Tag Archives: osa

Cile: la «democrazia» che reprime

La dichiarazione del coprifuoco non ha impedito la continuazione delle mobilitazioni popolari.

Il bilancio non potrebbe essere peggiore, con morti e feriti e più di 1500 detenuti in Cile, espressioni della furia neoliberale che ha presentato scenari simili in Brasile, Argentina e in Ecuador.

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Le ultime di Luis Almagro

A grosso modo, affrontiamo solo alcune delle sue ultime apparizioni. In nessuna di esse ha usato una parola per condannare ciò che ha sofferto il popolo ecuadoriano e tanto meno il “pacchetto” neoliberale imposto

Elson Concepción Pérez  www.granma.cu

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Come interpretare ciò che accade in Ecuador

Mision Verdad

Molte cose sono successe negli ultimi giorni in Ecuador. Questo nuovo ciclo di crisi e instabilità è caratterizzato dall’applicazione di stato di eccezione, militarizzazione delle piazze, sistematica persecuzione dei media e forte repressione poliziesca delle manifestazioni. Il governo veniva trasferito a Guayaquil, dopo che il traballante presidente Lenín Moreno perdeva il controllo della capitale Quito.

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Dichiarazione Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC)

www.cubadebate.cu

Giornalisti di media pubblici cubani hanno ricevuto, la settimana scorsa, messaggi e telefonate dall’Istituto Stampa e Società (IPYS), una ONG legata a campagne politiche contro governi ed organizzazioni progressiste in America Latina, particolarmente ossessionata dalle linee di attacco alla Rivoluzione bolivariana. Sorprendentemente, un funzionario della IPYS ha informato i nostri colleghi che erano stati selezionati, alcuni dei loro lavori, per un concorso di cronache sugli affari cubani a cui non avevano partecipato e che questo Istituto sponsorizza.

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Ecuador, la democrazia dal basso

 Fabrizio Casari – www.altrenotizie.org

Il fiume di indigeni che invade Quito, proietta sulla scena internazionale un film da non perdere. Protagonisti, coloro i quali vengono immaginati sempre e solo come braccia povere destinate a produrre altrui ricchezze. Stavolta però il film si fa documentario e racconta una storia diversa, quella di chi non accetta di vedersi ridurre lo spazio di sopravvivenza per favorire un ulteriore salto dei profitti privati. E non pensa nemmeno di dover ridurre le sue possibilità per aumentare le royalties delle imprese estrattive statunitensi che, dall’arrivo a Quito di Lenin Moreno, hanno ricominciato a considerare l’Ecuador come un protettorato energetico di Washington.

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I due tempi dell’offensiva destabilizzatrice contro Evo Morales

Hugo Moldiz Mercado  www.cubadebate.cu

L’offensiva generale, in due tempi, contro il Processo di Cambio e la continuità di Evo Morales alla presidenza dello Stato Plurinazionale è entrata nel suo tratto finale, a due settimane da che, in Bolivia, si celebrino le elezioni generali di questo 20 ottobre e che acquisiscano un valore geopolitico di grande importanza per l’effetto che andrà ad avere, una settimana dopo, in Argentina ed Uruguay.

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Tutto quello che devi sapere sulla situazione in Ecuador

(con le ripercussioni sullo scenario venezuelano)

MISION VERDAD

Molte cose sono successe negli ultimi giorni in Ecuador.

Questo nuovo ciclo di crisi e instabilità è stato caratterizzato dall’applicazione di uno stato di eccezione, dalla militarizzazione delle strade, dalla sistematica persecuzione dei media e da una forte repressione poliziesca delle manifestazioni. Il governo è stato trasferito a Guayaquil, dopo che il traballante presidente Lenín Moreno ha perso il controllo della capitale Quito.

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Trump resuscita il TIAR

Carlos Fazio  www.cubadebate.cu

Logorata la leadership, per delega, del fantoccio Juan Guaidó ed esaurito il macchinario del colpo di stato contro il governo costituzionale e legittimo di Nicolás Maduro, l’11 settembre scorso l’amministrazione Trump ha deciso di avviare una nuova fase della sua politica di cambio di regime in Venezuela, e con il sostegno del Brasile, ha usato la Colombia per attivare il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR) nell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA).

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Lottare, resistere e vincere, non c’è altra strada

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Dichiarazione MINREX

Il Ministero delle Relazioni Estere denuncia la vergognosa decisione di attivare il Trattato Interamericano di Assistenza Reciproca (TIAR), un trattato che prevede l’uso della forza militare.

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I falchi tornano all’attacco del Venezuela

www.lantidiplomatico.it

Intervenuto alla 42° riunione del Consiglio dei diritti umani sul tema delle misure coercitive individuali, il ministro degli esteri del Venezuela Jorge Arreaza, in qualità di rappresentante del Movimento dei Paesi Non Allineati, ha esortato a difendere il multilateralismo come unico antidoto al caos bellico.

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Non sono fatti nuovi, ma sono esecrabili

Quelli che chiedono gridando un intervento straniero in Venezuela, hanno dimenticato – credo che l’hanno sempre fatto – la situazione dei loro rispettivi paesi.

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Vocazione da mercenario

Alcuni fanno parte di grandi eserciti privati, creati principalmente negli USA. Quelli guadagnano un buon stipendio. Altri sono mercenari per vocazione e persino per “quattro soldi”, anch’essi pagati dallo stesso conto, e sono capaci di appoggiare il blocco, applaudire la Legge Helms-Burton… Si prestano a qualsiasi compromesso contro il paese che li ha visti nascere

Elson Concepción Pérez www.granma.cu

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Nicaragua, i costi della guerra a quarant’anni dalla Rivoluzione

di Geraldina Colotti

I costi. Non siamo più capaci di assumerci i costi: soprattutto nelle sinistre dei paesi capitalisti, dove pur ti insegnano a calcolare, ovvero a lucidare le scarpe del padrone, fin da quando emetti il primo vagito come “cittadino consumatore”. Intendiamo i costi dei cambiamenti veri, quelli che – da Spartaco a Lenin – hanno consentito agli oppressi di strozzare gli oppressori stringendogli al collo le loro catene. “Non importa se non mangiamo per un mese, perché non mangiamo da 44 anni”, gridava il popolo nicaraguense mentre lottava per liberarsi dalla morsa della dittatura somozista, la più longeva del continente.

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Almagro: affinché non lo lascino fuori

Elson Concepción Pérez

Luis Almagro si sa essere impigliato nella sua aspirazione di continuare come segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), proprio quando si avvicinano le elezioni in quella nefasta istituzione regionale. Spaventato è e, di conseguenza, affinché non lo lascino fuori, è tornato ad usare il tema del Venezuela quando, in una dose sorprendente di genuflessione, ha criticato gli attuali colloqui tra Governo ed opposizione e si è trascinato fino al suo padrone affermando che “il dialogo non servirà se gli USA non esercitano pressione».

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