L’Unione Europea dopo aver accettato di partecipare alle prossime elezioni venezuelane dove parteciperanno tutti i settori dell’opposizione, compresi quelli più estremi che avevano optato per la strada golpista indicata da Washington, torna a colpire il Venezuela.
Le missioni di osservazione elettorale hanno generalmente lo scopo di monitorare, elaborare informazioni rilevanti dal terreno e generare conclusioni sullo svolgimento delle elezioni secondo il quadro generale delle regole standardizzate del gioco democratico.
Josep Borrell torna ad essere protagonista nei principali media venezuelani ed europei dopo aver dichiarato che il settore antichavista, rappresentato da Leopoldo López e Juan Guaidó, pretende “minare” il piano dell’Unione Europea (UE) d’inviare una missione di osservazione elettorale (MOE) alle elezioni di novembre in Venezuela.
Alle consuete manovre di disturbo e interferenza dell’Unione Europea il Venezuela risponde ribadendo la propria autonomia e sovranità. Concetti che forse nella vecchia Europa sono divenuti sconosciuti.
Il presidente del Consiglio Nazionale Elettorale, Pedro Calzadilla, attraverso una dichiarazione ha denunciato l’ingerenza e l’interventismo manifestati nel discorso dell’alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea (UE), Josep Borrell, in un discorso dove dimostra il suo pregiudizio politico riguardo la partecipazione alla missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea.
Spezzare l’assedio e disinnescare il sabotaggio interno, per dedicarsi alla ripresa del paese, pesantemente colpito dall’attacco multiforme dell’imperialismo. Questo l’intento dichiarato del governo bolivariano, un impegno che si va dispiegando a più livelli. Centrale è il fronte del dialogo con l’opposizione golpista, che sta avanzando in Messico malgrado interferenze e ritrosie. Nell’ultima tornata di incontri sono stati approvati accordi sulla difesa della sovranità del Venezuela sulla Guayana Essequiba e sulla protezione del popolo, anche in un’ottica di genere.
Un’ipocrisia senza limiti quella dell’Unione europea. A una settimana dal nuovo voto di condanna contro Cuba da parte dell’Europarlamento per la «repressione del governo nei confronti delle proteste» di luglio, la Ue non ha esitato a stringere un accordo con la Colombia di Iván Duque, chiudendo gli occhi con la massima disinvoltura sulla violentissima repressione della rivolta sociale dei mesi scorsi come pure sul «genocidio politico» tuttora in corso nel paese.
Il Parlamento europeo ha approvato una condanna di Cuba per “la violenza e repressione estrema contro manifestanti” pacifici nelle proteste avvenute a luglio (1).
“Brutale repressione” sull’isola, ci dice la stampa europea (2). Ma se guardiamo in dettaglio le decine di video pubblicati su quegli incidenti (3) (4) (5), e disconnettiamo il suono dalla narrazione, cosa vediamo realmente? Una polizia cubana poco addestrata che dà una tiepida risposta davanti alle aggressioni (6), e le cui espressioni più violente sono quasi infantili accanto alle azioni di molte polizie di tutto il mondo. Per cominciare, quelle della stessa Europa (7).
Condannando le sanzioni dell’Unione Europea (UE) e degli USA contro funzionari del governo del Nicaragua, la vice presidente Rosario Murillo ha denunciato che «c’è una pandemia di aggressioni contro i popoli in tante parti. Le chiamano sanzioni,ma sono aggressioni», ha sottolineato.
Il Parlamento europeo protesta per i recenti provvedimenti assunti dalla magistratura nicaraguense, che solo applica le leggi vigenti. Niente di nuovo: pur omogenee a quelle di molti paesi, soprattutto europei, ogni volta che il Nicaragua emette una legge la UE ritiene di dare autorizzazioni che non le spettano, giudizi che non gli competono e sanzioni illegittime e parole ipocrite a coprire i fatti.
Il ministro delle Relazioni Estere, Bruno Rodríguez Parrilla, ha espresso la sua solidarietà nell’account di Twitter con il Governo del Nicaragua di fronte alle sanzioni imposte dall’Unione Europea.
In questa rete sociale ha scritto: «Condanniamo con fermezza le sanzioni imposte dall’Unione Europea contro la vice presidente del Nicaragua, Rosario Murillo, e altri sette cittadini di questo paese.
“Per la sua lotta in difesa della sovranità, Cuba merita il premio alla dignità. Per il suo esempio di indipendenza, dev’essere dichiarata patrimonio dell’umanità”. Con queste parole, il presidente del Messico, Manuel Lopez Obrador ha parlato di Cuba durante l’incontro dei ministri degli Esteri della Celac, tenutosi nel giorno della nascita del Libertador Simon Bolivar, il 24 luglio.
Il ministro cubano degli Affari Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla, ha respinto con forza le ultime dichiarazioni dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea (UE) per la politica estera, Josep Borrell, riguardo ai disordini che hanno avuto luogo sull’isola l’11 luglio.
Como expresó nuestro Ministro de Relaciones Exteriores, reiteramos el más enérgico rechazo a la declaración que sobre Cuba ha emitido el Alto Representante para la Política Exterior de la Unión Europea, Josep Borrell, la cual constituye una flagrante injerencia en los asuntos internos de nuestro país.
L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari Esteri, Josep Borrell, ha fatto una dura accusa alle politiche degli Stati Uniti, condannando il blocco contro Cuba e la loro decisione di vietare ai cubani residenti negli Usa l’invio di dollari ai propri famigliari. Ma Biden, su questo, ha fatto finta di nulla.
Dallo scorso mercoledì, 7 giugno, e durante questo, giovedì 8, la capitale del Venezuela, Caracas, è stata obiettivo di importanti operazioni da parte di gruppi armati che, mediante la facciata di bande criminali, hanno operato in azioni di terrore e generazione di caos.