Dieci militari dell’esercito colombiano hanno testimoniato di aver ucciso almeno 120 persone innocenti e poi le hanno fatte passare per guerriglieri durante la presidenza di Alvaro Uribe.
In Colombia circa 120 giovani sono stati uccisi da agenti statali e spacciati per presunti caduti in combattimento confermando tutte le denuncie fatte negli anni dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani.
Il senatore colombiano Iván Cepeda ha inviato al presidente Iván Duque una lettera in cui gli chiede di chiarire se è ”previsto alloggiare armi nucleari e biologiche statunitensi nel territorio colombiano”.
Il presidente del Partito Comunes, Rodrigo Londoño, ha dato oggi il saluto a 27 giovani colombiani che si sono recati a Cuba per studiare alla Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM).
“Cuba è solidarietà. Cuba è umanesimo”, ha affermato il dirigente politico riferendosi alla concessione di borse di studio per mille giovani colombiani nell’ambito dell’Accordo di Pace per studiare questa professione.
Gli USA hanno inviato 8 milioni di $ alla polizia colombiana discussa per la repressione contro il suo popolo.
La vice segretaria di Stato per i Temi Politici degli USA, Vittoria Nuland, ha reso noto nella sua visita ufficiale in Colombia che il suo governo ha stanziato 8 milioni di $ per rinforzare la polizia nazionale del paese sudamericano.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) ha eliminato il Venezuela dall’elenco dei paesi che devono affrontare l’insicurezza alimentare; nel suo recente rapporto, pubblicato il 27 gennaio 2022, l’agenzia ha infatti avvertito che la fame acuta aumenterà invece alle stelle in oltre 20 Paesi nei prossimi mesi, a meno che non vengano presi provvedimenti immediati.
Con l’assassinio di Juvenal Ballén Gómez il numero dei firmatari degli accordi di pace del 2016 tra lo stato colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) uccisi raggiunge la cifra di 300 mentre la FAO denuncia una probabile crisi alimentare per il 2022 in Colombia.
In Colombia non è servito a nulla l’orrore dei 6.042 morti assassinati a sangue freddo dai militari dell’Esercito colombiano. Anche nel 2021 si registrano numeri allarmanti tra omicidi e massacri. Davanti alle continue violazioni dei diritti umani e a crimini contro l’umanità, gli Stati Uniti, l’Unione europea e la Nato fanno finta di nulla e continuano a firmare accordi con il Paese sudamericano, l’ultima firma è stata quella dell’8 dicembre.
Una clamorosa smentita fu espressa dal Ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino López, di fronte alle nuove dichiarazioni dei portavoce del governo colombiano di Iván Duque, che Padrino definiva “mascalzoni”.
Qual era il paese meglio preparato per una pandemia?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Il Parlamento Europeo ha approvato, in tre anni, quattro risoluzioni contro il governo cubano per presunte violazioni dei diritti umani, accompagnate dal successivo bombardamento mediatico (1).
Neppure una contro il governo della Colombia dove, solo quest’anno, ci sono stati 92 massacri e l’assassinio di 168 dirigenti sociali (2). Un recente rapporto delle Nazioni Unite denuncia 63 morti e 60 casi di violenza sessuale, la maggior parte per mano della forza pubblica, nelle proteste di aprile in Colombia (3). Paese dove “554000 bambini sotto i cinque anni soffrono di denutrizione cronica” (4). Ma è Cuba, libera da massacri, da violenza estrema della polizia e – secondo l’Unicef - unica nazione dell’America Latina senza grave denutrizione infantile, quella segnalata dal Parlamento Europeo (5).
Un reportage del quotidiano “El País” sulle “esportazioni spagnole di armi” pone come selezione principale la “vendita di materiale antisommossa a Cuba -leggiamo- prima della repressione delle manifestazioni di luglio” (1).
Questa presunta vendita e “le consegne di munizioni all’Arabia Saudita” sarebbero “le operazioni più controverse”.
Dicono che tutti i paragoni siano odiosi, ma allo stesso tempo inevitabili. Nel caso della Colombia e del Venezuela, il confronto tra i loro sistemi politici è fatto in modo permanente dalla classe politica colombiana e, naturalmente, è sostenuto dai cartelli che compongono le loro società mediatiche e la sua potente industria dell’intrattenimento, che non esitano a stabilire che mentre la democrazia colombiana è antica, forte e gode di buona salute, il Venezuela è degenerato in una dittatura.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha pubblicato un rapporto sulle violenze compiute dalle forze dell’ordine colombiane contro i manifestanti durante gli scioperi avvenuti nella primavera scorsa che hanno portato a numerosi atti di violenza gratuita.
Il Cile di Pinochet è stato mostrato come la vetrina del neoliberalismo in America Latina, l’esempio da seguire. Nello sforzo si tenta di oscurare la repressione che ha accompagnato l’esperimento dei Chicago Boys.
La Colombia è stata esposta come una democrazia forte e fiorente. La guerra, il narcotraffico, il paramilitarismo, da e attraverso lo Stato, non sembrano pregiudicare la “democrazia più antica” del continente.