Il tema dei visti per far sì che i nazionali giungano negli USA è stato un altro degli aspetti tirati nella spazzatura dall’ex presidente Donald Trump
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Cubainformación TV – Basado en un texto de Rosa Miriam Elizalde – La Jornada
La portoricana Ana Belén Montes è stata incarcerata nel 2001 a Fort Worth, Texas, dove non può ricevere visitatori, tranne che di un fratello. Né chiamare al telefono, né ricevere giornali, né guardare la televisione, né interagire con altre detenute.
Ha 64 anni e ha trascorso due decenni in assoluta solitudine. Nelson Mandela lo disse: “la cosa peggiore è star chiusi con se stessi”.
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Alessandro Di Battista www.tpi.it
Il 5 febbraio del 2003 l’allora Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America Colin Powell mostrò al Consiglio di Sicurezza dell’ONU una fialetta contenente polvere bianca. Fu un modo, dal punto di vista comunicativo piuttosto efficace, per far credere al mondo intero che Saddam Hussein possedesse un arsenale di armi di distruzione di massa capace di eliminare milioni di persone. Era una fake news.
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Com’è possibile che un nuovo governo a Washington mantenga la infame retorica contro paesi che, soprattutto, soffrono sanzioni penali da loro applicate? L’attuale amministrazione sa benissimo quanti danni abbia arrecato a Cuba il criminale blocco imposto, da sei decenni, ed intensificato dal presidente uscente Donald Trump.
Elson Concepción Pérez www.granma.cu
Continue reading “Un altro vergognoso pamphlet USA contro Cuba” »
Nella Prima Guerra Mondiale, la Germania e il Regno Unito hanno utilizzato il blocco alimentare come strategia di guerra. Una resa per fame che, oggi, gli USA stanno perseguendo a Cuba e in Venezuela.
Nel 2016, Caracas ha risposto a questo blocco con un programma alimentare sovvenzionato: i Comitati Locali di Approvvigionamento e Produzione (CLAP).
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Nel 2018, l’ex presidente brasiliano Luiz Inácio da Silva è stato condannato al carcere, tra gli applausi di tutto il mainstreaming mediatico.
Un articolo dello scrittore Mario Vargas Llosa, pubblicato su giornali come “El País”, definiva la condanna un “modello esemplare per il resto del pianeta”.
Il giudice Edson Fachin, del Supremo Tribunal de Brasil (STB), ha annullato tutte le condanne per corruzione che avevano portato in carcere l’ex presidente Lula da Silva nell’ambito del caso Lava Jato. La XIII sezione della Corte Federale di Curitiba, che Moro presiedeva, non era competente a giudicare Lula per le diverse cause intentate contro di lui, come avevano ripetuto i suoi legali e numerosi esperti internazionali.
Continue reading “Dopo l’assoluzione Lula continuerà a tenere un profilo basso?” »
La bella fotografia che accompagna quest’articolo mostra Papa Francesco che abbraccia Lula e dice: “Te lo dicevo, Lula, che la verità sconfiggerà la menzogna”. Così è stato. Sta emergendo a poco a poco la verità dei fatti. Una verità che ci parla senza ombra di dubbio di una vergognosa montatura costruita a tavolino dal giudice Moro, uno di quei magistrati che infangano colla loro stessa esistenza la loro categoria di appartenenza.
Continue reading “Lula: crolla la montatura, ora si perseguano i persecutori” »
Fabrizio Casari www.altrenotizie.org
Il giudice Edson Fachin, del Supremo Tribunale Federale del Brasile, ha dichiarato nulli gli atti che hanno portato alla persecuzione giudiziaria, alla carcerazione ed alla sospensione dei diritti civili e politici di Ignacio Lula Da Silva. Potrebbe finire così l’agonia della giustizia brasiliana e quella personale di Lula, vittima di un complotto politico-giudiziario deciso a Washington e organizzato a Brasilia. Pur con altri procedimenti in corso, Lula è tornato soggetto di diritto, candidabile ed eleggibile, essendo venute meno le inibizioni ai diritti politici che le sentenze avevano prodotto.
Atilio Borón www.cubadebate.cu
Quando nell’aprile 2018 Lula è stato condannato al carcere dal giudice Moro, Vargas Llosa lo ha elogiato nella sua nota pubblicata su El País di Madrid (e riprodotta in centinaia di giornali della regione) “come modello esemplare per il resto del pianeta”.
Rosa Miriam Elizalde www.jornada.com.mx
Non può ricevere visite, tranne di un fratello. Non le è consentito parlare al telefono, né ricevere giornali, riviste o guardare la televisione. Nessuno può informarsi sulla sua salute o sapere perché è in un centro per criminali con problemi mentali, quando lei non è pazza. Neppure le permettono relazionarsi con altre persone in quella prigione, dove ha trascorso due decenni in assoluta solitudine.
L’amministrazione del presidente Joe Biden vuole chiudere il carcere statunitense nell’illegale Base Navale di Guantanamo (BNG), prima della fine del suo mandato, ha riferito Jen Psaki, segretaria della stampa della Casa Bianca, riportata da media dell’informazione da Washington.
Continue reading “La frontiera imposta a Cuba da più di un secolo nel suo stesso suolo” »
Karina Marrón González www.cubadebate.cu
Nonostante le convenzioni internazionali che sostengono l’illegalità della base navale USA in territorio cubano, oggi quell’enclave militare continua a violare la sovranità della nazione caraibica.
Il 16 febbraio 1903, i presidenti di Cuba, Tomás Estrada Palma, e degli USA, Theodore Roosevelt, firmarono un accordo con il quale si cedeva la porzione di terra situata nella provincia orientale di Guantánamo, “per il tempo necessario e agli scopi di stazione navale e stazione carbonifera”.
Continue reading “Base USA a Cuba: una centenaria storia di occupazione” »
Yisell Rodríguez Milan www.granma.cu
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