Nel 2015 il sito Cubadebate pubblicava “El man Gilbert”, un articolo di Enrique Ubieta, che metteva in guardia contro quel fenomeno imposto dalla globalizzazione culturale, soprattutto in questo emisfero: “Sembra inevitabile che il reggaeton venga offerto in un modulo audiovisivo che ci svaluta come esseri umani e ci misura attraverso le cose che possediamo: l’auto di lusso dell’anno, la ragazza più Barbie (non è un elogio), svuotata e senza cervello – la donna come semplice oggetto sessuale –, le catene d’oro, le valigie di dollari, le bevande più costose, le guardie del corpo, l’ostentazione come falsa evidenza di un falso trionfo”.
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Brasile: La guerra culturale dell’ultradestra e la candidata cubana di Bolsonaro
Lula e Bolsonaro sono i principali candidati nelle elezioni del 6 ottobre. Le elezioni municipali in Brasile non dovrebbero avere un grande impatto politico oltre i confini del paese. Tuttavia, ciò non si verifica perché l’ultradestra globale spinge sempre i limiti.
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La guerra culturale lungo i sentieri dell’Intelligenza Artificiale
Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, si è reso ancor più complesso uno scontro che la CIA ha definito, negli anni 50, come una lotta per la mente degli esseri umani
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La CIA, quando di guerra culturale si tratta
Oggi la CIA continua a interferire e a finanziare alcuni dei programmi TV più popolari
Una delle prime serie televisive, create negli anni ’70, con un obiettivo diretto di guerra culturale in Europa è stata Music in the Twenties, che secondo la CIA avrebbe dovuto essere promotrice ed epitome del sogno ‘americano’ nel Vecchio Continente.
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La guerra comunicativa latinoamericana: “disputa per il senso”
Abbiamo il continente coperto da Netflix, una fenomenale macchina antipolitica dove si produce e distribuisce una logica di pensiero che insegna a diffidare sistematicamente di tutto ciò che implichi organizzarsi con altri, lavorare in comunità…
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Anche le mele delle fiabe sembravano gustose
L’arte non è e non sarà mai un atto neutrale. Si muovono assiomi dietro i gesti apparentemente più innocui e inoffensivi. C’è una falsa coscienza del mondo che si assimila quando consumiamo certe idee a partire da un tipo di industria culturale. In tal caso, i significati presenti in una certa opera sono diretti verso un obiettivo politico e sociale, e posseggono una carica semantica che riutilizza e riformula le funzioni dei simboli che originariamente avevano un’altra origine ideologica.
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La guerra contro Cuba
Le vittorie si accumulano per Cuba. In tanti si riempivano la bocca del trionfo della squadra di baseball USA a Miami, senza aspettarsi che questa “sconfitta” della squadra cubana, e la metto di proposito tra virgolette, fosse la cosa migliore che potesse capitare per tutti di fronte all’opinione pubblica e alla scena internazionale.
Blocco “interno”?
Gustavo de la Torre Morales Antorcha encendida
Il ruolo della stampa capitalista, come affare e strumento per rafforzare gli interessi politici di dominio, è stato fondamentale per inoculare le masse con alienazione, conformismo e rassegnazione.
La musica nella guerra culturale contro Cuba
La musica è una delle manifestazioni artistiche che occupa un posto speciale nella cultura dei popoli. Tra i suoi attributi c’è l’universalità, oltre ad essere uno strumento di comunicazione ed espressione con codici specifici tra gli esseri umani e le loro culture.
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Le menzogne e quello che non dicono su Rolling Stone su Osorbo
Si ripete lo storytelling (la narrazione ndt) che ha accompagnato la commercializzazione del marchio Patria y Vida…
Ángel Téllez Villalón – Cubaora
Trattandosi di una rivista specializzata in musica, ci si aspetta una qualche valutazione della sua proposta lirica, della sua estetica, dei suoi contributi al movimento hip hop cubano. Ma no, tutto tranne questo. Ricordare ciò che è già stato pubblicizzato è ciò che fa la giovane giornalista Julyssa López nel suo ampio articolo su Maykel Pacificancia Castillo. Ripete la narrazione o storytelling che ha accompagnato la commercializzazione del marchio Patria y Vida, prima e dopo la sua registrazione. E che fosse legato a marchi come Estefan, Grammys, MGM Grand Garden Arena…
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Il cervello come campo di battaglia
Non saremo utili idioti propagandisti della genialità perversa di manipolare pensieri e modi di produrli. Non serviremo il piano di manipolazione implicito nel prendere sul serio le imboscate scientifico-pubblicitarie della NATO. Diremo che l’unica cosa nuova è la lotta che costruisce un mondo senza capitalismo
Fernando Buen Abad www.granma.cu
Contro Cuba la guerra è totale
Arthur Gonzalez. https://heraldocubano.wordpress.com
Dato il fallimento della politica di guerra economica, commerciale e finanziaria imposta dagli USA 63 anni fa che, nonostante rendere molto difficile la vita al popolo cubano, non ha saputo smantellare il sistema socialista né disincantare i suoi abitanti, ora gli yankee si lanciano a fondo contro il turismo, per essere la principale fonte di ingressi, e più recentemente hanno avviato una guerra agli eventi culturali e contro gli artisti, per impedire che si conosca sul campo la vera Cuba e non quella fabbricata con il milionario finanziamento per campagne comunicative che mentono sulla realtà.
Willy Toledo: i vermi artistici cubani hanno superato tutti i confini
L’attore Willy Toledo ha inviato questo messaggio, in esclusiva a Cubainformación, analizzando la vigliaccheria di Álex Ubago e Andy y Lucas, dopo la brutale pressione di Miami per annullare la loro partecipazione ad un festival all’Avana, rompendo il loro contratto, per non perdere la loro carriera nel mercato latino, controllato dalla mafia Estefan.
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Terrorismo musicale contro Cuba
L’inaspettata reazione di alcuni musicisti stranieri nel rifiutare la loro partecipazione al San Remo Music Award che si terrà prossimamente a Cuba è un chiaro esempio della pressione esercitata, ma che gli implicati negheranno davanti al loro pubblico
Oni Acosta Llerena www.granma.cu
Note sul terrorismo culturale
I «terroristi della cultura», vedendo che già nessuno parla dei loro «artisti convertiti», vedendo che a Buena Fe non nuoce più di tanto il loro discorso di odio, hanno deciso di mettere nel mirino cantanti come Álex Ubago o il duo Andy y Lucas, invitati al San Remo Music Awards Cuba.
Michel E. Torres Corona