di Geraldina Colotti
L’assassinio di George Floyd, le sue parole mentre moriva soffocato sotto il ginocchio del poliziotto a Minneapolis, hanno avuto un forte impatto anche simbolico in questi tempi di coronavirus – un male che ti toglie, letteralmente, il respiro. L’asfissia del quarantaseienne afroamericano è diventata quella di tutti gli oppressi dal sistema capitalista, messo a nudo da questa pandemia. E il ginocchio del poliziotto, usato per bloccare a terra la sua vittima, è stato rappresentato migliaia di volte in tutte le piazze che hanno denunciato la violenza razzista, strutturale al modello nordamericano, e senza freni dopo l’arrivo di Trump.
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