Tag Archives: Messico

Quale regime ha imprigionato più artisti nel 2017?


José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion

Sapete qual è lo stato del mondo in cui più artisti sono finiti in prigione nel 2017? Se ci lasciamo trasportare da ciò che leggiamo sulla stampa, penseremo a posti come Cina … o Cuba. Ebbene, no: è la Spagna, con un totale di 13 artisti in carcere de al terzo posto in numero di processi a creatori, dietro l’Egitto e l’Etiopia (1).

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La destra latinoamericana ha detto per cosa è venuta

Emir Sader http://www.cubadebate.cu

Dopo anni duri, in cui sembrava che il neoliberismo fosse venuto per rimanere in America Latina, le forze popolari riuscirono a costruire programmi anti-neoliberali, vincere elezioni ed essere protagoniste degli anni più virtuosi della nostra storia, in alcuni dei nostri paesi.

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L’ira dell’impero contro il Venezuela

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Si sapeva che gli yankee attendevano i risultati delle elezioni in Venezuela per eseguire le loro rappresaglie, progettate in anticipo, e davanti alla clamorosa vittoria di Nicolás Maduro, la rabbia yankee si è scatenata.

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Cuba investiga le cause dell’incidente aereo

con l’appoggio di Messico ed USA

 

In accordo con il protocollo internazionale, Cuba guida le investigazioni sull’incidente aereo di venerdì 18 a L’Avana, con il fine di determinare le probabili cause della tragedia e fare raccomandazioni perché fatti simili non si ripetano.

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Venezuela: i compiti immediati

Atilio A. Boron  https://lapupilainsomne.wordpress.com

L’opposizione venezuelana ha sperperato, questa domenica, una possibilità unica di misurare le forze con il governo di Nicolás Maduro. Se, come dicono i suoi portavoce, dentro e fuori il Venezuela, gli oppositori contano sul favore della stragrande maggioranza della popolazione, perché non hanno presentato una candidatura unica che, forse, avrebbe potuto aprirgli la porta del Palacio de Miraflores e raggiungere, con mezzi istituzionali, la tanta anelata “uscita” del presidente Maduro?

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Il “guarimbeo” contro il Nicaragua

Patricio Montesinos http://www.cubadebate.cu

Se si osserva l’agire dei gruppi vandalici che sono protagonisti, nelle ultime settimane, degli episodi di violenza in Nicaragua è molto facile determinare la loro somiglianza con le famigerate “guarimbas” che hanno cercato di destabilizzare il Venezuela, ed ora si scatenano, con lo stesso scopo, nella nazione più prospera dell’America Centrale.

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A proposito…Giornata Internazionale per la Libertà di Stampa

Juana Carrasco Martín http://www.juventudrebelde.cu

Questa forte definizione cade bene per questo 3 maggio, quando l’UNESCO celebra la Giornata Internazionale della Libertà di Stampa, che ha istituito nel 1993: “Il 2017 è stato l’anno in cui la verità -obiettiva, empirica, basata sui fatti- è stata più spintonata e maltrattata in tutta la storia del nostro paese, nelle mani del personaggio più importante del nostro Governo».

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Uno sguardo perverso alla Cuba di oggi

Omar Pérez Salomón  https://lapupilainsomne.wordpress.com

Diversi media al servizio del capitale hanno pubblicato un articolo di Sarah Moreno dal titolo “Termina la birra e bruciano le aragoste: giornalista racconta il fallimento del turismo nella ‘Cuba senza Fidel'” che affronta alcuni dettagli del libro del giornalista messicano Julio Patan , “Cuba senza Fidel”.

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Il Nuovo Progressismo latinoamericano

Alfredo Serrano Mancilla http://www.cubadebate.cu

Al di là che vincano o perdano nelle loro prossime elezioni, possiamo oramai affermare che è sorta un’altra ondata progressista nella regione. Questo nuovo blocco è composto da: MORENA, in Messico, con a capo Andrés Manuel López Obrador; Gustavo Petro, di Colombia Humana; Veronika Mendoza con Nuevo Perù; ed il giovani Gabriel Boric e Giorgio Jackson del Frente Amplio, in Cile. Nessuno di loro è un nuovo personaggio in politica, ma sì lo sono le loro formazioni politiche. Ognuna ha le proprie particolarità, tipiche del contesto storico di ogni paese. E, tuttavia, tutte queste alternative hanno tratti caratteristici in comune:

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Gruppo di Lima: la via non democratica

Alfredo Serrano Mancilla http://www.cubadebate.cu

L’America Latina continua nella disputa geopolitica. Il Gruppo di Lima è il risultato di questo. La formazione di questo blocco di 12 paesi americani (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costarica, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay e Perù) ha avuto luogo l’8 agosto 2017. La ragion d’essere di questo nuovo gruppo è il tentativo di porre termine ad altri due spazi nella regione: UNASUR e CELAC. Di fronte ad un’agonizzante OSA e ad un’Alleanza del Pacifico che non riesce a decollare, il Gruppo di Lima è la formula scelta come istanza politica regionale per ripristinare l’ordine conservatore.

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La dottrina Monroe (I parte)

colonna vertebrale dell’imperialismo USA

(parte I)

M. A. García Alzugaray http://razonesdecuba.cubadebate.cu.

È evidente che con Donald Trump si è ritornati ai tempi del Gran Bastone e che il suo neo-annessionismo è meno subdolo di quello della precedente amministrazione Obama, che è stato più vellutato, senza tralasciare le sue pretese egemoniche.

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L’eredità di Hugo Chàvez

Atilio Boron (*); da: lahaine.org;

Oggi, 5 marzo, sono passati cinque anni dalla sparizione fisica di Hugo Chàvez.

E’ giusto e necessario fare una breve riflessione sull’eredità che ha lasciato la sua presenza in Venezuela, in America Latina e nei Caraibi. Come precedentemente, nel 1956, con Fidel e con il trionfo della Rivoluzione Cubana, l’irruzione di Chàvez nella politica del suo paese si internazionalizzò rapidamente e raggiunse una proiezione continentale.

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Cubainformacion: Dottrina Monroe ai tempi di Trump


Kafka e la dottrina Monroe: siamo nell’era Trump

 

Sentire dire al massimo rappresentante della diplomazia USA, Rex Tillerson, che la cosiddetta Dottrina Monroe “è stato un successo” storico, e che “oggi è tanto rilevante come lo fu il giorno in cui è stata scritta” nel 1823, sembra qualcosa di kafkiano. Ma no, siamo nell’era di Donald Trump.

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Messico: difensori dei diritti umani sono in pericolo

di Fabrizio Verde  http://www.lantidiplomatico.it

Il Messico è uno dei paesi più pericolosi al mondo per le donne e che è attivo della difesa dei diritti umani. Questo è quanto denunciato da Michel Forst, relatore speciale per l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).

L’inviato ONU ha inoltre accusato il governo di ostacolare il lavoro di queste persone e criminalizzarle, attraverso l’uso improprio della legislazione e la manipolazione di poteri punitivi, sia statali che non statali, per ostacolare e persino paralizzare gli sforzi per esercitare il loro legittimo diritto di promuovere e proteggere i diritti umani.

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L’alternativa insurrezionale in AL è un’opzione del futuro?

di Marcos Roitman Rosenmann (*)

Non corrono bei tempi per la democrazia rappresentativa, forma per eccellenza della dominazione borghese occidentale, in America Latina. Nel nostro continente la gestione per antonomasia dell’esercizio del potere è stata la dittatura ed i regimi autocratici. Le loro ricette per garantirsi il controllo delle istituzioni ed evitare la sconfitta politica sono la frode elettorale ed il sempiterno ricorso al colpo di Stato. Un’illusione ha fatto nutrire false aspettative. Per un breve periodo – quello compreso tra la fine della guerra fredda e l’attacco alle Torri Gemelle (1989-2001) – è sembrato che le borghesie latinoamericane avessero assunto un comportamento democratico.

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