Argentina e Venezuela: come ha trionfato la democrazia!

Norelys Morales Aguilera http://islamiacu.blogspot.it

venezuela elecionesQuanto successo in entrambi i paesi non si può equiparare meccanicamente, ma invita a guardare l’orizzonte politico. Il momento è di riflessione ed, anche, più importante per i movimenti popolari e le forze rivoluzionarie; il convertire una temporanea battuta d’arresto in vittoria. Resistenza popolare. Resistere è vincere.

Si può solo parlare di trionfo della democrazia nel senso che i cittadini hanno votano massicciamente e non si produssero alterazioni violente. Ma il fatto non significa, in alcun modo, il trionfo per la democrazia, come indicano i media del gran capitale transnazionale, gestiti da corporazioni latino-americane con sede nei centri di potere d’America ed Europa, a partire da altri bilanci e ipotesi.

I votanti sono stati sottoposti ad una campagna psicologica e mediatica, una guerra non convenzionale, ha detto in un precedente articolo sul Venezuela, di proporzioni globali, che ha aveva di tutto, tra cui manovre di distrazione e programmatiche, condotte da personaggi rilevanti come l’aspirante candidata presidenziale USA, Hillary Clinton. Ciò è provato e chiunque lo può constatare, se lo desidera.

Eleggere in circostanze di guerra non convenzionale, non è democratico in alcun modo, ma persino le cosiddette sinistre sono state ricattate e lo ripetono di più “trionfò la democrazia”. Le azioni dell’esecutivo di Macri in Argentina, e il lavoro destabilizzante a cui si appresta la destra, ora con la maggioranza nell’Assemblea Nazionale, che sarà instaurata in Venezuela, sono conclusivi.

Il rilevante è che questi risultati sono tappe di una strategia globale, progettata, realizzata e non sufficientemente compresa né efficacemente contrastata dalle forze e dai movimenti popolari. Si richiede una profonda riflessione su come è stata manipolata la classe operaia e come è stata utilizzata la nuova classe media che è emersa dalle conquiste popolari, che in ogni caso, sono state determinanti nei risultati elettorali.

Se qualcuno dubita di questa strategia che gli USA guidano ci sono prove incontrovertibile, sino nei dettagli che sembrano di minore importanza.

Il futuro presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, ancora senza prendere possesso della sua carica, è stato denunciato dalla presidentessa Cristina Fernandez, questa domenica per “abuso personale e pubblico”, per obbligarla ad accettare il passaggio di consegne della presidenza come lui esige. La destra è in festa, Macri ha detto che: “era la sua cerimonia, e che se non l’avesse fatta, come lui diceva, la Corte Suprema di Giustizia della Nazione gli avrebbe consegnato i poteri, perché l’avevano già consultato.” In una nota, la presidentessa ha denunciato “le menzogne che si continuano a propagare grazie a una impunità mediatica mai vista prima”. Qualcuno osa negare l’odio di classe e lui si sente sostenuto al punto di perdere la sua compostezza con una donna, che in questo caso è ancora la Presidentessa.

L’altro, come esempio, che mette a nudo la concertazione di un’alleanza antidemocratica orchestrata extra regionalmente per la restaurazione del destra in America Latina è stato che la futura cancelliera di Macri, Susana Malcorra, ha detto, questo 7 dicembre, che il presidente eletto non chiederà di applicare la clausola democratica per separare il Venezuela dal MERCOSUR, dopo che Nicolas Maduro avrebbe riconosciuto il risultato delle legislative di ieri. Inoltre, Malcorra ha detto che oggi stesso, manterrà contatti con i suoi colleghi della regione per discutere sulle elezioni in Venezuela.

Per quanto riguarda il Venezuela, è molto sintomatico, che i media, in questo caso l’agenzia spagnola EFE, appena conosciuti i risultati delle elezioni, ha disegnato le azioni immediate della controrivoluzione, cioè, che danno gli ordini dai cosiddetti poteri di fatto, concertati, sino al Comando Sud. Lo scenario più amichevole che ha segnalato è che; con la maggioranza della MUD può nominare i giudici della Corte Suprema o il Procuratore generale. Potrebbe capriles mud EEUUanche approvare una legge di amnistia che permetterebbe liberare alcuni prigionieri avversari, come il leader di Volontà Popolare, Leopoldo López, condannato a 13 anni di carcere. Con questo risultato potrebbe proporre un voto di sfiducia nei confronti del vice presidente esecutivo e ai ministri e autorizzare l’impeachment del presidente. Cioè, colpo di stato, come hanno fatto in Paraguay e promuovono in Brasile.

In un tempo relativamente breve, data la disperazione evidente, secondo i passi che si daranno, sarà più esplicito l’attacco contro i movimenti popolari e le nuove democrazie nel quadro dei giganteschi sforzi della restaurazione conservatrice. Vengono per tutti. Non so se qualcuno lo dubita.

Nessuno creda che siamo in presenza di democrazia, e ancor meno che la destra è distratta. Tutte le batterie sono infilate contro i processi di liberazione, e solo corrisponde, resistere, vincere e apportare i cambi definitivi. Il capitalismo ha fallito, ma il socialismo deve germinare con la verità e il talento popolare, e sarà la “creazione eroica” nella visione di José Carlos Mariategui. È possibile, sì che è possibile.

Argentina y Venezuela: ¡Cómo que triunfó la democracia!

Norelys Morales Aguilera

Lo sucedido en ambos países no se puede equiparar mecánicamente, pero sí invita a mirar el horizonte político. El momento es de reflexión, y también, lo más importante para los movimientos populares y fuerzas revolucionarias; el convertir un revés transitorio en victoria. Resistencia popular. Resistir es vencer.

Solo se puede hablar de triunfo de la democracia en el sentido de que la ciudadanía concurrió a votar masivamente y no se produjesen alteraciones violentas. Pero, el hecho no significa en modo alguno triunfo para la democracia, como señalan los medios del gran capital transnacional, gerenciados por corporaciones latinoamericanas con casas matrices, en los centros de poder de Estados Unidos y Europa, a partir de otros presupuestos e hipótesis.

Los votantes fueron sometidos a una campaña psicológica y mediática, una guerra No Convencional, dije en un anterior artículo sobre Venezuela, de proporciones globales, que tuvo de todo, incluyendo maniobras distractivas y programáticas, realizadas por personajes relevantes como la aspirante a la presidencia de Estados Unidos, Hillary Clinton. Eso está probado y cualquiera lo puede constar, si lo desea.

Elegir en circunstancias de guerra No Convencional, no es democrático de ninguna manera, pero hasta las llamadas izquierdas han sido chantajeadas y lo repiten si más: “triunfó la democracia”. Las acciones del ejecutivo de Macri en Argentina, y la labor desestabilizadora a la que se apresta la derecha ahora con mayoría en la Asamblea Nacional, que será instaurada en Venezuela, son concluyentes.

Lo relevante es que estos resultados son etapas de una estrategia global, estudiada, aplicada y no suficientemente comprendida ni contrarrestada con eficacia por las fuerzas y movimientos populares. Hace falta una reflexión profunda de cómo fue manipulada la clase trabajadora y cómo fue utilizada la nueva clase media que salió de las conquistas populares, que en todo caso, han sido determinantes en los resultados electorales.

Si alguien tiene dudas de esa estrategia que lidera Estados Unidos hay evidencias incontrastables, hasta en detalles que parecen de calibre menor.

El futuro presidente de Argentina, Mauricio Macri, aún sin tomar posesión de su cargo, fue denunciado por la presidenta Cristina Fernández, este domingo por “maltrato personal y público” para obligarla a aceptar el traspaso presidencial como él exige. La derecha está de orgía, Macri dijo que,: “era su ceremonia, y que si no lo hacía como él decía, la Corte Suprema de Justicia de La Nación le iba a entregar los atributos, porque ya habían consultado”. En una nota, la presidenta denunció “las mentiras que se siguen propalando merced a una impunidad mediática nunca antes vista”. Alguien va a negar el odio de clase y lo respaldado que se siente para hasta perder la compostura con una mujer, que en este caso es aún la Presidenta.

Lo otro, como ejemplo, que desnuda la concertación de una alianza antidemocrática orquestada extra regionalmente para la restauración de la derecha en América Latina, ha sido que la futura canciller de Macri, Susana Malcorra, dijo, este 7 de diciembre, que el presidente electo no pedirá aplicar la cláusula democrática para separar a Venezuela del Mercosur luego de que Nicolás Maduro reconociera el resultado de legislativas de ayer. Así también, Malcorra informó que hoy mismo, mantendrá contactos con sus colegas de la región para dialogar sobre las elecciones en Venezuela.

En cuanto a Venezuela, es muy sintomático, que los medios, en este caso la agencia española Efe, apenas supo los resultados electorales, dibujó las acciones inmediatas de la contrarrevolución, o sea, que dan las órdenes desde los llamados poderes fácticos, concertados, hasta con el Comando Sur. El escenario más amigable que señaló es que; con mayoría la MUD puede designar a los magistrados del Tribunal Supremo o al fiscal general. También podría aprobar una ley de amnistía que permitiría liberar a varios opositores presos, como el líder de Voluntad Popular, Leopoldo López, condenado a 13 años de cárcel. Con ese resultado podría proponer un voto de censura al vicepresidente ejecutivo y a los ministros y autorizar el enjuiciamiento del presidente. Vale decir, golpe de estado, como hicieron en Paraguay y promueven en Brasil.

En un plazo relativamente breve, dado el desespero manifiesto, según vayan dando pasos, será más explícita la arremetida contra los movimientos populares y las nuevas democracias como parte del gigantesco empeño de la restauración conservadora. Vienen por todos. No sé si alguien lo dude.

Nadie crea que estamos en presencia de democracia, y menos que la derecha está distraída. Todas las baterías están enfiladas contra los procesos liberadores, y solo corresponde, resistir, vencer y hacer los cambios definitivos. El capitalismo ha fracasado, pero el socialismo tiene que germinar con la verdad y el ingenio popular, y será “creación heróica”, en la visión de José Carlos Mariátegui. Se puede, sí que se puede.

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