Raccontano che a tre anni, quando viveva ancora nella casa pastorale, Frank País guardava da una sala nel cortile della Scuola José Martí, per ascoltare i bambini che cantavano l’Inno Nazionale e vederli salutare la bandiera.
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Costituzione del Movimento Rivoluzionario 26 Luglio
“Saremo liberi o saremo martiri”
Redazione Fidel Soldato delle Idee
Le azioni compiute il 26 luglio 1953 dai giovani della Generazione del Centenario, guidati da Fidel Castro, e successivamente il loro incarceramento, così come la loro uscita dalla prigione dell’allora Isola dei Pini, avrebbero finito per dar per creato il Movimento Rivoluzionario 26 Luglio, 12 giugno 1955.
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Josué, Floro, Salvador: ideali che non zoppicano né si piegano
L’esempio di eroismo e ribellione per la piena libertà della patria che lega alle attuali e future generazioni Josué País García, Floromiro Bistel Somodevilla e Salvador Pascual Salcedo, è stato segnalato domenica 30 giugno, 62esimo anniversario del loro assassinio.
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Tre eroici Comandanti
Alberto Alvariño Atiénzar – http://www.granma.cu
Tra i primi nomi che affioravano ogni volta che il dirigente storico della Rivoluzione ricordava gli eroi caduti che lo accompagnarono nelle battaglie decisive e combattimenti che intraprese la Colonna 1, sotto il suo diretto comando, c’erano i C.ti Ramón Paz Borroto, Andrés Cuevas Heredia e René Ramos Latour, che offrirono le loro preziose vite nella seconda metà del luglio 1958
Comunicazioni in Rivoluzione compiono 60 anni
Omar Pérez Salomón https://lapupilainsomne.wordpress.com
Questo 24 febbraio si celebra nel nostro paese il giorno del comunicatore, in coincidenza con il 60° anniversario di Radio Rebelde.
Da quando iniziarono i preparativi per la spedizione che viaggiò nel Granma, dal Messico, Fidel Castro diede grande importanza alle radiocomunicazioni. Tanto che impartì istruzioni per acquisire una stazione radio e altre apparecchiature radio che sarebbero andate, a Cuba, insieme ai membri della spedizione. Già nello sbarco alle Colorades, il 2 dicembre 1956, Raul Castro ed altri combattenti fecero un enorme sforzo per trasferire con loro le apparecchiature; ma gli fu impossibile a causa della complessità del terreno e della situazione creata dopo lo sbarco.
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Cuba, un’ossessione nordamericana
Fabián Escalante Font https://lapupilainsomne.wordpress.com
Le relazioni tra Cuba e gli USA sono state antagonistiche fin da tempi remoti. La famosa Dottrina Monroe, che aggiudicava Cuba al Nord America al momento di rendersi indipendente dalla Spagna, più tardi due interventi militari per imporre una neocolonia vanificando l’indipendenza e la sovranità nazionale e quindi l’imposizione di diversi governi e dittature corrotte che garantiranno agli USA il controllo politico, economico e sociale dell’Isola furono le strategie seguite per assicurarsi che la “frutta matura” cadesse nel suo cortile.
Primi risultati del discorso di Trump a Miami
Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
Il 30 luglio è lutto nazionale a Cuba. In quella data, ogni anno, le strade di Santiago de Cuba si riempiono in un pellegrinaggio spontaneo in cui cadono dai balconi petali di rose ed di pubblico va, in silenzio, al cimitero. Si ricorda così la reazione popolare con cui la città, quasi per intero, rispose. nel 1957, all’omicidio dei giovani Frank Pais e Raúl Pujol da parte della polizia di Fulgencio Batista, ma anche ai tanti, che come loro, furono vittime di azioni simili.
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Le virtù morali del nostro popolo
L’internazionalismo e la figura di Antonio Maceo in Fidel
Il 7 dicembre è evidenziato nella storia di Cuba da due momenti di dolore per il paese: l’anniversario della morte in combattimento del Titano di Bronzo Antonio Maceo e l’Operazione Tributo, che portò di ritorno in Patria i resti di uomini e donne internazionaliste caduti in diversi luoghi dell’Africa.
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Fidel: Giornata dei Martiri
Che nessuno possa dire un domani che il nostro popolo si è dimenticato dei suoi morti
(Nell’anniversario della caduta di Frank País, effettuato presso l’istituto di istruzione secondaria, Santiago di Cuba, il 30 luglio 1959)
Il governo rivoluzionario volle istituire il giorno di oggi come il Giorno dei Martiri della Rivoluzione Cubana, cioè, in memoria di tutti i caduti. E scelse questa data del 30 luglio, perché è stato questo mese ed è stato, specialmente, questo giorno come un giorno simbolo dei sacrifici che fece il nostro popolo per conquistare la sua libertà.
Frank, Fidel, Guiteras: l’immaginazione verso un punto
Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
C’era qualcosa nelle fotografie di Frank País che mi ricordava Antonio Guiteras. Non c’è in essa segno di ansietà, è lo sguardo impressionantemente sereno, tranquillo, in un uomo che sa che con ciò che fa rischia la vita.
È ciò che Pablo de la Torriente chiama in Guiteras “quella decisione silenziosa”, e che c’è anche nell’immagine di Fidel davanti al quadro di Martí nei giorni in cui organizzava l’assalto al Moncada.
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50 verità sulla dittatura di Fulgencio Batista (II)
Salim Lamrani – http://operamundi.uol.com.br (link alla I parte)
26. Fidel Castro, che firmò un’alleanza con il Direttorio Rivoluzionario nella lotta contro Batista, era in disaccordo con l’assassinio politico: “Eravamo contro Batista ma non abbiamo mai cercato di organizzare un attacco contro di lui e avremmo potuto farlo. Era vulnerabile. Era molto più difficile combattere contro il suo esercito nelle montagne o provare a prendere una fortezza che era difesa da un reggimento. Quanti c’erano nella caserma Moncada, quel 26 luglio 1953? Quasi un migliaio di uomini, forse di più. Preparare un attacco contro Batista ed eliminarlo era dieci o venti volte più facile, ma non l’abbiamo mai fatto. Forse il tirannicidio è servito qualche volta nella storia per fare la rivoluzione? Nulla cambia nelle condizioni oggettive che generano una tirannia […] Non abbiamo mai creduto nell’omicidio dei leader […], non credevamo che si annullava o si liquidava un sistema, eliminando i suoi leader. Combattevamo le idee reazionarie, non gli uomini”.
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La vera dissidenza cubana
http://percy-francisco.blogspot.it
Da anni, è diventato di moda parlare della “dissidenza cubana” e chiamare “dissidenti” chiunque che, per uno stipendio pagato dall’estero, per un visto di uscita, un sacchettino di regali o qualsiasi beneficio materiale, decida tradire il suo stesso popolo, servendo il nemico di sempre della nostra nazione. Sembrerebbe che sono loro quelli che scrivono la storia di Cuba.