Tag Archives: Luis Inácio Lula da Silva

Lula: “Chiunque voglia sconfiggere Maduro, lo sconfigga alle prossime elezioni”

lantidiplomatico.it

Il presidente brasiliano Lula ha fatto sentire ancora una volta la sua voce contro le ingerenze negli affari interni dei paesi della regione, confermando al contempo la legittimità del suo omologo venezuelano, Nicolás Maduro.

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La divisione non è servita per niente all’America del Sud

La vigenza del pensiero bolivariano e martiano, riferita alla lotta per l’unità,  si potrebbe riassumere nel concetto che «l’unità fa tutto», e per questo dobbiamo conservare questo prezioso principio

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L’urgenza di rilanciare UNASUR (lavoro speciale)

misionverdad.com

La recente convocazione del presidente Lula da Silva a che si realizzi un vertice dei presidenti sudamericani, in Brasile, arriva in un momento in cui la regione affronta sfide sia in termini di integrazione economica che di unità politica. In questo senso, i dirigenti regionali dovrebbero tenere conto della necessità di rafforzare questi ambiti attraverso il rilancio dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (UNASUR).

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Origine e attualità del “bolsonarismo”

misionverdad.com

Due giorni prima di dover consegnare la presidenza, Jair Messias Bolsonaro è volato negli USA sull’aereo presidenziale della Repubblica Federativa del Brasile. L’ex presidente se n’è andato ma la sua impronta è rimasta impressa nelle profondità del Paese più esteso del bacino amazzonico, perché è sempre stato lì. Sei o sette anni fa nessuno avrebbe parlato del bolsonarismo come fenomeno, tuttavia oggi questo capita ed è opportuno rivedere cosa lo ha creato e sostiene.

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Mercosur: Lula incoraggia il ritorno del Venezuela

lantidiplomatico.it

Il Brasile con Lula torna sulla scena rilanciando con forza i rapporti tra i paesi della regione sudamericana. Il prossimo governo brasiliano, che entrerà in carica il 1° gennaio, incoraggerà il ritorno del Venezuela nel Mercosur, ha rivelato il ministro degli Esteri designato Mauro Vieira, mentre l’Uruguay ha dichiarato di essere d’accordo nel promuovere un accordo commerciale tra il blocco e la Cina, nonostante sia in preparazione un trattato bilaterale con il gigante asiatico.

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O il regno del denaro o il regno dei diritti

Emir Sader  www.jornada.com.mx

La nuova strategia della destra latinoamericana è sabotare la democrazia liberale dall’interno. Così ha corrotto la democrazia in Brasile e gettato il paese nella peggiore crisi della sua storia, pagata non solo con la fame e la povertà, ma anche con più di 500mila morti.

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Militari brasiliani contro Lula

Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

Ennesimo caso sudamericano dove i militari agiscono contro la democrazia per favorire l’arrivo di governi di estrema destra.

L’ex capo di stato maggiore dell’esercito brasiliano tra il 2015 e il 2019, Eduardo Villas Boas, ha pubblicato un libro in cui riconosce che le Forze Armate brasiliane, durante il suo incarico, esercitarono pressioni sul Tribunale Federale Supremo affinché tenesse in carcere l’ex presidente socialista Luiz Ignacio Lula da Silva ed in tal modo evitare che potesse presentarsi alle elezioni, vincerle e tornare alla presidenza del Paese.

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Perché hanno tanta paura di Lula libero?

Luiz Inácio Lula da Silva – www.cubadebate.cu

Da un anno che sono ingiustamente prigioniero, accusato e condannato per un crimine che non è mai esistito. Ogni giorno che ho passato qui ha fatto aumentare la mia indignazione, ma mantengo la fede in un processo giusto in cui la verità prevalga. Posso dormire con la coscienza tranquilla della mia innocenza. Dubito che abbiano il sonno lieve coloro che mi hanno condannato in una farsa giudiziaria.

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Niente ti farà tacere, Lula

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, si è unito nel suo account nella rete sociale Twitter al reclamo per la libertà di Luiz Inácio Lula da Silva, che è rinchiuso ingiustamente in carcere già da un anno. «Reclamiamo la libertà per Lula», ha assicurato.

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Cubainformacion: Lula e Guaidò


Lula e Guaidó: parliamo di prigionieri, parliamo di dittature

 

È l’unico “presidente autoproclamato” dell’America Latina. Chiama ogni giorno alla sollevazione militare e all’intervento USA nel suo paese. Non è stato arrestato, è libero. È il venezuelano Juan Guaidó, che sostiene essere vittima di una dittatura.

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La via al potere del fascista neoliberale brasiliano

James Petras – http://aurorasito.altervista.org

La decisiva vittoria elettorale del candidato presidenziale brasiliano di estrema destra Jair Bolsonaro ha sorpreso politici ed analisti dei partiti tradizionali di sinistra e di destra. Le possibili implicazioni per il presente e il prossimo futuro solleva una serie di domande fondamentali, sia che rappresenti un “modello” per altri Paesi o sia il risultato delle circostanze specifiche del Brasile. Proseguiremo descrivendo gli eventi e le politiche socio-economici del Brasile che hanno portato alla nascita del regime autoritario e neoliberista di Bolsonaro. Discuteremo poi se circostanze simili emergono altrove e se la politica democratica popolare anti-autoritaria sfida tale minaccia. Concluderemo valutando il futuro dei regimi di estrema destra e dei loro nemici.

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FSP: uno spazio incontro e solidarietà continentale

Per tre giorni il XXIV Incontro del Forum di Sao Paulo ha accolto nella capitale cubana  la riunione più importante dei partiti politici e dei movimenti di sinistra dell’America Latina e dei Caraibi, dov’è stato tracciato un progetto di  rotta per l’unità continentale.

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Lula resta ingiustamente recluso

L’ex presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, resterà in prigione, almeno per ora. Senza dubbio il sistema giudiziario brasiliano difficilmente si recupererà dalla crisi che ha attraversato domenica 8.

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La sinistra è ben viva in America Latina

Sergio Alejandro Gómez http://www.cubadebate.cu

Il risultato delle elezioni messicane dà un ampio mandato al candidato progressista Andrés Manuel López Obrador per adempiere al suo programma di cambi e affrontare la corruzione, la violenza e la disuguaglianza con uno Stato forte ed effettive politiche sociali.

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Pence: un altro tour monroista

Ángel Guerra Cabrera  https://lapupilainsomne.wordpress.com

Il terzo tour latinoamericano di Mike Pence, vice presidente USA, è principalmente finalizzato a porre fine al governo costituzionale del Venezuela. Non è un segreto. I portavoce ufficiali USA hanno ribadito che uno degli scopi del periplo è rafforzare l’isolamento di Caracas e già sappiamo come tradurlo. Per la cronaca, il presidente Nicolas Maduro è stato eletto con una percentuale di voti superiore rispetto alla maggior parte dei presidenti del Gruppo di Lima, abominevole coalizione imperialista anti-venezuelana. Un altro obiettivo del viaggio è il tentativo di calmare gli animi nella regione di fronte alla crudele separazione dei figli dei migranti dai loro genitori ed, in generale, alla politica di tolleranza zero, ripudiata a livello internazionale. Ciò che spiega il suo incontro con i presidenti di Honduras, El Salvador e Guatemala, paesi più colpiti dalla misura.

Ma a parte questo tema, l’inviato di Trump ha viaggiato per qualcosa di più che monitorare e rafforzare la cospirazione contro la patria di Bolivar. Non è un caso che la sua prima visita sia stata al governo golpista del Brasile. Lì c’è il massimo interesse di Washington nel mantenere Lula in prigione per impedire, a tutti i costi, che vinca la presidenza nelle elezioni del prossimo anno il candidato di punta. Immaginiamo il contrario: che significherebbe per l’impero un nuovo governo di Lula in Brasile, il prossimo anno, insieme con l’elezione imminente di Andrés Manuel López Obrador in Messico, due giganti geoeconomici e geopolitici, che con con governi popolari, possono inclinare molto i rapporti di forza in America Latina e nei Caraibi verso gli interessi dei popoli.

Questo risultato costituirebbe un vero incubo per Washington dopo l’enorme sforzo che ha realizzato per distruggere, per diverse vie, i governi progressisti e rivoluzionari della regione. Sia mediante colpi di stato contro i presidenti Manuel Zelaya (Honduras), Fernando Lugo (Paraguay) e Dilma Rousseff (Brasile). Più i tentativi falliti di rovesciare Hugo Chavez e Nicolas Maduro in Venezuela dove, in vista del loro fallimenti, il Comando Sud e la CIA sperimentano il golpe “continuo” preludio dell’invasione militare che ha minacciato il presidente Donald Trump. Inoltre, i golpi falliti e la sovversione permanente contro i presidenti Evo Morales e Rafael Correa (questo fino ad adempiere il suo mandato). Senza dimenticare la feroce campagna mediatica e i tentativi sovversivi contro Cristina Fernández de Kirchner, che hanno notevolmente ostacolato il suo esercizio del governo. Il pacchetto, ovviamente, include il rafforzamento del blocco e della sovversione contro Cuba.

Uniamo questo alla decomposizione dei regimi neoliberali, come si apprezza nella gigantesca impopolarità di Temer e quella crescente di Macri, o lo storico progresso della sinistra in Colombia con Gustavo Petro. Ciò, aggiunto alla crescente resistenza in quei paesi ed, in generale, in Nostra America, contro l’espropriazione, la criminalizzazione delle proteste sociali ed il degrado ambientale causati dal neoliberismo.

E’ facile comprendere perché Pence va, ora, al suo terzo tour cospirativo, in aggiunta a quelli che hanno fatto altri funzionari, tra cui l’ex Segretario di Stato Rex Tillerson, che ha confessato la devozione dell’amministrazione Trump per la espansionista dottrina Monroe. Va inoltre sottolineata la febbrile attività golpista ed interventista contro il Venezuela dei legislatori cubano-americani, in particolare Marco Rubio, specie di scudiero anti-latinoamericano di Trump. Allo stesso modo le tattiche della guerra di IV generazione che preparano in Nicaragua, da anni, questo e altri legislatori della stessa mafia. La legge nota come Nica Act, per privare di crediti la patria di Sandino, è principalmente opera della legislatrice di Miami di origine cubana, Ileana Ross-Lehtinen.

In breve, il viaggio del vicepresidente Pence conferma la tenace volontà di Washington di liquidare i governi popolari, attuali e futuri, nella nostra regione. Ancor più quando l’egemonia USA crolla di fronte all’emergere di Cina e Russia e gli sforzi coronati da successo, di queste, per creare una vasta area di cooperazione asiatica e un’unione di paesi opposti all’egemonismo ed alla guerra.

In Nostra America continua la lotta per la democrazia, l’indipendenza e la giustizia sociale, anche se soffriamo retrocessioni, e gli eventi che stiamo vedendo ci indicano che la vittoria sarà dei nostri popoli. Mettitelo in testa, signor Pence.


Pence: otra gira monroísta

Por Ángel Guerra Cabrera

La tercera gira latinoamericana de Mike Pence, vicepresidente de Estados Unidos, está dirigida principalmente a acabar con el gobierno constitucional de Venezuela. No es ningún secreto. Los voceros oficiales estadounidenses han reiterado que uno de los propósitos del periplo es fortalecer el aislamiento de Caracas y ya sabemos cómo traducirlo. Por cierto, el presidente, Nicolás Maduro ha sido electo por un por ciento superior de votos que la mayoría de los mandatarios del Grupo de Lima, deleznable coalición imperialista antivenezolana. Otro objetivo del viaje es el intento de apaciguar los ánimos en la región ante la cruel separación de los niños migrantes de sus padres, y, en general, la política de tolerancia cero, repudiada internacionalmente. Lo que explica su reunión con los presidentes de Honduras, El Salvador y Guatemala, países más afectados por la medida.

Pero aparte de ese tema, el enviado de Trump ha viajado a algo más que supervisar y fortalecer la conspiración contra la patria de Bolívar. No es casual que su primera visita fuera al gobierno golpista de Brasil. Allí existe el máximo interés de Washington en mantener a Lula en la cárcel para impedir a toda costa que gane la presidencia en las elecciones del año próximo el candidato de lejos puntero. Imaginemos el revés que significaría para el imperio un nuevo gobierno de Lula en Brasil el año próximo, unido a la inminente elección de Andrés Manuel López Obrador en México, dos gigantes geoeconómicos y geopolíticos, que con gobiernos populares, pueden inclinar mucho la balanza de poder en América Latina y el Caribe hacia los intereses de los pueblos.

Ese desenlace constituiría una verdadera pesadilla para Washington después del enorme esfuerzo que ha realizado para arrasar por distintas formas con los gobiernos progresistas y revolucionarios de la región. Sea mediante golpes de Estado contra los presidentes Manuel Zelaya(Honduras), Fernando Lugo(Paraguay) y Dilma Rousseff(Brasil). Más los intentos frustrados de derrocar a Hugo Chávez y Nicolás Maduro en Venezuela donde, en vista de sus fracasos, el Comando Sur y la CIA experimentan el golpe “continuado”, preludio de la invasión militar con la que ha amenazado el presidente Donald Trump. Asimismo, los golpes frustrados y la subversión permanente contra los presidentes Evo Morales y Rafael Correa (este hasta cumplir su mandato). Sin olvidar la feroz campaña mediática e intentos subversivos contra Cristina Fernández de Kirchner, que mucho dificultaron su ejercicio del gobierno. El paquete, claro, incluye el reforzamiento del bloqueo y la subversión contra Cuba.

Unamos esto a la descomposición de los regímenes neoliberales, como se aprecia en la gigantesca impopularidad de Temer y la ascendente de Macri, o el histórico avance de la izquierda en Colombia con Gustavo Petro. Ello, sumado a la resistencia cada día mayor en esos países y, en general, nuestra América, contra el despojo, la criminalización de la protesta social y la degradación ambiental ocasionados por el neoliberalismo.

Es fácil comprender por qué Pence va ya por su tercera gira conspirativa, además de las que han hecho otros funcionarios, como el ex secretario de Estado Rex Tillerson, quien confesó la devoción de la administración de Trump por la expansionista Doctrina Monroe. Debe subrayarse también la febril actividad golpista e intervencionista contra Venezuela de los legisladores cubanoestadunidenses, muy especialmente Marco Rubio, especie de escudero antilatinoamericano de Trump. Igualmente, las tácticas de guerra de cuarta generación que prepararon en Nicaragua desde hace años, este y otros legisladores de la misma mafia. La ley conocida como Nica Act, para privar de créditos a la patria de Sandino, es obra principalmente de la legisladora miamense de origen cubano Ileana Ross-Lehtinen.

En resumidas cuentas, el viaje del vicepresidente Pence confirma la tenaz voluntad de Washington de liquidar los actuales y futuros gobiernos populares en nuestra región. Mucho más cuando la hegemonía yanqui se resquebraja ante la emergencia de China y Rusia y los exitosos esfuerzos de estas por crear una gran zona de cooperación asiática y una unión de países opuestos al hegemonismo y a la guerra.

En nuestra América continúa la lucha por la democracia, la independencia y la justicia social, aunque suframos retrocesos, y los acontecimientos que estamos viendo nos indican que la victoria será de nuestros pueblos. Métaselo en la cabeza Mr. Pence.

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