elevar los ingresos nominales a sus trabajadores públicos. Los ingresos mínimos por trabajador en el sector público alcanzaron un equivalente de 75 dólares al mes, mediante la combinación de bonificaciones y el sueldo básico.

Durante este año, el Ejecutivo nacional logró mantener una homologación del valor de las bonificaciones acorde a la variación del valor del dólar mediante una política indexada, permitiendo así que el valor nominal de los salarios se mantuviera hasta finales de año.

Sin embargo, el esquema salarial del sector público sigue teniendo debilidades importantes: se sostiene en gran parte sobre los ingresos del Estado, los cuales se mantienen muy limitados por el cuadro de bloqueo económico. Pero además los ajustes han sido posibles únicamente por vía de bonificaciones y estos no tienen impacto sobre otras reivindicaciones, como vacaciones o utilidades, que son parte de las contrataciones colectivas del sector público.

El Ejecutivo apuesta por una política salarial más ventajosa para el sector público, pues se entiende que con ello se sostiene el consumo de grandes segmentos poblacionales y se traduce en un impulso de las actividades económicas (PIB). Pero los límites en el presupuesto siguen siendo reales.

Sirva como referencia que el presupuesto público, pautado para 2024, que será de 20 mil 500 millones de dólares, es sumamente inferior, por ejemplo, al presupuesto del año 2012, que fue de unos 138 mil millones de dólares.

En términos más precisos, el presupuesto público de 2024 será apenas equivalente al 14,8% del presupuesto del año 2012. Y esto es un importante elemento ilustrativo del impacto que el bloqueo tiene sobre la economía venezolana y sobre los salarios públicos.

  1. AUMENTO EN LA RECAUDACIÓN FISCAL

Según los datos preliminares divulgados hace poco por la vicepresidenta Delcy Rodríguez, 2023 fue un año de aumento en la recaudación fiscal.

Otro avance significativo en la economía nacional está en el sector de recaudación, el cual alcanzó un 28% más en comparación con el año 2022: “Es un punto que permite superar el rentismo y donde debe consolidarse la cultura del pago de los impuestos y tributos”.

Un elemento muy importante sobre este ítem es que la constitución de un presupuesto fuerte, sostenido por la vía de tributos de las actividades económicas internas, reduce los niveles de vulnerabilidad del país y del funcionamiento del Estado frente al cuadro coercitivo externo.

Venezuela siguió desarrollando en 2023 una rigurosa política fiscal que ha permitido recuperar parcialmente la base de recursos del Gobierno Bolivariano para atender sus obligaciones.

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